Il video di Emergency contro l’indifferenza, 28 mila morti in mare dal 2014
“Un uomo in mare” è una favola distopica contro l’assuefazione alle notizie tragiche e all’indifferenza.
In 10 anni sono annegati nel Mediterraneo almeno 28 mila persone. Ai quai vanno aggiunti quelli nell’Oceano Atlantico e in altri mari nel giro per il mondo. Quasi 8 persone al giorno. Una carneficina. Non a caso lo chiamo cimitero Mediterraneo.
Passano gli anni e poco cambia. Anzi il rischio è l’assuefazione alle notizie tragiche, l’indifferenza. C’è questo e molto altro nel breve filmato di Emergency e Ogilvy “Uomo in mare”, realizzato per le festività.
È messa in scena una favola distopica: su una spiaggia assolata un bagnino prova a salvare una persona che sta annegando a pochi metri dalla riva. I bagnanti lo bloccano con alcuni luoghi comuni su migrazioni e accoglienza: “Chissà da dove arriva quello lì”, “Ma poi dove lo mettiamo? Qui non ce lo voglio”, “Finché sanno che c’è qualcuno che li salva, continueranno a fare il bagno”.
E ancora: “Quelli non hanno voglia di fare niente” e “Dovrebbero starsene a casa loro”. Circondato da un gruppo di persone che gli impediscono di muoversi, il bagnino non riesce a buttarsi in acqua. E l’uomo in mare annega di fronte all’indifferenza collettiva. Un video triste, di effetto e che fa riflettere. E poi basterebbe leggere i numeri dei migranti che si inabissano nel mare.
Il Mediterraneo continua a essere un cimitero. Provando ad attraversarlo, nel 2023 sono morte o scomparse almeno 2.678 persone. Dal 2014 ad oggi, le vittime sono state più di 28mila. Donne, uomini, bambini e famiglie sono annegati cercando di raggiungere l’Europa per avere un futuro e per vedere i loro diritti rispettati. In assenza di canali sicuri e legali di accesso, il lavoro della flotta civile è fondamentale per non rimanere a guardare.
È questo il messaggio lanciato dal video di Emergency realizzato in collaborazione con Ogilvy. Un augurio per il nuovo anno e una pratica messa in atto da Emergency che, oltre al lavoro nelle zone di guerra e crisi, con la sua nave Life Support si occupa di soccorrere le persone migranti che attraversano il Mediterraneo centrale, una delle rotte migratorie più pericolose al mondo. “I diritti devono essere di tutti, altrimenti sono solo privilegi” diceva Gino Strada, fondatore dell’ONG Emergency. Questa frase, che ispira ogni progetto di Emergency, ha ancora più senso scritta sulle murate della Life Support, la nave che soccorre chi è costretto a rischiare la vita nel Mediterraneo per arrivare in Europa. Servono canali di accesso legali e sicuri e una missione di soccorso coordinata a livello europeo, ma intanto non si può restare a guardare. In un anno di navigazione e in quattordici missioni, la nave di Emergency ha soccorso 1.219 uomini, donne, bambini, minori che viaggiavano soli.
“Quella tra Ogilvy ed Emergency è una lunga storia che ci ha portato ad affrontare ogni anno temi di portata universale. – afferma Giuseppe Mastromatteo, President & Chief Creative Officer di Ogilvy Italia – Quest’anno ci ha anche portato a sperimentare un nuovo linguaggio pubblicitario, un tone of voice completamente diverso, nuovo per Emergency ma anche per le ONG, con l’intento di interrompere il costante flusso di contenuti online e catturare l’attenzione su un tema che richiede una profonda riflessione”.