Per ascoltare l’audio di oggi, 30 agosto 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 235 (1486)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

La carneficina continua. I generali israeliani ieri hanno ucciso fino a mezzogiorno, 68 civili e ferito 77, in 4 stragi contro i centri di sfollati.

Nel pomeriggio e all’alba di oggi sono ripresi i bombardamenti, malgrado la tregua parziale umanitaria annunciata; le vittime sono state secondo fonti giornalistiche 31 civili, oltre la metà bambini.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco. 

Situazione umanitaria

L’OMS ha comunicato che la campagna di vaccinazione inizierà domenica e durerà tre giorni durante i quali ci sarà un cessate il fuoco temporaneo e limitato territorialmente. Sono arrivate a Gaza un milione e 200 mila dosi di vaccino anti polio. Non c’è una conferma ufficiale da parte israeliana ma solo dichiarazioni alla stampa. Hamas ha approvato e il ministero della sanità palestinese da Ramallah comunica che non c’è ancora una conferma ufficiale della tregua umanitaria. Secondo il rappresentante dell’OMS nei territori palestinesi occupati, la vaccinazione inizierà nel centro di Gaza e poi altri tre giorni per il sud e infine altri tre giorni per il nord della Striscia. La tregua sarà limitata a certi orari, dalle 06:00 del mattino alle 15:00 del pomeriggio, durante i quali si svolgeranno le vaccinazioni. Un impianto complesso che preoccupa non poco le agenzie ONU per il pericolo che affronta il personale internazionale. Le operazioni di vaccinazione saranno svolte in coordinamento con l’esercito israeliano per evitare bombardamenti ai centri di vaccinazione. Lo stesso vice-rappresentante di Washington al Consiglio di Sicurezza ha espresso la sua preoccupazione per la diffusione del virus della poliomielite a Gaza, dopo 25 anni di assenza dalla malattia nella Striscia, e ha sottolineato la necessità di protezione dei quadri internazionali impegnati nelle operazioni di soccorso umanitario.

Soltanto dopo l’unanimità al Consiglio di Sicurezza dell’ONU su questo aspetto umanitario, il governo Netanyahu ha accettato di adeguarsi, anche se ha dettato le sue regole rigide che l’ONU ha dovuto accettare per potere operare in favore dei bambini di Gaza. Sono già in corso le trattative con l’esercito per la prossima tregua tra un mese per la seconda dose di richiamo. https://www.anbamed.it

Infanzia negata

“Ridateci la nostra infanzia!”. È il grido di un gruppo di ragazzi e bambini palestinesi di Gaza, lanciato dai microfoni di un’emittente televisiva araba. Un ragazzo di 11 anni ha spiegato: “Non abbiamo una casa, niente scuola e nessun gioco, continui sfollamenti e perdurante fame, per ottenere un piatto di riso e lenticchie facciamo ore di file e per un bidone di acqua camminiamo per chilometri. E dobbiamo essere contenti perché siamo ancora in vita. Quanti bambini come noi sono morti sotto le bombe o rimasti intrappolati sotto le macerie. Questa non è vita”.

La sorella di Abdul-Rahman, il bambino di 10 mesi affetto da poliomielite, ha gridato il suo dolore: “La nostra vita è stata messa sotto sopra. Viviamo sotto una tenda e senza papà. Non sappiamo se avremo oggi un pasto. Nostro fratello ha bisogno di cure che non ci sono, è con noi nella tenda, su una culla appoggiata a terra”.

Un’altra vicenda drammatica di una bambina, Rahaf di 4 anni, l’ha raccontata con un video sul proprio account social il giornalista Attia Darwish. La didascalia dice: “Non sta dormendo… è morta di spavento”.  Le bombe israeliane a Nuseirat sono cadute sulla casa vicina e hanno provocato suoni forti e tremori delle pareti di casa. Lo spavento e la paura hanno bloccato i battiti del piccolo cuore di Rahaf. (Vedi).

Cisgiordania e Gerusalemme est

A Nour Shams è deportazione forzata. I cecchini sono appostati sui palazzi alti attorno al campo profughi. I bulldozer distruggono le costruzioni per aprire varchi e permettere l’ingresso dei carri armati. Droni lanciano missili per uccidere i resistenti. È il terzo giorno di assedio e l’esercito è deciso a continuare la sua opera di pulizia etnica. I posti di blocco controllano l’identità di ogni persona che esce dal campo profughi. La versione ufficiale israeliana, dopo le critiche internazionali, è a dir poco menzognera e ipocrita: “è un’evacuazione volontaria”. Sotto la minaccia armata, però e in seguito agli ordini per sms e con i megafoni.

Al campo profughi di Yatta, a Nablus, i servizi di sicurezza dell’ANP hanno convinto 15 resistenti a consegnarsi alla polizia palestinese e deporre le armi, “per evitare la distruzione del campo”. Un quotidiano israeliano ha confermato che la collaborazione dell’ANP con i servizi di sicurezza israeliani è continuata come prima, malgrado l’offensiva militare israeliana che ha ucciso decine di palestinesi in Cisgiordania.

Trattative

Nessun passo avanti verso il cessate il fuoco. Le delegazioni di Israele, USA, Qatar e Egitto si sono riunite a Doha in sottocommissioni tecniche per affrontare questioni specifiche, nell’intento di avvicinare le posizioni tra Netanyahu e Hamas. Ma il nodo centrale rimane irrisolto. Netanyahu non intende ritirarsi dai corridoi di confine e quello centrale e senza un ritiro non ci sarà scambio di prigionieri. È una questione politica. Non solo per Netanyahu, ma anche per l’Egitto, che ha accordi con Israele per il controllo del lembo di terra palestinese confinante con il Sinai.

Anche un politico israeliano di destra, ex generale e ex ministro della difesa, come Liebermann è contro la linea Netanyahu. “Il premier ha vietato ai capi della delegazione israeliana di incontrarsi con il ministro della guerra, Gallant. È una gestione folle della guerra e delle trattative, per fini privati”.

L’ex ministro del consiglio di guerra, Gadi Eizenkot, ha rincarato la dose: “Il piano di Netanyahu è quello di rioccupare militarmente Gaza per sempre. È prigioniero nelle mani di Ben Gvir e Smotrich”. Le parole di Eizenkot non sono campate per aria. Infatti, ieri, l’esercito israeliano ha nominato il “governatore civile” di Gaza nella figura del colonnello Ilaad Goren. È un chiaro segnale che l’occupazione di Gaza durerà a lungo e si vuole esportare a Gaza la situazione amministrativa dell’esercito israeliano in Cisgiordania.

Diplomazia Internazionale

Il Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino ha

votato all’unanimità un ordine del giorno per “l’Accreditamento della

Rappresentanza Diplomatica Palestinese”. Il documento approvato impegna il Congresso di Stato ad addivenire al riconoscimento

dello Stato di Palestina. Il Consiglio si impegna al continuo sostegno, in ambito ONU, del processo di ammissione della Palestina come membro effettivo dell’Assemblea Generale.

Ieri, il ministro degli esteri, Luca Beccari, ha incontrato l’ambasciatora palestinese in Italia, Abeer Auodeh. Beccari ha affermato che la rappresentanza palestinese a San Marino otterrà il rango diplomatico, come primo passo verso il riconoscimento formale dello Stato di Palestina. https://www.anbamed.it

Cultura e Solidarietà

300 artisti del settore cinematografico hanno firmato un appello di solidarietà con il popolo palestinese e di critica all’ammissione al festival di Venezia di opere prodotte da società legate al sistema di propaganda governativa di Tel Aviv, l’esercito della quale sta compiendo un genocidio a Gaza e azioni di Apartheid e pulizia etnica in Cisgiordania.

Anche sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia 2024 si è manifestato in difesa del popolo palestinese. L’attrice Laura Morante e il suo collega Lino Musella lo hanno fatto in occasione della presentazione in Laguna del film Nonostante (in cui recitano) di Valerio Mastandrea, film che ha aperto la sezione Orizzonti di Venezia 81. L’attrice italiana ha alzato tra le mani un ventaglio con la scritta: ‘Stop the Gaza Genocide’. Il suo collega invece ha portato una maglietta con la bandiera palestinese e la scritta: “Free Palestine”.

Malgrado che l’agenzia ANSA abbia pubblicato questa notizia, per leggerla sui media in lingua italiana, la redazione di Anbamed ha dovuto consultare un quotidiano statunitense: “La voce di New York”. Se ci è sfuggito qualche articolo, segnalatecelo e noi rettificheremo. CENSURA.

Iraq-Turchia

L’esercito iracheno ha annunciato di aver abbattuto un drone turco sui cieli di Kirkuk. Secondo fonti dell’esercito il drone veniva dalla direzione di Soulaymanie, in Kurdistan iracheno, e quindi il lancio è avvenuto non dal territorio turco ma da una delle basi installate illegalmente in Iraq. Il drone non ha causato vittime, un incendio e il blocco del traffico cittadino su un’arteria principale sorvolata dal drone prima di essere abbattuto.

Kirkuk è una città dell’Iraq confinante con la regione autonoma curda, ma abitata da una maggioranza curda ed è contesa tra Erbil e Bagdad a causa dei giacimenti petroliferi insiti nel suo territorio. https://www.anbamed.it

Siria

Droni turchi sono stati lanciati ieri contro le zone del nord est della Siria amministrate dalle forze democratiche siriane a maggioranza curda. La provincia più colpita è stata quella di Hasaka. Non ci sono notizie di vittime, ma incendi in case e terreni agricoli. Dall’inizio dell’anno sono stati 100 i droni che sono stati lanciati dalla Turchia contro la regione autonoma. A queste aggressioni si aggiungono gli attacchi delle cellule dormienti di Daiesh e i bombardamenti dei governativi e le milizie iraniane affiliate che colpiscono la regione autonoma lungo il fiume dell’Eufrate.

Sudan

Human Rights Watch ha accusato, in un rapporto, l’esercito sudanese e le milizie di Pronto Intervento di stupri, assassinii di prigionieri e violenze contro la popolazione civile. “Hanno mutilato i corpi delle loro vittime morte”, scrive l’organizzazione per i diritti umani facendo appello a mettere fine a queste violazioni del diritto internazionale e invita la comunità internazionale a processare i responsabili di questi crimini di guerra. Si legge nel rapporto: “Human Rights Watch ha analizzato 20 video e 1 fotografia di 10 incidenti, caricati su piattaforme di social media, tra il 24 agosto 2023 e l’11 luglio 2024. Otto video e 1 fotografia raffigurano 4 episodi di esecuzioni sommarie, comprese esecuzioni di massa, di almeno 40 persone. Quattro video mostrano torture e maltrattamenti nei confronti di un totale di 18 detenuti, tra cui alcuni che sembrano feriti; e 9 mostrano la mutilazione di almeno 8 cadaveri”. Chi ha compiuto questi crimini si sente protetto da un’immunità garantita dai capi militari. Infatti le azioni vengono pubblicate con orgoglio sui social, vantandosi dei crimini messi in atto. (Leggi tutto)

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, sei mesi e cinque giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. I russi avanzano nel Donetsk e Lugansk. Kiev annuncia la caduta di un caccia F-16 di fabbricazione USA, “per errore del pilota”.

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APPROFONDIMENTI:

Aya Ashor: Diario da Gaza (leggi tutto

Ilan Pappè: sradicare le radici della violenza leggi tutto

[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto

[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

[Echi della stampa araba] n°18: Visto Schengen, un viaggio al limite dell’umiliazione. A cura di Margaret Petrarca (Leggi tutto)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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