Per ascoltare l’audio di oggi, 16 settembre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 251 (1502)
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La storia del conflitto israelo-palestinese non è iniziata il 7 ottobre.
Ne vogliamo ripercorrere una tappa precedente, tra le tante. Tra il 16 e il 18 settembre 1982, l’esercito israeliano e le milizie maronite libanesi fasciste dei falangisti hanno compiuto la strage di Sabra e Chatila.
La redazione di Anbamed sta preparando delle testimonianze di militanti, attivisti e intellettuali, arabi e internazionali, per ricordare come hanno vissuto quel giorno, dov’erano, come hanno saputo della notizia, cosa hanno organizzato o a che iniziativa hanno partecipato.
La memoria come antidoto all’oblio.
Ci saranno opere artistiche, poesie, articoli, ricordi personali e collettivi. Chi ha dei contributi o suggerimenti, scriva a: anbamedaps@gmail.com
Per non dimenticare Sabra e Chatila leggi qui, qui, qui e qui.
Le notizie:
Genocidio a Gaza
Una nuova strage nella notte. I quartieri di Zeituon e Sheikh Radwan, di Gaza città, sono stati fatto segno da missili lanciati dai caccia israeliani. I soccorritori hanno estratto 10 corpi da sotto le macerie.
Nella sola giornata di ieri sono state compiute 3 stragi, con 24 uccisi e 57 feriti.
Il totale delle vittime di questo genocidio in diretta è stato finora di 41.206 uccisi e 95.337 feriti.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
L’arrivo delle piogge e le prime avvisaglie del prossimo inverno sulla popolazione di Gaza comincia a lasciare effetti disastrosi. È alto l’allarme delle organizzazioni internazionali operanti a Gaza. Le tende di plastica si sono stracciate e non difendono contro la pioggia e i campi di sfollati si trasformeranno in laghetti. L’esercito israeliano ha bloccato l’ingresso di 300 mila tende di tela, secondo fonti ONU.
Gli strateghi statunitensi continuano a sparlare di ricostruzione di Gaza. Un Think Tank di Washington ha calcolato che per rimuovere le macerie ci vorranno 700 milioni di dollari e per la ricostruzione 80 miliardi di dollari.
A coprire i costi della ricostruzione – secondo Bliken e Netanyahu – dovrebbero essere le monarchie del golfo. In questo caso non funziona il principio “chi rompe, paga”.
Cisgiordania
Nella giornata della festività per la nascita del profeta Mohammed, al-Mawlad al-Nabawi, l’esercito israeliano ha vietato ai musulmani di raggiungere la moschea Ibrahimia di el-Khalil – Hebron. Una massiccia protezione di militari ha accompagnato un gruppo di coloni ebrei, provenienti di ogni laddove, a visitare il luogo. La moschea si trova nel centro della vecchia città, sotto il controllo militare israeliano. Il gruppo di coloni, protetto sempre dall’esercito, ha lanciato pietre e sparato pallottole contro le case dei palestinesi, costretti a rimanere asserragliati nelle loro dimore. Nella città vecchia vivono 400 coloni protetti da 1500 soldati. Dalla strage della moschea compiuta dal terrorista israeliano Goldstein, il 25 febbraio 1994, la moschea è stata divisa in due parti. 63 percento agli ebrei e il 37 percento ai musulmani. L’annessione della Cisgiordania è un piano israeliano che viene da lontano.
Israele
Il leader del Partito Labourista israeliano, Yair Golan, ha dichiarato che questo governo è inesistente e rischia di trascinare il paese in una guerra infinita. Il commento è arrivato dopo la diffusione della notizia del missile yemenita che è caduto in una zona aperta ad est di Tel Aviv. Golan ha invitato gli israeliani “a scendere in piazza tutti i giorni, per mandare a casa questo governo. Netanyahu, per tenersi a galla, continua una pazza guerra e trascina il paese verso la catastrofe, verso il conflitto interno”.
Armamenti
Diversi paesi stanno rivalutando le loro responsabilità nel genocidio a Gaza, nel caso di utilizzo delle armi e munizioni esportate verso Israele. Tra questi vi è anche la Germania, uno dei paesi che hanno sostenuto politicamente, diplomaticamente e militarmente Israele. Il governo tedesco ha annunciato di sospendere l’esportazione di componenti di armi offensive. Prima di Berlino, lo stesso passo è stato compiuto da Spagna e Giappone.
L’Italia ha assunto una posizione imbarazzante. Mentre il ministro degli esteri, Tajani, ha dichiarato alla stampa la sospensione delle esportazioni di armi verso Israele, il ministro della guerra, Crosetto, ha confermato al parlamento l’esportazione di armi per contratti precedentemente conclusi. In realtà, l’Italia ha continuato ad esportare verso Israele artiglieria e pezzi di ricambio di cannoni, tramite la solita triangolazione con paesi terzi, gli Stati Uniti in questo caso.
Yemen
Un missile ipersonico lanciato dallo Yemen ha colpito a 6 km dell’aeroporto di Tel Aviv. Secondo i media israeliani non ci sono stati vittime, ma lo spavento tra la popolazione è stato grande. Il buco causato nella zona aperta è enorme e il missile ha percorso 2400 km senza essere intercettato dalla contraerea israeliana. Neanche le navi militari USA, britanniche e della UE, messe a protezione di Israele nel mar Rosso, sono riuscite ad intercettarlo e abbatterlo. È stata un’azione dimostrativa e per il momento innocua, ma il suo effetto politicamente è stato dirompente. Il conflitto si sta di fatto allargando e non sembra che vi siano intenzioni dei paesi NATO di mettere mano all’unico modo utile per fermare questa degenerazione, cioè un cessate il fuoco immediato a Gaza e porre fine al genocidio dei palestinesi per mano del governo Netanyahu.
Libano-Israele
Oggi arriva a Tel Aviv l’inviato di Biden per tentare di calmare le acque alla linea di demarcazione israelo-libanese. Hochestein si incontrerà con il ministro della guerra e con il premier israeliani, ma non sembra che la missione avrà successo. Le dichiarazioni israeliane alla vigilia del suo arrivo sono bellicose. “Se non porta notizie sul ritiro dei miliziani di Hezbollah, noi agiremo”, ha detto Netanyahu. Il segnale verde da Washington non è ancora arrivato, e per rimarcare la sua avversione all’allargamento del conflitto prima delle elezioni di novembre, l’amministrazione Biden ha ritirato una delle portaerei nel Mediterraneo orientale. Sul terreno continua senza sosta lo scambio di missili e lanci di artiglieria.
Siria
L’esercito israeliano è penetrato in territorio siriano nel golan per oltre 200 metri, costruendo strade e trincee. Secondo fonti locali, i soldati israeliani sono entrati all’interno della linea di tregua del 1973, nei pressi della località Jabatha Khashab, nella provincia di Quneitra. La forza militare trasportata in carri armati ed accompagnata da bulldozer ha avviato i lavori di tracciare una nuova strada e scavare trincee, avanzando in territorio siriano, senza nessuna resistenza da parte del piccolo contingente siriano presente in loco, che si sarebbe limitato a osservare l’accaduto con i binocoli.
Iran
Ricorre oggi, 16 settembre, l’anniversario dell’assassinio di Mahsa Amini, la giovane curda iraniana che è stata trascinata in un commissariato di polizia e li vi ha trovato la morte. Da quel assassinio gratuito si è sviluppato in tutto l’Iran un movimento di protesta indirizzato all’affermazione dei diritti delle donne, con lo slogan DONNA, VITA, LIBERTÀ.
Per commemorare la giornata, 34 donne detenute iraniane sono entrate in sciopero nel carcere di Evin. La polizia ha contattato il padre di Amina e lo ha minacciato di arresto in caso se lui o qualcuno della famiglia uscisse di casa. La famiglia aveva annunciato di voler commemorare la morte di Mahsa in cimitero, ma le autorità dei barbuti temevano che l’iniziativa privata si trasformasse in una manifestazione con migliaia di partecipanti. Il regime degli ayatollah ha finora eseguito la condanna a morte di 10 manifestanti che avevano partecipato alle proteste oceaniche contro il regime, organizzate per quasi 6 mesi in tutte le città iraniane. Oltre 40 mila gli arrestati, secondo quanto dichiarato dalla stessa polizia.
Cultura
Il grande scrittore libanese Elias Khoury è scomparso ieri all’età di 76 anni. Era nato a Beirut nel 1948. Autore di numerosi romanzi, pièce teatrali e volumi di saggi, nonché direttore del prestigioso inserto letterario del quotidiano di Beirut “al-Nahar”, è una delle personalità di punta in ambito intellettuale e politico libanese e gioca un ruolo importante all’interno della cultura araba contemporanea e nella difesa della libertà d’espressione. Ha diretto la rivista di Studi palestinesi e condotto battaglie culturali per l’affermazione dei diritti dei popoli arabi alla democrazia e alla vera indipendenza. Il suo romanzo La porta del sole, del quale è stato tratto un film, è ambientato proprio a Sabra e Chatila.
Nel 1988 è stato premiato con il Palestine Prize per La porta del sole (Feltrinelli UE, 2014), e nel 2000 il romanzo è diventato il libro dell’anno di “Le Monde Diplomatique”. Nel 2008 ha ricevuto il Sultan Oweiss Award per la narrativa e il Prix IMA pour le roman arabe. In Italia sono stati inoltre pubblicati Il viaggio del piccolo Gandhi (Jouvence, 2001), Facce bianche (Einaudi, 2007), Yalo (Einaudi, 2009) e, ancora per Feltrinelli, Specchi rotti (2014).
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, sei mesi e 22 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. I militari russi dicono di aver analizzato i segreti del missile USA, Himars, lanciato dagli ucraini e intercettato ed abbattuto nei cieli russi.
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APPROFONDIMENTI:
Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila leggi qui, qui, qui e qui.
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[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto
[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI
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La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)
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