Il futuro di Gaza sarà in mano ai contractor tra recinti e controlli
il FQ ha visionato la copia del progetto della società israelo-americana Gdc (di ex Mossad)
Di Sabrina Provenzani e Jo Meg Kennedy (dal Fatto Quotidiano)
Il futuro di Gaza senza Unrwa potrebbe prendere la forma di un’occupazione totale, con la popolazione chiusa in aree “predefinite e recintate”, “bonificate” dei militanti di Hamas; la distribuzione degli aiuti umanitari appaltata a una società israelo-americana; la verifica dell’identità e la sopravvivenza degli abitanti dipendente da misure di sorveglianza biometrica; la sicurezza affidata a contractor privati. Il tutto gestito da Israele ma finanziato dal governo Usa.
Il Fatto quotidiano ha ottenuto copia di un progetto pilota, datato 31 maggio 2024, che specifica le condizioni per la distribuzione di aiuti umanitari, attraverso il valico di Erez nell’area di Beit Hanoun, (nell’enclave di Gaza nord attualmente presa d’assedio dall’Idf) “per impedire la sottrazione di aiuti umanitari da parte di terroristi e garantire la consegna di cibo e acqua alla popolazione”. Secondo il quotidiano israeliano Yediot Ahronot, in una seconda fase il progetto si estenderebbe a Netzer e Filadelfia.
Firmato dalla società israelo-americana Global Delivery Company, prevede la “recinzione” di ampie aree di Gaza e fornisce dettagli sui tempi di realizzazione (30 giorni), sulla composizione dei convogli e sull’entità delle unità di security previste in due diversi scenari: consegna nelle “comunità recintate” e distribuzione casuale di aiuti, con uno staff di 100 persone che risiederebbero in Israele e si sposterebbero quotidianamente tramite il valico di Erez. Sarebbe il governo di Israele a rilasciare la licenza, le autorizzazioni per l’utilizzo delle armi e i permessi di lavoro ai contractor incaricati della sicurezza. I convogli si coordinerebbero costantemente con l’Idf, e veicoli della Forza di reazione rapida stazionerebbero vicino al valico, a un chilometro di distanza.
La Global Delivery Company, o Gdc, è una società privata che fornisce “servizi logistici a organizzazioni non profit, enti governativi, aziende e privati”. Fondata negli Usa da Mordechai Moti Kahana, che la definisce la “Uber per le zone di guerra” è specializzata nell’esfiltrazione di ostaggi da aree difficili. Nel suo board e fra gli advisors, insieme a Kahana, siedono ex alti ufficiali del Mossad e dell’Idf. Fra questi Justin Sapp, ex colonnello dei Berretti Verdi che gestisce la partnership di Gdc con Constellis, società di security che, secondo il sito DropSite news, potrebbe essere incaricata della sicurezza a Gaza. Secondo Kahana le “bolle umanitarie” previste nel suo progetto non sarebbero “ghetti”, perché i palestinesi potrebbero accedervi previo accertamento biometrico dell’identità, e perché il fine ultimo sarebbe la creazione di “comunità sicure e protette con una leadership e un governo palestinesi locali”.
Ma aggiunge che il loro subappaltatore per la sicurezza – la cui identità non è nota ma che sarebbe una società britannica – sarà “addestrato ed equipaggiato per metodi di controllo della folla letali e non letali […] la forza letale come ultima risorsa se le loro vite sono in pericolo” sottolineando come sarebbero in grado di gestire la situazione meglio dell’Idf. La Gdc ha già lavorato con la società britannica Constellis per la logistica umanitaria in Ucraina dopo lo scoppio della guerra.
Il piano sarebbe stato presentato alla Casa Bianca e al Dipartimento di Stato Usa: gli Stati Uniti finanzierebbero il progetto con 200 milioni di dollari per sei mesi. Fonti giornalistiche israeliane hanno confermato al Fatto che il progetto, al momento non è una priorità, non sarebbe stato “ancora” approvato ufficialmente, ma sarebbe stato valutato durante una riunione dell’esecutivo a metà ottobre. Sul governo pende il diktat di Washington, che il 16 ottobre ha legato l’invio di armi a Israele agli aiuti umanitari a Gaza entro 30 giorni.
Ed è di questi giorni la legge che mette al bando l’Unrwa, l’agenzia da cui dipende l’intera popolazione di Gaza per le attività di supporto e di interazione con le altre associazioni non governative. Fra i consulenti di Gdc figura anche Oded Ailam, nel Mossad per 24 anni. Dopo la pensione, il salto alla consulenza internazionale. Nella sua biografia si legge che “attualmente, Oded conduce una causa di alto profilo per conto delle vittime del terrorismo presso un tribunale Usa contro alcuni dirigenti Unrwa per la loro presunta collaborazione con Hamas”.