di Marco Palombi (Ripreso da Il Fatto Quotidiano QUI)

Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sarà per un’altra volta.

I colloqui di Doha tra le parti si sono conclusi, com’è noto, con l’intesa che servono altri colloqui prima di averne altri ancora. Quando la carneficina sarà in qualche modo finita, poi, anche all’opinione pubblica globale – ché gli interessati lo sanno già – arriverà notizia che quel pezzetto di terra è di fatto inabitabile ancorché abitato da oltre due milioni di persone: come già il dopo-terremoto di Ignazio Silone, anche il dopoguerra a Gaza ne ucciderà più della guerra. L’esercito israeliano ad oggi – ci informa un gran bel pezzo di Bloomberg – nella Striscia ha distrutto almeno il 70% delle case, degli edifici pubblici (ospedali compresi), delle imprese e delle fattorie, lasciando a terra 42 milioni di tonnellate di macerie, sotto le quali ci sono armi inesplose, cadaveri (circa 10 mila) e materiali pericolosi di vario genere. Come immaginarsi 42 milioni di tonnellate di macerie? Ad esempio come una fila di autocarri da movimento-terra lunga da New York fino a Singapore: solo rimuovere quella roba e metterle in un posto sicuro (se lo trovano) costerà un miliardo e mesi di lavoro. Problema: i pochi specialisti hanno già il cliente Ucraina e l’Onu dovrà formare il personale in Giordania. “Quello che vediamo a Gaza è una cosa mai vista prima nella storia dell’urbanistica”, dice Mark Jarzombek, storico dell’architettura al Mit, esperto della ricostruzione post-Seconda guerra mondiale. Quella di Gaza, quando sarà, costerà uno sproposito (80 miliardi ad oggi) e nel frattempo due milioni e passa di persone dormiranno per anni in posti di fortuna, appesi agli aiuti umanitari, esposti alle malattie e a mille altri pericoli, mentre fanno i conti coi lutti e i traumi della guerra. La Gaza del futuro è un luogo inabitabile, pronto per essere quel deserto che chiameremo pace e infine, sgomberato anche delle macerie umane, facilmente vendibile in bei lotti vista-mare con centri commerciali e multisale. Se non lo avete visto, è il piano Gaza 2035, presentato da Netanyahu l’anno scorso: come ogni riqualificazione che si rispetti, è iniziata con sgomberi e demolizioni.

Disclaimer per cretini: Hamas brutta, 7 ottobre crimine, no antisemitismo! 

1 commento

  1. […] Il dopoguerra di Gaza visto dalle macerie Ilan Pappè: Per fermare il genocidio secolare in Palestina, è necessario sradicare la fonte della violenza ARCI ON AIR – RADIO SCONFINATE Lo strillo Tag articolo: #GUERRA#INFORMAZIONE PODEROSA#lo strillo#PACIFISMO#Palestina#UCRAINA […]

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