Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Per ascoltare l’audio di oggi, 25 novembre 2023:
Rassegna anno IV/n. 328 (1215)
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Le donazioni nel mese di ottobre sono state 29, per un valore di 1745 € (+ 1485 € rispetto al mese di settembre). Una crescita importante che segna l’apprezzamento dei nostri lettori e ascoltatori per la copertura della guerra in corso a Gaza. Grazie di cuore!
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Appello
Tutti i giorni arrivano altre adesioni all’appello che abbiamo lanciato per un cessate il fuoco e per il rilascio dei prigionieri civili. È giunta ieri l’adesione dell’Associazione per i diritti umani. Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!
L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.
Le notizie:
Scambio prigionieri tra Israele e Hamas
Primo giorno senza bombardamenti israeliani sui civili palestinesi di Gaza. Lo scambio di prigionieri è avvenuto in ordine e secondo i protocolli concordati. 13 prigionieri israeliani contro 39 prigionieri palestinesi, donne e minorenni. La tregua è entrata in vigore ieri alle 07:00 del mattino orario locale di Gaza. Alle 10:00 sono cominciati gli ingressi dei camion di aiuti. Alle 16:00 sono stati consegnati alla CRI i prigionieri israeliani, insieme a 10 lavoratori tailandesi e 1 filippino che non rientrano nelle trattative, ma liberati come un segno di buone relazioni in seguito ad una richiesta di Teheran e di Doha. I prigionieri liberati sono stati trasferiti al valico di Rafah e poi, dopo i controlli da parte egiziana, sono stati consegnati alle autorità israeliane tramite un altro valico. Sono stati trasferiti in elicottero ad una base militare nel Negev e poi via terra a Tel Aviv dove sono stati ricevuti dai membri del Consiglio di guerra. Gioia dei familiari e di molti cittadini solidali. Si è tenuta a Tel Aviv anche una manifestazione di estremisti di destra che si oppongono alla trattativa con Hamas.
A Betunia sono stati liberati i 39 palestinesi prigionieri nelle mani israeliane, donne e minori. Le forze di occupazione hanno minacciato i liberati che saranno riportati in carcere se festeggeranno pubblicamente il loro rilascio. Le case delle detenute di Gerusalemme, prima del rilascio sono state visitate dalla polizia israeliana per minacciare i parenti dal compiere festeggiamenti pubblici. In due casi hanno compiuto perquisizioni e vandalismo contro i mobili, buttando per terra librerie e libri, mobili e vestiti.
Davanti il carcere di Ofer, l’esercito israeliano ha impedito la presenza di parenti dei liberati ed ha sparato contro i giornalisti che si erano avvicinati all’ingresso per riprendere foto e video del momento di uscita dei detenuti minori.
Consegnate ieri sera le liste delle persone che saranno liberate oggi, sabato. Lo scambio dei documenti è avvenuto tramite i mediatori egiziani.
Il doppio standard dei media nei paesi capitalistici di USA e UE si tocca con mano, osservando la copertura su questo evento di scambio tra Israele e Hamas: dei liberati israeliani sono stati pubblicati tutti i dettagli possibili. Ignorate completamente le storie di vita di quelli palestinesi.
Genocidio a Gaza
In un suo discorso pubblico il premier svedese, Ulf Kristersson, ha detto, in un lapsus freudiano, la verità sul suo pensiero:“Israele ha il diritto di compiere un genocidio”.
Due uomini assassinati dai soldati ad un posto di blocco a sud di Gaza city, dopo l’entrata in vigore della tregua. Altre decine di feriti. I militari hanno sparato contro la folla di persone che tentavano di tornare a controllare le condizioni in cui si trova la propria casa e tentare di recuperare qualche vestito per far fronte al freddo. Assassini spietati contro civili disarmati. Migliaia di gazzawi sono riusciti, seguendo percorsi alternativi, ad entrare a Gaza e alcuni sono andati oltre fino a Jebalia e Beit Hanoun. Di fronte ai loro occhi si è materializzato l’incubo: distruzioni dappertutto, con palazzi interi trasformati in macerie di ferro e cemento.
Il fronte degli ospedali
I carri armati israeliani hanno messo fine all’assedio contro l’ospedale Shifà e le truppe si sono ritirate dalla struttura. Prima del ritiro hanno demolito con la dinamite diverse palazzine. Forti esplosioni sono state sentite dall’interno in seguito alla distruzione della centrale elettrica e dei macchinari medici per analisi e diagnosi. Il portavoce dell’esercito ha detto che hanno trovato i tunnel sotto l’ospedale e li hanno distrutti. Una versione incredibile e menzognera. Dopo aver sostenuto che quell’ospedale era la sede della direzione di Hamas, che sotto ci sono i famosi tunnel e che lì sono nascosti gli ostaggi, hanno fatto la guerra ai malati e personale sanitario, evacuato con la forza la gente malata e ferita e occupato completamente la struttura in violazione di ogni diritto internazionale. Dopo settimane di bombardamento e 10 giorni di occupazione militare dei luoghi, se avessero trovato veramente i tunnel, logica vuole che li dovrebbero far vedere ai giornalisti per rendere plausibili agli occhi di tutto il mondo le loro motivazioni per aver compiuto quel crimine di guerra e contro l’umanità. Invece no, hanno distrutto i luoghi, cancellati con la dinamite. Infatti nessuno ha creduto alla versione dei generali israeliani e loro hanno glissato sulla vicenda. Un gruppo di avvocati palestinesi sta raccogliendo le documentazioni necessarie per presentare una causa su questo crimine alla CPI.
Anche l’ospedale indonesiano ha subito danni enormi con bulldozer e l’ingresso è stato fatto saltare l’ingresso con la dinamite.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Le operazioni di rastrellamento in tutte le città e villaggi palestinesi continuano senza interruzione. Un giovane è morto ad Ariha (Gerico) e decine di feriti e arrestati. La moschea di Al-Aqsa è rimasta assediata per tutta la giornata di venerdì, giorno di preghiera collettiva. Ai fedeli è stato vietato di raggiungere la moschea.
Questi sviluppi non hanno offuscato la gioia per la liberazione dei 39 detenuti, malgrado i divieti delle forze di occupazione.
Libano
Calma prudente nel confine israelo-libanese. Dopo 50 giorni di bombardamenti reciproci, è passata la prima notte senza morti e feriti. L’esercito israeliano ha usato droni di spionaggio sul territorio libanese e uno di questi droni è stato abbattuto da un missile teleguidato di Hezbollah. I caschi blu dell’Unifil, la missione ONU per monitorare la linea di demarcazione, hanno espresso soddisfazione per l’attenuarsi dello scontro. La tregua a Gaza ha avuto il suo effetto sul clima di tensione in questo fronte.
Diplomazia
Tensione diplomatica tra Israele da una parte e Spagna e Belgio dall’altra.
Il ministero degli esteri di Tel Aviv ha convocato gli ambasciatori dei due paesi europei per “una dura protesta contro le bugie divulgate dai relativi premier”, come sostiene il comunicato del ministero. L’ira del governo israeliano è stata provocata dalle parole di verità pronunciate dai due premier spagnolo e belga. Dopo gli incontri con il presidente Al-Sisi, i due premier si sono recati al valico di Rafah dove hanno svolto conferenze stampa nelle quali hanno chiesto la liberazione di tutti gli ostaggi, hanno affermato il diritto di Israele a difendersi, ma hanno chiesto con forza al governo ed all’esercito di Tel Aviv di rispettare il diritto internazionale umanitario. Il premier spagnolo ha anche aggiunto che il suo paese sta studiando il riconoscimento dello Stato di Palestina, se i paesi dell’UE non decideranno a farlo nel breve tempo. L’arroganza di Tel Aviv supera ogni limite e crede di poter dettare a tutto il mondo le regole di comportamento.
Turchia-Siria
Un drone turco ha lanciato un missile contro un parcheggio a sud di Kobane. È stato osservato un gigantesco incendio con un’alta colonna di fumo, ma non ci sono notizie di vittime. Questo attacco è 104esimo della Turchia, dall’inizio dell’anno, contro la regione del Rojava, la zona autonoma curda. Il numero delle persone uccise in questi attacchi è stato di 86 ed oltre 96 i feriti.
Islamofobia
Il giocatore di origine algerina della squadra di Nizza, Yussef Atal, è stato sottoposto ad un’indagine della procura con l’accusa di incitamento all’odio su base religiosa e sarà processato il 18 dicembre. È stato rilasciato su cauzione, con il divieto di lasciare la Francia. Atal aveva pubblicato, a metà ottobre, sul proprio account social, un post con la sua foto vestito di una kufie e sopra la foto della bandiera palestinese e la scritta Palestina libera. Inoltre ha condiviso un video del predicatore Mahmoud Hasanat, nel quale supplicava il suo dio di guidare e rafforzare le mani che lanciano le pietre (Qui, in arabo).
La direzione della squadra aveva convocato il terzino, lo aveva costretto a cancellare il post e chiedere scusa e poi lo hanno sospeso. Adesso anche un procedimento giudiziario. Un crescendo preoccupante, perché l’accusa parlava anche di “apologia di terrorismo e pubblica provocazione all’odio o alla violenza”, poi decaduta e mantenuta soltanto quella di “incitamento all’odio razziale per motivi religiosi”.
Cultura
Il popolare cantante iracheno Kadim Al-Sahir ha inciso una canzone in solidarietà con la popolazione di Gaza; un inno alla pace. La canzone ha per titolo: “Hold your fire!” (Fermate il fuoco!) ed è cantata in inglese. Il ricavato della canzone sarà devoluto alle organizzazioni dell’ONU che operano a Gaza (UNRWA, Unicef, PAM).
La musica, la produzione e il canto sono di Kadim Al-Sahir. Le parole sono composte in inglese da Tom Lowe, su un’idea di Al-Sahir. Arrangiamento di Michel Fadel. Il lavoro è co-prodotto dalla UN Chamber Music Society, diretta da Brenda Vongova (QUI)
Sul suo account social, Al-Sahir ha scritto: “Questa canzone tenta di dare alla musica una dimensione umana e concreta che non si limita all’intrattenimento, per diventare uno strumento di pace e di sostegno agli ultimi della terra. L’ho cantata in inglese per favorire la diffusione del messaggio e far conoscere il dramma delle popolazioni di Gaza sottoposte ad una catastrofe umanitaria e chiedere la fine della guerra distruttiva. Chiediamo la fine delle violenze contro gli innocenti”.
Al-Sahir aveva deciso di rinviare due concerti dal vivo in Qatar e Oman, previsti ad ottobre, a causa dello scoppio della guerra di Israele contro la popolazione di Gaza. “Non mi sento sereno, mentre la gente di Gaza soffre sotto il fuoco e le bombe”. Per ascoltarla
Notizie dal Mondo
Sono passati 21 mesi e un giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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