Per ascoltare l’audio di oggi, 02 agosto 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 207 (1458)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

I generali israeliani continuano la loro carneficina quotidiana di popolazioni civili, prediligendo i bombardamenti indiscriminati sulle scuole dell’ONU trasformate in rifugi per sfollati. Nella giornata di ieri, fino a mezzogiorno, sono state compiute due stragi con 55 uccisi e 35 feriti. Nella serata di ieri e all’alba di oggi, sono continuati i bombardamenti con i caccia e l’artiglieria, causando altre vittime.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria a Gaza

Il Commissario dell’UNRWA, Lazzarini, ha denunciato che la situazione dei bambini e ragazzi palestinesi a Gaza è insopportabile. “I figli di Gaza stanno attraversando atrocità indicibili. Vivono nel trauma e nello shock dovuto a 300 giorni di guerra, sfollamenti, perdite e dolore. Hanno assistito a ciò che nessun bambino dovrebbe testimoniare. L’occasione della dichiarazione è quella dell’apertura di programmi di apprendimento per i minori, come momenti di rifugio dalla realtà quotidiana dei bombardamenti.

(Ecco il testo della dichiarazione, in inglese)

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Libano

Si sono svolte ieri a Beirut i funerali dell’uomo numero due del movimento di resistenza libanese Hezbollah, Fuad Shokr. Nel discorso di commiato, il leader Nasrullah ha ribadito che “Siamo entrati in una fase nuova. La risposta a questo crimine non tarderà, avverrà di sicuro, al momento giusto e sarà dolorosa per gli israeliani. Noi non attaccheremo i civili come fa il nemico, ma colpiremo in profondità”. Il leader libanese fa poi un commento alle manifestazioni di giubilo che hanno avuto luogo in Israele sia nelle colonie sia nelle trasmissioni televisive e nelle dichiarazioni dei politici: “Non ridete troppo, perché piangerete di pentimento per il crimine compiuto. La nostra risposta sarà multilaterale. Non verrà soltanto da nord”.   

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Iran

Il capo di Stato maggiore iraniano, Mohammed Bakiri, ha affermato che “Israele si pentirà di aver violato la sovranità iraniana e compiuto il suo crimine contro il leader palestinese Hanie nel cuore di Teheran”. In Israele la tensione è alta e l’allerta tocca diversi livelli, dall’aumento di sorveglianza di sicurezza sui movimenti dei politici, a partire da Netanyahu, alle misure di protezione civile nelle colonie. L’esercito ha diramato un ordine alle industrie con sede nel nord di spostare i materiali pericolosi stoccati.

La stampa israeliana commenta che Teheran dovrà sicuramente agire per non essere derisa dalle opinioni arabe e interne a causa dello smacco ricevuto, con l’assassinio di Hanie durante il momento massimo di allerta dei servizi iraniani, durante l’insediamento del nuovo presidente. Ufficialmente Israele non ha rivendicato l’attacco di Teheran, ma Netanyahu ha ammesso indirettamente la responsabilità, dicendo che “chiunque faccia male ad Israele, sarà colpito”.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Le incursioni dei coloni ebrei israeliani contro i villaggi palestinesi, con la protezione dell’esercito, sono diventate l’esercizio quotidiano per costringere la popolazione a fuggire. Pulizia etnica a fuoco lento. Ieri, a Burqa, ad est di Ramallah e nei pressi del muro della vergogna, un gruppo di coloni ha attaccato la casa di un palestinese incendiandola e appiccando il fuoco in una macchi di un altro cittadino. Il sindaco di Burqa ha detto ad una tv araba: “I sionisti arrivati da oltreoceano che non hanno nessun legame con questo territorio vogliono cacciarci dalla nostra terra, per allargare le colonie, ma noi resisteremo. Non ce ne andremo; questa è la nostra terra e sono loro che prima o poi se ne dovranno andare”.

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Prigionieri

La Commissione ONU per i diritti umani ha documentato le torture compiute sui detenuti palestinesi nei campi di concentramento israeliani. Le testimonianze raccolte parlano di “detenzione in celle a forma di gabbie metalliche in mezzo al deserto, completamente nudi tranne che di pannolini, con occhi bendati e mani legate, oltre alla privazione del cibo e dell’acqua”. Folker Turk, alto commissario, ha dichiarato che “secondo queste testimonianze, diverse, tante e coincidenti, Israele potrebbe aver compiuto crimini di guerra. L’uso di annegare la testa dei detenuti in acqua e lanciare contro di loro i cani feroci addestrati, mentre erano ammanettati, è una tortura vietata dalle norme internazionali di guerra”.

Le richieste dell’ONU e della Croce Rossa internazionale di vistare i campi di concentramento israeliani sono state rifiutate dal governo Netanyahu.

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Yemen

Una storia triste dal finale positivo. Ibrahim Bakri è il papà di una bambina uccisa nel 2023 da un uomo che le ha sparato mentre stava in macchina, per futili motivi. L’assassino, Hussein Harhara, aveva litigato con Bakri per un diverbio stradale sul diritto a parcheggiare. Ha tirato il fucile ed ha sparato uccidendo Hanin, una bimba di 7 anni e ferendo la sorella maggiore, che erano nell’abitacolo dell’auto di famiglia. 

Il tribunale di Aden ha condannato l’assassino alla pena capitale da svolgersi in pubblico e con un colpo di mitra alla testa. Un orrore di Stato.

Al momento dell’esecuzione, quando tutto era pronto: il condannato con le mani legate a terra su un lenzuolo e il boia pronto con il suo fucile automatico con attorno una folla di militari e civili che aspettava la macabra esecuzione, il padre di Hanin ha perdonato l’assassino e fatto decadere così la condanna della giustizia statale, in ottemperanza ad una norma della sharia islamica. “La vendetta non avrebbe riportato in vita Hanin. Ho perdonato l’assassino pensando alla sorte dei suoi figli che sarebbero rimasti orfani”, ha detto l’uomo. 

Sui social, in tutti i paesi arabi e non solo in Yemen, il gesto generoso è stato valutato positivamente, con commenti di vari orientamenti, che vanno dall’opposizione alla pena di morte considerata un assassinio di Stato, a valutazioni religiose che considerano la legge divina superiore a quella umana (fondamentalisti) fino a quelle sociologiche sulla necessità di far prevalere la fratellanza umana, per sconfiggere la violenza. Non sono mancati ragionamenti politici: “Se ragionassimo tutti così, la guerra nel nostro paese sarebbe finita da tempo”.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, cinque mesi e 9 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Scambio di prigionieri tra Russia e paesi Nato.

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

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[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

[Echi della stampa araba] n°18: Visto Schengen, un viaggio al limite dell’umiliazione. A cura di Margaret Petrarca (Leggi tutto)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

  1. […] [Anbamed]1458- 02 agosto ’24 [Anbamed]1457- 1° agosto ’24 ANBAMED Tag articolo: #Anbamed#MEDIO ORIENTE#MEDITERRANEO#Palestina […]

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