Per ascoltare l’audio di oggi, 07 giugno 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 152 (1403)
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Le notizie:
Nel ghetto di Gaza, le truppe di occupazione israeliane non hanno nessun rispetto per la vita delle persone. Nella scuola dell’UNRWA del campo Nuseirat, bombardata dopo la mezzanotte di mercoledì, sono morte principalmente donne e bambini. Una strage che il segretario dell’ONU ha definito: “È solo un altro orribile esempio del prezzo che stanno pagando i civili, uomini, donne e bambini palestinesi che stavano solo cercando di sopravvivere. Condanna totale a questo attacco israeliano che non ha giustificazioni. Ci sarà bisogno di responsabilità per tutto quello che è successo a Gaza. Non si deve garantire l’impunità”.
L’esercito israeliano ha rivendicato l’azione criminale ed ha usato al solito la password valida per l’accesso a tutti i media: “Abbiamo colpito un comando di Hamas”.
Nella giornata di ieri, sono stati uccisi 86 persone e ferite altre 235. Nell’ospedale Aqsa – hanno raccontato gli infermieri – non ci sono posti per accogliere tutti i feriti, neanche a terra su delle semplici coperte.
Il nostro commento fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Campi di concentramento
Israele ha annunciato che chiuderà un campo di detenzione nel deserto del Negev dove i prigionieri palestinesi di Gaza hanno denunciato, dopo la loro liberazione, di essere stati sistematicamente picchiati e torturati. A maggio, tre informatori israeliani che lavoravano nella prigione di Sde Teiman hanno parlato ad una tv statunitense e giornali britannici. Uno degli informatori ha condiviso fotografie che mostrano palestinesi legati, bendati e con i pannolini nel centro di detenzione all’aperto delimitato con reti metalliche e filo spianto. A causa delle ferite causate dall’ammanettamento stretto e permanente con le fascette di plastica, diversi prigionieri hanno dovuto subire l’amputazione degli arti.
Situazione umanitaria
L’aggressione di Israele contro la Striscia di Gaza ha causato danni catastrofici all’ambiente naturale dell’enclave, secondo un rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA).
“La guerra a Gaza ha sconvolto milioni di vite palestinesi e ha causato danni catastrofici all’ambiente naturale da cui dipendono per l’acqua, l’aria pulita, il cibo e i mezzi di sussistenza”. Per poi aggiungere: “Il ripristino dei servizi ambientali richiederà decenni e non potrà iniziare prima del cessate il fuoco”.
Secondo i dati palestinesi, l’acqua disponibile a Gaza è oggi stimata solo al 10-20 per cento dei livelli prebellici, con una fornitura altamente variabile e dipendente dalla disponibilità di carburante.
Circa il 50% delle reti idriche e nove serbatoi su dieci sono stati distrutti a causa della guerra israeliana. Centinaia di pozzi sono stati demoliti con la dinamite o chiusi con il calcestruzzo.
Israele è accusato di genocidio dalla Corte internazionale di giustizia (ICJ), che nella sua ultima sentenza del 20 maggio ha ordinato a Tel Aviv di interrompere immediatamente le operazioni nella città di Rafah, dove oltre un milione di palestinesi aveva cercato rifugio dalla guerra, prima di essere invasa il 6 maggio. Almeno un milione di questa popolazione è stata costretta a sfollare per l’ennesima volta verso il centro del grande ghetto che è diventata Gaza.
Ospedali
L’OMS ha documentato 464 attacchi israeliani contro strutture sanitarie di Gaza dall’inizio della guerra. In questi attacchi sono stati uccisi 727 e feriti 933 operatori sanitari, tra medici, infermieri e personale tecnico. 101 le strutture mediche, tra ospedali e ambulatori, messi fuori uso e 113 le ambulanze distrutte.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Le aggressioni dei coloni ebrei israeliani estremisti a Gerusalemme est sono arrivate al saccheggio nel mercato vecchio. Al grido “morte agli arabi” gruppi di coloni, anche giovanissimi, hanno assaltato negozi e tentato di scardinare le saracinesche di quelli chiusi. Un’azione denunciata dai giovani israeliani (ebrei e palestinesi) del movimento Stand Together (Stare insieme), che hanno organizzato ronde non violente per la protezione della popolazione palestinese di Gerusalemme est dalle provocazioni e attacchi dei coloni. Le forze armate israeliane invece di bloccare i coloni aggressori hanno aggredito palestinesi e attivisti pacifisti. (vedi).
Un giovane palestinese di 24 anni è stato ucciso dall’esercito israeliano a Yaabed, vicino a Jenin. Nella giornata di ieri, in diverse città della Cisgiordania sono stati arrestati 60 palestinesi durante i rastrellamenti delle truppe di occupazione.
ANP
Il servizio segreto interno israeliano, Shabak, ha avvisato il governo – secondo il quotidiano di Tel Aviv, Yedioth Ahronoth – dell’imminente crollo dell’ANP a causa delle restrizioni economiche e finanziarie imposte dal ministro delle finanze, Smotrich. Le tasse doganali che Israele riscuote, per conto dell’ANP, sono state bloccate da Smotrich dallo scorso ottobre e queste entrate rappresentano il 70% del bilancio dell’Autorità. I servizi israeliani temono una nuova Intifada popolare.
Corte Int. di Giustizia
Madrid si aggiunge alla causa intentata dal Sud Africa con l’accusa ad Israele di genocidio. “Il governo di Spagna si unisce al processo aperto dal Tribunale internazionale di Giustizia avviato dal Sudafrica contro Israele per gli indizi di genocidio a Gaza”, ha annunciato il ministro degli Esteri, José Manuel Albares.
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Prigionieri
Il rappresentante di Israele all’ONU ha dichiarato che il suo paese non è d’accordo con l’ultima versione della proposta di risoluzione presentata dalla Casa Bianca al Consiglio di sicurezza dell’ONU. La modifica della precedente versione, presentata lo scorso lunedì, chiede anche ad Israele di rispettare l’accordo per lo scambio di prigionieri, mentre la precedente versione lo chiedeva soltanto a Hamas. Durante le trattative indirette a Doha, Egitto e Qatar hanno fatto notare ai capi della Cia la gravità della misura visto che è proprio il governo israeliano ad ostacolare il raggiungimento di un cessate il fuoco permanente.
L’inganno di Biden è basato sulla logica del gioco delle tre carte. Vuole ottenere una vittoria riportando gli ostaggi a casa (alcuni sono anche cittadini USA e questo aiuta elettoralmente), parla di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, ma nello stesso tempo arma la mano degli assassini generali israeliani. La sua proposta avanzata il 31 maggio, presentandola come una iniziativa israeliana, è stata sconfessata da Netanyahu. Questi teme la caduta del suo governo in caso di accettazione del cessate il fuoco permanente. Ieri la stampa israeliana ha pubblicato le veline dell’ufficio del premier che sostenevano il rifiuto da parte di Hamas del piano Biden. Notizia priva di ogni fondamento, ma utile alla linea della “fermezza” del governo dominato dall’estrema destra.
I negoziatori egiziani hanno registrato infatti progressi nel negoziato e che sarebbe imminente la risposta positiva di Hamas, annunciando anche un invito del governo del Cairo ad una delegazione di Hamas. Sarebbe – secondo la stampa del Cairo – un’iniziativa di mediazione con il fine di riunificazione del campo palestinese e l’ingresso di Hamas nell’OLP, preparando il terreno per un nuovo governo palestinese unitario dopo il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza.
Diplomazia
17 Paesi hanno chiesto ai leader di Israele e Hamas di fare tutti i compromessi finali necessari per concludere l’accordo sul cessate il fuoco e scambio di prigionieri. All’appello diffuso dalla Casa Bianca aderiscono: Stati Uniti, Spagna, Argentina, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Thailandia e Gb. L’adesione dell’Italia manca. www.anbamed.it
Solidarietà Int.
L’Assemblea Nazionale francese ha visto un altro episodio di solidarietà con i palestinesi. Dopo i due casi di deputati espulsi per aver alzato la bandiera palestinese, due giorni fa il gruppo di deputati di sinistra “France Insoumise” (Francia Indomita) del leader Jean-Luc Melenchon si sono predisposti, vestiti con i colori bianco, verde, rosso e nero, formando una coreografia secondo la bandiera palestinese. Dopo le proteste della destra, la seduta è stata sospesa, ma nessun parlamentare è stato espulso. Gli oratori di sinistra hanno contestato ai fascisti questa loro difesa a spada tratta di Israele, quando loro sono stati i primi antisemiti, non solo in un passato remoto, ma anche di recente. La sinistra, i verdi e i socialisti sono per il riconoscimento dello Stato di Palestina, i centristi di Macron non lo escludono, ma dicono di aspettare il momento opportuno. La destra, cioè i nipotini del nazifascismo, invece, difende Israele ed è contraria a qualsiasi riconoscimento della Palestina né ora né mai.
Che stiano attenti gli amici di Israele da queste alleanze variabili e strumentali, perché nel momento nel quale Israele non servirà più alle politiche colonialiste, la loro ferocia antisemita non si rivolgerà soltanto contro palestinesi e arabi, ma toccherà anche gli ebrei francesi e europei.
Sudan
Un massacro è stato compiuto a Wedd Ennoura, nella provincia di Al-Jazira a sud di Khartoum. Secondo le unità di resistenza popolare, almeno 200 civili sono stati uccisi dalle milizie di Pronto Intervento, con bombardamenti dell’artiglieria e con esecuzioni extragiudiziarie dopo aver preso il controllo del villaggio e compiuto saccheggi e stupri, prima di essere cacciati dalla controffensiva dell’esercito. Le unità di resistenza popolare parlano di genocidio e un crimine di guerra, che si aggiunge a quelli passati nelle altre varie province sudanesi sottoposte al dominio dei ribelli. I video postati sui social danno la dimensione del massacro compiuto e le distruzioni inflitte alla comunità del piccolo villaggio.
Libano
Si scalda sempre di più il fronte libano-israeliano. Numerosi attacchi sono stati lanciati dal Libano meridionale contro le colonie e caserme israeliane nei territori libanesi e siriani occupati nel 1967. Secondo Hezbollah sarebbe stato colpito il sistema difensivo noto come la “Cupola d’acciaio”. La censura militare israeliana ha vietato la pubblicazione delle foto di un’unità colpita in pieno, per non dare l’impressione del fallimento dell’esercito.
L’aeronautica israeliana ha colpito duramente nella profondità del territorio libanese, giungendo fino alla valle del Beqaa. Un drone israeliano ha preso di mira una moto di grossa cilindrata a Aytaroun, causando – secondo l’agenzia stampa ufficiale libanese – due feriti. L’obbiettivo era un comando di Hezbollah addetto alla difesa antiaerea che ha causato non poche difficoltà all’aeronautica di Tel Aviv.
Secondo la stampa israeliana, i piani militari per l’invasione del Libano sono pronti e l’esercito sarebbe in attesa dell’ordine politico. Gli strateghi di Washington hanno sempre consigliato Tel Aviv di non procedere in una simile avventura, per non allargare il conflitto all’Iran. Ma le teste calde nel governo israeliano, come Ben Gvir, strillano chiedendo di “ridurre il Libano in cenere”.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, tre mesi e tredici giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Kiev e 12 altre regioni sono senza corrente elettrica. Oggi black-out in tutto il paese. Zelensky star dei festeggiamenti per l’80 esimo dello sbarco in Normandia (non in Lombardia come hanno affermato nelle loro gaffes certi giornalisti tv italiani).
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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto
[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui
Approfondimenti
[Echi della stampa araba]: a cura diMargaret Petrarca (Per saperne di più)
[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI
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