Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
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Rassegna anno V/n. 035 (1286)
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Appello
Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.
Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!
L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.
Le notizie
Genocidio a Gaza
127 uccisi nei bombardamenti israeliani nella giornata di ieri.
In un solo attacco su Deir Balah sono state uccise 30 persone, in maggioranza donne e bambini. Deir Balah era una zona indicata dall’esercito di occupazione come sicura.
Le incursioni dei caccia hanno colpito particolarmente Gaza città e Khan Younis, i due centri teatro di duri combattimenti tra resistenti palestinese e truppe occupanti. Anche nelle zone rase al suolo e dichiarate sotto il controllo dell’esercito di occupazione vi sono ancora sacche di resistenza, che secondo gli stessi analisti militari israeliani non sono state domate, malgrado la scoperta di tunnel e le migliaia di tonnellate di bombe sganciate.
Le operazioni militari israeliane adesso stanno per investire Rafah. Per distrarre l’attenzione sulla gravità di una simile offensiva di terra, i generali israeliani hanno annunciato che tutto sarà condotto dopo le consultazioni con l’Egitto. Gli attuali bombardamenti quotidiani su Rafah hanno costretto molti palestinesi ad avvicinarsi pericolosamente alla barriera di reti e filo spinato che separa Gaza dal territorio egiziano. La stampa israeliana straparla di corridoi verso nord della Striscia, un moto di ritorno di milioni di persone cacciate precedentemente a sud. Ma è palesemente una falsità: obiettivo di Israele è quello di cacciare i gazzawi nel Sinai egiziano.
UNRWA
La Banca israeliana Leumi ha congelato i conti dell’UNRWA. Una rapina a mano armata.
I paesi codardi, che hanno seguito la mossa di Washington sulla scia della manovra israeliana per screditare il lavoro di un organismo dell’ONU, adesso si stanno rendendo conto di aver agito in modo imprudente. Lo stesso rappresentante UE per la politica estera, Borrell, adesso dichiara che bloccare i fondi dell’UNRWA è un errore fatale che rischia di provocare la morte di un’intera popolazione (QUI)
Centro Euromediterraneo per i diritti umani
Il centro ginevrino ha pubblicato un rapporto sulla situazione della popolazione di Gaza definendola come “imminente catastrofe che minaccia morte per fame di un milione e mezzo di persone, a causa del passaggio con il contagocce degli aiuti, malgrado la sentenza della Corte di Giustizia internazionale di L’Aja”. Per commentare poi che i paesi che hanno bloccato i fondi dell’UNRWA sono passibili di “correità e complotto in un genocidio”, due reati perseguibili dagli organismi giuridici internazionali.
Cisgiordania e Gerusalemme
Almeno 10 feriti gravi nei rastrellamenti compiuti dall’esercito di occupazione nelle province di Nablus e El-Khalil. Una guerra non dichiarata che vede l’impiego di migliaia di soldati con carri armati e mezzi corazzati. Nel campo di Balata, i soldati hanno sparato contro un ragazzo che lanciava pietre e lo hanno lasciato per ore sanguinare sull’asfalto.
Nel mese di gennaio, sono 58 le case palestinesi demolite per ordine delle autorità di occupazione israeliane in Cisgiordania e Gerusalemme est. 7000 mila quelle finanziate, invece, da costruire nelle colonie ebraiche illegali.
Diplomazia
Il segretario di Stato Usa, Blinken, e il ministro degli esteri francese, Stephane Sejourné, sono in Medio Oriente per vendere fumo ai paesi arabi. Parlano di Stato palestinese e della ricostruzione di Gaza, ma non impongono il cessate il fuoco a Netanyahu e non riconoscono adesso la Palestina. Un gioco sporco e scoperto per mantenere i propri interessi: garantire petrolio e gas e vendite di armi.
Yemen
Un altro attacco USA-GB contro il territorio yemenita nell’arco di 24 ore. 8 obiettivi sono stati bombardati a Hoseida e Saada, in un’aggressione senza precedenti in difesa di Israele, minacciando di fatto il commercio internazionale con questa escalation dal fiato corto. Londra e Washington parlano, come al solito e contro ogni logica, di un’operazione di difesa.
Le vittime yemenite in questi attacchi secondo stime giornalistiche locali sarebbero 98 persone tra militari e civili. La Tv Al-Massar, organo degli Houthi ha mandato in onda dichiarazioni di esponenti politici che esprimono il totale sostegno alla causa palestinese: “le operazioni di contrasto alle navi israeliane e a quelle dirette in Israele continueranno fino a quando non saranno cessati gli attacchi contro la popolazione civile di Gaza”.
Libano
Intensi bombardamenti aerei israeliani sulle città e villaggi del Libano meridionale. Hezbollah ha dichiarato l’uccisione di due combattenti. La risposta libanese non è tardata. Un lancio di missili e droni sulle postazioni militari nel nord Galilea e le colonie di confine. La situazione militare sta assumendo contorni critici e rischia di diventare una guerra aperta, malgrado le rivelazioni della stampa d’oltre Atlantico, che parlano di una mediazione di Washington per il raggiungimento di un accordo di de-escalation tra Hezbollah e l’esercito di Tel Aviv.
Siria-Iraq
Bombardata la base USA nel campo petrolifero di Al-Omar, nella Siria orientale. Un drone è stato lanciato contro la base di Al-Harir nel Kurdistan iracheno. È il secondo attacco con missili e droni da parte delle milizie irachene anti-USA, dopo la rappresaglia di Biden. È una spirale infinita di azioni e reazioni a catena, che causa morte e distruzioni e soprattutto destabilizzazione nell’intera regione. La presenza delle truppe di Washington in Iraq sta assumendo sempre di più il carattere di occupazione militare, per il contrasto popolare e adesso anche per il rifiuto di molte forze politiche nel governo di Baghdad.
Prigionieri
Hamas sta studiando la proposta avanzata dall’Egitto e approvata dai capi dei servizi di Washington, Tel Aviv, Il Cairo e Doha, la scorsa settimana a Parigi. Si conosce al momento soltanto il quadro generale dell’intesa, ma non i dettagli. Un dirigente del movimento palestinese ha negato che sia stata respinta; voce diffusa ad arte da ambienti vicini a Netanyahu con rivelazioni, senza un supporto concreto di informazioni certe, su una spaccatura all’interno di Hamas tra dirigenza interna e estera. Analisi che una certa stampa araba e internazionale interessata riprende acriticamente e senza filtri. L’interesse primario di Netanyahu è quello di salvare il suo governo e quindi non si esprime politicamente sulla trattativa operata dagli stessi suoi servizi segreti. Continua a rilasciare dichiarazioni sulle cose che non vorrà fare (no alla fine della guerra, no al ritiro da Gaza, no al rilascio di migliaia di prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane). E aspetta la risposta di Hamas, che non arriva. L’amministrazione Biden interessata a salvare la campagna elettorale del presidente in carica rilascia dichiarazioni sulla necessità di uno Stato palestinese per raggiungere la pace e su una tregua di 4 mesi, invece delle iniziali 2 mesi della proposta egiziana. Un gioco diplomatico e politico che aumenta le sofferenze della popolazione di Gaza sotto i bombardamenti e l’angoscia dei familiari degli ostaggi.
Israele
La schizofrenia della politica israeliana la si tocca con mano leggendo le dichiarazioni di due ministri dell’attuale governo, Bin Gvir e Gantz. Il primo ha rilasciato una dichiarazione al Wall Street Journal nella quale ha attaccato frontalmente il presidente Biden, appoggiando il suo probabile rivale Trump. Gantz invece ha scritto sul proprio account social un elogio della politica di Biden: “Il popolo di Israele è riconoscente eternamente per il vitale sostegno in una delle fasi più drammatiche della storia del nostro paese”. Il premier Netanyahu ha assunto una posizione neutrale e non si è espresso sulle dichiarazioni del suo ministro estremista di destra.
Tunisia
Secondo turno di elezioni amministrative. Si sono concluse le votazioni con un’affluenza alle urne deludente per il presidente Saied: il 12% degli aventi diritto si è recato alle urne. Un ennesimo fallimento del progetto autoritario imposto dal presidente, che ha cancellato di fatto il ruolo politico dei partiti e ha ridotto le istituzioni legislative alla somma di individui senza un’identità politica. Nel nome della lotta alla corruzione, Saied ha messo in carcere gli esponenti dell’opposizione, sia laica che islamista. La crisi economica che attanaglia la stragrande parte della popolazione ha allontanato la gente dalla politica; un rifiuto che si esprime con l’astensione.
Sudan
Sostegno iraniano all’esercito sudanese di Burhan. Nel porto di Port Sudan è attraccata una nave militare iraniana, in un evento senza precedenti. Il Sudan infatti faceva parte di quel fronte anti-iraniano guidato da Arabia Saudita e Egitto, due alleati di Burhan. Le ripetute sconfitte dell’esercito in diverse province e l’avanzata delle milizie nel Darfur e ad Al-Jazira hanno costretto il generale Burhan a cercare un’altra fonte di armamenti sofisticati, soprattutto droni, per contrastare il sostegno degli emirati al rivale Hamidati.
La Memoria come strumento di Pace
Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)
Notizie dal Mondo
Sono passati 23 mesi e 11 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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