Per ascoltare l’audio di oggi, 24 aprile 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 112 (1363)
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Le notizie
Genocidio a Gaza
“70 mila tonnellate di esplosivi sono state sganciate sulla testa della popolazione di Gaza in 200 giorni”, lo scrive in un rapporto il Centro Euromediterraneo per i diritti umani, con sede a Ginevra. “Gaza è inabitabile a causa delle distruzioni nelle costruzioni e la devastazione delle infrastrutture. Il 60% delle abitazioni sono state rase al suolo”. E poi aggiunge: “A Gaza è stata compiuta la più grande operazione di deportazione con la costrizione forzata, con gli ordini militari e con i bombardamenti intensi, di 2 milioni di persone dai vari agglomerati urbani verso sud a Rafah, in campi profughi di tende, sottoposti a loro volta a bombardamenti e costretti a nuove deportazioni”.
Le forze di invasione israeliane hanno compiuto a Rafah, nella giornata di ieri, 3 stragi con 32 uccisi e 59 feriti, portando il totale delle vittime a 34.183 uccisi e 77.143 feriti dall’inizio dell’invasione.
Ospedali
Le fosse comuni scoperte negli ospedali di Nasser a Khan Younis, e prima nello Shifà a Gaza, scuotono la coscienza del mondo intero. Le immagini ed i video che hanno girato per tutti i media hanno messo a nudo la natura del governo e dell’esercito israeliani. A Khan Youni, dalle tre fosse comuni finora scoperte sono stati estratti 310 corpi e le ricerche continuano. “Alcuni corpi erano denudati e con sole la maglieria intima, come era abitudine dei soldati israeliani costringere gli uomini palestinesi arrestati per umiliarli, ed in altri casi ammanettati. Alcuni sono stati uccisi con una pallottola sulla nuca e molti corpi sono stati trovati senza testa. Li hanno sgozzati con coltelli da macellaio”, ha detto il portavoce della protezione palestinese. Questo è il nuovo nazismo.
Attacco su Rafah
La stampa israeliana scrive che è imminente l’attacco terrestre su Rafah. Il piano sarebbe stato presentato agli USA, che hanno espresso richieste di modifica. Secondo il Canale 12, il piano prevede l’evacuazione della popolazione in campi nel centro della Striscia e l’avanzata graduale nei diversi quartieri, dopo l’avviso alla popolazione di lasciare le proprie abitazioni. Le operazioni per il controllo di Rafah – secondo queste rivelazioni – sarebbe di 6 settimane. È in preparazione una carneficina per cacciare i palestinesi dalla loro terra. Queste rivelazioni stampa avvengono mentre alla popolazione del nord della Striscia viene ordinato di evacuare versi sud.
UNRWA
La Commissione internazionale indipendente smentisce Tel Aviv. Israele non ha ancora fornito alcuna prova che dimostri che dipendenti di Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, avessero legami con Hamas o con il Jihad islamico palestinese. È la conclusione di un rapporto delle Nazioni Unite stilato da una commissione indipendente in seguito ad un’inchiesta internazionale condotta da un team di ricercatori guidato dall’ex ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna. (Leggi l’approfondimento: QUI)
Cisgiordania e Gerusalemme est
L’esercito israeliano ha ucciso un minore palestinese. Nei pressi ad Ariha (Gerico) un soldato ha sparato colpendo al petto il ragazzo, che è morto dissanguato, per il divieto ai soccorritori di raggiungere il ferito.
Durante le festività ebraiche di Pasqua, centinaia di coloni hanno invaso la spianata delle moschee a Gerusalemme est occupata. Protetti dalle truppe di occupazione, hanno compiuto riti religiosi ebraici in un luogo di culto musulmano.
Israele
Continuano le proteste dei familiari degli ostaggi, contro il governo Netanyahu. In una piazza di Tel Aviv, i manifestanti si sono sdraiati in cerchio con le mani dipinte di rosso ed alzate verso l’alto. Hanno declamato la parola d’ordine: “Il governo deve agire per riportarli a casa vivi”. Su un cartello enorme hanno scritto: “Ci sono ostaggi a Gaza”, a significare che il governo se ne è dimenticato e ci sarebbe il bisogno di ricordarselo. Molti familiari e l’opposizione accusano Netanyahu di ignorare la vicenda, allungando il conflitto, per motivi politici personali di attaccamento alla poltrona e per salvarsi così dai processi per corruzione.
Trattative
Il portavoce del governo del Qatar ha dichiarato che il suo paese non ha abbandonato il ruolo di mediatore, ma chiede ad Israele “una chiarezza politica, non manovre denigratorie”. Le trattative indirette tra Hamas e Netanyahu sono bloccate per la volontà di Tel Aviv di non mettere fine all’aggressione e di voler rioccupare militarmente la Striscia, condizione che Hamas ha respinto. Insieme a questo irrigidimento israeliano è partita un’operazione di attacco politico e mediatico contro il Qatar, dipinto dal portavoce di Netanyahu di essere il finanziatore del terrorismo. La stampa israeliana filo governativa ha rincarato la dose con rivelazioni di veline che hanno tutto il sapore delle manovre dei servizi di sicurezza, insinuando tra l’altro che Doha sta espellendo i capi di Hamas. Il portavoce del governo qatariota ha smentito le voci: “Sono nostri ospiti fino alla liberazione della loro terra”, ha ribadito.
Lo stallo delle trattative a causa del ritiro di Doha dal tavolo negoziale, chiedendo un chiarimento ad Israele, ha offerto lo spunto alla Turchia di tentare un ruolo nella vicenda ed ha invitato i leader di Hamas, nel tentativo di sostituire la mancanza del Qatar. Tentativo fatto svanire immediatamente da Tel Aviv, che ha avviato una campagna mediatica contro Erdogan. Il neo sultano in reazione al fallimento del tentativo di assumere un ruolo di primo piano nella regione, ha attaccato frontalmente Netanyahu, definendolo “Hitler dei tempi moderni, che non sfuggirà al processo per genocidio di fronte ad un tribunale internazionale”. www.anbamed.it
Libano
Si estende il raggio degli attacchi con droni lanciati da Hezbollah contro il territorio israeliano. Ieri è stato registrato l’attacco con droni kamikaze sulla periferia di Acri. La contraerea israeliana è entrata in funzione con il lancio di razzi, che hanno aumentato lo spavento tra la popolazione. Secondo Hezbollah è stata presa di mira la base militare delle Brigate Golani e l’Unità 621. L’attacco sarebbe la risposta al bombardamento sulle cittadine libanesi dei giorni scorsi che hanno portato all’uccisione di una capo militare del movimento.
Solidarietà internazionale
Malgrado la repressione continuano le manifestazioni di solidarietà degli studenti USA con la lotta del popolo palestinese e contro il genocidio a Gaza. Anche l’arresto di 100 studenti alla Colombia University non ha fermato il movimento. Ieri, la polizia ha fatto irruzione nella New York University contro gli accampamenti dei manifestanti filo-palestinesi. Per Washington protestare contro il genocidio di Gaza è antisemitismo. Alle proteste hanno partecipato molti studenti ebrei che hanno denunciato il genocidio a Gaza e chiesto il cessate il fuoco e la fine delle esportazioni di armi ad Israele.
La commissione della camera USA ha ascoltato la rettora dell’Univeristà della Colombia, Niimat Shafiq. Il giorno prima la rettora ha rilasciato un’intervista al Waal Street Journal nella quale aveva spiegato la sua autorizzazione alla polizia di irrompere all’interno dell’Università e arrestare gli studenti. Malgrado il suo atteggiamento rimessivo nei confronti della lobby filo israeliana, la rettora di origine egiziana non ha evitato le richieste delle sue dimissioni.
Esposto contro l’Italia
Diversi rappresentanti della comunità palestinese in Italia, sostenuti da un team di avvocati romani e da associazioni attive sul tema della difesa del diritto internazionale e dei diritti individuali e collettivi, hanno presentato alla Procura di Roma un esposto-denuncia relativo alle scelte recenti del governo italiano che potrebbero configurare una complicità nel genocidio in corso ai danni della popolazione palestinese.
Sono due i punti sui quali si sofferma l’atto: ritenere contraria agli obblighi internazionali l’interruzione del sostegno all’UNRWA e la denuncia della fornitura di armi al governo israeliano. (Per approfondire: QUI).
Cultura
Il comune di Parigi ha intitolato uno dei suoi parchi nel 20° arrondissement al compianto artista algerino Idir, in onore del suo contributo all’arricchimento della cultura globale e alla coltivazione dei valori della solidarietà e della fratellanza tra i popoli.
Idir, il cui vero nome è Hamid Charit, era considerato l’icona della canzone Amazigh. È nato il 25 ottobre 1949 nel villaggio di Ath Lahcen nella regione di Beni Yenni di Tizi Ouzou, e la sua carriera artistica è iniziata nei primi anni dei ’70.
Raggiunse la fama internazionale nel 1976 con la sua canzone in lingua Amazigh “A vava Inuova”, trasmessa in 77 paesi e tradotta in 15 lingue, che raccontava la vita quotidiana e la sofferenza degli abitanti della regione della Cabilia, nell’Algeria centro-settentrionale. (Ascolta)
L’artista algerino Idir è considerato da molti l’ambasciatore dell’arte Amazigh in Algeria e Nord Africa. Il suo è stato un viaggio artistico che è andato avanti dall’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, e le sue canzoni hanno mischiato le questioni d’amore con quelle dell’identità culturale diffondendo a livello internazionale i ritmi della musica locale.
Idir è morto il 2 maggio 2020, all’età di 70 anni, lasciando una grande eredità artistica e musicale tradotta in diverse lingue internazionali.
Nell’agosto 2020 è uscito in francese il libro “Idir l’eternel” (Idir l’eterno), prima pubblicazione sul compianto cantante algerino, ma non sarà senza dubbio l’ultima su chi era diventato l’icona della canzone Amazigh. Il giornalista e scrittore Omar Ali, che ne è il coautore insieme al giornalista e scrittore Saeed Qased, ha dichiarato: “Abbiamo trattato e analizzato tutte le opere artistiche che ha scritto, oltre alla sua carriera e al suo rapporto con argomenti come l’immigrazione, la lotta politica e culturale e i diritti delle donne”. Da parte sua, Saeed Qased ha detto, “Idir ha portato il canto della Qabilia fuori dal suo ambiente locale con la canzone, ‘A vava Inuova’ e ha contribuito a dare una sorta di immortalità a questa cultura”.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni e due mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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