Per ascoltare l’audio di oggi, 27 maggio 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 141 (1392)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
La strage di Rafah di ieri sera ha provocato l’uccisione di 35 persone. Uno dei bombardamenti più spietati contro un campo profughi di tende vicino ad una sede dell’UNRWA. Le immagini circolate sui social sono terribili: corpi sbrandellati, teste mozzate e arti sparpagliati in un cerchio di 50 metri diametro. La maggior parte delle vittime sono bambini e donne.
Prima di questa strage, il numero delle vittime, nella sola giornata di ieri, era di 46 uccisi e 130 feriti.
La Croce rossa di Rafah ha informato che nell’ospedale da campo da loro gestito ha ricevuto molti feriti con bruciature estese sul corpo, segno dell’uso di bombe incendiarie, vietate in zone civili.
Oltre al bombardamento sulle tende degli sfollati, i generali israeliani hanno compiuto altri tre su quartieri residenziali.
Da Gaza, Hamas ha lanciato razzi sulla zona di Tel Aviv. Una parte è stata intercettata dalla contraerea, ma alcuni sono caduti distruggendo alcuni edifici, senza fare vittime. Ci sarebbero, secondo i media israeliani, alcuni feriti e diversi ricoveri di persone sotto shock.
Situazione umanitaria
Il valico di Rafah rimane chiuso. Il porto galleggiante è in fase di riparazione. L’accordo per il passaggio degli aiuti da Karam Abu Salem, in seguito alle pressioni USA su Tel Aviv, è stato fatto fallire. L’esercito israeliano ha bloccato gli aiuti arrivati a questo valico. I camion egiziani sono stati costretti a scaricare i bancali, ma poi non è stato ammesso ai camion dell’ONU di caricare gli aiuti per trasportarli ai depositi e avviare la distribuzione alla popolazione.
Le agenzie dell’ONU hanno lanciato l’allarme, per l’ennesima volta, sulla situazione di carestia soprattutto nel nord della Striscia, ma i generali israeliani non ascoltano i proclami preoccupati.
UNRWA
In Israele, l’UNRWA è stata dichiarata dal parlamento un’organizzazione terroristica. Questa determinazione arrogante di infangare le agenzie dell’ONU è stata incoraggiata dal blocco dei finanziamenti da parte degli stati complici nel genocidio. La maggior parte di questi paesi (ultima l’Italia), dopo la pubblicazione delle inchieste indipendenti, hanno ristabilito i finanziamenti, ma il governo israeliano va avanti in questa criminalizzazione del lavoro a sostegno dei profughi palestinesi. Questo passo di Tel Aviv è stato deciso a pochi giorni dal voto del Consiglio di Sicurezza all’unanimità su una risoluzione che raccomanda a tutti gli Stati il rispetto del lavoro delle agenzie dell’ONU e di proteggere il loro personale (Leggi la risoluzione siul sito dell’ONU del 24 maggio 2024)
Cisgiordania e Gerusalemme est
Un ragazzo è stato ucciso dai soldati israeliani a El-Khalil. Come al solito l’esercito ha comunicato che sarebbe trattato di un tentativo di accoltellamento. Il corpo è stato portato via e non è stata comunicata la sua identità. Due bambini di 14 anni sono stati feriti con pallottole di gomma al campo profughi di Al-Ouroub, sempre nella provincia di El-Khalil. Uno di loro è morto in ospedale.
Un colono ha sparato ad un contadino palestinese di 65 anni, Ahmed Marqatan, mentre stava lavorando nel proprio terreno, a Tiba ad ovest dii El Khalil. L’anziano contadino ha raccontato in ospedale che due coloni su un trattore sono entrati nel suo terreno ordinandogli di andare via; quando gli ha risposto che quello è il suo terreno, gli hanno sparato e poi lo hanno lasciato a terra sanguinante. È stato soccorso dai vicini palestinesi accorsi al luogo dopo aver sentito gli spari.
Rastrellamenti a Ramallah, Qalqilia, Betlemme e Nablus. Sono stati arrestati 26 attivisti.
Migliaia di coloni estremisti hanno invaso il quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est occupata, in occasione di una festa ebraica. Per la stessa festività un centinaio di coloni ebrei sono entrati nella moschea di Al-Aqsa.
Libano
In tre diversi attacchi con droni sono rimasti uccisi 8 persone. Le zone prese di mira sono Houla, Naqoura e Aita Shaab, tutte nella fascia di territorio a ridosso della linea di demarcazione. In risposta a questi attacchi, i combattenti di Hezbollah hanno sparato decine di razzi contro le colonie e le postazioni dell’esercito nel nord di Israele.
Prigionieri
Brigate Qassam hanno lanciato un video sul proprio canale social nel quale si vede il corpo di un uomo in uniforme militare, probabilmente morto, che viene trascinato in un tunnel. Un’odiosa pratica di esporre i morti come trofei. Dal punto di vista religioso, nella dottrina islamica, questa pratica sarebbe considerata un peccato. I commenti sui social sorvolano su questo aspetto e parlano trionfalmente della cattura di un soldato israeliano come prigioniero di guerra. La notte prima era stata data la notizia, con un video-annuncio (senza immagini), del portavoce dell’ala militare di Hamas, che informava della cattura in un tunnel di soldati israeliani, dopo uno scontro armato. L’esercito aveva smentito e, quindi, come prova è stato pubblicato il video.
Trattative
Secondo fonti di Doha, le trattative indirette tra Hamas e Netanyahu si terranno in Qatar, ma non viene confermata la presenza di una delegazione egiziana. Il Cairo chiede, per dare un proprio contributo, il ritiro dell’esercito israeliano dal valico di Rafah e dal corridoio Philadelphia.
Nel governo israeliano regna il caos. I capi dell’esercito e dei servizi di sicurezza sostengono che sarebbe possibile inserire, nell’accordo per lo scambio di prigionieri, la frase “fine dei combattimenti”, ma Netanyahu si è opposto sostenendo che la guerra deve continuare e non si deve dare l’impressione che Israele avrebbe ceduto alle condizioni di Hamas. L’ala estrema del governo invece ha criticato la stessa decisione di disponibilità a riprendere le trattative. “occupiamo Rafah e liberiamo gli ostaggi”, ha detto il ministro fascista del partito “Sionisti Religiosi”, Smotrich.
Diplomazia internazionale
Oggi a Bruxelles si terrà un incontro tra il neo premier palestinese, Mustafà, e una delegazione di ministri degli esteri europei guidati dal rappresentante della politica estera Borrell. Le discussioni, secondo quanto è stato dichiarato nelle interviste, verteranno sul rafforzamento dell’ANP per far fronte alla fase del dopo ritiro dell’esercito israeliano da Gaza. L’UE tenta così di trovare un proprio ruolo nella crisi in corso, dopo essersi accodata alla politica USA di totale sostegno all’aggressione contro la popolazione di Gaza. Il passo diplomatico di Bruxelles arriva dopo che Spagna e Irlanda (della UE) e Norvegia hanno annunciato ufficialmente il riconoscimento dello Stato di Palestina.
In contemporanea agli incontri del premier palestinese, una delegazione di ministri arabi (Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti e segretario Lega Araba) si incontrerà oggi a Bruxelles con il rappresentante della politica estera e alcuni ministri degli esteri europei.
Sudan
Duri combattimenti a El-Fasher, capoluogo del Darfur settentrionale, tra l’esercito e le milizie di Pronto Intervento. Secondo Medici senza frontiere ci sono stati almeno 130 uccisi in maggioranza civili. Almeno 1500 famiglie hanno sfollato dalla zona nord della città. El-Fasher è l’ultima città della regione Darfur ancora in mano delle forze armate, ma è assediata dalle milizie ribelli. Il portavoce delle forze armate sostiene che la zona nord orientale, che era sotto il controllo delle milizie, è stata liberata. Le milizie dicono invece di aver respinto l’offensiva.
Siria-Arabia Saudita
Riad ha nominato, per la prima volta da 12 anni, un ambasciatore a Damasco. La missione diplomatica era stata già aperta un anno fa e un ambasciatore siriano a Riad ha presentato le sue credenziali lo scorso dicembre. L’Arabia Saudita è stata tra i più forti sostenitori dell’opposizione armata siriana, ospitando sul proprio territorio il Consiglio Nazionale per diversi anni, prima che prevalessero al suo interno le correnti legate a Doha e Ankara. Tra le formazioni jihadiste vi erano molti mercenari sauditi. Le relazioni tra i due paesi si sono riprese dopo la mediazione cinese tra Teheran e Riad nel marzo 2023.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, tre mesi e due giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Un drone di Kiev ha colpito una stazione radar russa a 1800 km dal confine. Continua la lenta avanzata russa nella zona di Kharkiv.
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