Per ascoltare l’audio di oggi, 19 ottobre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 284 (1535)
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Le notizie:
Assassinio di Sinwar
La diffusione da parte della macchina di propaganda militare israeliana del video con l’attacco sulla casa dove era nascosto Sinwar e il momento della usa uccisione, si è dimostrato controproducente. Agli occhi della gente, non solo quella palestinese e araba, è apparso come un eroe che è morto combattendo fino all’ultimo respiro.
Hamas, con una dichiarazione video del vice presidente, Al-Hayya, ha pronunciato un discorso di commiato e ha affermato che la lotta fino alla liberazione della terra palestinese continuerà. “Senza il cessate il fuoco permanente e la fine dell’aggressione con il ritiro dei soldati di occupazione, non sarà rilasciato nessun prigioniero politico nelle nostre mani”, ha affermato.
Condoglianze e commemorazioni sono state espresse da Fatah e dall’OLP.
Gli Stati Uniti vogliono imprimere un’accelerata alle trattative per lo scambio prigionieri, ma l’Egitto si è sfilato. Blinken sta cercando una sponda presso la diplomazia saudita. Oltre al sultano del Qatar, Tamim, ha sentito anche Mohamed Bin Salman. La stampa saudita è molto abbottonata, ma dall’analisi dei commentatori si evince che da Riad la risposta sia stata un no. Tra l’Arabia Saudita e Israele non ci sono rapporti diplomatici.
Genocidio a Gaza
Due settimane di assedio e bombardamenti nel nord della Striscia. 400 uccisi in 14 giorni e molti altri morti giacciono sotto le macerie. Un’operazione di sterminio e deportazione.
Il nord di Gaza è isolato dal mondo. Tutti i collegamenti telefonici e Internet sono stati interrotti. I generali israeliani non vogliono che il mondo sappia cosa stiano facendo e quali crimini stiano compiendo.
Stamattina, sabato, sono stati bombardati i tre ospedali della zona, due dei quali in realtà non funzionanti dal punto dii vista sanitario, per mancanza di medicine, materiale di consumo e elettricità. Sono di fatto un parcheggio per scheletri umani. L’unico ospedale operante a metà è “Kamal Adwan” di Beit Lahia. Stamattina è stato colpito da un proiettile di carro armato, mandando in frantumi l’ingresso e la sala di pronto soccorso. Tutte le strutture sanitarie sono accerchiate dai carri armati e sono in corso operazioni di occupazione degli edifici con l’ingresso delle truppe all’interno, per impossessarsene e cacciare malati, sfollati e personale sanitario.
Il rapporto del ministero della sanità palestinese parla di 4 stragi compiute ieri, con 62 uccisi e 300 feriti. Il totale delle vittime dall’inizio dell’invasione è di 42.500 uccisi e 99.546 feriti.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
Human Rights Watch ha sostenuto in un comunicato che la politica di affamare e deportare i civili coercitivamente è un crimine di guerra. 400 mila palestinesi del nord di Gaza sono senza cibo e acqua, senza medicine e gli ospedali sono stati messi fuori uso, per i bombardamenti e per il blocco che vieta la fornitura di carburanti e con l’elettricità tagliata. “In queste condizioni, l’esercito costringe la popolazione civile ad evacuare in una zona ristretta e già densamente popolata e ancora meno sicura. L’esercito ha ordinato all’85% della popolazione di Gaza di evacuare verso una zona che rappresenta soltanto il 16% del territorio e senza le garanzie di ritorno”.
L’organizzazione statunitense per i diritti umani ha anche criticato il cosiddetto ultimatum dell’amministrazione Biden, del 13 ottobre, che dava ad Israele un mese per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari alla popolazione. Non è il primo avviso che viene reso pubblico, in passato altri simili non hanno avuto nessun effetto e le forniture di armi sono continuate lo stesso. Dopo un mese, i 400 mila persone di Gaza saranno già morte di fame o sotto le bombe.
Per leggere il testo, in inglese: QUI
Libano
Morti e feriti. Nei bombardamenti israeliani di ieri sono stati uccisi 6 persone e ferite altre 69, secondo un rapporto del ministero della sanità di Beirut. Il numero totale delle vittime è arrivato a 2414 uccisi e 11.336 feriti. Nelle ultime 24 ore sono state registrate 87 attacchi aerei e con missili, sia da terra che con droni.
Secondo rapporti militari israeliani, Hezbollah ha lanciato contro il territorio israeliano 60 missili, razzi e droni.
Situazione umanitaria in Libano al collasso. Migliaia di persone sono ancora accampate all’aperto. In un rapporto dell’Unicef si denuncia “la distruzione delle reti idriche in 23 villaggi e città libanesi del sud”. È una pratica già sperimentata a Gaza, per rendere la vita della popolazione impossibile. “Inoltre 6 ospedali distrutti nei bombardamenti e altri 5 funzionano a singhiozzo, scuole colpite e un anno scolastico in pericolo. Tutti questi fatti hanno un effetto diretto sulla vita dei bambini, con la diffusione di malattie e sofferenze fisiche e psicologiche”, sottolinea il rapporto dell’organizzazione mondiale per l’infanzia.
Protesta del governo libanese contro l’Iran per le dichiarazioni del ministro degli esteri Araqji, secondo le quali Teheran sarebbe disposta a trattare con Parigi per un cessate il fuoco in sud Libano. “Interferenza non richiesta negli affari interni libanesi”, ha detto il premier Miqati e il ministero degli esteri di Beirut ha convocato l’ambasciatore di Teheran.
UNIFIL
Rimane tesa la situazione delle basi Unifil nel sud Libano. Un portavoce dell’ONU non ha escluso di rispondere al fuoco in caso di nuovi attacchi. “Siamo stati attaccati premeditatamente in 5 episodi, con feriti anche gravi. Abbiamo trovato tracce di fosforo bianco in esplosioni nelle vicinanze delle nostre basi”. Gli attacchi israeliani contro le basii Unifil sono cessati nelle ultime 48 ore a causa anche dell’isolamento internazionale nel quale si è trovata Tel Aviv. La sua richiesta di ritiro delle truppe internazionali è stata respinta da tutti.
Cisgiordania e Gerusalemme est
In tutte le province della Cisgiordania si sono avuti rastrellamenti, in città e villaggi, e posti di blocco sulle strade. I posti di blocco non li ha organizzati soltanto l’esercito, ma anche bande di coloni armati. “Fermano le auto dei palestinesi e controllano i documenti e aggrediscono le persone e colpiscono le auto, mandando in frantumi i verti”, ha denunciato una donna. Un palestinese ha denunciato che i coloni hanno sparato alle gomme della sua auto, bloccandolo per ore fino all’arrivo del gommista, con un danno alle sue attività e perdita economica. Quando ha denunciato all’esercito l’accaduto, è stato aperto contro di lui un procedimento e iniziato un interrogatorio. Un mondo alla rovescia per deportare la popolazione palestinese.
Un’attivista internazionale è stata colpita dai coloni e dall’esercito israeliani, mentre stava aiutando i contadini palestinesi nella raccolta delle ulive, nella provincia di Nablus. L’agenzia stampa palestinese Wafa non ha fornito né il nome della donna, né la sua nazionalità. Secondo il sindaco della località oggetto dell’aggressione israeliana, 200 coloni protetti da un forte schieramento di soldati hanno attaccato il villaggio di Yatma da tre parti e hanno colpito con bastoni i contadini intenti a raccogliere le ulive. I coloni hanno anche incendiato decine di alberi di ulive. Quando la popolazione e gli internazionali hanno fatto una marcia di protesta, l’esercito ha lanciato lacrimogeni e sparato pallottole.
In una denuncia dell’ONU, durante una conferenza stampa dell’OCHA (Ufficio ONU per gli affari Umani), a Ginevra, è stato sostenuto che Israele sta svolgendo un’operazione di simil-guerra contro i contadini palestinesi per la distruzione del raccolto di ulive, uno dei pilastri di sostentamento economico di decine di migliaia di famiglie palestinesi. “Nelle ultime due settimane, 32 attacchi dei coloni contro villaggi palestinesi, una contadina è stata uccisa due giorni fa dai soldati vicino a Jenin. Questa guerra ricade anche contro le terre agricole. 600 alberi di ulive sono stati sradicati dall’inizio della stagione di raccolta, non solo dai coloni ma anche dalle unità militari con i loro bulldozer”.
Siria
Israele ha abbattuto sui cieli siriani due missili balistici lanciati dal territorio iracheno contro il Golan siriano occupato da Israele dal 1967. Nella zona del Golan a ridosso del confine libanese sono in corso le penetrazioni militari israeliane, con la costruzione di strade e lo spostamento del muro di filo spinato. Attività militari che non vengono contrastate dall’esercito siriano, che si limita ad osservare con i binocoli.
Migranti- Italia-Albania
800 milioni di € buttati al vento e avrebbero fatto comodo alla sanità italiana, mandata in frantumi dalle politiche liberiste. È il commento più azzardato alla rocambolesca vicenda del governo Meloni, inciampato su una questione legale. Il tribunale di Roma ha bocciato la deportazione dei 16 migranti in Albania. E il campo d concentramento in Albania è tornato vuoto, custodito da un centinaio di poliziotti, carabinieri e personale sanitario italiano, che costa al contribuente, senza svolgere nessuna attività. Adesso i 12 migranti rimasti nella struttura tornano anche loro in Italia, dopo che le autorità albanesi, molto più civili di quelle della destra italiana, avevano già rimandato indietro 4 di loro, perché due erano minorenni e altri due malati. Il governo italiano ha gridato al complotto e il partito della premier ha evocato le “toghe rosse”.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, sette mesi e 24 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il piano Zelensky per la vittoria inguaierebbe ’Europa nella guerra. Le dichiarazioni del nuovo capo della Nato sull’adesione di Kiev all’alleanza atlantica è stato visto a Mosca come l’avvio di uno scontro frontale diretto.
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