Per ascoltare l’audio di oggi, 16 luglio 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 191 (1442)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Il quotidiano israeliano Haaretz ha rivelato che l’esercito israeliano detiene nel campo di concentramento di Sde Tieman, nel deserto del Negev, 1500 corpi di persone non identificate arrestate a Gaza. Al di là di come siano state uccise queste persone, durante l’interrogatorio e tortura oppure in combattimento, la notizia rivela il comportamento nazista dell’esercito israeliano.

Nella giornata di ieri, fino a mezzogiorno, l’esercito israeliano ha compiuto 3 stragi. Negli ospedali sono arrivati 80 corpi e 216 feriti. Il totale delle vittime dell’aggressione israeliana da ottobre 2023 sono state 38.664 persone uccise e 89079 persone ferite.

Se ce la fate, guardate questo video di un bombardamento israeliano del primo luglio a Gaza

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

La distruzione delle abitazioni a Gaza è visibile a tutti, ma nessuno immagina il livello catastrofico al quale danno una misura le cifre statistiche: 150 mila edifici abitativi sono stati distrutti completamente, 200 mila distrutti parzialmente e altre 80 mila non sono agibili per abitarvi anche se apparentemente sono sane. A causare questo disastro sono state 80 mila tonnellate di bombe.

Il settore sanitario è stato particolarmente preso di mira: 32 complessi ospedalieri sono stati distrutti e messi completamente fuori uso, 64 centri sanitari distrutti e altri 161 presi di mira dalle bombe e ridotte le loro attività.

114 scuole e università sono state distrutte e altre 326 hanno subito danni gravi.

609 moschee sono state distrutte completamente e altre 211 parzialmente. 3 le chiese distrutte.

Secondo un rapporto internazionale, la quantità di detriti nella Striscia è valutata in 40 milioni di tonnellate, che richiedono per rimuoverli e spostarli nei centri di riciclo almeno 15 anni. www.anbamed.it

UNRWA

Il Commissario ONU per i rifugiati palestinesi, Lazzarini, ha condannato gli attacchi israeliani contro le scuole a Gaza. “Il quartier generale dell’UNRWA a Gaza è stato trasformato in un campo di battaglia e ora raso al suolo. Un altro episodio di palese disprezzo del diritto internazionale umanitario. Le strutture delle Nazioni Unite devono essere protette in ogni momento. Non devono mai essere utilizzate per scopi militari o di combattimento. Ogni guerra ha delle regole. Gaza non fa eccezione”. www.anbamed.it

Cisgiordania e Gerusalemme est

All’alba di oggi i soldati israeliani hanno ucciso un giovane palestinese ad El-Bira.

Scontri a Selwad, a nord di Ramallah, tra i giovani delle pietre e i soldati col mitra.  

A Salfit, un gruppo di coloni armati ha attaccato le auto dei palestinesi in transito su una via principale di collegamento. Lanci di pietre, blocco delle auto e aggressioni contro autisti e passeggeri, distruzione delle auto con bastoni. Le camionette dell’esercito erano presenti e i soldati non sono intervenuti per mettere fine alla violenza gratuita dei coloni ebrei. Soltanto quando sono arrivati gruppi di giovani palestinesi chiamati in soccorso dalle vittime, l’esercito è intervenuto per coprire la ritirata degli aggressori.

Un altro attacco simile e con le stesse caratteristiche è avvenuto vicino a Nablus. In questo caso si è aggiunto l’incendio dei raccolti e di ulivi secolari.

I rastrellamenti non si contano più e ogni giorno decine di giovani vengono condotti in carcere amministrativo senza accuse e senza processo. Il numero dei detenuti politici palestinesi nelle carceri israeliane ha superato la quota 10 mila.

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OLP

Si terrà a Pechino entro questo mese di luglio un incontro tra le organizzazioni della resistenza palestinese sia quelli membri dell’OLP sia le altre non appartenenti, come Hamas e Jihad Islamica. Lo scorso giugno si doveva questo incontro, ma pressioni di Blinken sul presidente Abbas durante la Conferenza del mar Morto, ha fatto saltare l’appuntamento. Lo scorso aprile si era tenuto un primo incontro preliminare al quale hanno partecipato rappresentanti anche dei due maggiori movimenti, Fatah e Hamas. Argomento all’ordine del giorno è l’unità della resistenza palestinese e le sfide del movimento di liberazione di fronte all’offensiva israeliana e il sostegno senza limiti dei paesi dell’Alleanza Atlantica.

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Prigionieri

Il ministro israeliano Smotrich ha dichiarato che non approverebbe mai lo scambio di prigionieri, anche al costo di bloccare la propria carriera politica. Per il ministro del partito estremista Sionismo religioso, fermare la guerra prima di raggiungere gli obiettivi (cancellazione di Hamas) equivale a mettere in pericolo le prossime generazioni di israeliani, come avvenne nello scambio di prigionieri per Gilaad Shalit, avvenuto con la liberazione di 1027 detenuti palestinesi, tra i quali Yahia Sinwar.

Secondo Smotrich, le delegazioni dei servizi di sicurezza che stanno trattando avrebbero approvato un accordo per la liberazione di 20 ostaggi in cambio della fine della guerra.

Una testimonianza di un medico israeliano dal campo di concentramento di Sde Tieman, la Abu Ghraib di Netanyahu

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Trattative

Una delegazione israeliana è partita ieri per il Cairo per le trattative indirette con Hamas. Netanyahu ha spiegato in un’intervista ad un canale televisivo israeliano, la sua strategia: “Le mie pressioni con le azioni militari hanno reso Hamas più malleabile. Più attacchiamo, maggior numero di ostaggi libereremo”.

Netanyahu rifiuta il ritiro dal corridoio Salahuddine/Philadelphia (che separa Gaza dall’Egitto), rifiuta quindi la conseguente apertura del valico di Rafah (sotto controllo palestinese da fissare) e rifiuta il ritorno degli sfollati al nord della Striscia. Tre punti fondamentali nelle richieste di Hamas. La delegazione israeliana per il negoziato, formata dai due servizi di sicurezza, in un incontro con Netanyahu – rivela la stampa israeliana – ha informato che senza questi passi Hamas non accetterà lo scambio prigionieri. La risposta di Netanyahu sarebbe stata: “Facciamo maggiore pressione militare e loro si piegheranno”. Lo stesso ministro della guerra Gallant è in disaccordo con questa strategia che considera fallace. In un incontro con i familiari ha riferito che “i servizi di sicurezza sono favorevoli con la conclusione dell’accordo sulle condizioni pubblicate. Dovete rivolgervi a Netanyahu prima del suo viaggio a Washington”.

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Israele

Il partito Likud ha avanzato alla polizia un esposto contro gli attacchi politici al premier Netanyahu e in particolare le notizie riguardanti la sua famiglia (gli affari della moglie e il mancato arruolamento del figlio. Secondo il partito di governo, si rischia un incidente simile a quello accaduto a Trump. È la stessa argomentazione usata da Netanyahu nella sua prima reazione all’attentato contro il candidato populista statunitense.

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BDS

L’Università nazionale australiana ha deciso di rivedere i propri investimenti nelle società produttrici di armi israeliane o in affari con Israele. Il Consiglio dell’ateneo ha preso questo provvedimento dopo mesi di proteste degli studenti e del corpo insegnante, proteste che sono continuate malgrado la repressione della polizia. Dallo scorso aprile, il campo di tende organizzato all’interno dell’ateneo è stato al centro della solidarietà con il popolo di Gaza e contro il genocidio in corso. La rivendicazione è quella dello stop alla collaborazione con le aziende che esportano armi in Israele e di cancellare i programmi di partnership con accademie israeliane implicate nelle ricerche militari. Gli studenti, in un comunicato, hanno reso noto che non smetteranno l’occupazione fino a quando queste intenzioni non siano state applicate.

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Tunisia

Sabato scorso è stato arrestato il segretario generale del principale partito di opposizione, Ennahda. Ajmi L’Uorimi è stato arresto insieme a due membri del partito, Mohamed Gannoudi e Mossab Gharbi e sono stati incarcerati di fronte al polo giudiziario antiterrorismo. Ad oltre 72 ore dall’arresto non hanno potuto incontrare i loro difensori e secondo le famiglie degli arrestati non vi era nessun ordine di cattura giudiziario.

I due politici arrestati si aggiungono alla lunga lista di attivisti dell’opposizione incarcerati e processati, con accuse pretestuose che vanno dal riciclaggio di denaro all’associazione a delinquere. Il leader storico del partito, Rached Ghannouchi, è in carcere con accuse di “apologia del terrorismo” e finanziamento illegale dall’estero. L’ondata di arresti è in preparazione delle elezioni presidenziali che si terranno il 6 ottobre, per lasciare campo libero all’attuale presidente in carica di ricandidarsi e di non aver rivali forti che minaccino la sua vittoria. www.anbamed.it

Solidarietà

Salta la conferenza stampa sulla situazione palestinese (Gaza e Cisgiordania) che si doveva tenere oggi alla Camera dei Deputati. Gli organizzatori (AOI, ARCI e Amnesty International) hanno annunciano la decisione di annullare la Conferenza stampa prevista per oggi martedì 16 luglio alle ore 16 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. “Reputiamo che non ci siano più le condizioni minime necessarie per tutelare Shawan Jabarin, direttore generale della ong palestinese Al-Haq – scrivono in una nota le organizzazioni- e garantire la centralità che deve avere l’attuale inaccettabile strage in corso a Gaza e la grave crisi umanitaria nella Cisgiordania occupata. Richiamiamo la stampa e la politica ad affrontare questioni fondamentali per la nostra democrazia fuori da polemiche strumentali. Censura e propaganda, criminalizzazione delle Ong e dei difensori dei diritti umani sono temi che meritano attenzione e adeguate misure di contrasto. Riproporremo in altra sede ed in altre forme l’evento con Shawan Jabarin”

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, quattro mesi e 22 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

APPROFONDIMENTI:

[Echi della stampa araba] n°17: Il futuro incerto dei drusi di Israele

a cura diMargaret Petrarca (Leggi tutto).

[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI====================================================

1 commento

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