di Sabino Di Donato
“Scrivi un ricordo di Massimo; sto preparando una commemorazione nel ventennale della sua scomparsa”.
Questo è il messaggio che mi è arrivato e mi ha fatto sobbalzare.
Perché? Il messaggio ha scosso l’albero dei ricordi di un periodo intenso della mia vita e tanti di quei momenti sono stati condivisi con Massimo.
Desidero ricordare alcuni episodi che raccontano il solido tratto umano e la sua “scanzonata” capacità di affrontare i temi anche i più seri con una sua modalità unica.
Questa sua peculiare capacità lo aiutava a tessere relazioni politiche, organizzative ed umane a tutti i livelli.
Come non ricordare l’incontro con i boriosi giudici del tribunale di Milano che processavano una manifestazione e alla domanda “Lei è un dirigente dell’Organizzazione?” lui rispose “nella mia Organizzazione non esistono qualifiche”. Era li a risponderne delle gesta, ma irriverente nei confronti di quelle istituzioni, mentre Valpreda innocente era in prigione per la Strage che fu di Stato.
Lo conobbi più da vicino quando La Comune di Dario Fo e Franca Rame nel teatro di via colletta progettarono lo spettacolo “Fedayn” con la partecipazione di militanti del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina: Uno spettacolo nuovo per le modalità, i partecipanti, i messaggi espressi. Senza di Lui, le sue relazioni e il suo lavoro quella rappresentazione, unica nel suo genere, non avrebbe avuto luce.
Lo accompagnai durante alcuni comizi nella bassa lodigiana dove, infaticabile, passava da un palco all’altro con irriducibile energia. I suoi messaggi pieni di solidarietà erano concreti, pieni di riferimenti e colpivano gli uditori. Erano sinceri.
Umile e disponibile metteva a disposizione le sue conoscenze e i suoi contatti per una crescita personale e collettiva.
Rappresentava un riferimento per gli interlocutori dei principali movimenti di liberazione. Quando alcuni dirigenti venivano in Italia non di rado era possibile partecipare a cene dove si scambiavano opinioni e proposte senza particolari protocolli.
Ricordo una serata con il segretario del Partito Comunista Brasiliano con il quale si fece notte fonda.
Massimo aveva diverse competenze. Era un leader naturale senza virtuosismi narcisistici. Un leader con grandi capacità intelettuali e teoriche. Un uomo/gentiluomo disponibile con tutti.
I compagni francesi che amavano la buona tavola e il sorriso lo adoravano. “Venga Lui ai nostri incontri sarà tutto più facile e divertente!”.
Si sa i francesi si intendono di vino e anche Massimo non scherzava. Cosi la amicizia era ancora più fraterna e fruttuosa.
Capito il sobbalzo? Ha dato tutto alla causa anche la sua leggerezza. Manca moltissimo
In ricordo di Massimo Gorla; gli altri articoli:
Introduzione di Farid Adly: https://www.anbamed.it/2024/01/19/in-ricordo-di-massimo-gorla/
Intervista con Joan Haim: https://www.anbamed.it/2024/01/22/in-ricordo-di-massimo-gorla-intervista-joan-haim/
Le parole di Mario Gamba: https://www.anbamed.it/2024/01/22/in-ricordo-di-massimo-gorla-le-parole-di-mario-gamba/
Contributo di Giorgio Riolo: https://www.anbamed.it/2024/01/22/in-ricordo-di-massimo-gorla-un-contributo-di-giorgio-riolo/
Intervento di Sabino Di Donato: https://www.anbamed.it/2024/01/22/in-ricordo-di-massimo-gorla-un-riferimento-per-i-movimenti-di-liberazione/