Per ascoltare l’audio di oggi, 30 ottobre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 295 (1546)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Due stragi a Beit Lahia, ieri. Bombe di fabbricazione statunitense sganciate dai caccia israeliani hanno ucciso 143 civili in maggioranza bambini. Un’intera famiglia, formata da una madre e 6 bambini, è stata completamente annientata. È la nuova shoah palestinese. La diplomazia USA si è limitata ad esprimere preoccupazione e nessuna condanna. Il portavoce del dipartimento di Stato ha detto che si sono “rivolti al governo israeliano per chiedere cosa sia successo e il perché”. Ipocriti, complici del genocidio.

l nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria

Lunghe file davanti all’unico panificio in funzione a Khan Younis. Oltre al caro prezzo, la maggior parte non riesce ad ottenere un sacchetto di pane, per l’esaurimento del prodotto giornaliero. L’esercito israeliano ha chiuso completamente il valico di Karam Abu Salem, dall’inizio di ottobre. Tutti i depositi dell’ONU si sono svuotati e molti punti di distribuzione di aiuti umanitari sono stati chiusi. Lo spettro della fame incombe sulla popolazione incastrata nel sud della Striscia: 1.800.000 persone. Una donna, intervistata da una tv araba, ha detto che “il prezzo del sacco di farina da 25 kg è arrivato a 67 dollari. Non faccio neanche la fila, perché quei soldi non ce li ho e non so cosa dare da mangiare ai miei 6 figli”.

Affamare la popolazione civile come arma di guerra è un crimine, ma Israele ha assicurata la clemenza del mondo incivile delle potenze Nato e non teme, quindi, sanzioni.

Cisgiordania

L’esercito israeliano prosegue i sistematici rastrellamenti in tutte le province della Cisgiordania. Ieri sono state compiute incursioni militari a Nablus, Ramallah, Qalqilia, Toubas e Betlemme. Durante queste operazioni di rastrellamento sono stati arrestati 15 palestinesi.

La repressione israeliana della popolazione della Cisgiordania non si limita alla parte militare, ma interessa anche la sfera economica. L’esercito e i coloni hanno attaccato i contadini palestinesi in diverse località impedendo il raggiungimento delle terre agricole per la raccolta delle ulive. È un’azione sistematica per distruggere l’economia locale. Nel villaggio di Qusra, vicino a Nablus, l’esercito ha attaccato i contadini sotto gli occhi di tre politici europei che avevano accompagnato ii contadini come una sorta di scorta politica. Ma neanche questo è servito a proteggere i palestinesi dalla furia dii soldati e coloni. Con il lancio di lacrimogeni e fumogeni, l’esercito ha cacciato contadini e osservatori internazionali. L’ex sindaca di Barcellona, Ada Colau, che faceva parte della delegazione, ha dichiarato che “i soldati hanno attaccato con i lacrimogeni gli osservatori internazionale”. In particolare, i soldati hanno impedito ai palestinesi di spegnere il fuoco diventato nei campi di olivi, a causa del lancio di obici incendiari, con la conseguente perdita di centinaia di alberi secolari.

Libano

Bombardata ieri Saida (Sidone). Tre palazzi sono stati rasi al suolo dalle bombe sganciate dai caccia di Tel Aviv. I bombardamenti hanno toccato diverse località del Libano meridionale. Sul terreno i combattimenti infuriano a Khayyam, dove le truppe israeliane hanno avuto ingenti perdite in soldati e carri armati.  

Hezbollah ha eletto il suo nuovo segretario nella persona di un uomo politico fondatore del partito. Naim Qassem copriva l’incarico di vice segretario ed era impegnato nel coordinamento del gruppo parlamentare e nelle trattative politiche per la formazione dei governi. È laureato in chimica ed ha svolto per molti anni l’attività di insegnante nelle scuole superiori. La sua nomina è un segnale di continuità. La reazione scomposta dei politici israeliani ha rasentato il ridicolo. Il ministro della guerra Gallant ha scritto sul suo profilo social: “è iniziato il conto alla rovescia”.

Unifil

Otto soldati austriaci dell’Unifil sono rimasti feriti leggermente dalla caduta dii un missile nella caserma di Naqoura. Non è stato possibile determinare da chi sia stato sparato il missile. Potrebbe essere dall’esercito israeliano ma anche dai combattenti di Hezbollah. La portavoce militare di Vienna ha detto che le indagini sono in corso per appurare la provenienza del lancio ed ha ricordato a tutte le parti che è loro compito garantire l’incolumità dei caschi blu internazionali.

Unrwa

Il segretario generale dell’Onu, Guterres, ha inviato una lettera al premier israeliano Netanyahu per comunicare la preoccupazione dell’organismo internazionale in merito alla decisione israeliana di vietare le attività dell’Unrwa. “È in violazione della legge internazionale e un’azione pericolosa per la vita di milioni di persone”. La legge votata dal parlamento israeliano, con una larga maggioranza, è una sfida alla legalità internazionale ed è indice dell’arroganza e della confusione mentale nella quale vivono i politici israeliani, che credono di essere al di sopra di ogni giudizio. Il governo norvegese si è rivolto alla Corte di Giustizia internazionale per chiedere un parere sui doveri dello stato occupante Israele nei confronti della popolazione palestinese in materia di aiuti umanitari. La ministra degli esteri ha detto che presenterà all’Assemblea generale dell’Onu di approvare la richiesta.

Trattative

Tutti gli opinionisti della stampa israeliana sono concordi che Netanyahu non è interessato ad un accordo di cessate il fuoco prima delle elezioni presidenziali statunitensi. Sul fronte di Gaza la situazione è in stallo, perché il premier israeliano ha sì mandato la delegazione per le trattative a Doha, ma nello stesso tempo sta pensando a sostituire uno dei componenti, per le sue posizioni divergenti con l’impostazione dello stesso premier. “Prima dell’assassinio di Sinwar, il governo sosteneva che il capo di Hamas è l’ostacolo al raggiungimento dell’accordo. Adesso Netanyahu sostiene pubblicamente che i successori di Sinwar saranno più rigidi nelle trattative, per ottenere più consenso interno. Questo atteggiamento a zigzag di Netanyahu è un modo per rovesciare le responsabilità sull’altro e non assumersi mai le proprie”. Anche sul fronte libanese, le trattative sono in corso con la mediazione dell’inviato speciale USA, Hochstein, un ex soldato nell’esercito israeliano, ma languono. Il piano che Israele ha presentato come possibile percorso verso la fine delle operazioni militari è una resa libanese e cessione di sovranità, proposta che è stata respinta immediatamente dal presidente del parlamento libanese Berri. La ripresa del dibattito in Israele su questo percorso dii trattativa ha origine nelle forti perdite in vite umane e in materiale bellico a causa della strenua resistenza dei combattenti libanesi e palestinesi.

Sudan

La Commissione internazionale di indagini sui crimini di guerra in Sudan ha presentato al segretario generale un rapporto di 80 pagine. L’accusa principale alle milizie di Pronto Intervento è “l’uso sistematico dello stupro come azione di guerra per sottomettere la popolazione civile”. La Commissione ha raccolto centinaia di testimonianze di vittime di violenza sessuale, che in alcuni casi erano bambine di 8 anni. Di particolare violenza sono gli stupri su base etnica in Darfur. Le vittime hanno raccontato che “gli stupratori non nascondevano la loro appartenenza alle milizie di Hamidati, anzi si vantavano di poter generare figli arabi da donne africane”.

Il rapporto accusa milizie e esercito di arruolare minorenni. Tutt’e due le parti belligeranti, inoltre, hanno fatto ricorso a torture e sparizioni forzate, sia di civili che di militari avversari.

Marocco-Francia

Firmati accordi economici per 12 miliardi di euro. In una cerimonia alla presenza del presidente Macron e il monarca Mohammed VI, a Rabat, sono stati conclusi contratti in diversi settori strategici tra società francesi e marocchine, pubbliche e private. Il settore militare ha assunto uno degli aspetti principali di questi accordi. Il Marocco importerà elicotteri da combattimento di produzione francese e produrrà su licenza francese munizioni. Questi affari lucrosi per Parigi sono stati ottenuti in cambio del riconoscimento della sovranità di Rabat sul territorio del Sahara Occidentale, occupato dal Marocco dal momento del ritiro del colonialismo spagnolo nel 1975.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, otto mesi e 4 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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APPROFONDIMENTI:

Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti, Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, , Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, , Mario Capanna, …

Intervista ad Ilan Pappé LEGGI TUTTO

Apartheid e violenza di Israele per dominare i palestinesi. Leggi tutto

L’EXPORT ITALIANO DI ARMI AD ISRAELE, di Antonio Mazzeo QUI

Nelle sale IL LEONE DEL DESERTO. leggi tutto

Ilan Pappè: sradicare le radici della violenza leggi tutto

[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto

[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

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IN EVIDENZA

  • [Echi della stampa araba] n° 20: Rubrica a cura di Margaret Petrarca
  • Il pantone dell’appropriazione culturale Leggi tutto
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[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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