Per ascoltare l’audio di oggi, 28 ottobre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 293 (1544)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

È una guerra contro i giornalisti. Ieri l’esercito israeliano ha preso di mira in due attacchi differenti 5 giornalisti. Sono stati uccisi: Nadia Al-Sayyed, Abdul-Rahman al-Tanani, Saied Radwan, Hamza Abu-Selmia e Hanine Baroud. Tre uomini e due donne che l’unica arma che avevano era la loro parola. Il numero dei giornalisti palestinesi uccisi a Gaza dall’inizio dell’invasione è salito a 182. Israele non vuole testimoni sui suoi crimini.

Secondo rapporti giornalistici, il numero delle persone uccise ieri nei bombardamenti indiscriminati sulle scuole-rifugio di sfollati è stato di 53 persone.   

l nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria

La situazione a Gaza e in particolar modo nel nord assediato è catastrofica. È il giudizio che il FAO, l’organizzazione dell’ONU per il cibo e l’agricoltura, ha emesso dopo un’analisi della situazione basata sui rapporti degli esperti sul campo. “L’esercito israeliano vieta l’ingresso degli aiuti se non con il contagocce ed ha bloccato completamente l’ingresso dei camion umanitari nella zona a nord del capoluogo”. La descrizione della situazione che viene fornita è: “disumana”. 345 mila persone rischiano di morire di fame e sete.  

Anche il commissario UE per la politica estera, Borrell, ha sottolineato la gravità della situazione, ma nessuna delle cancellerie si è mossa per cambiare le cose sul terreno. Nessuna sanzione viene imposta su Israele, né economica, né restrizioni sull’esport militare.

Libano

I bombardamenti israeliani sulle città libanesi sono incessanti ma non fanno più notizia sui media dei paesi Nato, complici di Tel Aviv. I più intensi ieri si sono svolti sulla città meridionale di Sour (Tiro), dove sono stati rasi al suolo 4 palazzi, con decine di vittime, tra morti e feriti. Secondo il ministero della salute libanese, sono 21 le vittime tra i quali un infermiere e 3 soccorritori.

Sul fronte terrestre, l’esercito israeliano non riesce ad avanzare e aumentano le perdite in soldati e mezzi. Ieri sono stati uccisi 4 militari israeliani e distrutti 8 carri armati, secondo un comunicato di Hezbollah. Il pantano nel quale si è cacciato l’esercito di Tel Aviv lo sii evince anche dalle rivelazioni sulla stessa stampa israeliana che parla di dissidi tra politici e militari sugli obiettivi della guerra nel fronte nord, come chiamano a Tel Aviv l’invasione del Libano. Soprattutto questa invasione e i ripetuti attacchi aerei, che avevano decimato la direzione di Hezbollah e distrutto mezza Beirut, non hanno fatto ridurre il numero dei missili e droni lanciati dal Libano verso il territorio israeliano. Ieri un missile è caduto in una fabbrica di armamenti a Haifa, provocando un’enorme esplosione.   

Prigionieri

Nella sua cella in totale isolamento, Marwan Barghouti è stato aggredito a bastonate dai secondini. La denuncia arriva dal Consiglio centrale di Fatah, che accusa il governo israeliano di essere il mandante di questi maltrattamenti e torture alle quali è stato sottoposto il dirigente politico palestinese. Il movimento ha rivolto un appello all’ONU ed alle istituzioni giuridiche internazionali di agire con pressioni sul governo di Tel Aviv, per garantire l’incolumità di tutti i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane che stanno subendo un inasprimento delle condizioni di vita, con privazioni dei minimi diritti.  

Trattative

Netanyahu ha respinto la proposta annunciata ieri dal presidente egiziano Al-Sisi. La proposta egiziana prevede un cessate il fuoco breve di due giorni durante il quale saranno liberati 4 ostaggi israeliani in cambio della liberazione di un certo numero di prigionieri politici palestinesi. La radio israeliana pubblica ha sostenuto che il premier Netanyahu ha detto che le trattative devono avvenire sotto la pressione militare e che non sarà concessa nessuna tregua.

A Doha si sono avuti incontri tra i capi della Cia, Burnes, il capo del Mossad, Barnea, e il primo ministro qatariota, Al-Thani, che secondo le rivelazioni sembrano positivi proprio in merito alla proposta egiziana.

Gli osservatori israeliani hanno sempre sottolineato che c’è stato, in tutte le fasi della trattativa, un divario tra le valutazioni degli ufficiali esperti di sicurezza e quelle dei politici.

 Iran-Israele

Si attende la risposta iraniana. Politici e militari di Teheran affermano che cii sarà e sarà dolorosa. L’intelligence israeliana sostiene che si attendono che Teheran lanci 100 missili balistici sul territorio israeliano. USA e UE continuano a lanciare appelli non credibili alla calma, perché rivolte soltanto all’Iran. Oggi si tiene a New York una riunione del Consiglio di Sicurezza, su richiesta dell’Iran sostenuta da Russia, Cina e Algeria. Non ci si aspetta nulla di eclatante da questa riunione, perché il veto Usa è uno scudo di difesa ad oltranza di Israele.

Le valutazioni sull’ultimo attacco israeliano sono discordi, sia a Tel Aviv che a Teheran. Netanyahu sostiene di aver dato aall’Iran una lezione che non la dimenticherà, mentre l’opposizione dice che è stata un’azione teatrale per dimostrare fermezza, ma in realtà si è trattato di “una carezza”, come l’ha definita lo stesso ministro Ben Gvir. A Teheran è in corso lo stesso dibattito, con dichiarazioni al ribasso. Ma la guida spirituale Khaminei ha messo in guardia dalle esagerazioni massimaliste e minimaliste.

Le rivelazioni di maggior importanza sono state rese note dalle agenzie statunitensi che hanno parlato di una partecipazione indiretta degli Stati Uniti nell’operazione: “Le basi aerei statunitensi nel M.O. erano in allerta per il salvataggio dei piloti israeliani in caso di difficoltà”.

 Cisgiordania

Un giovane palestinese è stato ucciso dalle pallottole dei soldati israeliani nel campo profughi di Shu’fat, a nord di Gerusalemme est. Samy al-Amoudi è stato assassinato a sangue freddo mentre era nella sua auto sulla strada per Anata. Secondo l’ente governativo dell’ANP per Gerusalemme, l’uomo non era armato ed è stato colpito a circa 50 metri dal posto di blocco. L’esercito israeliano per coprire il suo crimine ha sostenuto che si è trattato di un tentativo di investimento, sventato preventivamente. Un’equipe del genio militare ha visitato la casa di famiglia della vittima per procedere alla demolizione, la solita punizione collettiva israeliana nei confronti dei militanti palestinesi. Due crimini israeliani in un solo colpo.

Il ministro israeliano delle finanze, l’estremista Smotrich ha presentato al governo la proposta di annessione di Cisgiordania e Gaza. “I palestinesi che accetteranno, avranno la nazionalità israeliana, quelli che non accetteranno potranno lasciare il territorio e quelli che si opporranno saranno trattati come terroristi”.

Israele

Due attacchi con investimenti a Tel Aviv e dintorni. Il più grave è avvenuto vicino alla sede centrale del Mossad ed è stato compiuto da un palestinese israeliano. Con il suo camion ha investito una fermata degli autobus. Una persona è stata uccisa e altre decine ferite. L’autista è stato ucciso dall’intervento delle forze speciali. La famiglia dell’autista sostiene che non si è trattato di un attentato ma di un incidente, perché l’uomo non ha mai fatto politica. L’altro tentativo di investimento è soltanto teorico, perché l’auto con targa palestinese è stata crivellata di proiettili e l’autista ucciso mentre si stava avvicinando ad una colonia israeliana.

 Siria

È una guerra dimenticata. Aggressioni quotidiane israeliane e turche, bombardamenti russi sulle basi delle milizie qaediste ad Idlib, bombardamenti delle forze statunitensi contro le milizie iraniane e scontri tra le truppe del regime e le milizie dell’opposizione nella provincia di Aleppo. Ultimo atto è il lancio di droni e missili dall’Iraq sulla base USA in Siria al confine con la Giordania. Secondo l’Osservatorio siriano, dal primo ottobre si sono avute 1243 vittime in Siria, su tutti i fronti caldi.   

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, otto mesi e tre giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Putin avvisa i paesi Nato: “chi fornirà missili di lunga gettata per colpire il territorio russa dall’Ucraina, lo considereremo in guerra con noi”. Un altro passo verso la III guerra mondiale.

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APPROFONDIMENTI:

Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti, Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, , Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, , Mario Capanna, …

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La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

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[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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