Per ascoltare l’audio di oggi, 09 giugno 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 154 (1405)

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Le notizie:

Ostaggi liberati

L’esercito israeliano, con un’operazione complessa alla quale hanno partecipato unità speciali statunitensi, è riuscito a liberare quattro ostaggi nelle mani di Hamas. Una donna e tre uomini. Erano detenuti in due appartamenti nel campo di Nuseirat, nel centro della Striscia. L’operazione è iniziata con un bombardamento intenso dal cielo, dall’artiglieria e dalle navi sul campo densamente popolato. Elicotteri hanno mitragliato la folla per strada. Un gruppo delle truppe speciali è penetrato nel campo su un camion degli aiuti umanitari carico di materassi. Gli agenti speciali, quando sono arrivati sul luogo, hanno montato scale nascoste sotto i materassi e sono saliti agli appartamenti dove erano trattenuti gli ostaggi. Si è svolta una breve sparatoria e poi gli ostaggi liberati sono stati evacuati su due auto verso la spiaggia per essere trasferiti in elicottero alle colonie nella cintura di Gaza e poi in un ospedale di Tel Aviv. Nell’operazione sarebbe morto un soldato israeliano, secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’esercito di Tel Aviv. La descrizione dell’operazione è il frutto di testimonianze di persone che erano presenti nella zona, rilasciate a tv arabe. Una delle auto per la fuga si è guastata, secondo quanto ha raccontato il portavoce dell’esercito, ed è nata una sparatoria e successivo intervento degli elicotteri sul luogo, per salvare il gruppo e evacuare i soldati. Nei bombardamenti israeliani sono rimasti uccisi 210 palestinesi e feriti altri 400, secondo quanto hanno dichiarato i medici dell’ospedale di Deir Balah.

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Genocidio a Gaza

L’operazione di Nuseirat per la liberazione degli ostaggi è costata la vita a 210 palestinesi. Per Israele sono un danno collaterale. Un disprezzo razzista per la vita dei palestinesi.  

I generali israeliani hanno ucciso ieri, in 6 stragi, 280 persone e ferito 550. La strage più sanguinosa è quella avvenuta a Nuseirat per la liberazione dei 4 ostaggi israeliani, dove sono stati uccisi 210 persone e ferite 400.

Il nostro commento fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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ONU

Il vice segretario e Commissario ONU per gli affari umanitari, Martin Griffith, ha dichiarato che “il campo profughi di Nuseirat è l’epicentro del trauma sismico che i civili di Gaza continuano a subire. Mentre 4 ostaggi vengono riuniti alle loro famiglie, decine di persone sono ancora tenute prigioniere. Devono essere rilasciati tutti. Le immagini di morte e di devastazioni in seguito all’operazione militare israeliana provano che ogni giorno in cui questa guerra continua, diventa sempre più orribile. Vedere i corpi abbandonati per terra, morti e feriti, ci ricordano che a Gaza nessun posto è sicuro. Vedere i feriti distesi a terra negli ospedali ci ricorda che la sanità a Gaza è appesa ad un filo. Tutti i civili devono essere protetti. Questa agonia deve finire”. QUI

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Manifestazioni di solidarietà con la popolazione di Gaza sono state organizzate a Ramallah e Nablus. Proteste spontanee benvolute dall’autorità nazionale che ha duramente condannato la strage di Nuseirat ed ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’ONU di ”dedicare una seduta a questo ennesimo crimine israeliano”, come ha dichiarato il presidente Abbas.

A Gerusalemme est, 6 famiglie palestinesi sono state costrette a demolire la propria casa costruita nel 2002, dopo lunghi anni di attesa di un’autorizzazione che non era mai arrivata. Nella palazzina di tre piani vi abitavano 6 famiglie composte da 50 persone. “Festeggeremo l’Eid Kebir (la festa del sacrificio, che ricade tra  una settimana) sulle macerie della nostra casa”, ha detto Ata Sawahreh, il nonno di famiglia.

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Israele

Gantz ha rinviato la conferenza stampa delle sue dimissioni dal Consiglio di guerra, in seguito alla liberazione dei 4 ostaggi. Non ha fissato la data nella quale interverrà. Netanyahu non ha perso tempo a sfruttare l’azione militare per fare appello strumentale a Gantz: “Rimani nel governo, questo è il momento dell’unità”.

Una grande manifestazione a Tel Aviv che chiede una trattativa per la liberazione degli ostaggi. Felicità per i 4 liberati, ma preoccupazione per gli altri rimasti ancora nelle mani di Hamas e Jihad Islamica. “Il governo deve agire per liberare tutti gli altri e l’unica via sicura è quella della ripresa delle trattative”, ha detto un genitore. Ai microfoni di un canale tv israeliano, la sorella di un trattenuto ha sottolineato che “ci sono voluti 8 mesi di guerra per liberare 4 ostaggi vivi. Per liberare tutti i 120, quanto tempo ci vorrà? Non possiamo aspettare anni, come per Arad”.

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Prigionieri

La storia di Zain, un 15enne palestinese nelle carceri israeliane. È stato rilasciato all’inizio di giugno, dopo 7 mesi di carcere. È stato arrestato perché lanciava pietre contro i soldati nel campo profughi Shu’faat. È stato arrestato a casa nel pieno della notte, ammanettato e bendati gli occhi. “Ho subito interrogatori violenti. Sono uscito dal carcere con diverse ossa della mano e un braccio rotti. Mi hanno dato calci sui testicoli, casandomi perdite di sangue nelle urine”. Oltre alla tortura fisica, vi era anche la pressione psicologica. Volevano che confessasse i suoi legami con le organizzazioni della resistenza, minacciandolo di mettere in prigione sua madre e di impedire a suo padre le sedute di dialisi. Zain ha raccontato della pratica delle “Qamaat”, ovvero sedute di repressione. Le guardie del carcere che irrompono nelle celle e picchiano con i bastoni i detenuti senza nessun motivo, se non il loro sadismo. Zain ha contratto in carcere la scabbia, “perché ci hanno impedito di lavarci e hanno sequestrato tutti i vestiti e il sapone mandati dalla famiglia”. Lo chiamano carcere amministrativo, senza accuse e senza processo. Zain non è mai stato portato davanti ad un giudice. È stato rilasciato, perché avevano sbagliato persona, lui non apparteneva a nessun’organizzazione; semplicemente difendeva la libertà della sua terra e della sua gente dall’oppressione degli occupanti.  

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Diplomazia

L’arrivo di Blinken. Le cancellerie arabe sono in forte attesa e sperano che questa visita sia quella decisiva per la fine dell’aggressione contro Gaza, che comincia a erodere la loro credibilità di fronte all’opinione pubblica interna, malgrado la censura sull’informazione e la repressione di ogni dissenso. Secondo le informazioni trapelate Blinken in questa visita non si limiterà a discutere del cessate il fuoco e scambio prigionieri, ma avvia quella che l’amministrazione Biden chiama la normalizzazione dei rapporti tra i paesi del Golfo e Israele. L’inganno sta nelle parole: promessa di uno stato palestinese in futuro (quando non si sa, perché tutto dipenderà dalle trattative bilaterali tra palestinesi e israeliani) in cambio di riconoscimento e relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Israele nell’immediato. La solita politica dei due tempi, per fregare i più deboli.

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Solidarietà

Manifestazione a Londra in sostegno della Palestina.Migliaia di persone hanno partecipato ieri alla protesta per chiedere il cessate il fuoco a Gaza e la fine della repressione in Cisgiordania e rivendicato il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del governo di Londra. Il corteo ha raggiunto la camera dei Comuni alzando le bandiere palestinesi. La manifestazione ha una sua valenza politica interna, perché in GB si terrano le elezioni politiche il prossimo 4 luglio.

Colombia blocca le esportazioni di carbone fossile verso Israele.  Lo ha dichiarato il presidente Petro, sottolineando che questo divieto continuerà fino alla conclusione del genocidio a Gaza. Loo scorso maggio, Bogotà ha interrotto le relazioni diplomatiche e annunciato il blocco di tutte le importazioni di armi da Israele.

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Sudan

Si estendono gli scontri in tre fronti: la capitale Khartoum, il capoluogo del Darfur settentrionale, El-Fasher, e nella Provincia del Nilo Bianco nel sud.

Sono allarmanti le notizie che provengono dal Darfur sotto il controllo delle milizie di Pronto Intervento, ex Janjaweed. “È in corso una pulizia etnica su vasta scala in tutte le province del Darfur dominate da mesi dalle milizie”, dicono i rapporti delle organizzazioni della società civile locali. Sono ripresi gli attacchi incendiari contro i villaggi per costringere la popolazione a fuggire verso il Ciad.  

Secondo i rapporti dell’ONU, il numero degli sfollati in tutto il Sudan ha superato i 10 milioni.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, tre mesi e 15 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui

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[Echi della stampa araba]: a cura diMargaret Petrarca (Per saperne di più)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI====================================================

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