Per ascoltare l’audio di oggi, 06 novembre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 302 (1553)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Bombardamenti indiscriminati su tutto il territorio di Gaza e operazioni di rastrellamenti nel nord. In tre stragi che è stato possibile monitorare sono cadute 17 persone uccise e 86 ferite. Molte altre, particolarmente nel nord assediato, non è stato possibile censire. Con questi ultimi dati, secondo il ministero della sanità palestinese il numero totale delle vittime dell’aggressione israeliana sulla popolazione di Gaza è di 43.391 uccisi e 102.347 feriti.
l nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
Il nord di Gaza è completamente isolato. L’esercito israeliano ha stretto ulteriormente l’assedio e intensificato le operazioni di rastrellamento a Jebalia e Beit Lahia. Una delegazione dell’OMS, che in un primo momento era stata autorizzata a portare materiale sanitario agli ospedali, è stata bloccata e rimandata indietro. Gli appelli dei pochi medici palestinesi ancora in libertà sono caduti nel vuoto. Dei 300 mila abitanti all’inizio di ottobre, due terzi sono stati costretti all’evacuazione. Fame, sete e bombe hanno indotto la gente a incamminarsi a piedi verso sud. La situazione è catastrofica, perché non ci sono tende per accoglierli e le risorse di cibo sono scarse, anche a causa del blocco delle attività dell’Unrwa.
Libano
37 villaggi libanesi del sud sono stati completamente rasi al suolo. Il totale delle costruzioni distrutte in tutto il paese ammonta a 40 mila case. Israele sta ripetendo in Libano quel che ha compiuto e sta compiendo a Gaza. I villaggi rasi al suolo si trovano nella profondità di 3 km dalla linea di demarcazione tra i due paesi e vanno da Naqoura, sul mare e fino a Khayyam, verso il confine con la Siria. Un’operazione criminale compiuta con dinamite e bulldozer, dopo gli intensi bombardamenti.
In un bombardamento sul monte libano, sono stati recuperati a Barja i corpi di 15 vittime uccise dai caccia israeliani.
La casa col pianoforte
La dottoressa Julia Alì sicuramente non è di Hezbollah. Basta visitare il suo account Instagram per rendersi conto di questo. QUI.
Ha pubblicato le immagini della sua casa di Al-Khayyam, nel sud Libano, di un anno fa mentre suonava il piano spensierata. Insieme a quel video ha inserito anche le immagini della casa distrutta, scattate dai soldati israeliani e pubblicate sui loro account. Il video dello scempio è in bianco e nero e si vedono dei soldati in mezzo alle macerie della casa mentre strimpellavano sul pianoforte di Julia. Dal suo account si evince che vive attualmente in Kuwait.
Lei scrive in inglese: “Guardare il posto che chiamavo casa ridursi in macerie è un dolore troppo profondo per esprimerlo in parole. Non si trattava solo di muri e di un tetto; sono stati anni in cui i sogni, i sacrifici e l’amore della mia famiglia sono stati incorporati in un santuario. Ora, vedere gli invasori vagare per esso, deriderlo, toccare il pianoforte dove una volta riversavo il mio cuore in ogni nota… sembra che stiano calpestando pezzi della mia anima.
Nel primo video, di un anno fa, suono un pezzo di un film intitolato “Il Pianista”. Allora non avrei mai immaginato che il mio Paese avrebbe vissuto una tragedia così simile a quella di adesso.
Concludo questo video con le immagini in cui suono quel pianoforte, nella mia terra natale, nella casa che un tempo conteneva il mio cuore. Spero che ne usciremo, ricostruendo non solo una casa, ma un nuovo capitolo pieno di resilienza, forza e ricordi di tutto ciò che è stato perduto”.
Cisgiordania
Una guerra non dichiarata. Otto giovani palestinesi sono stati assassinati dalle truppe israeliane nella provincia di Jenin. 4 di loro nella sola cittadina di Qabata. Tre giovani sono stati uccisi nella loro auto, dopo che un camioncino militare aveva urtato la loro macchina deliberatamente per bloccarli. I soldati sono scesi e hanno sparato raffiche di proiettili uccidendo i tre passeggeri all’istante. Il quarto ragazzo, di 22 anni, è stato ucciso a casa sua con un colpo di pistola, mentre era sul terrazzo a guardare la scena dell’eccidio e videofilmava con il cellulare.
Oltre all’invasione delle truppe a Jenin, si registra un’operazione in corso anche a Salfit.
Gerusalemme
Otto case palestinesi sono state demolite ieri dalle forze di occupazione israeliane. Tutte nel quartiere Hay Bustan, nei pressi della Moschea di Al-Aqsa. Il numero delle case prese di mira da Israele nel quartiere Selwan sono 116. È un’operazione sistematica per cacciare i palestinesi dalla loro città, per fare spazio alle colonie ebraiche.
Palestina-Irlanda
Irlanda riceve le credenziali dell’ambasciatora palestinese. Il ministero degli esteri di Dublino ha accolto la decisione dell’ANP di nominare la delegata palestinese, Jilan Wahba Abel-Majeed come ambasciatora. Irlanda aveva deciso lo scorso maggio di riconoscere lo Stato di Palestina ed in ottobre la nomina dei rispettivi ambasciatori. A maggio, insieme all’Irlanda, anche Spagna, Norvegia e Slovenia avevano riconosciuto lo Stato di Palestina. Nel parlamento irlandese è in discussione la legge che vieterà le importazioni di prodotti nelle colonie ebraiche dei territori palestinesi occupati. Esiste un accordo tra maggioranza e opposizione per l’approvazione della legge, ma sono in corso forti pressioni USA per impedire o almeno rinviare un voto in tal senso. La stampa di Dublino parla di una telefonata dell’ambasciatore statunitense al primo ministro Simon Harris, per far pressioni e rinviare il passo.
Tribunale di Gaza
Un gruppo di accademici, intellettuali, difensori dei diritti umani e rappresentanti dei media e della società civile hanno tenuto la scorsa settimana le riunioni preparatorie per “Il tribunale per Gaza”, un’iniziativa indipendente per “riscuotere l’umanità e svegliare le coscienze”, sulla scia dei Tribunali Russel sul Vietnam e del Tribunale Permanente dei Popoli di Basso
Questo gruppo londinese, guidato da Richard Falk, ex relatore speciale dell’ONU per i territori palestinesi occupati, ha visto la partecipazione di circa 100 membri per intraprendere un nuovo cammino, dare ascolto alle voci della società civile e analizzare gli abusi dell’aggressione israeliana contro la popolazione di Gaza. Il Comitato di presidenza comprende Michael Lynk, Hilal Elver, Noura Erakat, Susan Akram, Ahmet Koroglu, John Reynolds, Diana Buttu, Cemil Aydın e Penny Green.
Tra i partecipanti all’incontro di Londra troviamo Ilan Pappe, Jeff Halper, Ussama Makdisi, Ayhan Citil, Cornel West, Avi Shlaim, Naomi Klein, Aslı Bali, Mahmood Mamdani, Craig Mokhiber, Hatem Bazian, Mehmet Karlı, Sami Al-Arian, Frank Barat, Hassan Jabareen, Willy Mutunga, Victor Kattan e Victoria Brittain.
Nel primo giorno sono state ascoltate le associazioni palestinesi per i diritti umani come Law for Palestine, the Palestinian Environmental NGOs Network, the Arab Network for Food Sovereignty (APN), Adalah, the Legal Center for Arab Minority Rights in Israel, Palestinian human rights organization Al-Haq, BADIL, Al-Mezan Center for Human Rights, il gruppo di supporto e per i diritti umani dei prigionieri Addameer e the Palestinian Center for Human Rights (PCHR).
L’incontro ha definito le strategie operative, processi logistici e principi di comunicazione. Il prossimo incontro sarà il 25 maggio 2025 a Sarajevo, in Bosnia-Herzegovina e la fase finale è programmata per ottobre 2025 ad Istanbul, in Turchia.
Israele
Netanyahu ha dimissionato il suo ministro della guerra Gallant. “Crisi di fiducia”, ha argomentato. Lo ha cacciato con una telefonata durata 3 minuti. Nominato al suo posto, Katz. Il ministro Sai’er è stato incaricato del dicastero agli esteri.
In realtà la motivazione vera è la sfida tra i due alla direzione del partito Likud e alla guida del futuro governo. Gallant per fare uno sgambetto al premier aveva approvato l’altro giorno la chiamata alla leva di 7 mila ebrei ortodossi Haridyim che rifiutano di arruolarsi nell’esercito, perché si dedicano agli studi talmudici. Moltissimi si sono rifiutato di rispondere alla chiamata e l’esercito ne ha chiesto l’arresto. Questa azione è stata vista da Netanyahu come una mossa per erodere il suo consenso personale.
Non è la prima volta che Netanyahu espelle Gallant dal governo. Lo aveva fatto un anno e mezzo fa, sulla scia delle proposte di modifica dell’Alta Corte, ma ha dovuto far marcia indietro, in seguito alle grandi manifestazioni di protesta. Le prime reazioni dell’opposizione sono state negative. Lapid ha affermato che “questa è un’azione di pazzia. Netanyahu pur di mantenere la propria poltrona è disposto a svendere la sicurezza del paese e del suo esercito”.
Trattative
Il governo Netanyahu offre 5 milioni di dollari e un salvacondotto verso un paese terzo a chiunque consegni un ostaggio nelle sue mani. È l’ultima trovata del premier israeliano che intende aggraziarsi il consenso dei parenti. Le trattative di fatto sono ferme, a causa dei ripetuti rifiuti di Netanyahu delle varie proposte. Ultima quella egiziana che prevedeva il rilascio di un numero limitato di ostaggi vivi e la liberazione di un numero non precisato di detenuti politici palestinesi nelle carceri israeliane, con un cessate il fuoco di 6 giorni, rinnovabili.
Bds
Il boicottaggio è un’arma pacifica e non violenta che funziona. In Giordania, i sostenitori del BDS hanno costretto Carrefour a chiudere i battenti a partire da novembre 2024. Alcuni giorni fa, la società di supermercati ha annunciato: “”A partire dal 4 novembre 2024, Carrefour fermerà tutte le sue operazioni in Giordania e non continuerà a operare nel regno.” I negozi chiusi sono 51 e la campagna degli attivisti BDS giordani è stata incisiva dopo la diffusione di video con soldati israeliani sul fronte con sacchi di cibo regalati da Carrefour. Secondo dati elaborati dalla stampa di Amman, il calo delle vendite del marchio è stato dell’80%, rispetto al 2023.
Sudan
Una preoccupante diffusione del colera è stata resa pubblica dal ministero della salute sudanese. Dallo scorso agosto sono state registrate oltre 30 mila casi, con 887 decessi. “Nell’ultima settimana sono stati registrati 138 nuovi casi”, scrive il ministero. Nel paese è in corso, dal 15 aprile 2023, una guerra tra l’esercito e le milizie di Pronto Intervento, che ha causato finora oltre 20 mila e 11 milioni di sfollati. Secondo i dati ONU è imminente il rischio di carestia tra le popolazioni in fuga.
Commissioni dell’ONU stanno monitorando le violazioni contro la popolazione civile e in particolar modo le stragi su base etnica compiute in Darfur e quelle in corso nella provincia di Al-Jazira, a sud della capitale. Interi villaggi sono stati bruciati in seguito alla defezione di un alto capo militare delle milizie che è passato all’esercito. L’ONU denuncia che le forniture di armi e mercenari alle milizie sono all’origine del protrarsi del conflitto.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, otto mesi e 12 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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APPROFONDIMENTI:
Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet, Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti, Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, , Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, , Mario Capanna, …
-[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto
– Assemblea nazionale per la Palestina, Roma – 9 novembre 2024. QUI
-Il caso de “Il Foglio”, ovvero la scorta mediatica del genocidio. Di Massimo Alberizzi. QUI
-Pino Arlacchi: “Israele è criminale. Va espulso dall’ONU. QUI
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La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)
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