Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Per ascoltare l’audio di oggi, 16 novembre 2023:
Rassegna anno IV/n. 319 (1206)
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Appello
Tutti i giorni arrivano altre adesioni all’appello che abbiamo lanciato per un cessate il fuoco e per il rilascio dei prigionieri civili. Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!
L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.
Le notizie:
Fake news
Il portavoce di Netanyahu ha raccontato una bugia accusando i palestinesi di raccontare bugie. Sosteneva che non ci sono mai stati bambini feriti e che tutto è una finzione cinematografica. (Guardate e scoprite la verità).
Genocidio a Gaza
Soluzione finale continua. Seconda irruzione nell’ospedale Shifà dall’ingresso meridionale. I diversi reparti sono stati isolati uno dall’altro da cordoni di soldati e carri armati. Tutti gli uomini di età sopra i 16 anni sono stati rastrellati, denudati e tenuti all’aperto sotto la minaccia dei mitra. Alcuni sono stati arrestati e portati via ad una destinazione ignota. In tutte le fasi dell’occupazione dell’ospedale non c’è stata una sola sparatoria, perché nell’ospedale non c’erano armati, come sosteneva l’esercito di occupazione. Soltanto i soldati sparavano nelle corsie e nelle sale. In alcuni casi hanno fatto ricorso alla dinamite per distruggere muri e aprire varchi. Non hanno trovato né tunnel, né prigionieri, né tantomeno capi di Hamas. Per coprire il loro fallimento, hanno organizzato una scena teatrale del ritrovamento di un mitra e alcuni caricatori dietro una macchina di risonanza magnetica. “Li hanno portati loro”, accusano i medici dell’ospedale che lavoravano in quella sala.
Ritorniamo sulla triste fine del 79enne palestinese che l’esercito israeliano ha diffuso le sue foto, mentre un soldato lo aiutava a camminare nella sua fuga verso sud. Come vi abbiamo raccontato ieri era stato ritrovato poi morto, assassinato da colpi di mitra alla schiena. Adesso sappiamo il suo nome: Bashir Hejji. La nipote lo ha scritto sui social ed il figlio di lui ha raccontato ai media le circostanze dell’assassinio. “I soldati non lo hanno aiutato, ma condotto in una casa vuota e lì hanno compiuto l’esecuzione criminale. Quando mi sono accorto della sua assenza nel nostro gruppo, sono tornato indietro e nella disperata ricerca ho scoperto il suo corpo senza vita. Anche un anziano che faceva fatica a camminare è un combattente di Hamas?”, si chiedeva disperato il figlio.
I bombardamenti aerei e dell’artiglieria sono continuati per tutto il giorno di ieri. Il numero dei morti dall’inizio dell’attacco è salito a 11.683 civili. L’esercito israeliano adesso chiede anche alla popolazione di Khan Younis, nel sud della Striscia, di evacuare le loro case, perché la prossima fase delle distruzioni a tappeto toccherà a loro. È la seconda fase del piano di pulizia etnica e di cacciata della popolazione fuori dalla Striscia.
Sfollati palestinesi
Le piogge dopo le bombe. Le tende di migliaia di sfollati palestinesi dal nord di Gaza nella zona del Wadi nel centro e sud sono state sommerse di acqua e le famiglie hanno dovuto passare la notte nel fango. “La pioggia è vita, ma in queste condizioni è un danno alla salute dei bambini e degli anziani”, ha detto una donna ai microfoni di un’emittente televisiva.
ONU
Consiglio di sicurezza chiede tregue umanitarie, neutralità ospedali e ingresso dei soccorsi alla popolazione civile. La risoluzione ha ottenuto 12 voti a favore e per la prima volta l’astensione di Washington, insieme a Mosca e Londra, membri permanenti con diritto di veto. Rabbia e parole fuori posto del rappresentante di Tel Aviv che ha detto: “Israele farà soltanto quel che riterrà utile alla distruzione di Hamas”.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Rastrellamenti e uccisioni. A Tulkarem, Jenin e El-Khalil sono stati arrestati almeno 80 persone, civili disarmati, tra i quali 15 donne. È stata demolita con la dinamite la casa di un attivista politico palestinese per un suo post, sui social, di sostegno alla popolazione di Gaza. Negli scontri impari, mitra contro pietre, sono stati uccisi 6 giovani in diverse località.
Libano
Hezbollah ha comunicato di aver lanciato 7 attacchi con razzi e missili teleguidati contro le caserme dell’esercito israeliano in diverse località di confine ed in particolare nelle fattorie di Sheba, territorio libanese occupato da Israele, ma mai restituito alla sovranità di Beirut. L’esercito israeliano ha risposto con l’artiglieria senza ricorrere all’aeronautica.
Yemen
Una nave militare statunitense, nel mar rosso, ha abbattuto un drone lanciato dal territorio yemenita. È il terzo caso in una settimana. Il velivolo era di tipo kamikaze armato e telecomandato. Secondo le rivelazioni, il drone era diretto contro l’unità navale statunitense e non contro Israele.
Prigionieri
Un prigioniero palestinese è morto in carcere israeliano. Abdulrahman Maryi, 33 anni, originario di Salfit, era stato arrestato lo scorso febbraio senza accuse e senza processo. La famiglia e gli avvocati hanno dichiarato che Maryi al momento dell’arresto godeva di buona salute e non ha avuto mai malattie gravi. Le associazioni per i diritti dei detenuti temono che sia stato ucciso sotto tortura e maltrattamenti, inaspriti particolarmente dopo il 7 di ottobre.
Per i prigionieri civili nelle mani di Hamas, “accordo quasi fatto” dicono i mediatori alle agenzie stampa in forma di anonimato. Ma finora non c’è stato nessun movimento concreto in tal direzione.
Turchia-Siria
Un drone turco ha lanciato missili telecomandati sulla zona rurale di Kobane. Uno dei missili ha colpito l’auto che trasportava funzionari dell’autonomia amministrativa, uccidendo tre persone. Questo è il 98esimo attacco turco con droni sulla regione del Rojava, nel nord e nord est della Siria, amministrata autonomamente dalla popolazione locale, con il sistema del federalismo democratico.
Siria-Francia
La magistratura francese ha emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti del presidente siriana Bashar Assad. L’accusa è coinvolgimento in crimini contro l’umanità per l’uso di armi chimiche nel 2013 contro città della provincia di Damasco. Insieme al capo ci sono anche mandati di cattura per altri tre alti esponenti del suo regime. I fatti contestati sono avvenuti il 21 agosto 2013, quando bombe chimiche hanno causato la morte di oltre mille vittime nella zona di Ghouta orientale.
Iraq
Si sono dimessi tre ministri appartenenti al partito “Progresso”, del presidente del Parlamento, Halabussi, silurato dalla Corte suprema irachena. Il paese entra così in una crisi politica, oltre a quella istituzionale. La decisione della suprema corte avviene dopo aver valutate le prove documentali per una vicenda di brogli in documenti parlamentari, che avevano portato alle dimissioni del deputato Laith El-Delmy, anche lui dello stesso partito Progresso, adesso reintegrato ma passato all’opposizione. Il premier Soudani ha incontrato ieri l’ex presidente del Parlamento e ha discusso con lui i futuri scenari per la composizione della grave frattura. Il premier vorrebbe mantenere in sella il governo che guida in alleanza con il partito di Halabussi.
Notizie dal Mondo
Sono passati 20 mesi e 22 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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