Per ascoltare l’audio di oggi, 30 maggio 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 144 (1395)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

I generali israeliani hanno ucciso nella giornata di ieri 75 civili e ferito altri 284. Sono state registrate 6 stragi contro quartieri densamente popolati a Rafah e contro i campi di sfollati attorno.

I carri armati israeliani sono penetrati nel centro di Rafah ed in particolare le truppe d’invasione si sono insediate in una collina che si affaccia sul corridoio Philadelphia, al confine con l’Egitto, che Israele sostiene di aver completamente occupato. Testimoni raccontano che cecchini israeliani hanno occupato i palazzi alti, che si affacciano sulla piazza centrale della città, e sparano contro chiunque si muove.

L’avanzata delle truppe di terra è preceduta da bombardamenti aerei e dell’artiglieria sul centro e le zone occidentali di Rafah.

A Tel El-Sultan, il campo profughi bombardato domenica scorsa, droni israeliani hanno lanciato un missile contro un’ambulanza, distruggendola e uccidendo il ferito trasportato e l’autista. L’infermiere a bordo è rimasto gravemente ferito.

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Situazione umanitaria

“Immagini strazianti di distruzione, sfollamento e morte sono emerse da #Rafah , inclusi bambini fatti a pezzi e persone bruciate vive. Questi attacchi barbarici costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale. Sono un attacco alla decenza umana e alla nostra umanità collettiva”. Lo hanno scritto gli esperti speciali dell’ONU.

La situazione umanitaria a Gaza è al collasso. Oltre alle bombe e missili sulle teste dei civili, mancano cibo, medicine e carburanti. Dal 6 maggio, giorno dell’offensiva di terra contro Rafah, gli aiuti entrano con il contagocce. La ong WCK (World Centrale Kitchen) ha dichiarato che ritirerà il proprio personale da Gaza a causa dell’invasione israeliana e del divieto di ingresso degli aiuti. Il porto galleggiante costruito dall’esercito USA è fuori servizio a causa del distacco dalla piattaforma di attracco ed in fase di riparazione che si prospetta lunga. 20 organizzazioni di assistenza e di diritti umani hanno denunciato che dal 6 maggio, l’esercito israeliano impedisce l’ingresso degli aiuti condannando la popolazione civile a morire di fame. “Malgrado le dichiarazioni propagandistiche, rimane un miraggio far accedere gli aiuti necessari a Gaza”, scrivono e poi proseguono: “Far arrivare gli aiuti via mare e con i paracaduti si è dimostrato illusorio e non efficace, costoso ed anche pericoloso”. Tra le ong firmatarie: Amnesty Int., il Consiglio norvegese per i profughi, Medici senza Frontiere, Oxfam, Save the Children, PAM, Islamic Relief e Action Aid.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Due soldati israeliani sono rimasti uccisi, nella provincia di Nablus, in un’azione di investimento intenzionale compiuta da un palestinese. Le truppe di occupazione hanno innescato un attacco militare contro la popolazione utilizzando droni che hanno lanciato razzi. Le aggressioni dei soldati hanno toccato tutte le province della Cisgiordania, compresa Ramallah sede del governo autonomo palestinese. L’intensità del fuoco israeliano, all’interno di un mercato centrale della città, ha causato un enorme incendio che ha distrutto diversi negozi. Almeno 5 giovani palestinesi sono rimasti gravemente feriti dalle pallottole dei soldati.

Con la recrudescenza dell’oppressione coloniale israeliana cresce anche la resistenza all’occupazione. Ovunque i soldati sono entrati hanno trovato una resistenza. Pietre e bottiglie incendiarie contro mitra, bombe a mano e missili.  

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ONU

Al Consiglio di Sicurezza nella discussione di ieri è stata espressa una forte condanna all’azione criminale dei generali israeliani contro la popolazione di Gaza, in particolare gli ultimi bombardamenti sulla zona che lo stesso esercito di Tel Aviv aveva dichiarato sicure. L’Algeria a nome del gruppo dei paesi arabi ha presentato una bozza di risoluzione per l’applicazione dell’ordinanza della Corte di Giustizia e il conseguente blocco dell’offensiva militare su Gaza. Tutti gli interventi dei rappresentanti, anche di Francia e GB, hanno espresso la condanna delle stragi compiute a Rafah e il sostegno alle richieste algerine. Si attende il discorso del rappresentante degli Stati Uniti e si prevede che gli USA usino di nuovo il veto per salvare Netanyahu e i suoi generali criminali.

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Diplomazia Internazionale

Sulla scia del riconoscimento di tre paesi europei dello Stato di Palestina, anche la Francia si avvia sul quel percorso, per non perdere posizioni diplomatiche nel mondo arabo. In una telefonata con il presidente Abbas, Macron ha esortato ad una riforma dell’ANP per prepararsi ad un riconoscimento da parte di Parigi e di altri Stati europei.

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Egitto-Israele

Al Forum economico arabo-cinese che si svolge a Pechino, il presidente egiziano Al-Sisi ha messo in guardia dalla deportazione forzata dai palestinesi di Gaza e Cisgiordania. “La comunità internazionale deve garantire la fine dell’assedio israeliano alla popolazione di Gaza e mettere fine all’origine della crisi, garantendo al popolo palestinese il suo diritto all’indipendenza con il ritiro dell’esercito israeliano dalle terre occupate”.

I rapporti tra Tel Aviv e Il Cairo sono in crisi a causa dell’occupazione da parte dell’esercito israeliano del valico di Rafah e del corridoio Philadelphia. La propaganda israeliana alimenta la tensione con la pubblicazione di notizie sui tunnel trovati al confine con l’Egitto. Alti esponenti della sicurezza egiziana – in forma di anonimato – descrivono queste dichiarazioni come “un tentativo per coprire il fallimento militare israeliano a Gaza e le stragi compiute contro i civili inermi”.

Il presidente cinese, Xi, ha espresso il sostegno della Cina alla soluzione dei due Stati con la conseguente creazione di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme est e i confini del 1967.

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CPI

Il Guardian ha pubblicato un’inchiesta rivelando che Yossi Cohen, ex capo dei servizi segreti di Tel Aviv, ha perseguitato per otto anni Fatou Bensouda, ex procuratrice della Corte Penale Internazionale (CPI) con l’obiettivo di bloccare le inchieste su Israele. Il giornale parla di ricatti, appostamenti, intimidazioni alla giurista e alla sua famiglia. 

l’indagine del quotidiano inglese Guardian è stata realizzata in collaborazione con +972 Magazine e Local Call. La procuratrice gambiana aveva deciso nel 2015 di aprire un’inchiesta preliminare sulla situazione in Palestina per una valutazione iniziale delle accuse di crimini a Gaza (l’invasione del 2014), in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Apriti cielo! Comincia un’assidua rincorsa da parte di Cohen per tentare di convincere Bensouda con le buone ma poi arriva alle minacce e allo stalking. Suo marito è stato seguito e fotografato nel tentativo di ricattare la famiglia e infine si arriva a dire in faccia alla procuratrice di stare attenta alla propria sicurezza e soprattutto a quella della famiglia. La procuratrice non si fa intimidire e la CPI emette sentenza di competenza sul caso Palestina, ma poi il suo mandato si conclude e il successore Khan non ha fatto avanzare l’inchiesta. Anche Khan recentemente ha denunciato di aver subito pressioni per costringerlo a non procedere nell’inchiesta in corso per il mandato di cattura nei confronti di Netanyahu e Gallant.  

Corte di Giustizia Int.

Il Messico ha deciso di affiancare il Sud Africa nella causa contro Israele intentata alla Corte di Giustizia internazionale dell’Aja, con l’accusa di genocidio a Gaza. In precedenza altri paesi si sono aggiunti alla causa sudafricana: Libia, Turchia, Nicaragua e Colombia. L’Egitto ha dichiarato di aver proceduto a presentare la domanda per aggregarsi alla causa, ma finora non è stato comunicato nulla da L’Aja. Probabilmente forti pressioni di Washington hanno bloccato l’azione del Cairo. Nessun paese arabo, oltre alla Libia, ha proceduto in tal senso.

Solidarietà Int.

Una campagna di solidarietà internazionale è stata organizzata sul web. Una foto con la scritta, in inglese, “Tutti gli occhi su Gaza” ha ottenuto in poche ore oltre 40 milioni di condivisioni. Tra le persone che hanno partecipato alla campagna anche grandi attori e famosi giocatori di calcio. (vedi l’articolo a parte su Anbamed)

Il Brasile ha deciso di non rimandare a Tel Aviv il proprio ambasciatore ritirato lo scorso febbraio. La crisi era stata innescata dalle dichiarazioni del ministro degli esteri israeliano denigratorie nei confronti del presidente Lula, definito “persona non grata”. I due paesi hanno ritirato i rispettivi ambasciatori per consultazioni. A febbraio il presidente Lula aveva accusato Israele di compiere un genocidio a Gaza contro la popolazione civile, “come quelli compiuti dai nazisti durante la seconda guerra mondiale”. Oramai è risaputo: la verità fa male.

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Yemen

Le milizie Houthi hanno annunciato di aver preso di mira sei navi statunitensi e israeliane. “Abbiamo abbattuto un drone USA sofisticato, che opera sia per spionaggio che per il lancio di missili teleguidati”. Centcom dal canto suo ha confermato che una nave di proprietà greca battente bandiera delle isole Marshal è stata colpita nel mar Rosso con tre missili, ma ha potuto proseguire il viaggio. Sarebbero stati abbattuti 5 droni kamikaze nei cieli del mar Rosso, lanciati dal territorio yemenita sotto il controllo degli Houthi.

L’agenzia iraniana Tansim ha rivelato che Teheran ha fornito agli Houthi missili balistici di tipo “Ghadr”. In passato Teheran ha sempre negato di aver armato gli Houthi.

Gli Stati Uniti hanno bombardato con missili il territorio yemenita sotto il controllo degli Houthi. Il comunicato di Centcom parla della distruzione di due rampe di lancio di missili balistici.

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Siria

Due attacchi aerei israeliani ieri sul territorio siriano. È Stata colpita la città di Banias e la provincia di Homs. Nel primo attacco due missili hanno colpito una fabbrica per la costruzione delle barche da pesca situata nel porto ed una casa di abitazione. È morta una bambina e sono rimaste ferite altre 12 persone. Ci sono anche due dispersi. L’attacco su Homs ha centrato una base militare dove sono stati uccisi tre soldati siriani.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, tre mesi e cinque giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Francia, GB e Germania sono d’accordo sull’uso, da parte dell’Ucraina, di missili di fabbricazione Nato contro il territorio russo. Il Cremlino: è una dichiarazione di guerra.

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[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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