Per ascoltare l’audio di oggi, 11 maggio 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 125 (1376)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

L’esercito invasore ha compiuto ieri 6 stragi a Rafah. Negli ospedali della città sono arrivati 39 uccisi e 58 feriti. Nella notte, in un bombardamento su una palazzina, sono stati uccisi 20 persone, in maggioranza bambini.

L’esercito israeliano ha lanciato volantini sui quartieri orientali di Rafah ordinando alla popolazione di abbandonare la zona “Perché pericolosa”. Deportazione di massa sotto le bombe, di nazista memoria.

Dispersi e sparizioni forzate a Gaza. Le valutazioni e stime vanno da 10 mila a 17 mila; sono civili dispersi sotto le macerie o catturati con il sistema delle sparizioni forzate compiute dall’esercito israeliano.

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Fosse comuni

Il Consiglio di Sicurezza ha espresso la sua determinazione a svolgere un’inchiesta indipendente sulle fosse comuni scoperte negli ospedali di Shifà e Nasser, in seguito al ritiro delle truppe di occupazione.

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ONU

L’assemblea generale dell’ONU ha votato, a stragrande maggioranza, la risoluzione per l’adesione della Palestina come membro effettivo ed ha raccomandato al Consiglio di Sicurezza di approvare la scelta. Hanno votato a favore 143 paesi, 9 contrari e 25 astenuti. È stato vergognoso l’atteggiamento della diplomazia italiana che si è astenuta.

4 paesi europei e l’Australia hanno confermato che a breve riconosceranno lo Stato di Palestina. Sono Spagna, Irlanda, Slovenia e Malta. Dichiarazioni favorevoli al riconoscimento dello Stato di Palestina sono state pronunciate dalla ministra degli esteri del Belgio.

Il rappresentante israeliano all’ONU ha reagito vergognosamente alla votazione, strappando in pubblico la Carta delle Nazioni Unite.

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Il naso lungo di Biden

Il fragore mediatico sullo stop all’esportazione di armi USA verso Israele è una grande bugia propagandistica. Il flusso di armi dal Pentagono e dalle società private USA verso Israele non è mai cessato. Il coordinatore delle strategie del Consiglio di sicurezza Usa, Kerby, ha puntualizzato che il divieto riguarda soltanto un tipo di bombe, quelle di 2000 libbre (907 kili).

Rivelazioni stampa hanno confermato che armi statunitensi per miliardi di dollari sono per strada verso Tel Aviv. Mentre le armi sospese hanno il valore di 10 milioni di dollari. La commissione esteri della Camera sta studiando contratti per l’esportazione di armi del valore di 18 miliardi di dollari, comprendente caccia F-16. Questa risma di contratti militari non rientra tra quelle approvate da Biden a favore di Israele, lo scorso mese di aprile, del valore di 26 miliardi di dollari.

Washington è il principale aggressore contro il popolo di Gaza, ma per opportunismo politico fa finta di essere preoccupata per la salvezza dei civili palestinesi e manovra per coprire l’avanzata di terra su Rafah, salvando la propria reputazione di fronte all’opinione pubblica interna e internazionale, con manovre false e di insignificante portata.

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Corte di Giustizia Internazionale

Libia si accosta al Sud Africa nella causa contro Israele per genocidio a Gaza. La domanda era stata già annunciata alcuni giorni fa dal capo del Consiglio presidenziale, ma ieri è stata confermata ufficialmente dalla Corte. La Libia è il primo paese arabo e musulmano che aderisce alla causa intentata da Pretoria contro Tel Aviv per la guerra genocida a Gaza.

Dall’Africa e dall’America Latina c’è stata maggiore solidarietà con la causa di liberazione nazionale palestinese. Un solo dato indicativo: nessun paese arabo o musulmano, di quelli che hanno relazioni diplomatiche con Israele, ha ritirato il proprio ambasciatore o cacciato quello israeliano.

È un quadro desolante se l’unico paese arabo e musulmano, che ha intrapreso questo passo, sia quello senza Stato unitario, diviso tra due governi e due parlamenti.

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Prigionieri

Rivelazioni sui maltrattamenti inflitti ai prigionieri palestinesi di Gaza. Tre ex infermieri di un ospedale militare nel deserto del Negev hanno rivelato alla CNN le atroci condizioni di prigionia dei palestinesi catturati a Gaza. “Legati mani e piedi, ammassati in container metallici, con gli occhi bendati, subiscono bastonate dai soldati non per interrogarli e costringerli a confessare, ma solo per vendetta”, ha detto uno dei testimoni a viso scoperto. Un altro ha raccontato che “i medici israeliani hanno amputato mani o piedi di prigionieri a causa delle strette strisce di plastica usate per ammanettarli. Operazioni che sarebbe stato possibile evitare se le ferite fossero state curate invece di lasciarle incancrenire”. Un terzo ha spiegato che “in ospedale i detenuti-malati vengono ammanettati al letto con addosso i pannoloni, che non vengono cambiati per giorni. Sono stati spogliati della loro umanità e lasciati vivere come animali”.

Il campo di concentramento, degno del regime nazista, è noto col nome Sde Teman e si trova a circa 8 km dalla Striscia di Gaza, nel deserto del Negev.

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Trattative

Il movimento Hamas ha dichiarato, per bocca del suo rappresentante a Beirut, che il movimento ha convocato una riunione delle organizzazioni palestinesi, per decidere una nuova strategia negoziale con il governo Netanyahu. “Tel Aviv ha utilizzato le trattative come una copertura per l’attacco a Rafah. La rioccupazione militare di Gaza cambia la prospettiva di una soluzione globale che preveda la fine dell’occupazione”.

Il portavoce di Brigate Qassam, Abu Obeida, ha informato che uno dei prigionieri nelle loro mani è stato salvato in extremis da un tentativo di suicidio. “Gli israeliani nelle nostre mani vivono le stesse condizioni di privazione che vive il popolo palestinese di Gaza e possono morire di fame, di malattie o sotto le bombe del loro esercito”.

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Conferenza Anti Apartheid

È iniziata la seconda giornata della Conferenza di Johannesburg contro l’Apartheid israeliano. Una forte partecipazione di personalità internazionali impegnate nella lotta contro il colonialismo e contro le discriminazioni. Nel discorso di apertura, ieri, la ministra degli esteri Sudafricana, Naledi Pamdor, ha detto: “Questo è un momento spartiacque per unire gli sforzi mondiali contro l’Apartheid israeliano, per creare un movimento mondiale permanente di contrasto alle politiche di oppressione, discriminazioni, occupazione delle terre palestinesi da parte dei coloni arrivati da ogni angolo del pianeta e soprattutto per mettere fine al genocidio in corso”. Il nipote di Nelson Mandela ha spiegato che quel che sta avvenendo per i palestinesi nei territori occupati “è peggio dell’Apartheid che avevamo subito in Sud Africa, perché mira a cacciare la popolazione autoctona con la forza delle armi”.

Obiettivo della Conferenza è quello di creare un Tribunale internazionale sui crimini di Israele. Domani, domenica, è l’ultimo giorno dei lavori.

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Movimento studenti pro Palestina

Le tende alla Statale di Milano. Anche in Italia riprende la mobilitazione degli studenti a favore del popolo palestinese e contro la guerra di Netanyahu a Gaza. Hanno iniziato Bologna, Pisa, La Sapienza di Roma e adesso anche nella storica roccaforte delle proteste del movimento degli studenti nel 1968.

Il movimento mondiale degli studenti sta assumendo sempre di più i caratteri di rivolta contro le politiche imperialiste, come nel 1968 contro la guerra in Vietnam.

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Kuwait

L’emiro del Kuwait ha sciolto il Parlamento e ha sospeso alcuni articoli della Costituzione. È il declino dell’unica monarchia costituzionale nel Golfo arabo-persico. Il decreto prevede la sospensione della Costituzione per un periodo di 4 anni, il governo assume le funzioni legislative, la formazione di una commissione per la revisione della Costituzione.

È un colpo di Stato dell’emiro contro la democrazia, cancellando l’opposizione. Nel parlamento dopo l’ennesima votazione anticipata, l’opposizione aveva vinto la maggioranza dei seggi, ma non può governare perché il premier dev’essere scelto tra la famiglia reale. Alla prima azione di controllo parlamentare sull’operato del governo, i ministri non si presentano alle interrogazioni e il premier si dimette, l’emiro scioglie il legislativo e si va a nuove elezioni. Lo scenario si è ripetuto per 5 volte nell’arco di tre anni, ma questa volta la situazione è cambiata. È stato cancellato il Parlamento per 4 anni.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, due mesi e 17 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Offensiva russa su Kharkiv. L’esercito ucraino si ritira da alcuni villaggi. Migliaia di civili evacuati.  

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