Per ascoltare l’audio di oggi, 07 agosto 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 212 (1463)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Israele uccide il futuro dei palestinesi a Gaza. Gli studenti sono sotto mira. In 48 ore sono state attaccate tre scuole che l’ONU aveva riabilitato per alleviare la pressione psicologica della guerra.

Secondo il rapporto quotidiano del ministero della sanità, pubblicato dall’agenzia palestinese Wafa, gli attacchi militari di ieri sono stati compiuti con caccia, droni, artiglieria di terra e navale.

Nel 305esimo giorno di guerra sono state compiute tre stragi con 30 uccisi e 66 feriti. Il numero totale delle vittime dall’inizio dell’invasione è di 39.653 uccisi e 91.535 feriti.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

La municipalità di Gaza ha messo in guardai dal pericolo diffusione di epidemie per l’accumulo di 100 mila tonnellate di rifiuti. A questo accumulo dei rifiuti ammassati nei luoghi di sfollamento si aggiungono le distruzioni delle fognature e dei pozzi di acqua potabile. “Due azioni deliberate per causare il massimo danno alla popolazione, per costringerla alla deportazione. Nella città di Gaza sono 60 i pozzi di acqua potabile chiusi con il calcestruzzo, 60 mila gli alberi sradicati e 126 mezzi di rimozione dei rifiuti fatti saltare con la dinamite”. www.anbamed.it

Libano

Le ripercussioni delle voci su una possibile guerra stanno sconvolgendo la vita delle persone in Libano. Le ambasciate straniere cominciano l’evacuazione del personale e gli aeroporti sono intasati di persone alla ricerca di un volo per l’estero. I mercati si stanno svuotando di merci e La gente in sfollamento dal sud è in cammino verso Beirut e la Beqaa, zone probabilmente che non saranno risparmiate dalle operazioni militari israeliane. Ieri, caccia di Tel Aviv hanno sorvolato a bassa quota Beirut e superato la barriera del suono, facendo tremare le finestre nelle case della capitale libanese e provocando il panico nella popolazione.

Il segretario di Hezbollah ha detto, in un discorso pubblico in video, che la risposta all’assassinio di Hanie e Shokr sarà multipla ed arriverà al momento opportuno. “Sarà dura ed inattesa per punire gli assassini. Se Israele vuole la guerra, siamo pronti. Noi non vogliamo la guerra, ma un’azione deterrente è necessaria”. Mentre era in corso il suo intervento, un drone è stato lanciato contro la città israeliana costiera di Akka (Acra per gli israeliani). Ci sarebbero stati soltanto dei feriti.

Tutti giocano col fuoco, nella casa del fiammiferaio.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

È salito a 12 il numero dei palestinesi assassinati nella giornata di ieri durante le operazioni dell’esercito occupante in Cisgiordania. L’esercito israeliano ha usato i missili lanciati da droni per domare la resistenza opposta ai tentativi di rastrellamento e arresto di combattenti palestinesi. 11 sono stati assassinata a Aqaba, Jenin e Kafr Goud, mentre la dodicesima vittima è caduta a Betlemme. L’operazione militare israeliana a Jenin si è protratta per 22 ore e secondo una denuncia della Mezzaluna rossa palestinese i soldati hanno vietato che venga prestato soccorso ai feriti e sono giunti a sparare pallottole vere sulle ambulanze.

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Prigionieri

80 corpi non identificati sono stati restituiti dall’esercito israeliano alla Croce rossa internazionale tramite il valico di Karam Abu Salem, per essere consegnati alla mezzaluna rossa palestinese. Nessuna informazione è stata fornita sulla storia di queste persone uccise. Potrebbero essere prigionieri morti sotto tortura oppure cadaveri presi in ostaggio dai cimiteri di Gaza. I cadaveri erano ammassati in 20 sacchi di plastica e alcuni erano smembrati o squarciate le interiora. Nell’impossibilità di svolgere le analisi del DNA per futura identificazione, i corpi sono stati sepolti in due fosse comuni.

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Hamas

Il movimento palestinese ha eletto il suo nuovo capo nella figura di Yahia Senwar, capo delle Brigate Qassam e ex segretario della sezione di Gaza. Sostituirà Ismail Hanie assassinato dai servizi israeliani a Teheran lo scorso 31 luglio. È una scelta che ha sorpreso il governo israeliano. Netanyahu pensava di aver indebolito Hamas con le sue azioni militari e con gli attentati contro i dirigenti, invece il movimento si rafforza e si radicalizza. L’imbecillità dei governanti di Tel Aviv è insita nel credersi immuni da ogni critica e di sconfitte. Questa scelta del nuovo leader del movimento metterà in serie difficoltà il negoziato per lo scambio di prigionieri.

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Israele – Iran

Anche Mosca entra nella crisi mediorientale consigliando Teheran di non allargare il conflitto, riconoscendo il suo diritto di rispondere alla violazione della sovranità, ma nello stesso tempo raccomandando prudenza e soprattutto di evitare di colpire obiettivi civili. Lo scrive la stampa russa. Lo scorso lunedì a Teheran è stato in visita Sergei Sciojgu, ex ministro della guerra russo e attuale capo della Commissione nazionale per la sicurezza. Secondo rapporti di fonte Nato, “Teheran ha chiesto la fornitura di caccia Sokhoi-S30, ma Mosca temporeggia”.

Le dichiarazioni dei portavoce iraniani dicono che la risposta verrà sicuramente e sarà dura, non riguarderà obiettivi civili. Da Tel Aviv Netanyahu e Gallant fanno a gara per dire che Israele potrebbe non aspettare l’attacco iraniano e iniziare ad invadere il Libano. Una guerra psicologica delle due parti che al momento si limita alle dichiarazioni. Ma la guerra verrà e sarà devastante dicono i responsabili dei servizi arabi, in particolare giordani e egiziani. Lo stesso presidente Al-Sisi ne ha parlato al telefono con Biden. Le diplomazie arabe hanno mandato a Teheran richieste di moderazione, per non incendiare il M.O. e un piccolo incidente diplomatico è stato registrato dopo la visita del ministro degli esteri di Amman, Ayman Safadi, a Teheran. La stampa iraniana ha scritto che Safadi era relatore di un messaggio dal governo israeliano, cosa che Amman ha subito smentito.  

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Trattative

Si apre una nuova fase di trattative indirette tra Israele e l’ala militare di Hamas. La nomina di Senwar a capo dell’ufficio politico del movimento palestinese rappresenta una novità anche per i servizi segreti del Cairo e del Qatar che conducono la mediazione. Una difficultà ulteriore nei contatti. L’assassinio di Ismail Hanie a Teheran da parte del Mossad, che con una mano tratta e con l’altra spara, si è rivelato un errore strategico. I negoziatori del Qatar se ne sono lavati le mani, rifiutando di ricevere una delegazione del Mossad e respingendo le telefonate del governo di Tel Aviv. Questo rafforza il ruolo dell’Egitto nella trattativa. Ma il Cairo chiede perentoriamente il ritiro dell’esercito israeliano dal corridoio di confine con Gaza, occupato da Israele il 6 maggio, per far fallire l’accordo che si era raggiunto quel giorno.

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Sahara Occidentale                         

Un rapporto del segretario generale dell’ONU, Guterres, ha espresso preoccupazione per l’inasprimento dello scontro nel Sahara Occidentale.

Nel rapporto chiesto dall’Assemblea generale dell’ONU, Guterres scrive: “Rimango profondamente preoccupato per l’evolversi della situazione nel Sahara Occidentale. Questa situazione ha continuato a peggiorare e dobbiamo invertire urgentemente questa tendenza, soprattutto per evitare qualsiasi ulteriore escalation”. E poi ha aggiunto: “La continuazione delle ostilità e l’assenza di un cessate il fuoco tra il Marocco e il Fronte Polisario rappresentano un chiaro passo indietro nella ricerca di una soluzione politica a questo conflitto che perdura da molto tempo”.

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Sudan     

La CPI ha annunciato che perseguirà tutti coloro che hanno compiuto crimini contri i civili in Sudan. Il procuratore Karim Khan ha affermato,  davanti al Consiglio di Sicurezza, che “i rapporti parlano di un aumento esponenziale di atti di violenza sessuale contro i civili e in modo particolare contro donne e minori. La violenza è diffusa, ma la zona particolarmente interessata è il Darfur. L’intento è quello di costringere la gente a scappare… Di questi crimini risponderanno i capi militari e i paesi che li hanno finanziato”. Anche se non le ha citate, il riferimento è alle milizie di Pronto Intervento, ex Janjaweed, che in Darfur spadroneggiano, compiendo stragi. I loro finanziatori sono principalmente gli Emirati arabi Uniti.

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Sono passati due anni, cinque mesi e 14 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

APPROFONDIMENTI:

[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

[Echi della stampa araba] n°18: Visto Schengen, un viaggio al limite dell’umiliazione. A cura di Margaret Petrarca (Leggi tutto)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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