[Anbamed]1409- 13 giugno ’24

Per ascoltare l’audio di oggi, 13 giugno 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 158 (1409)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

250esimo giorno di guerra. Ieri a Gaza sono state compiute tre stragi che hanno provocato l’uccisione di 38 persone e il ferimento di altre 100. Uno stillicidio quotidiano che sta decimando la popolazione civile.

Nella notte,, l’esercito ha fatto saltare con la dinamite interi quartieri occupati di Rafah e ha bombardato i campi degli sfollati a Nawasi, la zona indicata dallo stesso esercito come zona sicura o umanitaria.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

Secondo l’OMS, a Gaza nel mese di maggio, in seguito all’occupazione di Rafah, sono morti di fame 32 palestinesi, 28 dei quali sono bambini al di sotto di 5 anni.

È particolarmente grave la situazione nel nord della Striscia. A Jebalia, migliaia di persone si mettono in fila per ottenere un piatto di riso, da consumare per l’intera famiglia. L’esercito israeliano impedisce il passaggio degli aiuti e anche i depositi dell’UNRWA sono stati distrutti o addirittura incendiati. La fame come arma di guerra.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Funerali popolari per le 12 vittime assassinate ieri l’altro dall’esercito israeliano in diverse località della Cisgiordania. Uno sciopero generale in tutte le città palestinesi e migliaia di persone hanno accompagnato i feretri delle vittime nel loro ultimo viaggio.

A Gerusalemme est, 600 coloni ebrei estremisti hanno profanato le moschee di Al-Aqsa, protetti dalle forze di occupazione. Nel mercato della città vecchia, un colono ha estratto la pistola ed ha sparato alla volta di un negoziante palestinese che si trovava nel suo negozia. Per fortuna ha sbagliato mira e l’uomo palestinese è uscito indenne. All’arrivo delle forze militari ad essere indagato è stato il commerciante palestinese, mentre lo sparatore è stato scortato e, una volta fuori dalle viuzze della città vecchia, è stato lasciato libero.

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Trattative

Due fonti del Cairo, citate dal canale Al-Qahira news, hanno affermato che la risposta di Hamas e Jihad Islamica al piano Biden, sostenuto da una risoluzione ONU, è positiva ed incoraggiante e sono in corso trattative per superare i gap tra i due movimenti palestinesi e il governo Netanyahu. Le annotazioni palestinesi riguardano la richiesta di una garanzia scritta di Washington che alla terza fase avverrà la conclusione del conflitto e il ritiro di tutti i soldati israeliani da Gaza, compresa Rafah. Il consigliere per la sicurezza, Sullivan, ha affermato che il memorandum di Hamas era atteso e non sarà uno ostacolo al raggiungimento dell’accordo e si sta lavorando per migliorare le terminologie usate nel piano, in modo di avvicinare le posizioni di Israele e Hamas.

Bliken invece alla conclusione del suo incontro a Doha con il negoziatore qatariota, Al-Thani, ha detto che le richieste di Hamas non sono accettabili e che “non bisogna lasciare mano libera a Hamas di decidere il futuro della stabilità nella regione”.   

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Libano

Una risposta dura quella di Hezbollah all’assassinio di 4 dirigenti del partito in un bombardamento israeliano di due giorni fa su Jowia: 200 razzi e missili sono stati lanciati contro il territorio israeliano, provocando enormi incendi. La ritorsione israeliana non si fatta attendere con bombardamento a tappeto su tutta la fascia di demarcazione del Libano meridionale. Uno dei caccia israeliani – secondo un comunicato di Hezbollah – è stato preso di mira dai missili telecomandati ed ha dovuto far marcia indietro.

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Yemen

La stampa di Sanaa e i social in tutto il mondo arabo seguono con interesse la vicenda del minore Ahmed Zwueiki, condannato alla pena capitale per aver colpito a morte il violentatore della sorella, Fatima, mentalmente disabile. La vicenda è abbastanza intricata, per la violenza sessuale nei confronti della ragazza disabile rapita da casa mentre era da sola. I fatti risalgono al 2015. La famiglia aveva denunciato il violentatore, Abdallah Al-Ashoul, che è stato condannato a 6 mesi di reclusione (non è stata applicata neanche la sharia, perché l’uomo ha dichiarato di essere disponibile a sposare la vittima). La famiglia non ha accettato e la condanna così esigua è stata sconvolgente per i familiari della ragazza.

Non pago delle sue nefandezze passate, l’uomo quando è tornato libero, nel 2020, ha continuato a molestare la donna e una volta è arrivato ad entrare nella casa con la madre e il fratello minore presenti, Pubblicamente si è messo a molestarla davanti ai parenti, che ai suoi occhi erano deboli per fronteggiarlo, in assenza del padre e dei fratelli maggiori, tutti al lavoro.  

Ahmed ha tirato fuori il fucile del padre e ha ordinato all’uomo di uscire da casa, ma quello ha tirato fuori una pistola. Il ragazzo sembra sia stato più veloce e l’uomo è rimasto a terra morto. La dinamica della morte non è chiara. la famiglia sostiene che il colpo che ha colpito il disturbatore si era rimbalzato, ma ad ogni caso anche lui ha sparato dalla pistola. L’avvocato di Ahmed ha sostenuto la legittima difesa, ma il giudice, non si sa per quali ragioni, ha emesso una condanna a morte nei confronti di Ahmed. Un assurdo giudiziario irrispettoso della stessa legge islamica. L’avvocato è sicuro di spuntarla nel processo d’appello, ma molta gente sulle piattaforme social protesta e chiede il dimissionamento del giudice.

Una storia di doppia negazione dei diritti: quelli della donna violentata e del ragazzo minorenne condannato a morte ingiustamente. 

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, tre mesi e 19 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui

Approfondimenti

[Echi della stampa araba]: a cura diMargaret Petrarca (Per saperne di più)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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