Per ascoltare l’audio di oggi, 27 aprile 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 115 (1366)
Per informazioni e contatti, manda un messaggio:
e visita il sito: https://www.anbamed.it
Le vignette sono QUI
Sostieni l’informazione indipendente,
per farlo basta un click: QUI il conto PayPal
Il 5xmille all’associazione ANBAMED codice fiscale: 95030850838
Le notizie
Genocidio a Gaza
Israele continua senza freni la sua opera di genocidio a Gaza. Ieri ha compiuto 5 stragi con 51 uccisi e 75 feriti.
L’esercito israeliano sta mettendo in pratica i piani di invasione di terra di Rafah, con i bombardamenti e con l’ammassamento di truppe. Secondo fonti del Cairo, la delegazione egiziana a Tel Aviv ha ricevuto la certezza che l’operazione su Rafah ci sarà e verrà rinviata a dopo il raggiungimento di un accordo temporaneo di cessate il fuoco per lo scambio di prigionieri. La stampa del Cairo commenta che Netanyahu minaccia la sicurezza nazionale egiziana, con la possibile fuga di centinaia di migliaia di palestinesi in Sinai.
Netanyahu ha rivelato pubblicamente che ci sono tentativi da parte della CPI di emettere ordini di cattura nei confronti di militari e politici israeliani. Poi come al suo solito ha tuonato minacciando: “Non permetteremo alla CPI di colpire il nostro diritti a difenderci”. La stampa israeliana ha scritto che il procuratore generale, Karim Khan, non avrebbe potuto agire se non ci fosse il semaforo verde di Washington (che paradossalmente non fa parte del Trattato di Roma). Secondo il canale 12 l’annuncio pubblico dell’ordine è imminente: “entro il mede di aprile”. La questione era stata anticipata da Haaretz, ma riferita solo ad azione nei confronti dei generali dell’esercito.
Macerie
Secondo un rapporto dell’ONU, l’entità delle macerie causate dai bombardamenti e devastazioni israeliane a Gaza sono valutate in 37 milioni di tonnellate di detriti. Per rimuoverle saranno necessari 14 anni, per il fatto che sotto le macerie ci sono molte bombe inesplose ed avranno bisogno dell’intervento di squadre specializzate del genio militare, per far brillare in sicurezza le bombe.
UNRWA
È stato archiviato anche l’altro filone delle indagini sulle asserite accuse di Israele contro 12 operatori palestinesi dell’UNRWA, di aver partecipato all’attacco del 7 ottobre. Nelle memorie israeliane avanzate non c’è nessuna prova concreta sull’implicazioni dei dipendenti dell’organismo internazionale in quell’attacco. Solo congetture e analisi generiche.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Coloni armati hanno attaccato un villaggio palestinese vicino a Nablus, sparando contro i serbatoi di acqua sui tetti. Giravano per le strade gridando con i megafoni: “Andatevene, qui non c’è posto per voi” – come confermano diversi video lanciati sui social-media.
I rastrellamenti israeliani continuano nelle città della Cisgiordania, con particolare insistenza su Nablus, dove ci sono stati scontri armati con resistenti palestinesi locali nel campo di Nour Shams.
Sono continuate le invasioni dei coloni ebrei israeliani nella moschea di Al Aqsa, protetti dalle truppe di occupazione. Anche ieri, venerdì giornata di preghiera collettiva musulmana, la provocazione è stata messa in atto, limitando il diritto dei fedeli musulmani a completare in serenità il loro rito.
Israele
La polizia ha fatto irruzione nella sede del partito comunista israeliano a Nazaret. Ha confiscato documenti e striscioni per il Primo Maggio, oltre a telefoni e computer. Ha fermato diverse persone. (vedi il video lanciato dal collega Michele Giorgio, direttore di Pagine Estere: QUI). L’Apartheid continua imperterrito.
Trattative
È arrivata a Tel Aviv una delegazione egiziana per nuove proposte di cessate il fuoco e scambio prigionieri. Il Cairo vuole assolutamente evitare l’invasione di terra su Rafah, che causerebbe la fuga di centinaia di migliaia di palestinesi in Sinai, deportati con la forza militare dell’esercito israeliano. La stampa israeliana rivela che la proposta egiziana avanza idee di un cessate il fuoco più corto nel tempo e con minore numero di prigionieri da scambiare. Secondo il canale 12, la maggior parte dei capi dei servizi e diversi politici sono d’accordo con la proposta egiziana, ma Netanyahu ha detto di no.
Il governo israeliano ha discusso e approvato “una maggiore malleabilità ed autonomia della squadra israeliana nel negoziato” indiretto con Hamas. Ma rimangono in piedi i preparativi di guerra contro Rafah, che verranno rinviate a dopo lo scambio di prigionieri in caso di un accordo per il cessate il fuoco. La stampa israeliana ha pubblicato ieri le rivelazioni, in anonimato, di un membro del consiglio di guerra: “Netanyahu non è interessato a raggiungere un accordo per lo scambio di prigionieri. Vuole proseguire la guerra e sta cecando di addossare le responsabilità del fallimento su altri”, cioè su Hamas.
Libano
Un drone israeliano ha lanciato un missile contro l’auto di un capo di un movimento islamista palestinese, operante nel sud Libano. L’esercito israeliano ha informato di aver ucciso Musaab Khalaf, ma il Raggruppamento islamista in Libano non ha pubblicato i nomi degli assassinati, annunciando soltanto la perdita di due capi militari. L’auto è stata compita mentre percorreva la strada pubblica nei pressi di Meidoun, nella Beqaa occidentale.
Yemen
Una nave britannica è stata colpita da due razzi marini lanciati dagli Houthi nel Golfo di Aden. Secondo fonti di Londra, il primo missile è esploso in mare nelle vicinanze, me il secondo ha colpito la nave causando dei danni. Non se ne conosce l’entità e se ci sono state vittime tra il personale.
Diplomazia cinese
Il ministero degli esteri cinese ha informato che è in corso un tentativo di mediazione cinese tra Fatah e Hamas, per la riconciliazione nazionale. La Cina ospita colloqui tra le due organizzazioni palestinesi nel tentativo di porre fine alle divisioni interne. Le delegazioni di Fatah e Hamas saranno guidate, rispettivamente, da Azzam Al-Ahmad e da Moussa Abu-Marzouq. In precedenza si è tenuto a Mosca un tentativo di riconciliazione, ma poi il tutto si è arenato e non si è arrivati ad un accordo sulla formazione del nuovo governo tecnico, insediato lo scorso mese a Ramallah, su pressioni di Washington.
Solidarietà internazionale
Proseguono le manifestazioni nelle università americane contro il genocidio a Gaza. Gli studenti, in molti casi sostenuti da insegnanti, chiedono il blocco delle esportazioni di armi, i finanziamenti e gli investimenti in Israele. “Cessate il fuoco e fine del sostegno politico”, hanno scritto gli studenti dell’Illinois. I giudici dei tribunali hanno rilasciato tutti gli studenti arrestati dalla polizia, sostenendo che non ci sono prove per l’accusa di danneggiamenti di proprietà pubbliche. Il numero totale degli arrestati aveva superato i 500 studenti oltre a decine di insegnanti. Il movimento di protesta ha toccato oltre 40 atenei.
All’università George Washington, la sopravvissuta all’olocausto, Marione Ingram, ha partecipato al presidio in sostegno di Gaza. “Ho vissuto quello che stanno provando i bambini di Gaza, quando sono stata rinchiusa nei campi di concentramenti nazisti. Israele non sta difendendo sé stessa, ma sta uccidendo il futuro dei bambini di Gaza. Anche i palestinesi hanno il diritto di vivere”. (visita l’account di Ingram QUI).
Stampa filo israeliana e politici compiacenti con il genocidio a Gaza continuano a blaterare di antisemitismo e portano a prova, senza il minimo pudore del ridicolo, la presenza di molti manifestanti con il copricapo palestinese caratteristico, kufie. www.anbamed.it
Marocco
Il “Comitato marocchino di solidarietà con le cause della nazione” ha annunciato 106 attività, a fianco del popolo di Gaza, in 56 città diverse del regno. Nelle manifestazioni organizzate di venerdì dopo l’uscita dei fedeli dalle moschee, le attività prevedono raccolta fondi a favore della popolazione di Gaza, oltre alle iniziative politiche vere e proprie per la difesa dei luoghi santi musulmani a Gerusalemme.
L’attività a favore di Gaza è sopportata a malincuore dal vertice del potere monarchico, per la forte collaborazione in tema di sicurezza e militare con Israele, ma allo stesso tempo il re Mohammed VI è il presidente della Commissione interaraba per Gerusalemme.
Egitto
La Procura per la sicurezza dello Stato in Egitto ha deciso, venerdì 26 aprile, di liberare le donne fermate dalla polizia in seguito al presidio di solidarietà con le donne di Gaza e del Sudan, tenuto davanti alla sede delle Nazioni Unite al Cairo. Il rilascio è avvenuto dietro il pagamento di una cauzione compresa tra 5.000 e 10.000 sterline egiziane (da 100 a 200 euro). L’accusa che stanno affrontando le attiviste è di adesione a un gruppo illegale e di partecipazione a un raduno non autorizzato, secondo quanto affermato da fonti per i diritti umani.
La manifestazione è stata organizzata martedì 23 aprile e le attiviste sono state ascoltate dalla procura per la sicurezza dello Stato mercoledì e giovedì per le indagini giudiziarie preliminari.
L’eminente difensore dei diritti umani, avv. Khaled Ali, ha scritto mercoledì mattina, sulla sua pagina ufficiale sui social media, che le professioni delle donne arrestate variavano tra giornalisti e giornaliste, avvocati e studentesse. Ha anche aggiunto che l’arresto includeva “cittadini, uomini e donne, che stavano camminando per caso per strada, al momento della protesta”, aggiungendo un elenco di arrestate, tra cui le giornaliste Rasha Azab, Hadir Mahdawi e Iman Aouf. L’elenco includeva anche le attiviste per i diritti umani, Ragia Omran, Mahienour Al-Masry e Lubna Darwish.
Il direttore dell’Iniziativa egiziana per i diritti personali (EIPR), Hossam Bahgat, ha scritto martedì sul suo account: “La nostra collega Lubna Darwish, direttrice del Programma per i diritti delle donne presso l’Iniziativa egiziana per i diritti personali, è tra le persone detenute durante l’iniziativa femminista, organizzata di fronte alla sede dell’Ufficio Donne delle Nazioni Unite, in solidarietà con la Palestina e il Sudan”.
Il Movimento Civile Democratico in Egitto, che comprende 12 partiti politici, in una dichiarazione pubblicata sui social, ha denunciato, “l’arresto di diverse donne egiziane, tra cui attiviste, giornaliste e avvocate, mentre stavano organizzando una manifestazione di protesta pacifica, martedì pomeriggio, davanti alla sede delle Nazioni Unite – ufficio Donne, per chiedere la fine della guerra di genocidio lanciata da Israele a Gaza”.
Il comunicato del Movimento cita testimoni che affermano: “La manifestazione è stata dispersa con la violenza e le attiviste sono state portate in un luogo sconosciuto”.
Dopo le indagini preliminari, le detenute sono state rilasciate su cauzione e deferite alla magistratura con accuse ingiuste, tra cui l’adesione a gruppi illegali e manifestazioni non autorizzate, accuse che comportano una condanna fino a tre anni di carcere.
L’Egitto è accusato da numerose organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani di aver preso di mira oppositori e attivisti per i diritti umani, da quando l’esercito ha rovesciato l’ex presidente, Mohamed Morsi, nel 2013, e di aver messo in campo un’ampia campagna di repressione che includeva islamisti, liberali e militanti di sinistra.
Prima delle elezioni presidenziali egiziane dello scorso dicembre, che hanno riportato al potere il presidente Abdel Fattah El-Sisi per un terzo mandato e per i successivi sette anni fino al 2030, nell’aprile 2022 è stato formato un comitato presidenziale per la grazia, che ha rilasciato quasi mille prigionieri di coscienza nel corso di un periodo di anno e mezzo, ma le organizzazioni per i diritti umani affermano che “nello stesso periodo di tempo sono state arrestate persone equivalenti a tre volte questo numero”.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, due mesi e tre giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Zelenski, incassata l’approvazione dei finanziamenti miliardari degli USA, adesso vuole subito i missili di lunga gettata promessi da Biden, ma dal Pentagono fanno sapere che serve il tempo tecnico per il loro trasferimento. Mosca minaccia di bombardare le rampe prima dell’entrata in funzione.
Sostenete Anbamed
Nella tua dichiarazione dei redditi 2024, devolvi il 5xmille all’associazione “ANBAMED, aps per la Multiculturalità”. Nell’apposito riquadro scrivi: codice fiscale: 95030850838.
Fate conoscere Anbamed ai vostri amici e contatti, per aumentare le iscrizioni alla newsletter. L’iscrizione è gratuita e chi può e vuole ha la facoltà di sostenere la redazione con una donazione volontaria, deducibile dalle tasse.
Le donazioni sono deducibili dalle tasse.
Dal 2 febbraio 2023, l’associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità” è registrata nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) nell’elenco delle associazioni di promozione sociale. Questo significa che tutte le donazioni versate sui conti correnti di Anbamed nel 2023 saranno deducibili dalle tasse dei donatori (nella dichiarazione dei redditi 2024) e si potrà destinare il 5 per mille (sempre nella dichiarazione 2024).
Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega e, quindi, merita il vostro sostegno.
Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori
Ecco i dati per il versamento:
Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità
Iban: IT33U0891382490000000500793
Oppure: tramite PayPal
Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è merito tuo/vostro. Anche un piccolo contributo per noi significa molto.
Torna/te presto a leggerci ed ascoltarci!
Annunci:
A tutti i donatori e donatrici del 2023: vi preghiamo di fornirci i vostri dati fiscali (Nome e cognome anagrafici, città di residenza e codice fiscale) per potere emettere a vostro favore il certificato di donazione, da detrarre dalle vostre tasse nella dichiarazione 2024 (redditi 2023).
Le informazioni vanno inviate a anbamedaps@gmail.com
Chi non ha donato nulla nel 2023, può redimersi e farlo adesso: https://www.anbamed.it/sostienici/
Nella dichiarazione dei redditi, devolvi il 5xmille ad “ANBAMED,”. Nell’apposito riquadro scrivi: il codice fiscale dell’associazione: 95030850838.
Le donazioni nel mese di marzo 2024 sono state 7, per un valore di 425 € (+ 105 € rispetto al mese di febbrai 2024). Una ripresa promettente. Datevi una mossa, cari lettori/ascoltatori! Iban: IT33U0891382490000000500793
Chiediamo ai donatori del 2023 di mandare un messaggio email con nome, cognome, città di residenza e CF, per ricevere il certificato e ottenere così le detrazioni fiscali. A questo indirizzo.
Tutte le indicazioni per versare un contributo si trovano in fondo a questa newsletter e nel sito (ecco il link).
Appello 1
Il nostro appello lanciato in ottobre. Potete aderire. Diffondete, per favore!
L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.
Appello 2
Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto
Approfondimenti
La spesa militare ci costa un mondo: il rapporto SIPRI QUI
====================================================
[…] [Anbamed]1366- 27 aprile ’24 [Anbamed]1365- 26 aprile ’24 [Anbamed]1364- 25 aprile ’24 [Anbamed]1363- 24 aprile ’24 [Anbamed]1362- 23 aprile ’24 [Anbamed]1361- 21 aprile ’24 [Anbamed]1360- 20 aprile ’24 [Anbamed]1359- 19 aprile ’24 [Anbamed]1358- 18 aprile ’24 [Anbamed]1357- 17 aprile ’24 [Anbamed]1356- 16 aprile ’24 [Anbamed]1355-15 aprile ’24 [Anbamed]1354- 14 aprile ’24 [Anbamed]1353- 13 aprile ’24 [Anbamed]1352- 12 aprile ’24 [Anbamed]1351- 11 aprile ’24 [Anbamed]1350- 10 aprile ’24 [Anbamed]1349- 09 aprile ’24 [Anbamed]1348-08 aprile ’24 [Anbamed]1347-07 aprile ’24 [Anbamed]1346-06 aprile ’24 [Anbamed]1345-05 aprile ’24 [Anbamed]1344-04 aprile ’24 [Anbamed]1343-03 aprile ’24 [Anbamed]1342-02 aprile ’24 [Anbamed]1341-01 aprile ’24 ANBAMED Tag articolo: #Anbamed#MEDIO ORIENTE#Palestina […]