Per ascoltare l’audio di oggi, 09 luglio 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 184 (1435)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Se ce la fate, guardate questo video di un bombardamento israeliano del primo luglio.
Le truppe di invasione israeliane hanno compiuto nella giornata di ieri 3 stragi con 40 uccisi e 75 feriti, secondo i dati forniti dagli ospedali. Il totale delle vittime è salito così a 38.193 uccisi e 87.903 feriti.
Un gruppo di ricercatori hanno svolto una ricerca per conto della rivista medica Lancet, secondo i quali le stime delle vittime del conflitto a Gaza, quelle dirette e le altre indirette, potrebbero arrivare a 186 mila.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
Un altro ospedale è uscito fuori dal servizio. È il complesso di Maamadani a Gaza. “Le operazioni militari israeliani nei dintorni dell’ospedale ci hanno costretto a chiudere le attività. Il servizio era già fortemente condizionato dalla mancanza di carburanti e dell’elettricità. I bombardamenti israeliani che hanno sfiorato le sale operatorie impongono la chiusura”, ha detto il direttore della struttura, dottor Munir Bersh. I feriti e i malati sono stati trasferiti all’ospedale Indonesiano nel nord della Striscia.
All’inizio di luglio, un altro ospedale è stato chiuso a Khan Younis, per ordine delle truppe israeliane. I malati ricoverati nell’ospedale Europeo sono stati trasferiti negli ospedali da campo della Croce rossa Internazionale a Rafah. L’unico ospedale operante nel sud di Gaza è quello di Nasser, a Khan Younis, ma si teme un’incursione israeliana contro questa struttura come quella avvenuta nel complesso sanitario di Shifà a Gaza città.
“Il problema principale per la popolazione del nord della Striscia rimane quello della fame pianificata politicamente a Tel Aviv”, sostiene il dott. Said Salah, responsabile dell’associazione “Amici del malato”, che gestisce un ambulatorio a Gaza città. “Tutta la popolazione è sotto pressione costante per la ricerca di cibo, ma si trova soltanto farina e sale. L’acqua è contaminata e non potabile; viene utilizzata lo stesso per fare il pane. La quantità di farina a disposizione di una famiglia è determinata dagli israeliani. È una fame pianificata. Tutta la popolazione è dimagrita, ma i casi più gravi si trovano tra i bambini. È una catastrofe umanitaria”.
Gli estremisti israeliani hanno appiccato il fuoco nei camion di aiuti umanitari, provenienti dalla Giordania, prima del loro ingresso dal valico di Karam Abu Salem.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Truppe israeliane hanno rioccupato Nablus, per permettere ad un gruppo di ebrei di visitare la tomba di Giuseppe. L’entrata dei mezzi corazzati è stata rallentata da pallottole sparate dai combattenti palestinesi. Ne è seguito un rastrellamento casa per casa nel quartiere. 20 palestinesi civili arrestati, ma nessuna traccia degli attaccanti armati.
Altri rastrellamenti sono avvenuti a El-Bira, dove è stato ferito gravemente un giovane palestinese che lanciava pietre contro le truppe; a Qalqilia l’esercito ha arrestato 5 attivisti in uno dei suoi quotidiani rastrellamenti.
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Prigionieri
Ogni giorno si scoprono nuovi particolari raccapriccianti sulle condizioni di detenzione dei catturati palestinesi nei campi di concentramento israeliani nel deserto del Negev. Quattro organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno preparato un dossier da presentare alla Corte di Giustizia Internazionale. La ricerca tratta delle violenze sessuali subite dalle donne palestinesi nelle carceri israeliane ed in particolare le denunce delle donne di Gaza segregate nei campi di concentramento.
Trattative
Il capo della CIA, Barnes, si è incontrato ieri al Cairo con i negoziatori egiziani e israeliani per tentare di colmare le differenze di posizioni tra Netanyahu e Hamas. Oggi vola alla volta di Doha per avviare ufficialmente domani la trattiva indiretta. Fonti del Qatar e dell’Egitto a conoscenza del dossier sostengono che il divario tra le due parti è ancora vasto, soprattutto dopo le dichiarazioni recenti del premier israeliano. Una fonte dei servizi di sicurezza del Cairo ha commentato: “Le trattative devono avere due obiettivi, per andare in porto: lo scambio di prigionieri e la fine del conflitto. È illusorio voler salvare gli ostaggi e nello stesso tempo proseguire la guerra. Non se ne farà nulla e tutti perderanno, palestinesi e israeliani”. Hamas ha accettato di trattare sotto la minaccia delle armi e poi ha accettato di rinunciare alla richiesta di fine del conflitto come condizione preliminare, ma ogni volta il premier israeliano Netanyahu, che monopolizza il dossier trattive all’interno del governo di Tel Aviv, riporta la discussione su punti già superati, come per esempio la sua ultima uscita sul controllo uno ad uno degli sfollati che ritorneranno nelle loro case nel nord della Striscia. “Se Netanyahu intende rioccupare Gaza deve rinunciare al ritorno degli ostaggi vivi alle loro famiglie”, ha detto un commentatore televisivo giordano.
Israele
Le divergenze all’interno del governo crescono, non solo sulla questione della guerra a Gaza, ma anche per le legge sulla leva militare e per la nomina dei rabbini nei consigli locali. L’ala estremista guidata da Ben Gvir ha minacciato di uscire dal governo: “Noi siamo qua per imprimere cambiamenti, non per fare i tifosi. Altrimenti ce ne andiamo dal governo”.
Il capo dell’opposizione Lapid ha ripetuto che garantirà a Netanyahu il paracadute parlamentare, se proseguirà nelle trattative per liberare gli ostaggi. Netanyahu temporeggia.
Turchia-Iraq
Il 26 giugno è stata registrata l’entrata in territorio iracheno di una forza dell’esercito turco costituita da 300 carri armati. Alle porte di Dahuk i militari turchi hanno issato dei posti di blocco. Le truppe turche, circa 1000 soldati secondo un’ong statunitense operante nella zona, hanno compiuto operazioni di rastrellamento, impedendo il movimento delle persone fuori dei villaggi e controllando i documenti, per accertare la loro nazionalità irachena. La moglie del presidente iracheno, Shanaz Ibrahim, ha denunciato questi movimenti militari turchi compiuti in violazione della sovranità del paese: “L’indipendenza dell’Iraq è in pericolo. Questi movimenti (delle truppe turche. ndr) hanno l’impronta dell’occupazione”. Secondo un deputato iracheno, parlando in anonimato, l’esercito turco ha imposto l’evacuazione di alcune zone, costringendo la popolazione a sfollare. “La gente ha paura e non vuole rimanere intrappolata nei combattimenti tra l’esercito di Ankara e i combattenti curdi del PKK”.
Il governo iracheno non ha emesso nessuna presa di posizione contro queste violazioni. Lo scorso aprile, il presidente turco Erdogan ha compiuto una visita a Baghdad e nella sua conferenza stampa insieme al premier iracheno, Soudany, ha affermato che “d’ora in poi saranno debellati il pericolo e l’instabilità ai nostri confini”.
Leggi il comunicato del Consiglio Nazionale del Kurdistan KNK)
Diplomazie/ GB e Francia
Le diplomazie di Londra e Parigi cambiano rotta. Il nuovo governo britannico ha annunciato che ritirerà la richiesta inoltrata dal governo conservatore alla Corte penale internazionale che chiedeva il rinvio di un eventuale mandato di arresto contro Netanyahu e Gallant.
Da Parigi, gli esponenti della sinistra hanno annunciato che uno dei primi passi del nuovo governo sarà il riconoscimento dello Stato Palestinese.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, quattro mesi e 15 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Bombardamenti su Kiev. Decine di civili uccisi. La Polonia ha il via libera della Nato di colpire aerei russi nello spazio aereo ucraino. Un altro passettino verso lo scontro nucleare tra Nato e Russia.
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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto
APPROFONDIMENTI:
[Echi della stampa araba] n°17: Il futuro incerto dei drusi di Israele
a cura diMargaret Petrarca (Leggi tutto).
[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui
[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI
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