Per ascoltare l’audio di oggi, 29 aprile 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 117 (1368)
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Le notizie
Genocidio a Gaza
Intensificati ieri i bombardamenti su Rafah e Khan Younis. In una sola strage sono state uccise 20 persone tra le quali 5 bambini. L’esercito israeliano prosegue i preparativi per l’invasione di terra su Rafah, malgrado le richieste internazionali di bloccare un altro crimine che porterà alla pulizia etnica, con la cacciata dai palestinesi in mare.
Fosse comuni
Le ricerche della protezione civile palestinese scoprono ogni giorno nuovi corpi di persone assassinate e sepolte sotto terra in fretta e furia. Un medico dell’ospedale Nasser ha dichiarato ad una tv araba che “sono stati rinvenuti corpi con i cateteri, segno che erano malati assassinati a sangue freddo dai soldati israeliani. Altri corpi erano stati stritolati dai bulldozer e smembrati. Un obbrobrio che ricorda i crimini dei nazisti durante la seconda guerra mondiale”. I palestinesi continuano a chiedere un’inchiesta internazionale indipendente. Silenzio delle cancellerie USA, UE e Nato. I diritti umani a senso unico, in difesa dell’industria bellica. La scorta mediatica si adegua. Non abbiamo letto inchieste, come nella guerra russa all’Ucriana.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Durissimi rastrellamenti israeliani nelle città e villaggi della Cisgiordania. Le province di Qalqilia, Tulkarem, Jenin ed El-Khalil sono state le più penalizzate dalle incursioni dell’esercito di occupazione coloniale. Almeno 50 palestinesi sono stati arrestati.
Continuano anche le aggressioni dei coloni contro i contadini e pastori palestinesi. Nella zona delle valli del Giordano, diversi comunità beduine sono state oggetto di aggressioni armate per costringere i pastori ad abbandonare il territorio. L’esercito israeliano protegge queste bande di ladri di terre, arrivati dagli Stati Uniti e dal Canada, per imporre un loro dominio nel nome di una anacronistica e pretesa promessa divina.
Israele
Netanyahu si trova in cul de sac. Se accetta la proposta egiziana, cade il governo. Se attacca Rafah, perde la faccia perché non raggiungerà l’obiettivo di liberare gli ostaggi. Lo assedia inoltre – come scrivono molti media israeliani – l’attesa dell’ordine di incriminazione internazionale dalla CPI dell’Aja.
Smotrich ha detto chiaramente che se “Netanyahu vuole accettare la proposta egiziana e scendere a compromessi con Hamas, abbandonando il piano di occupazione di Rafah, il giorno dopo il governo cadrà, perché non avrà il nostro appoggio”.
Trattative
Hamas consegnerà oggi la sua risposta all’ iniziativa egiziana. Il leader Al-Hayya arriva al Cairo oggi e si incontrerà subito dopo con il capo dei servizi egiziani Kamel. Le anticipazioni riportate dai media arabi vorrebbero che la risposta di Hamas è interlocutoria: “Sì all’impianto dello scambio di prigionieri, ma lo condiziona alla fine della guerra di Netanyahu”. La proposta egiziana – secondo quanto è stato pubblicato sulla stampa israeliana – chiede il ritiro dell’esercito israeliano a metà strada del corridoio di Netzarim e il libero ritorno dei gazzawi alle loro case nel nord. La proposta non parla di Rafah, ma è sottinteso che alla conclusione dello scambio dei prigionieri, si aprirà un’altra fase di trattative per la soluzione politica dei due Stati. Questa incertezza serve a coprire il cedimento di Netanyahu, ma non garantisce completamente per la fine dell’invasione israeliana.
Da Riad arrivano segnali diplomatici significativi, alla conclusione di un vertice dei ministri degli esteri di sei paesi arabi e islamici: “un’invasione di terra su Rafah è una catastrofe che destabilizzerà tutto il M.O. L’unica soluzione è quella dei due Stati”. Il comunicato chiede ai paesi UE di riconoscere lo Stato di Palestina. Tradotto dal politichese significa: Se Netanyahu attaccherà Rafah non ci sarà nessuna normalizzazione tra Arabia Saudita e Israele.
Questi sviluppi coincidono con l’arrivo del segretario di Stato USA, Blinken a Riad, dove si incontrerà con l’erede al trono, Mohammed Bin Salman. È previsto un giro di Blinken nelle capitali della crisi, da Tel Aviv al Cairo.
Yemen
Un’altra nave è stata attaccata nell’oceano indiano a circa 177 miglia dalle coste yemenite. Non è stata accertata l’identità degli attaccanti. Nei pressi della nave commerciale si è avvicinata una barca con a bordo 4 persone armate. Secondo l’ente reale britannico per la sicurezza della navigazione, la nave è riuscita a sottrarsi al tentativo di pirateria e sta proseguendo il viaggio secondo quanto programmato.
Stamattina una nave militare USA ha intercettato tre droni lanciati dagli Houthi sul mar Rosso.
Libano
Si intensifica e si estende lo scontro tra Hezbollah e l’esercito israeliano. Un altro drone israeliano è stato abbattuto nei cieli del Libano meridionale, mentre razzi e missili sono stati lanciati sulle postazioni dell’esercito nel nord di Israele e contro le colonie nelle aree libanesi occupate da Israele dal 1967.
Il governo libanese ha annunciato un ricorso alla Corte Penale internazionale contro Israele per i crimini compiuti contro la sovranità del paese e gli assassini mirati ed i bombardamenti indiscriminati sulle città e villaggi libanesi.
Il ministro degli esteri francese è in visita a Beirut per tentare di disinnescare la tensione al confine tra Libano e Israele.
Solidarietà internazionale
La più famosa università del mondo ha paura della bandiera palestinese. La direzione della Harvard ha ordinato agli studenti, che manifestano all’interno dell’ateneo, di togliere la bandiera a quattro colori e poi ha chiesto l’intervento della polizia per rimuoverla. All’esterno della sede universitaria si sono ammassati centinaia di manifestanti solidali.
Continuano in più di 40 atenei statunitensi e canadesi le occupazioni da parte degli studenti, con azioni repressive della polizia per imporre lo sloggiamento delle tende che gli studenti avevano montato per passare la notte. Nella giornata di ieri sono stati arrestati oltre 500 studenti in diversi interventi della polizia. Malgrado il pronunciamento contrario della magistratura che aveva rilasciato gli studenti della Colombia, per inconsistenza dell’accusa di “violazione e danneggiamenti di proprietà altrui”, la polizia continua l’opera di repressione del dissenso, come in un regime dittatoriale qualsiasi. Le manifestazioni che hanno come parole d’ordine la fine della collaborazione delle università con l’esercito israeliano e le istituzioni che sostengono i coloni nei territori palestinesi occupati vengono definite, vergognosamente, come espressione di atteggiamenti antisemiti. Gli studenti vengono minacciati di perdere l’iscrizione alle università o la mancata consegna delle lauree, ma anche queste minacce non hanno fatto desistere gli studenti dal loro impegno, che ricorda le lotte contro la guerra in Vietnam.
Sudan
È iniziata la battaglia per la conquista di Al-Fasher da parte delle milizie ribelle denominate Pronto Intervento. La città è ancora nelle mani dell’esercito e delle milizie locali, ma è assediata dalle milizie ex Janjaweed di Hamidati, che controllano tutte le province del Darfur. Gli organismi internazionali hanno lanciato appelli per evitare questa ulteriore carneficina a danno della popolazione civile intrappolata. Ma non hanno ricevuto ascolto.
Il vice ministro degli esteri russo in visita al governo sudanese ha dichiarato il sostegno di Mosca al consiglio presidenziale, guidato dal generale Burhan, come unico legittimo rappresentante del paese ed ha invitato le parti a deporre le armi e avviare una trattativa.
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU tiene oggi una riunione a porte chiuse per discutere dell’accusa sudanese agli Emirati di interferenza negli affari interni con finanziamenti e armamenti alle milizie.
Iran
È in corso una campagna internazionale per salvare la vita del rapper iraniano Tomaje Salihi, condannato a morte dal regime di Teheran per aver composto una canzone. Molti intellettuali iraniani residenti all’estero hanno espresso la loro condanna alla sentenza per la pena di morte nei confronti di Salihi, chiedendo la liberazione del giovane rapper. Molti organismi internazionali per i diritti umani hanno espresso la loro contrarietà alla sentenza, un passo inatteso dopo la sospensione, da parte dell’Alta Corte iraniana, della precedente condanna a 6 anni di reclusione. Domenica prossima si terrà a Parigi un grande raduno di solidarietà.
Cultura
Il prigioniero politico palestinese nelle carceri israeliane, Bassem Khandaqji, ha vinto il Premio internazionale per la narrativa araba 2024 (Booker) per il suo romanzo “Una maschera con il colore del cielo”.
Rana Idris, proprietaria della casa editrice, Dar Al Adab, con sede in Libano, ha ricevuto il premio ad Abu Dhabi per conto di Khandaqji.
La giuria del premio ha scelto il romanzo vincitore tra i sei romanzi che hanno raggiunto la rosa dei candidati della “lista corta”, annunciata il 14 febbraio. Per saperne di più sul premio, sul romanzo vincitore e sull’autore: leggi tutto.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, due mesi e quattro giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. I russi avanzano nell’est dell’Ucraina. Prima i bombardamenti sui villaggi e poi l’avanzata delle truppe. I militari di Kiev ammettono: “La situazione peggiora di giorno in giorno”.
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