Per ascoltare l’audio di oggi, 16 giugno 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 161 (1412)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Rafah è la Guernica palestinese. Bombardamenti incessanti giorno e notte che stanno rendendo la vita impossibile alla popolazione civile. Intere famiglie sono state decimate sotto le macerie delle proprie case. Nella giornata di ieri tre abitazioni sono state rase al suolo, uccidendo 30 persone e ferendo altre 95.

L’esercito israeliano ha comunicato di aver perso 8 soldati uccisi negli scontri a Rafah con i combattenti palestinesi.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

Tutte le agenzie dell’ONU testimoniano una situazione umanitaria difficile in tutta Gaza, ma particolarmente per la zona nord. L’UNRWA sostiene che 50 mila bambini palestinesi sono in gravi condizioni di malnutrizione e avrebbero bisogno di cure mediche per superare la fase acuta. “Bombardamenti israeliani e il blocco militare del passaggio degli aiuti sono la causa di questa situazione. È necessario un cessate il fuoco”.

Il portavoce dell’UNICEF, James Elder, che ieri ha visitato Deir Balah, nel centro di Gaza, ha descritto la situazione come “spaventosa”. In una dichiarazione alla stampa si è soffermato sulle “conseguenze fisiche e psicologiche sui bambini dei bombardamenti quotidiani e delle misere condizione di alloggi di fortuna, nei continui sfollamenti di intere famiglie, oltre alla fame”.

Il responsabile ONU a Gaza della Commissione per i diritti umani ha detto che le operazioni militari a Rafah e la chiusura del valico con l’Egitto stanno causando una penuria grave di derrate alimentari, che violano il diritto internazionale di guerra.   

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Un minore di 16 anni, Sultan Khatatbeh, è stato assassinato dai soldati israeliani che sono entrati nel villaggio di Beit Foreik, vicino a Nablus. Contro il lancio di pietre, i soldati hanno sparato all’impazzata, ferendo anche persone che si trovavano lì di passaggio. Tre feriti gravi, tutti colpiti al torace, segno che l’intenzione delle forze di occupazione era quello di uccidere. I soldati hanno bloccato l’ambulanza della Mezzaluna rossa per impedire i soccorsi e di fronte all’insistenza dei soccorritori hanno sparato sul vetro. Rastrellamenti simili si sono svolti anche a Jenin e Al-Khalil.

Nella giornata della festa di Ied Kebir, le forze di occupazione israeliane hanno invaso le spianate delle moschee, interrompendo una tra le più importanti cerimonie religiose musulmane.   

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Prigionieri

L’ex presidente del Consiglio legislativo palestinese, Dueik, liberato due giorni fa dal carcere israeliano del Negev, ha descritto in una conferenza stampa le terribili condizioni di detenzione dei palestinesi nelle carceri israeliane. “In sette mesi di carcere amministrativo (senza accuse e senza processo. NdR) ho perso 30 chili. Vige un trattamento disumano da parte dei secondini, che arriva alla violenza sadica gratuita e collettiva, per una semplice richiesta di un detenuto. Se chiedi delle medicine ti rispondono: “scrivi a Hamas”. La tortura della fame programmata è la cosa più terribile: un piccolo pezzo di pane, una sola volta al giorno. Qualche volta due cucchiai di riso bollito semicrudo, senza nessun condimento. Un giorno in cella che contiene 10 detenuti è arrivato un piatto solo di fagioli”.

Il rilascio di Dueik è avvenuto per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute e le autorità carcerarie temevano la sua morte in carcere.

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Libano

Tutti i segnali dicono che si è sul punto di rottura di un equilibrio bilanciato nello scontro tra l’esercito israeliano e la resistenza libanese di Hezbollah. Israele ha avviato bombardamenti nella profondità del territorio libanese e i missili in partenza dalle basi mobili libanesi stanno arrivando fino a Haifa. La pressione degli sfollati israeliani sul governo Netanyahu stanno diventando opposizione politica. Dopo le polemiche tra il ministro della guerra israeliano Gallant contro le dichiarazioni del presidente Macron, che invitava a raggiungere un accordo con il Libano, per evitare l’invasione di terra tante volte minacciata da Israele, ma mai effettuata, il ministro della guerra statunitense, Austin, ha invitato Gallant al Pentagono. Anche gli Stati Uniti non sono favorevoli all’estensione del conflitto e lavorano per una mediazione. Un emissario della Casa Bianca sarà domani a Tel Aviv.

La responsabile dell’ONU in Libano e il comandante dei Caschi Blu hanno messo in guardia che la situazione sulla linea di demarcazione tra Libano e Israele potrebbe degenerare. “è un pericolo reale”, secondo le loro valutazioni della situazione.

Ieri, i bombardamenti israeliani hanno riguardato villaggi vicini a Tiro, dove due donne sono state uccise mentre lavoravano nei campi agricoli. Gli attacchi di Hezbollah con missili e droni hanno colpito il comando dell’esercito israeliano nel nord della Galilea. Vasti incendi si sono divampati attorno alle colonie israeliane.  

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Yemen

Un’altra nave commerciale diretta verso Israele è stata colpita ieri nel Golfo di Aden. Secondo un comunicato di Centcom (QUI), la nave ucraina  MV Verbena, battente bandiera delle isole Palau, è stata colpita da due missili ed è stata abbandonata dall’equipaggio per l’impossibilità di domare il fuoco. Il personale di bordo è stato assistito da una nave commerciale di passaggio nella zona e un ferito grave è stato evacuato da elicotteri militari statunitensi.

Il portavoce degli Houthi ha rivendicato l’attacco, il secondo in due giorni consecutivi, promettendo che “tutte le navi dirette in Israele saranno prese di mira, malgrado gli attacchi statunitensi contro le città yemenite”. Ieri, un comunicato militare del Pentagono ha informato che sono stati distrutti, in raid aerei sullo Yemen, 8 rampe di lancio di missili.

I costi delle operazioni di Washington nel mar Rosso hanno superato un miliardo di dollari, ma gli Stati Uniti non sono riusciti a raggiungere i propri obiettivi in 7 mesi di bombardamenti sullo Yemen. La missione “internazionale” di sostegno al commercio navale di Israele, annunciata lo scorso novembre, è finita di fatto coll’ostilità silente dei paesi rivieraschi e l’adesione soltanto della GB. La partecipazione autonoma dell’UE, dopo un clamore mediatico iniziale, non se n’è più sentito parlare.  

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Proteste studenti pro Palestina

L’Università di Londra ha dato agli studenti 24 ore di avviso per smontare il campo di tende realizzato nei giardini del campus, pena provvedimenti disciplinari e la richiesta dell’intervento della polizia. La direzione scolastica si era rivolta al tribunale civile per ottenere un ordine di sgombero e ha vinto la causa. Tra le richieste degli studenti vi era la cancellazione di tutti i contratti con società accusate di esportare armi in Israele.  

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Sudan

Un rapporto dell’ONU accusa le milizie di Pronto Intervento di utilizzare mercenari della Repubblica Centrafrican. Il Comitato degli esperti nominato dal Consiglio di Sicurezza ha documentato la situazione al confine tra i due paesi, in modo particolare del valico di frontiera di Om Dafouq, controllato dalle milizie e ripetutamente bombardato dall’aeronautica dell’esercito. Il valico è luogo per la fuga dei profughi verso la Repubblica centrafricana, ma è anche il punto di reclutamento e  passaggio dei mercenari, sia cittadini del paese confinante sia di altre nazionalità, soprattutto dal Ciad e del Niger.

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Iran-Svezia

È stata coronata di successo la mediazione omanita tra Iran e Svezia. È stato raggiungo infatti l’accordo per lo scambio di prigionieri tra i due paesi. Il ministro degli esteri dell’Oman, Badr Al-Bousaidi, ha annunciato che i tre rilasciati sono in arrivo a Moscate, per ripartire poi alle loro destinazioni. Johan Floderus è un diplomatico svedese arrestato a Teheran nel 2022 e accusato di spionaggio. Rischiava una condanna a morte. Said Azizi, un cittadino svedese di origine iraniana è stato arrestato in Iran nel 2023 ed era condannato all’ergastolo. I due cittadini svedesi sono stati scambiati con Hamid Noury, ex vice procuratore in un carcere della capitale iraniana ed è stato accusato in Svezia per le sue responsabilità nelle condanne a morte di molti detenuti politici nel 1988. Era stato condannato all’ergastolo.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, tre mesi e 21 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Iniziata in Svizzera una conferenza internazionale sulla guerra in Ucraina, senza invito alla Russia. La Cina ha disertato l’appuntamento.

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui

Approfondimenti

[Echi della stampa araba]: a cura diMargaret Petrarca (Per saperne di più)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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