Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

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Rassegna anno IV/n. 294 (1181)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

I generali israeliani hanno deciso di intensificare i bombardamenti indiscriminati sulla popolazione civile di Gaza, per preparare la seconda fase dell’operazione. Questi sono gli effetti dei criminali bombardamenti.

Stamattina sono state colpite Rafah, Khan Younis, Jebalia, un mercato ed un caffè a Gaza City. Nelle ultime 24 ore il numero delle vittime è stato di 352 morti. Il numero delle vittime della chiesa ortodossa è salito a 18 morti, metà dei quali bambini; ai funerali hanno partecipato sia cristiani che musulmani, in una processione sola, uniti sotto le bombe di Israele.

Il numero totale delle vittime dall’inizio dell’attacco – secondo il bollettino del ministero della sanità palestinese alle 18:00 di ieri – è di 4,385 persone uccise e oltre 13,560 ferite, alle quali bisogna aggiungere almeno 1400 persone ancora sotto le macerie, identificate ma non recuperate. Non è possibile al momento attuale stimare il numero dei dispersi.

Un portavoce di Brigate Qassam, il braccio armato di Hamas, ha affermato che “due altri ostaggi erano pronti per essere liberati, ma l’esercito di occupazione israeliano si è rifiutato di riceverli”. Silenzio di Israele e non siamo riusciti ad ottenere una conferma dalla Croce Rossa Internazionale. Un membro dell’ufficio politico di Hamas, Osama Hamdan, ha dichiarato che “il dossier dei militari prigionieri di guerra non sarà aperto fino alla fine della brutale aggressione sulla popolazione di Gaza”.

Un primo convoglio di aiuti internazionali, formato da 20 camion, è entrato nella striscia dal valico di Rafah. Una goccia nel mare dei bisogni e ci vorrà tutta la determinazione delle potenze internazionali per imporre a Tel Aviv di mettere fine all’embargo totale. Dopo forti pressioni, gli affamatori della gente di Gaza hanno dovuto cedere parzialmente, ma impediscono tuttora, con i loro bombardamenti, l’arrivo degli aiuti a Gaza City.

Un collegamento audio da Rafah.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Aggressioni, rastrellamenti e arresti a Gerusalemme, Betlemme e Tulkarem. Sistematiche operazioni per imprigionare gli attivisti che si oppongono alle aggressioni dei coloni. A Gerusalemme, ieri sono stati arrestati 8 giovani, presi dalle loro case nella notte.

Un giovane palestinese nella sua auto è stato colpito da una pallottola sparata dai soldati nei pressi di Ramallah. È stato colpito alla schiena ed è in gravi condizioni in ospedale. Sempre nelle vicinanze di Ramallah, Le truppe di occupazione hanno attaccato la popolazione di un villaggio in sostegno ai coloni arrivati con gli escavatori per impossessarsi dei terreni agricoli. Si è registrato l’ennesimo attacco impunito dei coloni a Hawwara, dove è stata incendiata un’auto di un palestinese, sotto gli occhi dei soldati.

L’esercito israeliano ha bombardato una moschea a Jenin, provocando la morte di un palestinese e il ferimento di altri 10.   

Libano

Ogni giorno gli scontri si intensificano sempre di più tra i miliziani Hezbollah e l’esercito israeliano. I caccia di Tel Aviv hanno bombardato tutta la fascia sud a ridosso del confine. Hezbollah ha comunicato l’uccisione di sei suoi combattenti. L’esercito israeliano ha informato dell’uccisione di un soldato e il ferimento di altri 3 in uno scontro con combattenti infiltrati dal Libano meridionale.

Egitto

La Conferenza per il cessate fuoco a Gaza, indetta al Cairo dal presidente Al-Sissi, si è conclusa senza un comunicato finale, per le divergenze tra il blocco arabo e le potenze Nato sostenitrici dell’aggressione israeliana.

Il presidente al-Sissi ha letto un comunicato finale a nome dell’Egitto che è stato approvato da tutte le delegazioni arabe e islamiche. “è urgente un cessate il fioco per mettere fine alle sofferenze della popolazione civile e un piano per la soluzione dei due Stati, che garantisca al popolo palestinese le aspirazioni nell’indipendenza e libertà”. Tutti i rappresentati dei paesi arabi hanno espresso un deciso contrasto alla cacciata dei palestinesi dalle loro terre, “No ad una nuova Nakba” ha detto re Abdallah II di Giordania. Il presidente Abbas ha detto: “Non abbandoneremo la nostra terra, resisteremo ai massacri e non ce ne andremo”.

Il ministro degli esteri saudita ha espresso la delusione del regno per l’incapacità del Consiglio di Sicurezza a raggiungere un accordo per il cessate il fuoco e per mettere fine a questa atroce vendetta contro un popolo disarmato.

Solidarietà con Gaza

Decine di migliaia di persone hanno manifestato a Londra in sfida ai divieti del governo, in Australia, a Washington, a Dublino, a Milano, a Karachi, a Barcellona, a Berlino e in centinaia di altre città del mondo. La bandiera palestinese ha illuminato centinaia di palazzi in diverse città del mondo arabo e islamico, ma non fanno notizia nei media del pensiero unico che proclama la superiorità del cosiddetto “Occidente”, la civiltà dei fabbricanti di armi. (Vedi).

Notizie dal Mondo

Sono passati 19 mesi e 27 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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