Per ascoltare l’audio di oggi, 22 agosto 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 227 (1478)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Nel 320esimo giorno di guerra, lo sterminio e annientamento dei palestinesi di Gaza continua per mano dei generali e politici nazisti israeliani. Obiettivo: morte o deportazione. Lo hanno dichiarato ieri un politico di opposizione, Liebermann, e un generale in congedo Giora Eiland (ex capo del Consiglio di sicurezza del governo di Tel Aviv): “Per vincere la guerra, alla popolazione di Gaza bisogna impedire ogni rifornimento di acqua, cibo, medicine, elettricità e carburanti”. Frasi già pronunciate in passato dai due ex militari e dichiarate in video dallo stesso attuale ministro della guerra Gallant. Le ultime di dichiarazioni di Liebermann e Eiland, sono state pubblicate ieri sulla stampa israeliana in ebraico, ma i giornaloni scorta mediatica del genocidio fanno finta di non sapere.

Nei bombardamenti di ieri sono state compiute 4 stragi. 50 uccisi e 124 feriti. Il numero totale delle vittime dall’inizio dell’aggressione: 92.981 feriti e 40.223 uccisi. Oltre a 17 mila dispersi e altre migliaia di prigionieri di guerra.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco. 

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Situazione umanitaria

Nuovi ordini di evacuazione. La zona presa di mira dai generali israeliani questa volta è Deir El-Balah, nel centro della Striscia. La vita della popolazione è un perenne peregrinare da un posto all’altro, secondo la volontà diabolica degli alti comandi militari israeliani. Ieri, mercoledì, è stato ordinato a un milione di sfollati di lasciare Deir El-Balah, luogo dove in precedenza erano stati indirizzati gli abitanti di Jebalia e Beit Lahia, nel nord, e di Khan Younis nel sud. Zone definite sicure, ma sicure non erano a causa dei continui bombardamenti e stragi.

In un rapporto, il Centro Euro-Mediterraneo per i diritti umani, con sede a Ginevra, ha documentato dallo scoro ottobre 14 ordini di evacuazione, su e giù per la Striscia, riducendo sempre di più le zone cosiddette “umanitarie”. “In un’area del 10% del territorio di Gaza sono ammassati 1,7 milioni di persone, senza servizi e strutture di riparo se non tende di plastica e listelli di legno fornite dalle organizzazioni dell’ONU e sistematicamente bombardate”.   

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Cisgiordania e Gerusalemme est

È un’offensiva militare generalizzata in Cisgiordania. Una guerra non dichiarata. Rastrellamenti e attacchi con droni e missili nella maggior parte delle città e villaggi palestinesi. L’esercito israeliano vuole soffocare ogni forma di resistenza all’occupazione.

Oltre a Jenin, ieri l’attacco è stato concentrato su Nablus. È stato ucciso un giovane di 21 anni, Jamal So’udi, colpito da un missile lanciato da un drone mentre era all’interno di un’auto insieme ad altri amici, che sono rimasti gravemente feriti. È di Nablus l’attentatore di Tell Aviv che si era fatto esplodere vicino ad un camion causando il ferimento di una persona e la propria morte. I militari hanno fatto irruzione nella casa della famiglia e hanno interrogato padre, madre, fratelli e sorelle. Il genio militare ha preso le misure della casa per la sua demolizione, come una vendetta collettiva usata dagli occupanti israeliani inutilmente per domare ogni forma di resistenza.

Un altro giovane è caduto a Tulkarem durante l’irruzione delle ingenti forze militari israeliane in città e nei suoi campi profughi.

Ad El-Khalil, un’intera famiglia è finita in ospedale con gravi ferite, in seguito al lancio di una bomba a mano nell’abitacolo della loro auto da parte di un colono israeliano.

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Prigionieri

Ibrahim Salim ha vissuto una tragica esperienza di carcerazione nazista a Sde Tieman, nel deserto del Negev. Otto mesi delle quali i primi due di continue torture, violenze, stupri e umiliazioni. Racconta di aver subito scosse elettriche, annegamenti con la testa sotto acqua, colpi sulla testa e sui genitali e sulle ginocchia. A queste violenze si aggiungono la fame e il divieto di evacuare se non nei pannoloni. È stato arrestato nell’ospedale di Shifà nel dicembre 2023, mentre era ricoverato con la moglie e i figli, in seguito al bombardamento della loro casa. L’unico sospetto contro di lui è l’età: 35 anni, età di combattente. È stato prelevato dal reparto di terapia intensiva, trascinato in una buca nel terreno per due giorni, completamente nudo, per poi internarlo nel famigerato campo di detenzione e sterminio di Sde Tieman. “Mi hanno rotto le costole e i denti. Sono stato punito di stare in piedi per lunghe sei ore, soltanto per aver protestato contro l’impossibilità di un anziano di andare ad evacuare lontano ed era stato costretto ad evacuare lì nel luogo di detenzione, davanti a tutti gli altri detenuti, nella gabbia metallica dove eravamo concentrati in 20 persone in un piccolo spazio. Un’altra volta mi hanno tenuto 20 ore sulle ginocchia”.

Salim si è salvato perché un soldato ha venduto una sua foto, mentre era sotto tortura, alla CNN. Adesso è un derelitto umano, ha paura della sua ombra e si spaventa se passa vicino ad un muro. Vive in una tenda di plastica a Khan Younis. “Non obbedisco agli ordini di evacuazione. Se vogliono bombardarci, che lo facciano. Questa vita non vale la pena di viverla”.

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Trattative

Sono in dubbio gli incontri di oggi al Cairo nel quadro delle trattative per il cessate il fuoco. Le dichiarazioni di Blinken sull’accettazione da parte di Netanyahu della proposta USA erano menzognere, per il consumo interno della campagna elettorale, ma hanno danneggiato il negoziato. Appiattirsi sulla linea di Netanyahu, con l’inganno, ha destato anche le preoccupazioni del governo del Cairo. Lo stesso Netanyahu ha smascherato il gioco sporco del diplomatico statunitense in una sola frase: “non ci ritireremo mai dai corridoi di Philadelphia e Netzarem e non accetteremo nessun accordo che imponga la fine dei combattimenti prima della distruzione di Hamas”.  

Il risultato immediato di questi sviluppi è lo slittamento delle trattative che si dovevano riprendere oggi al Cairo a un’altra data e non è chiaro se il governo egiziano è disponibile a ospitarle. La questione del corridoio di confine tra Palestina e Egitto (Salahuddine per gli egiziani e Philadelphia per gli israeliani) è una vicenda che riguarda accordi tra Il Cairo e Tel Aviv e non riguarda Hamas. L’insistenza di Netanyahu a mantenerne l’occupazione militare è una sfida ad Al-Sisi e non a Senwar.

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Libano

A Sidone, l’esercito israeliano ha assassinato un dirigente di Fatah, il movimento palestinese del presidente Abbas. Khalil Al-Maqdah è stato assassinato con un drone che ha lanciato un missile contro la sua auto nel centro di Sidone, nel Libano meridionale. Da Ramallah, il movimento Fatah ha accusato “l’esercito e il governo israeliani di volere incendiare la regione con una guerra generalizzata. Usano il sangue palestinese e libanese per scatenare un conflitto regionale”.

L’esercito israeliano ha rivendicato l’attacco.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, cinque mesi e 29 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Conferma da Kiev: “colpiamo in Russia con razzi Usa”. Prosegue l’avanzata russa verso Pokrovsk, ancora evacuazioni nel Donetsk. Grande attacco di droni su Mosca.

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APPROFONDIMENTI:

Ilan Pappè: sradicare le radici della violenza leggi tutto

[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto

[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

[Echi della stampa araba] n°18: Visto Schengen, un viaggio al limite dell’umiliazione. A cura di Margaret Petrarca (Leggi tutto)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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