Per ascoltare l’audio di oggi, 03 luglio 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 178 (1429)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
No, non è la guerra “Israele-Hamas” come titolano molti media scorta mediatica del genocidio. È la guerra di Netanyahu e dei suoi generali contro i bambini palestinesi. Se ce la fate, guardate questo video di un bombardamento di ieri.
Gli invasori israeliani hanno compiuto ieri 3 stragi. Agli ospedali sono arrivati 25 civili uccisi e altri 81 feriti.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
L’UNRWA ha previsto che 250 mila palestinesi saranno costretti in questi giorni ad evacuare Khan Younis per l’ennesima volta, dopo che l’esercito, appena una settimana fa, aveva ordinato loro di lasciare Rafah e dirigersi tra i ruderi della città martoriata. Qui, in inglese. “Poche settimane dopo che le persone erano state costrette a tornare nella devastata Khan Younis, le autorità israeliane hanno emesso nuovi ordini di evacuazione per l’area. Ancora una volta, le famiglie devono affrontare spostamenti forzati. Si stima che 250.000 persone dovranno fuggire. Anche se a Gaza nessun posto è sicuro”. Le immagini postate dalla gente in fuga sono allarmanti: “Stiamo vagando per le strade, non si trova nessun posto per dormire. A mezzanotte, giriamo da ore con i bimbi in braccio per trovare un angolo in riparo, ma inutilmente”, scrive uno sui social, postando un video delle masse erranti. Ecco cosa mostra Zeeshan Akram: clicca qui
Cisgiordania e Gerusalemme est
È guerra non dichiarata. A Tulkarem l’esercito israeliano ha bombardato con un missile una casa uccidendo 4 militanti palestinesi.
Un palestinese è stato colpito da una pallottola sparata dai soldati israeliani a Nablus. La mezzaluna rossa palestinese non è riuscita a raggiungerlo, per i necessari soccorsi, a causa delle fitte mitragliate dei soldati.
Il rapporto semestrale del “Comitato palestinese per la difesa della terra” ha riportato che “nei primi 6 mesi del 2024, ci sono state 7681 aggressioni israeliane compiute dall’esercito e dai coloni armati in Cisgiordania. Oltre ai rastrellamenti militari, vi sono state demolizioni di case, confisca di terre agricole, deportazioni di pastori nomadi, attacchi alle abitazioni, incendi di auto, sradicamento di alberi, incendi dei raccolti e altre provocazioni per rendere la vita impossibile alla popolazione civile disarmata”. Il rapporto rileva anche che le aggressioni dei coloni nello stesso periodo sono state 1334 (quasi 8 al giorno), che hanno causato l’uccisione di 7 civili palestinesi. “È una annessione strisciante che mira a deportare i palestinesi e sottometterli sotto il tallone dell’occupazione e dell’Apartheid”.
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Crimini del colonialismo
A Gerusalemme est è stat o commemorato ieri, 2 luglio, il decennale dell’assassinio di Mohammed Abu Khdeir. Aveva 16 anni ed era stato rapito, torturato e bruciato vivo fino alla morte per mano dei coloni ebrei israeliani. Nessun colono è stato arrestato e l’inchiesta è stata archiviata in fretta e furia. La violenza delle forze di occupazione e dei loro tribunali è calata senza pietà contro i ragazzi di Gerusalemme est, che erano scesi in una loro locale Intifada. Centinaia di arresti, privazione degli studi e in alcuni casi condanne fino a 6 e 10 anni di reclusione per il lancio di pietre. Ci sono ancora negli obitori israeliani i corpi di 8 ragazzi uccisi in quella spietata repressione, ancora in ostaggio delle forze di occupazione che si rifiutano di consegnarli alle famiglie, per una degna sepoltura. Questo è l’Apartheid israeliano dal volto disumano.
Prigionieri
Un rapporto dello Shabak, il servizio di sicurezza interno israeliano, ha reso noto che nelle carceri israeliane giacciono 21 mila detenuti politici palestinesi, quando la capienza massima delle strutture è di 13.500 unità.
Israele
La stampa USA, citando anonimamente alti responsabili militari israeliani, riporta che l’esercito israeliano è propenso alla conclusione delle operazioni militari a Gaza anche senza la cancellazione di Hamas. “La trattativa è la via migliore per riportare gli ostaggi”. L’altra questione riportata a favore del cessate il fuoco a Gaza è la necessità di prepararsi alla “guerra nel fronte nord”, con Hezbollah. Secondo queste fonti, l’esercito israeliano non ha al momento la capacità militare di aprire due fronti. Se fossero vere queste rivelazioni, lo squarcio tra Netanyahu e i generali sarebbe fortemente largo che non sarà lontano il momento di una rottura.
Di segno opposto sono le rivelazioni della stampa tedesca che parla di un processo in avanzata preparazione per la guerra con il Libano. “È stata fissata la data di inizio delle ostilità”.
Le difficoltà all’interno dell’esercito israeliano sono palesi, anche alla luce delle stesse dichiarazioni ufficiali del ministro della guerra, Gallant: “Abbiamo bisogno di 10 mila reclute”. Tra fughe, dimissioni di ufficiali e rifiuto del servizio militare da parte degli ultraortodossi, la mancanza della carne da macello si fa sentire, perché il progetto coloniale israeliano è palesemente espansionista a favore di una minoranza di coloni; una politica che non gode di largo consenso tra i giovani israeliani. Uno dei 50 giovani che hanno firmato la dichiarazione di disobbedienza a svolgere il servizio militare a Gaza ha scritto: “Non voglio morire per mantenere Netanyahu al governo e salvarlo dai processi per corruzione”.
Siria-Turchia
Arresti in Turchia per le violenze contro la comunità siriana. La polizia turca ha arrestato 474 persone in seguito alle violenze xenofobe contro le case e le attività commerciali di siriani rifugiati in Turchia. Gli attacchi razzisti sono partiti nella città di Keyseri e poi si sono diffuse in altre città. Secondo il ministro dell’Interno turco, 269 degli arrestati avevano precedenti criminali ed ha invitato la popolazione a non incitare alla cieca violenza etnica. Gli attacchi sono partiti dopo la diffusione di una notizia, rivelata poi falsa, su molestie su una minore turca da parte di un commerciante siriano.
Nel nord della Siria sotto occupazione militare turca, si sono avuti scontri tra manifestanti armati siriani e i soldati turchi. Secondo fonti locali di Afrin, nelle sparatorie sono rimasti uccisi 4 siriani.
Tunisia
Il presidente Saied ha proclamato le elezioni presidenziali per la giornata del 6 ottobre 2024. Il paese vive da oltre due anni in stato d’emergenza, con i maggiori capi dell’opposizione in carcere, per cause palesemente costruite ad hoc. Saied non ha ancora annunciato la propria candidatura, ma sicuramente lo farà prossimamente. L’uso della magistratura per ridurre gli oppositori al silenzio è palese almeno in due casi eclatanti: Ghannouchi capo del partito islamista Ennahda, uno storico oppositore del regime di Ben Alì, e l’arresto di Abeir Mussa, leader del partito laico neo-destoriano, in carcere da oltre un anno per aver tentato da parlamentare di entrare nella sede del parlamento sospeso e poi sciolto per ordini del presidente, considerate dai giudici politicizzati “azioni atte a disturbare la quiete pubblica”.
Solidarietà
Durante il Festival di Roskilde in Danimarca, i partecipanti si sono riuniti per creare uno striscione umano con il messaggio “Cessate il fuoco adesso”, chiedendo la fine del genocidio in corso a Gaza. QUI
Il Roskilde Festival è il più vecchio ed uno tra i più grandi festival musicali dell’Europa continentale. Si svolge a Roskilde, città della Danimarca da cui prende il nome, dal 1971, anno della prima edizione. www.anbamed.it
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, quattro mesi e dieci giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. È in Sardegna la fabbrica della morte RVM che produce gli obici per l’artiglieria di Kiev. 55 mila obici da 155 mm all’anno.
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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto
APPROFONDIMENTI:
[Echi della stampa araba] n°17: Il futuro incerto dei drusi di Israele
a cura diMargaret Petrarca (Leggi tutto).
[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui
[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI
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