Per ascoltare l’audio di oggi, 11 agosto 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 216 (1467)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

È il nuovo Olocausto e nessuno potrà dire che non sapeva o non aveva visto. Le immagini trasmesse e il numero degli assassinati dalle bombe statunitensi lanciate dai criminali generali israeliani sono lì ad inchiodare le responsabilità di Netanyahu e dei suoi protettori.

La propaganda israeliana inventa argomenti falsi per coprire le sue stragi, parlando di capi di Hamas uccisi nella moschea e arriva ad inventare nomi inesistenti, che qualche sprovveduto ben disposto ad essere preso per il naso pubblica, come scusante all’assassino. Ad oltre 24 ore dal massacro della scuola Al-Tabi’in nel quartiere Darraj di Gaza, i soccorritori cercano ancora di salvare feriti intrappolati sotto le macerie ed estraggono pezzi di corpi, ma non hanno incontrato neanche un’arma. Le bugie di Tel Aviv hanno le gambe corte, ma trovano ambienti atlantici ben disposti ad ascoltarle. Le bombe micidiali infatti sono made in USA.

Questa nuova strage è un messaggio per le trattative del 15 agosto. Il sangue palestinese per salvare la poltrona di Netanyahu.

Dallo scorso ottobre, il numero delle vittime di questa aggressione israeliana contro la popolazione di Gaza è arrivato a 39.790 uccisi e 91.702 feriti.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

60 mila sfollati dal centro di Gaza negli ultimi tre giorni, in seguito alle ordinanze militari dei generali israeliani. Una marea di gente che vaga da un posto all’altro senza mai avere una pace. Una funzionaria dell’ONU ha rilevato che “gli aiuti internazionali sono bloccati per le azioni coercitive dell’esercito israeliano. Rispetto alle forniture di aprile, prima della chiusura e distruzione del valico di Rafah, gli aiuti ammessi sono scesi di oltre la metà. Attualmente passano meno di 80 camion al giorno per una popolazione che supera i due milioni di abitanti”.

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Unicef

“La vita di un bambino a Gaza, nel decimo mese di questo conflitto, non è una vita. Non lo diremo mai abbastanza: non c’è un posto sicuro e tutto sta finendo: cibo, acqua, carburante, medicine. Tutto”. Lo dice il responsabile dell’ufficio Comunicazioni dell’UNICEF, Salim Oweis, che è stato in visita nella striscia di Gaza ai primi di agosto. “Quando si cammina attraverso i labirinti di rifugi di fortuna, si fa fatica ad arrampicarsi sulla sabbia su cui sono adagiati e si sente il forte odore di liquami che riempie i sentieri intorno. Si rimane colpiti dai tanti bambini che si aggirano intorno e che fanno una sola domanda: “Signore quando finirà la guerra?”.

Un rapporto dell’UNICEF, con il link ad un video sui bambini di Gaza)

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Rastrellamenti e incursioni dei coloni. È la realtà quotidiana con la quale i palestinesi convivono sotto l’occupazione militare israeliana. Ieri è toccato di nuovo a Qalqilia ed a Tulkarem. Ingenti truppe sono penetrate nelle due città ed hanno arrestato una quarantina di attivisti. Il numero degli arrestati in Cisgiordania, dall’inizio di ottobre, ha superato i 10 mila attivisti, tra i quali un migliaio di minorenni.

I coloni invece sono intervenuti a El-Mugheer, un villaggio ad est di Ramallah. Una ventina di coloni armati hanno assaltato, ieri, le case limitrofe del villaggio e lanciato sassi contro le auto dei palestinesi in uscita. Una pulizia etnica a fuoco lento.

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Trattative

Sono in corso febbrili incontri al Cairo per definire un quadro di accordo tra Netanyahu e Hamas sul cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri. Media Usa avanzano l’idea che al negoziato del 15 agosto parteciperà di persona lo stesso segretario di Stato, Blinken. Esponenti di Hamas e funzionari israeliani stanno limando separatamente i punti controversi. Tra i punti che Il Cairo caldeggia è il controllo del valico di Rafah e il corridoio di confine tra Gaza e Sinai. La proposta egiziana è il passaggio del valico alla gestione palestinese di uomini della polizia dell’ANP disarmati. Ci sarebbe l’accettazione del presidente Abbas e della stessa Hamas, ma non ancora quella di Netanyahu. L’amministrazione Biden vuole intestarsi un successo diplomatico, ma nella coalizione dell’estrema destra che governa a Tel Aviv non si vuole sentire parlare di fine della guerra. Il ministro delle finanze Smotrich si è rivolto esplicitamente a Washington contestando le novità: “Volete imporci la resa? Non accettiamo meno dell’annientamento di Hamas”.

La strage della scuola di Al-Tabi’in è un esempio della pulizia etnica che i nuovi nazisti vogliono mettere in campo. Dopo il massacro dell’alba di ieri, il negoziatore palestinese El-Hayya ha detto che “La credibilità della Casa Bianca nel ruolo di mediazione è caduta in basso, perché le bombe usate per uccidere la nostra gente è  di fabbricazione USA” .

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Siria

In un’operazione congiunta dei combattenti curdi con le truppe USA nel nord est della Siria è stato ucciso il capo dell’Isis, Sadeq Hajji. Faceva parte del gruppo di jihadisti dell’Isis che sono riusciti a fuggire, alla fine di marzo, da un carcere sotto il controllo delle milizie filo turche ad Afrin, nella provincia di Aleppo. Secondo l’Osservatorio siriano sarebbe stata una fuga studiata a tavolino, perché questi jihadisti si sono infiltrati nella regione autonoma curda ed operano per destabilizzare la situazione, già di per sé precaria a causa della conflittualità tra i combattenti curdi e le milizie filo governative appoggiate dagli iraniani. La tesi è confutata da questa operazione congiunta dei combattenti curdi dell’autonomia e reparti delle truppe USA nel nord est della Siria, che ha portato all’uccisione di Hajji. Nel covo del capo Isis sono stati trovati documenti che comprovano l’operazione architettata dai servizi di Ankara.

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Libia

Scontri a Tajoura, un sobborgo della capitale, tra due milizie governative ha causato l’uccisione di 9 persone e il ferimento di almeno altre 20, in maggioranza civili. Oltre 20 ore di combattimenti in mezzo alle case per imporre il controllo sul territorio tra due signori della guerra, arricchiti con i lauti ingaggi del governo Dbeiba. Per dirimere il contenzioso è arrivata una milizia neutrale dalla vicina Misurata ed ha agito come una forza di interposizione. La crisi libica non vede spiragli di una soluzione pacifica e recentemente sono riapparsi gli incubi di uno scontro tra il governo Dbeiba e l’esercito del generale Haftar.

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Tunisia

La commissione elettorale ha accettato soltanto 3 candidati alle prossime elezioni presidenziali del 6 ottobre 2024. Oltre al presidente in carica Saied, sono stati ammessi Zuhair Maghzawi, presidente del Partito Movimento di Popolo, e l’attivista Ayyashi Zammal. Due sfidanti di comodo quasi sconosciuti al grande pubblico. Le altre 14 domande sono state respinte con stratagemmi legati alle norme vessatorie imposte dal ministero dell’Interno. Molti dei candidati non avevano ottenuto dagli uffici giudiziari i certificati richiesti. I candidati respinti hanno dichiarato che faranno ricorso.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, cinque mesi e 17 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. L’aeronautica russa ha annunciato: “Abbiamo lanciato su un centro ucraino per mercenari stranieri, in Kursk, le micidiali bombe termobariche”. Droni di Kiev violano lo spazio aereo di Bielorussia. Minsk mette in allerta le proprie truppe.

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Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

APPROFONDIMENTI:

[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

[Echi della stampa araba] n°18: Visto Schengen, un viaggio al limite dell’umiliazione. A cura di Margaret Petrarca (Leggi tutto)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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