Il quotidiano israeliano Jerusalem Post ha pubblicato un articolo che accusa l’emittente del Qatar, Al-Jazeera di aver fabbricato una notizia. Per il JPost il servizio che mostra un padre con un neonato morto è falso, si tratterebbe – dice il quotidiano israeliano – di una bambola. L’articolo è firmato da Danielle Greyman-Kennard. Il post su “X” ha ottenuto 6 milioni di visualizzazioni, 2516 condivisioni e 2553 commenti.
Ecco la cattura dell’articolo dall’archivio web:
Qui invece tutto l’articolo Jpost in archivio web
Oggi, il Jpost ha cancellato il post ed ha pubblica una correzione reticente, nel senso che non specifica qual sia l’errore compiuto e riguardo quale argomento: “Durante il fine settimana abbiamo condiviso un articolo basato su un riferimento errato. L’articolo in questione non rispettava i nostri standard editoriali ed è stato quindi rimosso. Prendiamo sul serio la questione e la gestiremo internamente per evitare che incidenti simili si ripetano. Ci rammarichiamo di questo incidente e restiamo impegnati a sostenere sempre i più alti standard giornalistici”.
Dopo aver fatto la marachella si autoincensano pure. Ecco la cattura delle finte scuse:
Dopo un’approfondita ricerca abbiamo scoperto il video originale dal quale è stato tratto il servizio di Al Jazera:
E questo è un altro video della stessa strage:
account del fotoreportare con video 1
Contattando l’autore del video, il giornalista palestinese Omar Al Dirawi, abbiamo avuto le informazioni di riferimento sul caso. Al-Dirawi ha postato il video il 1° dicembre, con questa didascalia: “Una madre ha salutato il suo bambino martire, che non aveva più di 5 mesi ed era uno degli obiettivi dell’occupazione. Questa mattina, dopo aver violato la tregua.”
Siamo arrivati poi all’identità del bambino: Muhammad Hani Al-Zahar di 5 mesi. Era stato accompagnato all’ospedale Martiri Al-Aqsa dalla madre Asmahan Attia Al-Zahar e dal nonno Attia Abu Amra in seguito al bombardamento israeliano su Deir Al-Balah nel centro della Striscia di Gaza, venerdì 1° dicembre 2023, poche ore dopo la scadenza della tregua temporanea.
Abbiamo tra l’altro trovato diverse foto dello stesso bombardamento e con le immagini di molti corpi di bambini assassinati quel venerdì. Per esempio presso la galleria di Getty Immagine ( QUI ) e del fotografo dell’agenzia turca Andalu, Alì Jadallah.
Abbiamo trovato anche casi precedenti di account governativi israeliani che sostengono il falso sulla morte dei bambini di Gaza, dicendo che si trattava di bambole:
Il bambino in questo caso è risultato Omar Bilal Al Banna di 4 anni ed è stato ucciso il 22 ottobre 2023 ad Al-Zaytoun. (come conferma il sito Misbar e l’analisi condotta da Liberation).
La campagna di accuse da parte di siti ed account filo israeliani, che bollano come falsi i dati forniti da fonti palestinese, è sistematica ed è studiata a tavolino da centri di comunicazione con una strategia ben precisa: disinformazione.
Di questo tratteremo in un prossimo articolo.