Per ascoltare l’audio di oggi, 25 ottobre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 290 (1541)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Un’altra triplice strage a Jebalia e Nuseirat. 150 uccisi e feriti in due bombardamenti israeliani contro due scuole ONU trasformate in centri per sfollati. L’esercito israeliano, dopo il lancio dei missili ha scaricato una pioggia di barili incendiari. Disperazione delle vittime, in mancanza di mezzi di soccorso e la chiusura degli ospedali. L’esercito ha preso di mira anche 11 case e i cecchini hanno ucciso, a Maghazi, 11 ragazzi mentre stavano sfollando verso sud.

Altre 34 vittime sono state registrate, ieri giovedì, in altri bombardamenti nel centro e sud della Striscia. Operazione di sterminio elaborata scientificamente con il silenzio delle cancellerie.

Nelle operazioni di rastrellamento dell’esercito israeliano nel nord della Striscia sono stati usati civili palestinesi come scudi umani. Lo hanno raccontato le vittime dopo la loro fuga e lo hanno ammesso soldati israeliani. Un soldato israeliano ha raccontato alla CNN che le truppe in perlustrazione a Jebalia hanno preso due ragazzi di 15 e 20 anni e li hanno mandati in avanscoperta all’interno delle case che si temeva fossero minate con trappole esplosive. “Erano a mani legate dietro la schiena e ad occhi bendati. Se ci fossero trappole esplosive, sarebbero morti loro e non noi. Gli ufficiali ci dicevano di fregarcene delle norme di diritto internazionale, dobbiamo pensare a sopravvivere”.

l nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria

La gente muore di fame e sete. Oltre che dalle bombe. Non solo nel nord della Striscia, ma in tutta Gaza. “Mangiamo del pane duro avanzato e lo diamo ai bambini un pezzo alla volta, un pezzo al giorno”, dice una donna ai microfoni di Al-Jazeera. “In questi accampamenti improvvisati non c’è neanche l’erba da raccogliere e masticare. Manca l’acqua e siamo costretti a bere quella delle pozzanghere”.  Un padre di tre bambini orfani di madre si è detto non preoccupato per la sospensione delle vaccinazioni, “perché prima delle malattie, moriremo di bombe o di fame. Abbiamo bisogno prima di tutto che si fermi la guerra”.

Libano

Tre ufficiali e due soldati israeliani sono stati uccisi nei combattimenti ad Aita Shaab, nel sud Libano. Secondo l’esercito invasore, sono 57 i militari israeliani uccisi nei combattimenti dall’inizio delle operazioni. Le ultime vittime sono state uccise in un agguato teso dai combattenti di Hezbollah, nella notte, nei boschi di fronte alla colonia israeliana di Zar’yeet. Secondo i media israeliani le operazioni di evacuazione sono state difficili a causa del fitto lancio di cannoni e sparatorie.

L’esercito libanese dal canto suo ha annunciato la perdita di un ufficiale e due soldati in un bombardamento israeliano su Bint Jbail, nel sud Libano.

I bombardamenti israeliani sulle città libanesi continuano massicciamente, con forti perdite tra i civili. Israele usa in Libano lo stesso schema militare a Gaza: la terra bruciata per sfollare la popolazione e radere al suolo le strutture, compresi gli ospedali. I bombardamenti su Baalbek hanno causato ieri l’uccisione di 12 civili, tra i quali 5 bambini.

La diplomazia francese continua a blaterare sul piano franco-statunitense per una tregua di 21 giorni e l’applicazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU del 2006. Il ministro degli esteri francese ha detto che il Libano si deve attrezzare politicamente, procedendo ad eleggere un presidente della Repubblica, dopo due anni di scadenza del precedente incarico. Le potenze Nato chiedono che l’esercito libanese cacci i combattenti di Hezbollah dal sud Libano. Condizioni queste che indicano la non volontà da parte di queste potenze di affrontare seriamente l’aggressione israeliana, ma voglio premiarla, realizzando con le trattative i piani militari di Tel Aviv.

Conferenza di Parigi

Raccolti un miliardo di euro di aiuti pe il Libano. 800 milioni per aiuti civili e 200 milioni per aiuti militari all’esercito. Alla conferenza hanno partecipato 70 paesi e 15 organizzazioni internazionali. Nel discorso di inaugurazione, il presidente Macron ha messo in guardia da una guerra civile nel paese dei cedri. Ma le proposte del fronte Nato franco-statunitense portano diritto a questo. Nel suo discorso, Macron non ha citato l’aggressione israeliana nel sud Libano e i duri bombardamenti su Beirut, ma ha parlato di combattimenti tra Israele e Hezbollah, aggiungendo che questi “deve mettere fine alle provocazioni contro il nord di Israele”. Una narrazione in linea con la hasbara israeliana.  

Cisgiordania

L’esercito israeliano ha avviato la costruzione della rete di separazione che accerchierà il villaggio palestinese di Sinjil, nei pressi di Ramallah. Una rete metallica alta 4 metri, sormontata da filo spinato, per una lunghezza di 1550 metri separerà il villaggio dalla strada principale di collegamento e rinchiuderà la popolazione in un ghetto. Il pretesto è quello di garantire la sicurezza di passaggio dei coloni, ma l’obiettivo vero è la confisca delle terre agricole. Il filo spinato, infatti, taglia il passaggio dei contadini verso i loro terreni agricoli. Nella zona ci sono 5 colonie e altre stanno nascendo.

Giornalismo nel mirino

Una giornalista palestinese di El-Khalil è stata fermata ad un posto di blocco e molestata dai soldati. Majd Tommeiza stava recandosi su un taxi collettivo da El-Khalil per raggiungere Ramallah. Al posto di blocco dell’esercito è stata fatta scendere e nel gabbiotto militare è stata picchiata, denudata, perquisita e strappati i suoi appunti. Un soldato ha notato una catenina con un ciondolo rappresentante la cartina della Palestina e l’ha strappata violentemente, causandole una ferita al collo. La giornalista ha denunciato che “la perquisizione è avvenuta in modo osceno, con toccamenti sulle varie parti del corpo da parte di soldati maschi e non da donne. Queste erano presenti nel posto di blocco e sorridevano”. Un cugino che ha protestato per il maltrattamento subito da Majd è stato duramente colpito provocandogli la rottura di un braccio e di una costola. “Vogliono umiliarci, ma resisteremo. Non spezzeranno la nostra voglia di libertà”, ha scritto sul proprio account social.

Trattative

Riprendono le trattative per il cessate il fuoco a Gaza e lo scambio prigionieri. Il primo ministro del Qatar ha affermato di aver incontrato i capi di Hamas a Doha e ci sarebbe la disponibilità alla trattativa indiretta, condizionata alla fine dell’aggressione, il ritiro dell’esercito di occupazione e lo scambio di prigionieri. Domenica si terrà a Doha un incontro tra i capi dei servizi segreti di Stati Unici, Israele e Qatar.

Al Cairo è arrivata una delegazione di Hamas guidata da Al-Hayya, il capo negoziatore nelle passate tornate. Se i lavori procederanno come previsto dal piano proposto dal Cairo, si potrà arrivare ad un cessate il fuoco di due settimane durante il quale saranno liberati 5 ostaggi israeliani e un numero non ancora definito di detenuti politici palestinesi. Durante la visita di Blinken a Tel Aviv, la proposta è stata discussa e il segretario di Stato aveva supplicato Netanyahu di accettare le idee del Cairo. L’ostacolo è la richiesta dell’Egitto del ritiro dell’esercito israeliano dal corridoio di confine Salahuddine (Philadelphia, per gli israeliani), condizione che il premier israeliano non vuole accettare. La controproposta di Blinken è stata quella di assegnare il controllo del valico di Rafah e del corridoio ad una società di contractor (mercenari) statunitensi.

Tutti gli osservatori sostengono che non avverrà nulla di questi piani fino alla conclusione delle votazioni statunitense, perché Netanyahu non vuole danneggiare l’amico Trump con un successo dell’amministrazione Biden-Harris.

Siria

49 raids aerei turchi in 24 ore sul nord est della Siria sotto amministrazione autonoma curda. Attacchi contro le infrastrutture stradali, idriche e dell’energia, per rendere la vita difficile alla popolazione e costringerla a sfollare. Erdogan non ha nulla da imparare da Netanyahu.

I caccia turchi hanno preso di mira i centri di produzione petrolifera e gas, i ponti, oltre alle case delle zone residenziali nelle principali città. A Hasaka è stato colpito un ospedale, i silos del grano, un forno e diverse stazioni di distribuzione carburanti.

Turchia

La famiglia del leader curdo Apo Ocalan è riuscita ad ottenere l’autorizzazione per una visita nel carcere dell’isola di Imrali. È la prima visita da 43 mesi. Il precedente incontro in carcere risale al 3 marzo 2020. Gli avvocati non l’hanno incontrano dall’agosto 2019.

Il fratello parlamentare, Omer Ocalan, ha scritto sul proprio account social: “Ho avuto un incontro con Apo Ocalan il 23 ottobre nella prigione dell’isola di Imrali. L’incontro ha avuto luogo nel quadro della visita. Durante l’incontro, Apo ha discusso soprattutto degli sviluppi politici e ha voluto che trasmettessi il suo messaggio al pubblico: ‘L’isolamento continua. Non importa quali siano le condizioni, ho il potere teorico e pratico per spostare questo processo dalla guerra e dalla violenza al terreno legale e politico’. Era in buona salute e portava saluti a tutti.”

Dalle parole del deputato Omer Ocalan traspare un’idea di trattativa in corso tra il leader Ocalan e il governo turco. L’attacco all’industria bellica turca di due giorni fa, avvenuto dopo l’incontro, complica ulteriormente la situazione. Il governo Erdogan accusa senza prove il PKK di essere il responsabile dell’attentato. L’aeronautica di Ankara ha avviato una campagna di aggressioni militari sul nord della Siria e dell’Iraq.  

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, sette mesi e 30 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La Germania ha avviato la costruzione di due basi militari nel Baltico. Prove generali di preparativi in corso per la terza guerra mondiale Nato-Russia?

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APPROFONDIMENTI:

Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti, Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, , Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, , Mario Capanna, …

Intervista ad Ilan Pappé LEGGI TUTTO

Apartheid e violenza di Israele per dominare i palestinesi. Leggi tutto

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Nelle sale IL LEONE DEL DESERTO. leggi tutto

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[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto

[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

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  • [Echi della stampa araba] n° 20: Rubrica a cura di Margaret Petrarca
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[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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