Per ascoltare l’audio di oggi, 30 giugno 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 175 (1426)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

L’esercito israeliano di occupazione ha compiuto per tutta la notte attacchi con bombardamenti aerei e con l’artiglieria sui quartieri di Rafah. L’avanzata di terra nella città meridionale è stata rallentata, ma continua da 4 giorni quella sul quartiere di Shejaie a Gaza città. I soldati invasori, in un atto di puro sadismo, hanno incendiato le tende di plastica degli sfollati a Nawassi, la cosiddetta “zona umanitaria”, indicata come sicura dall’esercito.  

Nella giornata di ieri, fino a mezzogiorno, sono state compiute tre stragi, portando il totale delle vittime a 37.834 uccisi e 86.858 feriti.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

I funzionari dell’ONU mettono in guardia dalle condizioni di vita nei campi di sfollati in tutta Gaza. “I cumuli di rifiuti solidi urbani e le acque reflue stanno minacciando la salute dei profughi. Il sopraggiungere delle alte temperature estive ha reso il clima irrespirabile e la diffusione delle malattie, soprattutto intestinali e della pelle, molto più estesa. L’esercito ha rifiutato il trasporto dei rifiuti alle discariche”. www.anbamed.it

Cisgiordania e Gerusalemme est

Incursioni notturne per rendere la vita infernale alla popolazione. Nella provincia di Nablus sono state compiute ieri notte 9 rastrellamenti in altrettanti villaggi e quartieri. Arresti e devastazioni deliberate come punizione collettiva.

Il piano del governo Netanyahu è sempre più chiaro: costringere la popolazione a fuggire per lasciare spazio alla colonizzazione ebraica. La decisione illegale del governo di autorizzare 5 colonie ebraiche è un altro passo sul furto di terre a scapito della popolazione della Cisgiordania.

La municipalità di Gerusalemme ha mandato avvisi alle chiese cristiane della città occupata per il pagamento delle tasse sulle loro proprietà. Chiede arretrati per 125 milioni di dollari. È un atto illegale perché Gerusalemme est è una città occupata e secondo le leggi internazionali, le autorità di occupazione non hanno nessun diritto di imporre tasse o cambiare e leggi. Il Consiglio delle chiese cristiane sta valutando il ricorso alla Corte di Giustizia internazionale dell’Aja per dirimere il contenzioso.

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Corte di Giustizia Internazionale

Anche il Cile ha aderito ufficialmente alla causa intentata dal Sud Africa contro Israele, con l’accusa di genocidio. Si allarga così il campo dei paesi che si impegnano attivamente per contrastare la guerra genocida di Netanyahu accrescendo l’isolamento di Israel. Sono allo studio anche le adesioni di Belgio e Irlanda. In passato, i paesi aderenti alla causa sudafricana sono stati limitati all’area araba, islamica e latino-americana.

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Israele

Grandi mobilitazioni contro il governo Netanyahu proseguono quotidianamente e senza interruzioni. Vi hanno partecipato anche i capi dell’opposizione Gantz e Lapid e l’ex premier Barak. Chiedono la caduta del governo e nuove elezioni anticipate in autunno. Al centro delle mobilitazioni è la necessità di riportare a casa vivi gli ostaggi in mano di Hamas.

Di un altro tenore invece la manifestazione annunciata per domani lunedì. Il 1° luglio, infatti, si terrà a Tel Aviv la prima grande manifestazione per la Pace, per dire no alla guerra, per la fine del conflitto e per un nuovo accordo negoziale.

“Una risoluzione politica del conflitto che garantisca i diritti di entrambi i popoli all’autodeterminazione, alla sicurezza, alla dignità e alla libertà” si legge nell’appello sottoscritto da oltre 50 associazioni israeliane ed associazioni miste, composte da ebrei, arabi, israeliani, palestinesi, uniti da un obiettivo comune: pace, sicurezza e rispetto reciproco.

Oggi si terranno in molte città del mondo iniziative di supporto a questo movimento pacifista. Si potrà seguire online la manifestazione di Tel Aviv secondo le indicazioni di questo sito ufficiale, dove è anche pubblicato l’appello integrale e le firme degli aderenti: (QUI in lingua inglese).

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Libano

Caccia israeliani hanno violato lo spazio aereo di Beirut, infrangendo la barriera del suono. Terrore tra la popolazione indifesa. È una guerra psicologica che si affianca a quella brutale di uccisioni e devastazioni nel sud e nella valle della Beqaa.

Nella giornata di ieri sono continuati gli scambi di artiglieria e lanci di missili e droni a ridosso della linea di demarcazione tra i due paesi.

La diplomazia USA e quella francese stanno lavorando per evitare un conflitto generalizzato, minacciato da tempo da politici e generali israeliani. Il ministro della guerra di Tel Aviv, Gallant ha dichiarato ieri che “presto i cittadini israeliani del nord torneranno nelle loro case”. Una frase emblematica che non si capisce se fosse una minaccia di un’avanzata di terra dell’esercito israeliano oppure illudesse ad un possibile accordo con Hezbollah.

Il partito di Dio libanese guadagna una rottura dell’isolamento anche in seno al mondo arabo, per le sue posizioni vicine all’Iran. La Lega araba ha dichiarato ieri che non considera Hezbollah come un’organizzazione terroristica ma come un movimento di resistenza nazionale contro l’occupazione israeliana. Anche la diplomazia di Washington non rifiuta il confronto con i leader del movimento pur in via indiretta tramite il capo del parlamento di Beirut, Nabih Berri, capo dell’altro movimento sciita, Amal (Speranza).

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Cultura solidale

L’attore e scrittore spagnolo, Pedro Alonso, ha raggiunto il gruppo Voci per Gaza (Voices for Gaza), esprimendo solidarietà con il popolo palestinese. “Guardo le facce e vedo persone invecchiate, hanno paura di un nuovo olocausto, hanno paura di essere di nuovo cacciati dalla loro terra. Sono stanchi di scappare da una città all’altra, sono stanchi di correre da una tenda ad un’altra, in fuga da una macchina di guerra che distrugge tutto indiscriminatamente. Questa è una guerra che non dà il diritto alla vita e anche quando finirà se ne comincerà un’altra, perché non ci sarà nulla per il quale vivere”. (Ecco l’audio dell’intervento in spagnolo sottotitolato in inglese)

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Iran

I risultati definitivi hanno confermato i dati parziali di ieri: si va al ballottaggio il 5 luglio. Il riformista Masoud Pezeshkian è arrivato primo con 10 milioni 450 mila voti e il 42,6%. Seguito dal conservatore Jalili con 9,5 milioni di voti. L’affluenza alle urne è stata del 40%, la più bassa dai tempi della Rivoluzione Khomeinista alla fine degli anni settanta. L’affermazione del riformista Pezeshkian e la bassa affluenza alle urne è un segnale del fallimento della linea dura del regime e avrà i suoi effetti nella politica interna dell’Iran e soprattutto nella scelta del successore della guida spirituale sciita iraniana, l’anziano Khaminei.  

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Lingua Amazigh

Google ha aggiunto un traduttore della lingua Amazigh. Il traduttore automatico online funzionerà sia con la trascrizione in lettere latine che in alfabeto tifinagh, il cosiddetto alfabeto libico. La lingua amazigh è stata per secoli una lingua parlata e non scritta, ma con lo sviluppo dei movimenti indipendentisti e per la rinascita culturale, principalmente in Marocco e Algeria, sono stati intrapresi studi e ricerche per riprendere l’alfabeto antico conservato nelle comunità berbere della Libia. L’alfabeto tifinagh è riconosciuto ufficialmente in Marocco dal 2003 e in Libia dal 2012.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, quattro mesi e sei giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina

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Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui

Approfondimenti

[Echi della stampa araba]: a cura diMargaret Petrarca (Per saperne di più)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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