Per ascoltare l’audio di oggi, 10 novembre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 306 (1557)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Un rapporto all’Assemblea dell’ONU della relatrice speciale dell’ONU per i diritti umani nei territori palestinesi occupati nel 1967. (Qui il testo integrale in inglese). Nel documento di 32 pagine, Albanese denuncia il massacro organizzato e volontario che Israele sta portando avanti contro il popolo palestinese. Elencando fatti, nomi e responsabili di quello che è un vero e proprio genocidio, studiato per cancellare un popolo dal territorio e colonizzarlo, Albanese consiglia che le Nazioni Unite sospendano Israele come Stato membro dell’ONU. Ecco perché il governo israeliani e i suoi addentellati in Italia stanno montando una campagna di ritorsioni nei suoi confronti. (Per approfondire il tema: LEGGI QUI).
Il ministero della sanità palestinese ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono arrivati negli ospedali 72 persone uccise e altre 131 ferite. Una di queste stragi è avvenuta contro un campo di tende per sfollati nell’intorno dell’ospedale Shifà di Gaza.
A questi numeri va aggiunto quello delle vittime della notte e dell’alba di oggi.
Ultim’ora: un bombardamento israeliano di stamattina su una casa di Jebalia, ha ucciso 31 persone tra i quali 13 bambini. La palazzina piena di sfollati è stata rasa al suolo e le operazioni di soccorso, svolte dai vicini, sono ancora in corso mentre scriviamo. Lo ha riferito poco fa il giornalista di Al-Jazeera presente nel luogo.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
Esiste una “forte probabilità che la carestia sia imminente in alcune aree del nord della Striscia di Gaza ed è necessario un intervento immediato, entro giorni, non settimane, da parte di tutti gli attori direttamente coinvolti nel conflitto o che hanno influenza sulla sua conduzione, per evitare e alleviare questa situazione catastrofica”. L’allarme è stato lanciato ieri dal Frc, il Famine Review Committee, un Comitato di esperti globali sulla sicurezza alimentare, con sede centrale a Roma presso la FAO.
L’avvertimento della FRC arriva pochi giorni prima di una scadenza fissata dagli Stati Uniti per Israele affinché metta fine all’assedio totale dei civili e permetta il passaggio degli aiuti a Gaza, che l’ONU aveva già definito “inabitabile” quasi un anno fa a causa degli attacchi israeliani. Washington ipocritamente aveva dato un mese di tempi per l’esercito israeliano, pena potenziali restrizioni sugli aiuti militari statunitensi. L’amministrazione Biden in passato aveva chiesto a Israele a parole di consentire l’ingresso di più aiuti, ma ha fatto poco per far rispettare tali richieste, ignorando persino le proprie agenzie umanitarie dopo che queste avevano concluso che Israele aveva bloccato deliberatamente la consegna di cibo e medicine a Gaza. La legge statunitense impone la sospensione delle forniture di armi a paesi che impediscono la consegna di aiuti sostenuti dagli USA, ma di fronte ad Israele si chiudono tutt’e due gli occhi.
“Se non verranno intraprese azioni efficaci, la portata di questa catastrofe incombente rischia di superare qualsiasi cosa vista finora nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato il comitato FRC.
Prigionieri
Tre palestinesi arrestati durante un rastrellamento in un ospedale di Gaza e rinchiusi dal 3 ottobre in un campo di concentramento nel deserto del Negev, sono stati rilasciati ieri sul valico della base militare di Zikim, nel nord della Striscia. Sono stati rilasciati sulla strada costiera, con le mani legate dietre la schiena. Dopo pochi minuti dal loro allontanamento del valico israeliano, la marina israeliana li ha presi di mira con le mitragliatrici pesanti uccidendoli. Un’esecuzione extragiudiziale, da criminali nazisti.
Libano
Bombardamenti israeliani incessanti ieri su Beirut, Sour e Baalbek. Secondo il ministero della sanità libanese, ci sono stati ieri 31 vittime uccise dalle bombe israeliane di fabbricazione statunitense. Il numero totale delle vittime libanesi è salito a 3110 persone uccise. È continuata anche la politica della terra bruciata nel sud Libano, con la demolizione di interi villaggi.
Unifil
Secondo fonti citate anonimamente dal quotidiano libanese Al-Akhbar, Israele ha richiesto che le forze dell’Unifil limitino i loro spostamenti nelle aree a sud del fiume Litani e in altre aree nel sud del Libano esposte ad attacchi militari. Le fonti hanno anche affermato che gli avvertimenti di Israele potrebbero indicare un’incursione terrestre dell’esercito israeliano invasore nella profondità del territorio libanese.
Cisgiordania
Assalto dei coloni contro il villaggio Fakhit a Massafir Yatta. Armati di spranghe hanno aggredito i contadini che si trovavano fuori casa e poi si sono accaniti contro la scuola, devastando suppellettili e vetri. Dopo la loro bravata criminale si sono ritirati, con la protezione dell’esercito di occupazione, verso la nuova colonia ebraica costituita recentemente in zona.
Hamas- Qatar
Nel 2012 gli Stati Uniti avevano chiesto all’emiro del Qatar di accogliere i capi di Hamas entrati in collisione con il regime siriano, dove avevano trovato ospitalità, per il loro sostegno alla rivolta della Fratellanza musulmana, la loro casa madre. Adesso, Blinken ha chiesto di cacciarli, visto che non si arrendono ad uno scambio dii prigionieri secondo i voleri di Netanyahu. In seguito all’assassinio del loro capo Sinwar, il loro ruolo è finito e vanno cacciati da Doha. La notizia rimbalza da giorni nelle redazioni internazionali, malgrado la negazione dei dirigenti del movimento di palestinese di aver ricevuto comunicazioni in tal senso dalle autorità del Qatar. L’unica comunicazione concreta è arrivata ieri dall governo di Doha che ha comunicato ufficialmente a Hamas e Israele di aver deciso di interrompere la mediazione per un accordo di cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri. Il portavoce del ministro degli Esteri del Qatar ha confermato soltanto la sospensione della mediazione tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco a Gaza. Il funzionario ha chiarito che il Qatar “riprenderà i suoi sforzi con i partner quando le parti dimostreranno la loro volontà e serietà nel porre fine ad una guerra brutale e alle sofferenze dei civili causate da condizioni umanitarie catastrofiche nella Striscia”. Il governo del Qatar quindi si la prende con la politica di Netanyahu, la causa principale di queste sofferenze per la popolazione di Gaza.
Le voci di un trasferimento degli uffici di Hamas da Doha sono trapelate da mesi e si è parlato di una mediazione di Teheran per lo spostamento di questi uffici in Iraq.
Yemen
Aerei da combattimento della coalizione Usa-Gran Bretagna hanno bombardato la capitale dello Yemen, Sanaa, in tre raid nella serata di ieri. Lo ha riferito la tv degli Houthi, Al-Masirah. Gli attacchi hanno preso di mira la zona sud della città. La tv yemenita non cita il numero delle vittime. Il comunicato di Centcom statunitense afferma di aver colpito basi degli Houthi e distrutti depositi ci esplosivi. Va ricordato che due giorni fa gli Houthi avevano annunciato di aver abbattuto un drone sofisticato statunitense “MQ 19 – Reaper “, mostrando in video i resti del velivolo.
Scontri ad Amsterdam
Quando si grida troppo impropriamente “aiuto, aiuto sto annegando”, dopo un po’ non risponde nessuno, anche quando effettivamente ne hai bisogno. Succede questo con la facile bollatura di antisemitismo rivolta a eventi che riguardano scontri per motivi politica o sportivi, o addirittura iniziative politiche contro la politica criminale di Israele. Nel caso della narrazione delle vicende di Amsterdam ci sono poi le omissioni nella narrazione ufficiale dei fatti e i giornaloni scorta mediatica del genocidio in corso a Gaza. Non c’è stato nessun pogrom, ma una reazione ad una provocazione, che non viene mai citata dai suddetti giornaloni. C’è un autista marocchino ridotto in fin di vita daii fanatici tifosi israeliani, ancora in ospedale; ma essendo arabo nessuno presta attenzione all suo caso. Un razzismo connaturato nella mentalità di chi si crede appartenente ad una civiltà superiore, quella europea. Ma i nodi vengono sempre al pettine; dopo le prime minacce delle autorità olandesi e israeliane, la vicenda si è sgonfiata, perché gli imbecilli tifosi del “Maccabi Tel Aviv” avevano postato sui social le loro bravate, dallo strappo della bandiera palestinese dai balconi, agli slogan nazisti contro gli arabi e palestinesi, che secondo loro meritano di sparire dalla faccia della terra ed anche il pestaggio di un olandese di origine araba (foto utilizzata dai media filo israeliani come se fosse avvenuta all’incontrario).
La propaganda della hasbara israeliana può funzionare con un vecchio rimbambito, ma non può trascinare per il naso la massa delle persone oneste. In effetti dopo il primo exploit di articoli, dichiarazioni e commenti, il tutto è stato messo a tacere. Adesso la polizia olandese sta indagando anche sui fatti precedenti ai deplorevoli pestaggi dei tifosi israeliani, documentati dai video postati sui social dagli stessi tifosi israeliani oppure acquisite dalla procura dalle videocamere di sorveglianza nella zona degli incidenti. Novità nelle indagini che molti pennivendoli nascondono.
Mobilitazioni in Italia
Grande successo dell’assemblea nazionale tenutasi ieri a Roma per organizzare la rete di solidarietà con il popolo palestinese e coordinare più efficacemente le azioni future. Oltre 234 adesione di organizzazioni, associazione, comitati e partiti da tutta Italia. L’assemblea iniziata alle 14, si è avviata con un minuto di silenzio per le vittime dell’aggressione israeliana su Gaza e il Libano. Un teatro Nuova L’Aquila stracolmo all’inverosimile ha visto centinaia di interventi di esponenti della solidarietà, con la presenza di molti attivisti palestinesi e libanesi.
Anbamed ha aderito. (Per maggiori info e visionare la lista di tutte le realtà organizzative aderenti).
Tunisia
Una giornalista detenuta è entrata in sciopero della fame in carcere. Shadha Haj-Mubarak è dal 3 novembre in sciopero della fame e si teme per la sua salute. Secondo i familiari, Haj-Mubarak ha iniziato la sua protesta in seguito al rifiuto delle autorità carcerarie di fornirle le medicine e una visita medica per i dolori che soffre. La giornalista è da 14 mesi in carcere a Sousa, con accuse di aver offeso la personalità del presidente della Repubblica, per un articolo di analisi della situazione critica che vive la Tunisia. Doveva essere convocata il 28 ottobre per la prima udienza, invece è stata informata che la sua causa è stata spostata alla procura di Tunisi senza fissare una data per il processo. Una detenzione preventiva criminale che non rispetta neanche le stesse procedure penali. Il sindacato dei giornalisti ha messo in guardia dalle usurpazioni del diritto di cronaca e di libertà d’espressione, garantite dalle leggi nazionali promulgate nel 2011.
Migranti
Un’associazione umanitaria africana ha lanciato un appello per salvare 18 migranti respinti in mare dalla Guardia costiera tunisina, la scorsa settimana, e poi deportati nel deserto al confine con l’Algeria. Sono sei uomini, 8 donne e 4 bambini. Sono stati abbandonati dalla polizia tunisina in mezzo al deserto senza cibo e acqua. Vengono tutti dalla Sierra Leone e una settimana fa avevano provato ad imbarcarsi dalla Tunisia per raggiungere le coste italiane, ma sono stati intercettati e portati indietro. Queste sono le direttive dell’Europa e dell’Italia al governo tunisino: bloccare l emigrazioni verso le coste italiane in cambio di sostegno alla marina tunisina e facilitazioni creditizie e finanziarie. I migranti hanno informato l’associazione umanitaria africana di aver tentato di contattare l’OIM – Tunisi (Organizzazione Internazionale per le Migrazione), ma nessuno ha mai risposto al telefono.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, otto mesi e 16 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il consigliere di Trump, Bryan Lanza: “La Crimea è persa. La nuova amministrazione lavorerà per un accordo di pace e non per il ristabilimento dell’unità territoriale dell’Ucraina”. Zelensky e UE spiazzate. Putin gongola.
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APPROFONDIMENTI:
Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet, Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti, Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, , Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, , Mario Capanna, …
-[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto
– Assemblea nazionale per la Palestina, Roma – 9 novembre 2024. QUI
-Il caso de “Il Foglio”, ovvero la scorta mediatica del genocidio. Di Massimo Alberizzi. QUI
-Pino Arlacchi: “Israele è criminale. Va espulso dall’ONU. QUI
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La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)
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