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Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 289 (1540)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Un uso criminale dei barili esplosivi ed incendiari da parte dell’esercito israeliano contro i campi di sfollati nel nord della Striscia. Ieri è stato bombardato anche l’ospedale “KamalAdwan”. Così è stata messa fuori servizio l’ultima struttura sanitaria semi funzionante nella zona settentrionale. Quasi mille civili sono stati uccisi in 20 giorni di assedio e bombardamenti su Jebalia. Ieri l’Onu ha denunciato che un dipendente Unrwa è stato ucciso da un missile di Israele. L’auto con l’insegna ONU sul tetto e sulle fiancate è stata colpita da un missile lanciato da un drone.  Nella giornata di ieri sono stati assassinati anche due sanitari: il dottor Mohammad Ghanem, medico dell’ospedale Kamal Adwan e l’infermiere Mohammed Salman, che lavorava nell’ospedale indonesiano nel nord di Gaza. Tutt’e de sono stati colpiti in attacchi con droni israeliani a Beit Lahia.

Un video postato sui social documenta il lancio di un missile da un drone contro un bambino di 12 anni, che stava sfollando sulla strada costiera che porta verso sud. Senza gambe, gridava chiedendo aiuto, ma nessuno ha potuto avvicinarsi a causa degli spari dei cecchini israeliani appostati nei ruderi dei palazzi attorno.  

Dall’alba di oggi sono 42 i civili uccisi nella Striscia, 37 dei quali nella zona a nord.

Oltre alle uccisioni, i generali israeliani deportano i palestinesi verso una destinazione ignota. Ieri sono stati 200 i palestinesi arrestati e spariti nel nulla. Tra i quali medici, infermieri e donne. 37 mila gli sfollati deportati con la forza verso sud e lasciati al loro destino, senza nessuna assistenza.

l nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria

Nessun ingresso di aiuti umanitari nel nord di Gaza e un solo camion cisterna di carburanti per tutta la Striscia in due settimane. È la denuncia dell’ONU contro i crimini dell’esercito israeliano, compiuti per far morire di fame la popolazione civile di Gaza.

Il portavoce dell’Onu per gli affari umanitari, Farhan Haqq, ha affermato che “il numero di morti e feriti nel nord della Striscia ha raggiunto livelli spaventosi ed orribili. Molte vittime rimangono a terra tra i ruderi senza soccorsi, a causa delle sparatorie e i bombardamenti israeliani. La gente è affamata e muore di sete per decisione dei militari. Due centrali idriche sono ferme a causa della mancanza dii carburante”.

L’Oms annuncia inoltre che la vaccinazione antipolio a Gaza è stata sospesa a causa degli “intensi bombardamenti israeliani”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che i bombardamenti intensi, gli sfollamenti di massa e la mancanza di accesso nel nord di Gaza hanno costretto a rinviare la campagna di vaccinazione contro la poliomielite. Secondo l’agenzia, la fase finale della campagna di vaccinazione contro la poliomielite mirava a vaccinare oltre 119.000 bambini nel nord di Gaza.

Un rapporto dell’ONU stima in 350 anni la ricostruzione di Gaza, per potere tornare alle già traballanti condizioni del precedente embargo, prima dell’invasione israeliana in corso. L’organizzazione internazionale aveva precedentemente stimato che la ricostruzione completa di Gaza dopo la fine della guerra avrebbe potuto richiedere decenni, ma questo nuovo rapporto della sezione commercio e sviluppo delle Nazioni Unite parla ora di secoli.

Giornalismo nel mirino

L’esercito invasore accusa i giornalisti di Al-Jazeera di “convivenza con Hamas”. L’esercito israeliano ha nominato mercoledì sei palestinesi a Gaza come reporter di Al Jazeera, che a suo dire erano anche membri di Hamas o Jihad islamica, un’accusa che la rete del Qatar ha respinto come un tentativo di mettere a tacere i giornalisti.

“Al Jazeera condanna le accuse israeliane contro i suoi giornalisti a Gaza e mette in guardia contro il fatto che questo sia una giustificazione per prenderli di mira”, ha dichiarato la rete in un comunicato. Al Jazeera ha dichiarato che “la Rete considera queste accuse inventate come un palese tentativo di mettere a tacere i pochi giornalisti rimasti nella regione, oscurando così la dura realtà della guerra al pubblico di tutto il mondo”.

Israele accusa da tempo Al Jazeera di essere un portavoce di Hamas e nell’ultimo anno le autorità israeliane hanno ordinato la chiusura delle sue attività in Israele e nei territori palestinesi occupati, hanno fatto irruzione nei suoi uffici e hanno confiscato le attrezzature.

Al Jazeera ha affermato che le azioni israeliane contro di le sue strutture sono criminali, draconiane e irresponsabili e che le ultime accuse sono “parte di un più ampio schema di ostilità” nei suoi confronti. La rete afferma di non avere alcuna affiliazione con gruppi militanti e ha accusato le forze israeliane di aver deliberatamente ucciso diversi suoi giornalisti durante la guerra di Gaza, tra cui Samer Abu Daqqa e Hamza AlDahdooh.

La campagna diffamatoria basata su falsi elenchi che l’esercito israeliano asserisce di aver trovato a Gaza, senza mai metterli a disposizione di organizzazioni giuridiche internazionali, è un modo per coprire l’accanimento contro i giornalisti dell’emittente qatariota, due dei quali Alì Al-Attar e Fadi Al-Wahidi, giacciono in fin di vita a Khan Younis, in coma, senza poter ottenere cure all’estero, perché l’esercito israeliano impedisce il loro trasferimento. Questo attacco contro Al-Jazeera avviene nel momento della visita di Blinken a Doha, nel tentativo di avviare le trattative indirette per un cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri. È anche un atto intimidatorio contro la diplomazia del Qatar.

Libano

Le truppe israeliane sono impantanate nel sud Libano e non avanzano come avevano annunciato. In un comunicato Hezbollah sostiene che “nessun villaggio o cittadina libanese è stata occupata dalle truppe, che si limitano ad entrare, distruggere case con bulldozer e dinamite e poi si ritirano”. Continuano invece a bombardare ed uccidere i civili, sia nel sud sia a Beirut e nella Beqaa. La stampa israeliana parla dell’uccisione di 4 soldati israeliani nello scoppio di una mina sotto un carro armato. Il numero dei soldati uccisi dall’inizio dell’offensiva sarebbe di 70.

I bombardamenti su Beirut sono continuati e si palesano i danni e le vittime dell’attacco missilistico di due giorni fa che ha preso di mira un’ala dell’ospedale Al-Hariri, sulla strada per l’aeroporto internazionale civile. La scorsa notte è stata la più dolorosa nella vita degli abitanti della Dhahyie, il quartiere meridionale della capitale libanese, abitato da sciiti e profughi palestinesi.  

Anche la città di Sour (Tiro), nel sud, viene bombardata per il secondo giorno consecutivo, con enormi danni in vite umane e distruzioni.

Hezbollah ha lanciato droni e missili che hanno colpito una sede del Mossad a Tel Aviv. Sono state prese di mira anche Haifa e Nahariya. La stampa israeliana descrive la situazione come sotto controllo, con molta paura, pochi danni materiali, ma nessuna vittima.

Cisgiordania

È in corso dall’alba di oggi un rastrellamento israeliano a Balata, il campo profughi nei pressi di Nablus. L’ingresso delle truppe è stato affrontato da colpi di arma da fuoco e l’esercito israeliano ha fatto affluire altri rinforzi e lanciato missili dai droni sulle zone interessate.

Attacchi militari contro la popolazione civile anche a El-Khalil (Hebron), Nablus e Ariha (Gerico). In tutte e tre le località palestinesi, centinaia di coloni hanno invaso i luoghi che pretendono siano un patrimonio religioso ebraico. Per proteggere le loro cerimonie, l’esercito occupante impone il coprifuoco e spara contro tutti i palestinesi che decidono di uscire da casa. Nella giornata di ieri sono rimasti gravemente feriti tre ragazzi minorenni, colpiti dalle pallottole dei soldati.  

È sistematica la campagna di aggressioni dei coloni contro i contadini, durante la stagione della raccolta delle ulive. Attacchi che avvengono con la protezione dell’esercito. È l’altra faccia repressiva dell’occupazione militare israeliana delle terre palestinesi. Un attacco che mira a colpire l’economia delle famiglie palestinesi ed a indurle ad abbandonare le terre e migrare, per lasciare libero spazio alla colonizzazione ebraica. Un piano ben congegnato ed oliato per la deportazione forzata della popolazione. Pulizia etnica con altri mezzi.

Gerusalemme est

Nel quarto ed ultimo giorno della festività ebraica del Sukkot, migliaia di coloni hanno invaso e profanato le moschee di Al-Aqsa. La procedura è avvenuta con la protezione delle unità militari, impedendo ai musulmani palestinesi di recarsi nel luogo di culto. È un altro livello di provocazione del governo delle destre in Israele, che intende imporre di fatto il controllo religioso ebraico sui luoghi di culto musulmani. Una provocazione che offende il sentimento di tutti i musulmani nel mondo e non solo quelli palestinesi.

Diplomazia USA

Blinken è volato in Arabia Saudita, per incontrare il primo ministro e erede al trono Mohammed Bin Salman. Il gioco della diplomazia USA è quello di spingere i sauditi ad allacciare relazioni diplomatiche con Israele, per convincere Netanyahu ad un cessate il fuoco. Premiare l’assassino invece di punirlo. È questa la complicità della diplomazia di Washington con l’aggressione e il genocidio in corso. Oggi Blinken visita il  Qatar per volare subito dopo a Londra per incontrare i ministri degli esteri arabi. Nessuna tappa al Cairo che è il principale paese dal quale potrebbe passare l’applicazione di un piano per il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri. È un segnale questo che l’undicesima visita di Blinken in M.O., in un anno, è stata una mossa teatrale per fini elettorali interni, a due settimane del voto negli USA. Non c’era nessuna volontà di arrivare ad una soluzione del dramma dei palestinesi e libanesi e di disinnescare la tensione nella regione. Gli Stati Uniti sono gli sponsor di questa guerra.

Siria

Un soldato siriano è stato ucciso e altri sette sono rimasti feriti in seguito a due attacchi israeliani che ieri hanno colpito Damasco e Homs. I raid aerei hanno preso di mira un edificio residenziale nel quartiere Kafr Sousa della capitale e una caserma nelle campagne della città di Homs.

Attacchi turchi sul nord est autonomo della Siria. Un’offensiva militare che ha toccato tutti i centri dell’autonomia curda e le città controllate dai combattenti delle forze democratiche siriane. Le città di Hasaka, Qamishli, Manbij, Afrin, Kobane e Tall-Rifaat sono state prese di mira da droni e dall’artiglieria turca. Ci sono morti e feriti tra i civili e tra i combattenti curdi – secondo fonti locali –, ma non c’è ancora una valutazione complessiva da parte delle amministrazioni autonome curde.

Turchia

Un attacco con sparatoria e esplosioni di fronte alla sede di un’industria bellica turca ad Ankara. Secondo il ministro dell’Interno ci sono stati 5 uccisi e 22 i feriti, alcuni dei quali molto gravi. Due degli attentatori sono rimasti uccisi. L’attacco ha preso di mira la sede dell’Industria aerospaziale turca (Tusas) che si trova a Kahramankazan, cittadina a nord ovest della capitale. Gli attaccanti, un uomo e una donna, sono arrivati al cancello di sicurezza e hanno fatto esplodere un veicolo, creando un varco ed entrando nella struttura dove è iniziato un conflitto armato. Il ministro della Difesa Guler ha accusato subito e senza elementi di prova: “Pkk dietro l’azione”. Raid turchi su 32 obiettivi curdi in Iraq e Siria. Erdogan come Netanyahu.

Nella fabbrica Tusas c’erano 11 tecnici italiani, alcuni di loro sono dipendenti dell’industria bellica pubblica Leonardo.

Vertice Brics

Nella dichiarazione finale al vertice di Kazan, i Paesi Brics chiedono “l’immediata cessazione delle ostilità” in Libano e sottolineano “la necessità di preservare la sovranità e l’integrità territoriale del Libano e di creare le condizioni per una soluzione politica e diplomatica per la Palestina, al fine di preservare la pace e la stabilità in Medio Oriente”.

Solidarietà internazionale

Grande manifestazione di solidarietà con la popolazione di Gaza a Milano. Emergency e MSF hanno organizzato all’Unipol Forum di Assago un concerto. Una straordinaria iniziativa alla quale hanno partecipato i migliori musicisti e cantanti italiani. Un concerto di solidarietà “Per la Pace – Live contro le guerre”. Sul palco si sono alternati alcuni tra i nomi più grandi della musica italiana: Fiorella Mannoia, Alessandra Amoroso, Annalisa, Brunori Sas, Elisa, Elodie, Emma, J-Ax, Madame, Ermal Meta, Francesca Michielin, Fabrizio Moro, Piero Pelù, Giuliano Sangiorgi, Rose Villain. Attraverso le loro voci, le artiste e gli artisti italiani hanno lanciato un messaggio universale: la pace è un diritto di tutti. Tra il pubblico c’erano tantissime bandiere palestinesi e striscioni per il cessate il fuoco e la fine del genocidio a Gaza. Il ricavato dell’evento, al netto dei costi di produzione, sarà devoluto a Emergency e Medici Senza Frontiere per sostenere la risposta sanitaria all’emergenza nella striscia di Gaza. Il pubblico ha risposto bene ed è stato registrato il tutto esaurito.

L’unico neo è stato il lavoro della Digos che ha tentato di impedire che vi siano bandiere palestinesi innalzate o sventolate. Qualcuna è stata sequestrata, non si capisce sulla base di quale legge. Ma ne sequestrano una in un angolo e ne spuntano altre dieci di là in alto. Una fatica inumana ed inutile per obbedire ai diktat di Netanyahu. Alzare la bandiera palestinese è vietato per legge in Israele, non in Italia.

Qualcuno lo dica al ministro dell’Interno di Roma, che la legge che vietava l’esposizione delle bandiere straniere risaliva al 1929, in piena epoca fascista (art. 1 della legge 24 giugno 1929, n. 1085). La bandiera palestinese oggi è il simbolo della libertà per tutti i popoli.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, sette mesi e 28 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.  

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