Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Rassegna anno V/n. 193 (1444)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Le stragi di civili come mezzo di negoziato. È questa la dottrina criminale di Netanyahu per salvare la propria poltrona. Non lo diciamo soltanto noi, ma lo afferma anche Liebrmann, ex ministro della difesa israeliano.

Nella giornata di ieri, l’esercito di Tel Aviv ha compiuto 4 stragi con 81 uccisi e 198 feriti. Una macelleria quotidiana sotto gli occhi di tutto il mondo in diretta tv, ma le cancellerie atlantiche sono mute; sono complici del genocidio.

Se ce la fate, guardate questo video di un bombardamento israeliano del primo luglio a Gaza

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

Un rapporto dell’UNICEF afferma che il 90% della popolazione di Gaza è stata ripetutamente sfollata, in una corsa da nord a sud e viceversa, per tentare di raggiungere zone sicure, che in realtà non ci sono. Tutte le zone indicate dall’esercito israeliano come sicure si sono rivelate il luogo delle stragi più efferate. “Oltre a non aver le caratteristiche di luoghi abitabili, non garantivano nessuna sicurezza”.

L’UNRWA ha denunciato che negli ultimi 8 giorni ben 8 scuole dell’ONU, trasformate in rifugi per sfollati, sono state bombardate deliberatamente, provocando stragi. Avevamo fornito all’esercito israeliano le coordinate di quelle scuole prese di mira. In quelle scuole non vi erano uomini armati, ma principalmente donne, bambini e anziani”. www.anbamed.it  

Valico Rafah

L’agenzia stampa palestinese Maan ha pubblicato un rapporto secondo il quale alti funzionari dei servizi segreti israeliani e statunitensi hanno svolto un incontro con due esponenti dell’ANP, per tentare la riapertura del valico di Rafah. L’incontro si sarebbe svolto a Tel Aviv. Per la parte palestinese sarebbero stati presenti Hassan Sheikh, segretario generale dell’esecutivo dell’OLP, e il capo dei servizi di sicurezza Majed Faraj. Sarebbe il primo incontro del suo genere e l’argomento all’ordine del giorno era la partecipazione di uomini della polizia palestinese al controllo del valico di Rafah, ma non ufficialmente. La delegazione israeliana ha sostenuto che questo passo indietro da parte dei palestinesi sarebbe necessario perché il premier Netanyahu si oppone alla partecipazione dell’ANP in qualsiasi attività politica o amministrativa a Gaza. La delegazione dell’ANP avrebbe declinato l’invito. La redazione di Anbamed ha chiesto a Ramallah una conferma o smentita, ma non ha ricevuto nessuna risposta. “No comment”, ha detto il nostro interlocutore al telefono, che equivale praticamente ad una conferma.   

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Giornalisti

Un altro giornalista ucciso dalle bombe israeliane.  Si tratta si Mohammed Mishmish. Direttore dei programmi nella radio Sawt Al-Aqsa. È stato assassinato nel bombardamento della scuola ONU di Nuseirat. Insieme a lui è stato ucciso anche suo figlio minorenne. È il 160esimo giornalista palestinese ucciso dagli israeliani a Gaza.

Un altro giornalista di Gaza, invece, è stato rilasciato dal carcere dopo 9 mesi di arresto amministrativo.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

La politica israeliana dichiarata è quella di sottrarre le terre agricole palestinesi e destinarle ai coloni ebrei provenienti da ogni dove. Ieri, il governo ha autorizzato la confisca di 410 donum (un donum = 1000 m2) nei villaggi a ovest di Ramallah. Il totale delle terre agricole palestinesi, della Cisgiordania e Gerusalemme est, confiscate nel 2024 equivale- secondo calcoli dell’ente palestinese – a 40 km quadrati. “è un furto pianificato per cacciare il popolo palestinese dalla sua terra. È Apartheid”, ha detto Moyaad Shaaban, dirigente dell’ente palestinese contro la colonizzazione ebraica.

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ONU

Il Consiglio di Sicurezza ha svolto una riunione sulla situazione palestinese e la guerra israeliana a Gaza. Il segretario generale Guterres ha fatto il punto sulla situazione a Gaza, chiedendo un cessate il fuoco immediato per garantire i soccorsi necessari alla popolazione stremata dalle bombe e affamata dal blocco degli aiuti internazionali. La delegazione della GB ha inaugurato il nuovo corso laburista a Londra e ha sostenuto l’immediato cessate il fuoco e la necessità di mettere fine alla colonizzazione in Cisgiordania, definita minaccia alla soluzione negoziale per due Stati. La Russia ha condannato il genocidio in corso e ha chiesto l’approvazione dell’adesione della Palestina all’ONU, come un segnale forte per una soluzione dei due Stati. La delegata USA ha invece parlato ipocritamente degli sforzi del suo governo insieme all’Egitto e Qatar, per raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi e la fornitura di aiuti alla popolazione. Il rappresentante della Palestina all’ONU, Mansour, ha ricordato che i palestinesi a Gaza vengono uccisi dalle bombe fornite dal Washington e senza quei carichi di armi, la guerra sarebbe finita da tempo.

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Prigionieri

È stato rilasciato dal carcere desertico di Nafha dopo 9 mesi di detenzione amministrativa. Si tratta del giornalista Imad Abu Awwad, direttore del centro di Informazione di Al-Quds. La sua colpa era l’aver svelato i crimini dell’occupazione israeliana al mondo nelle sue interviste ai media arabi e internazionali. All’uscita dal carcere è apparso dimagrito. “Ha perso metà del suo peso in 9 masi di torture e privazioni”, ha detto un parente.

Una testimonianza di un medico israeliano dal campo di concentramento di Sde Tieman, la Abu Ghraib di Netanyahu

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Trattative

Una fase di stallo. Le delegazioni israeliane vanno avanti e indietro tra Tel Avi, Il Cairo e Doha, ma non hanno il potere di decidere. Tutto è nelle mani di Netanyahu, che aveva vietato addirittura al ministro della guerra Gallant di incontrare le delezioni prima della loro ultima trasferta. Il premier continua a rilasciare dichiarazioni nelle quali ribadisce che “soltanto con la pressione militare (le stragi di civili sfollati) sarà possibile raggiungere un risultato migliore nelle trattative”. Le nuove condizioni imposte (controllo del confine tra Gaza e Egitto e il corridoio che spezza in due la striscia di Gaza) rendono impossibile il raggiungimento di un accordo negoziale. La stessa stampa israeliana registra che Hamas ha dimostrato una notevole malleabilità nelle trattative, ma ogni volta che i palestinesi cedono su un punto, Netanyahu alza l’asticella.

Fonti della sicurezza di Tel Aviv, citate in anonimato dal canale televisivo pubblico “Kan 11”, hanno sostenuto che non si raggiungerà nessun accordo prima del viaggio di Netanyahu a Washington, il 24 luglio.

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Israele

Il parlamento israeliano ha votato ieri una mozione contro la creazione dello Stato palestinese a fianco di Israele. La mozione è passata con 68 voti favorevoli, compreso quello di Gantz, ex ministro della difesa e rivale di Netanyahu. Soltanto 9 i voti contrari alla mozione che rappresenta una sfida alla comunità internazionale e una chiusura di fronte a qualsiasi prospettiva di pace. Il gruppo del partito dell’ex premier e attuale capo dell’opposizione, Lapid, ha lasciato l’aula al momento del voto.

Il voto rafforzerà la posizione di Netanyahu prima del suo discorso al Congresso statunitense e metterà l’amministrazione Biden di fronte alla sua ipocrisia sul rilancio della soluzione dei due Stati.

Due mesi fa, l’Assemblea generale dell’ONU ha approvato con una maggioranza schiacciante di 139 paesi a favore, la proposta di concedere alla Palestina l’entrata nell’ONU come membro effettivo. Contro soltanto 9 paesi (Israele, Usa e altri paesi minori) e 25 astenuti, tra i quali l’Italia.

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Libano

Caccia israeliani hanno bombardato la regione libanese di Beqaa. Un’auto è stata presa di mira e completamente distrutta. Secondo fonti giornalistiche libanesi è stato ucciso un comandante palestinese del gruppo “Jamaa Islamia”, Mohammed Jabara.

Ieri, Hezbollah ha lanciato contro il territorio israeliano 80 missili e razzi. Sono state prese di mira Nahariya e Meron in profondità del territorio israeliano. 60 mila israeliani hanno dovuto ricorrere ai rifugi. Un portavoce del movimento libanese ha commentato questi attacchi rivolgendosi agli israeliani: “Il vostro governo bombarda la Beqaa e noi colpiamo Nahariya; e se il vostro esercito continua in questa aggressione arriveremo a colpire Haifa e Tel Aviv”. Dal canto suo il ministro della Guerra Gallant ha minacciato un’invasione di terra del Libano. “Agiremo con determinazione, fulmineamente e con una potenza senza precedenti”.

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Pakistan-Afghanistan

Il ministero degli esteri di Islamabad ha convocato l’ambasciatore afghano per esprimere una dura protesta contro il permanere del pericolo incursioni di gruppi armati pachistani residenti in Afghanistan e operanti al confine. Lunedì scorso, un gruppo armato ha fatto saltare un camion carico di esplosivo vicino al muro esterno di una base militare a Bannu. Otto soldati pachistani sono rimasti uccisi. Negli scontri che ne sono seguiti, 10 miliziani sono stati uccisi. Kabul nega di aver autorizzato la presenza di gruppi armati pachistani nel proprio territorio, ma non fa nulla per impedire questi attacchi. Secondo la stampa di Islmabad, lo scorso anno è stato il più sanguinoso su questo fronte con 1500 vittime. Le forze armate pachistane hanno svolto attacchi aerei sul territorio afghano per inseguire i gruppi armati nascosti nelle montagne oltre la frontiera.   

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Sudan

Malgrado il dramma della guerra e lo sfollamento, un gruppo di insegnanti sudanesi nella città di Merwe, a nord di Khartoum, hanno organizzato volontariamente, nei campi profughi, classi di scuola per gli sfollati. “Abbiamo evitato che i ragazzi perdano un anno scolastico e abbiamo inaugurato anche corsi per adulti per far ottenere loro, una volta finita la guerra, i certificati necessari”.

È un esempio di determinazione della società civile sudanese a superare le difficoltà scaturite dalla guerra tra i due generali golpisti. “La conoscenza è il miglior antidoto alla degenerazione della guerra – ha detto un insegnante – questi ragazzi rischiano di cadere vittima dell’arruolamento, per sfuggire alla povertà e fame. Noi vogliamo togliere al conflitto la materia prima”.

Secondo i genitori, l’esperimento è riuscito grazie anche alla collaborazione tra le istituzioni scolastiche locali, gli insegnanti volontari e le famiglie. “Ciascuno ha cercato di risolvere in positivo i problemi che si affacciano di fronte ad un’iniziativa dal basso e realizzata a costo zero. Il problema serio è stato l’affollamento delle classi ed il reperimento dei libri di testo gratis. Quest’ultimo problema lo abbiamo risolto raccogliendo libri usati”. Un’insegnante ha spiegato che l’insufficienza dei banchi scolastici è stata risolta facendo lezioni seduti a terra. “Il problema più difficile è stato quello di far fronte al disagio psicologico subito dai bambini sfollati. Un trauma che solo l’attività costante di gruppo ha permesso parzialmente di superare”.  

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, quattro mesi e 24 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Grazie alla mediazione degli Emirati arabi uniti, c’è stato ieri lo scambio di prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina. 196 prigionieri in totale sono tornati all’affetto delle loro famiglie.

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

APPROFONDIMENTI:

[Echi della stampa araba] n°17: Il futuro incerto dei drusi di Israele

a cura diMargaret Petrarca (Leggi tutto).

[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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