IL PIETOSO NON ABITA PIÙ IN PALESTINA
di Giovanni Torres La Torre


Di luce e fumo tra gli ulivi
è vestita la notte
e con stelle cadenti e bombe
che giocano a rimpiattino
su macerie di carne
calce e singhiozzi.
Una voce si angustia
per la partenza che incombe:

– Se non ritorno
salva i bambini-,
la morte lo seguiva, lo seguiva.
Nell’inquieto ricordo
la sposa evoca quel nome disperato

– luna gonfia di dolore, addio
mentre bande di briganti
terroristi e assassini di Stato
divorano la vita della terra e dei libri
che non profumano più di erbe
e di parole.
Vaga luna di morte
rischiara la notte,
un dio macellaio
squarta e divide la carne delle vittime
tra la gente di Gaza
e di Israele.
Si duole il poeta:
– La storia che ricorderà questi giorni
sarà resoconto doloroso
del massacro di innocenti.
Il Pietoso non cammina più
per le terre di Palestina,
una bambina si aggira
farfalla smarrita
tra le macerie
a raccogliere libri
superstiti dell’ultimi giorno di scuola.
Una madre la guarda, la guarda
cercando con gli occhi
una voce, una voce
smarrita negli ultimi colori
del mondo.
Di luna
e scialli di morte
di morte è vestita la notte
nella terra degli ulivi.
Il Pietoso non abita più in Palestina.
Nella casa del poeta
spalpebra un lume
e rosa pagine di Nazim Hikmet:

– Verranno,
verranno, giorni più belli
verranno
ma mentre aspettiamo
nelle nostre parole riecheggia la tristezza
di un noce tagliato e venduto.
Piange Iunus lo zoppo
caduto dal noce
di luce e di fuoco di morte
è vestita la notta
sudario di lutto
di luce e di fuoco
nella terra degli ulivi.

4 agosto del 2014

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