Per ascoltare l’audio di oggi, 25 marzo 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 083 (1334)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

Altre stragi quotidiane tra la popolazione civile di Gaza. Nella giornata di ieri, fino alle 18:00 l’esercito israeliano ha compiuto 8 stragi con bombardamenti sulle case principalmente a Rafah, ma anche in altre località come Nuseirat e Khan Younis. 84 uccisi e 106 feriti, ma sotto le macerie dei palazzi rasi al suolo ci sono ancora molti dispersi.

Uccidere per fame

Il Commissario dell’UNRWA, Lazzarini, ha denunciato che Israele ha comunicato di aver deciso di impedire l’accesso a Gaza dei camion di aiuti internazionali. “è una decisione vergognosa che condanna a morte per fame migliaia di persone”.

Il direttore dell’OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità) ha definito questo divieto di ingresso degli aiuti via terra a Gaza “è come una condanna a morte per gli affamati palestinesi”.

Ospedali nel mirino

Esecuzione di piazza. All’interno dell’ospedale Shifà, i soldati israeliani hanno ucciso 6 medici davanti agli occhi dei loro pazienti, semplicemente perché avevano rifiutato di abbandonare i malati e insistito di rimanere a curare i feriti. Tra di loro il dottor Mohammed Zaher Al-Nono. Il crimine è stato compiuto sabato ma si è saputo dell’accaduto soltanto ieri dopo che alcuni sfollati sono usciti dall’ospedale.

Ieri, a Khan Younis, dopo un lungo assedio che dura da mesi, sono state compiute dalle truppe israeliane irruzioni negli ospedali di Nasser e Amal, con spari nelle corsie e inseguimento di medici e infermieri.  

Israele mira a cancellare qualsiasi condizione di sopravvivenza per la popolazione di Gaza, non solo bombardando e affamando, ma anche prendendo di mira ospedali, scuole, moschee e chiese, università e centri culturali. Uccidere la vita, la cultura e l’organizzazione sociale.

ONU

Il segretario generale Guterres è tornato ieri sulla questione dei soccorsi urgenti alla popolazione di Gaza affamata dall’esercito e dal governo di Israele. In una conferenza stampa al Cairo, insieme al ministro degli esteri egiziano Shokri. “Israele è la forza militare occupante e non può sottrarsi agli obblighi della legge internazionale. La via terrestre è la più veloce ed efficace e l’accesso della farina e delle derrate alimentari devono essere permessi senza condizioni, per evitare una disastrosa carestia e la morte di decine migliaia di persone di fame. Serve un cessate il fuoco umanitario per poter far giungere gli aiuti a chi ne ha bisogno. Adesso!”.

Oggi, lunedì, orario di New York, si terrà la riunione del Consiglio di Sicurezza sulla bozza di risoluzione presentata da 7 paesi non permanenti, “per un cessate il fuoco immediato e duraturo e la liberazione degli ostaggi”. La stessa bozza aveva ottenuto il voto favorevole di 14 paesi, compresi Francia e GB, ma è stata bloccata dal veto Usa. Giovedì scorso un’altra bozza di risoluzione blanda che lascia spazio a molte interpretazioni, presentata dagli Stati Uniti, è stata bocciata dal veto di Russia e Cina. La delegazione di Washington ha chiesto, per perdere tempo, di includere nella nuova proposta anche una frase di condanna a Hamas, ma i paesi proponenti hanno respinto la pretestuosa richiesta.

Cisgiordania e Gerusalemme est

La Domenica delle Palme a Gerusalemme è stata caratterizzata dall’assenza di fedeli nelle chiese, che hanno svolto le messe quasi vuote, a causa del decreto del governo Netanyahu di limitare gli accessi ai cristiani della Cisgiordania. Nella Chiesa del Santo Sepolcro i banchi erano occupati da pochi fedeli, durante la messa officiata ieri dal cardinale Pierbattista Pizzapalla. L’assenza dei pellegrini a causa dell’aggressione israeliana a Gaza ha ridotto il numero drasticamente. Soltanto un migliaio di fedeli hanno sfilate nella processione per i luoghi simbolo della cristianità a Gerusalemme.

Furto di terra

L’UE ha condannato le confische di terre palestinesi nella valle del Giordano da parte di Israele a favore delle colonie illegali. Ma il governo Netanyahu se ne frega delle condanne verbali, visto il perdurare del sostegno politico, economico e militare da parte dei paesi UE e Nato. Il ministro Smotrich ha commentato: “Contro queste misure, l’unica mossa giusta da compiere è la maggiore colonizzazione ebraica nella terra di Israele; Dio ce l’ha destinata e noi non l’abbandoneremo”.

Il furto di terra maggiore è quello compiuto in silenzio e senza decreti da parte dai coloni illegali nelle zone di pascolo dei beduini palestinesi. L’ultimo di questi casi lo racconta un giovane allevatore, Faras Abu Fadhel, della comunità di Sukhen, ad est di Nablus, che tramanda un’attività di famiglia svolta da secoli. “Lo scorso 17 marzo, l’esercito è arrivato con le sue truppe e bulldozer e ci ha sfollati. La mia famiglia insieme ad altre 9 che vivono su queste nostre terre”.  Tutto è cominciato con l’arrivo un anno fa di un colono armato che ha montato una tenda nel terreno di famiglia, portando le sue mucche e un cavallo. Piano piano se ne sono arrivati altri, tutti armati. Si vedeva che non vivevano dall’attività di pascolo, ma avevano finanziamenti da oltre oceano. “Hanno iniziato a recintare i terreni da loro occupati, messo mano alle fonti di acqua. La situazione si è aggravata lo scorso febbraio con l’agguato teso ad un pastore palestinese. Gli hanno sparato mentre tornava con il gregge nella nostra comunità. Si è salvato perché ha abbandonato gli animali e si è messo a correre. Quando abbiamo denunciato il fatto, è arrivato l’ordine dell’esercito di sfollare. Non sappiamo dove”.

Trattative

Non ci sono ancora le condizioni per un accordo di scambio prigionieri. Ma si continua a trattare malgrado la mossa di Netanyahu di richiamare il capo della delegazione israeliana, Barnea. La stampa israeliana sostiene che la contro proposta di Tel Aviv è quella di liberare 700 detenuti palestinesi, 100 dei quali di alte condanne, in cambio di 40 ostaggi. Il governo Netanyahu non intende prendere impegni per la conclusione delle operazioni militari, dopo la terza fase di cessate il fuoco. No anche al ritiro dei soldati dalle principali arterie stradali tra nord e sud della Striscia. Un esponente di Hamas ha detto che senza un piano per la fine dell’aggressione non ci sarà accordo. Subdolamente Washington ha presentato una proposta di mediazione che prevede come primo punto la promessa che Tel Aviv non perseguiterà all’estero i capi di Hamas che decideranno di abbandonare Gaza nel quadro di un accordo di resa. “È una provocazione”, ha risposto il leader Sami Abu Zahri, “non trattiamo per la salvezza personale, ma per quella del nostro popolo da un genocidio in corso. Washington è complice di questa aggressione”.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e un mese dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. I servizi russi sostengono che i terroristi responsabili dell’eccidio di Mosca sono stati catturati prima di varcare il confine con l’Ucraina. E accusano Kiev di averli manovrati. “Sono tutti cittadini stranieri”, insiste la polizia moscovita, che non crede alle rivendicazioni dell’Isis.  

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Approfondimenti

La Memoria come strumento di Pace

Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

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A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

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