Per ascoltare l’audio di oggi, 22 novembre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 316 (1567)
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Le notizie:
Mandato cattura Netanyahu
Netanyahu è un ricercato criminale di guerra, che adesso deve nascondersi per non essere arrestato. La Corte penale internazionale (CPI) ha emesso ieri i mandati di cattura nei suoi confronti e nei confronti dell’ex ministro della guerra israeliano, Galant e del capo militare di Hamas Dief.
È una decisione storica. È il primo caso di un criminale di guerra amico della NATO, degli USA e dell’UE ad essere messo sotto accusa. I precedenti casi erano tutti africani e il presidente russo Putin, primo europeo bianco accusato appena iniziata la guerra in Ucraina.
Le accuse sono circostanziate e con argomentazioni concrete: “Ci sono ragionevoli prove per credere che entrambi abbiano intenzionalmente e coscientemente privato la popolazione civile di Gaza dei mezzi indispensabili per la loro sopravvivenza, compreso cibo, acqua, medicine e forniture mediche, insieme a carburante e elettricità”.
Per approfondire la notizia, visita la pagina dello speciale Anbamed di ieri: QUI.
Genocidio a Gaza
75 civili sono stati uccisi in un bombardamento su un campo di sfollati Lahia, all’alba di ieri. Una scena infernale tra le macerie di case che erano state già bombardate in passato e usate come rifugio dagli sfollati. Gli attacchi sono avvenuti nei pressi dell’ospedale “Kamal Adwan”, da tempo messo fuori servizio dagli attacchi e devastazioni israeliane. I generali israeliani hanno impedito alla protezione civile di avvicinare alla zona. I sopravvissuti hanno scavato con le mani nude tra le macerie, sottraendo corpi di bambini sbrandellati. In alcune immagini si vedevano i corpi senza vita di neonati.
Il ministero della sanità palestinese ha comunicato che, prima di questa strage, il numero totale delle vittime gazzawi sono 44.056 persone uccise e 104.268 ferite.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Libano
Nella sola provincia della Beqaa sono state uccise 47 persone ieri nei bombardamenti indiscriminati israeliani di ieri. Secondo il governatore, Bashir Khadar, le ricerche sotto le macerie è ancora in corso e sono decine le persone ferite ricoverate in ospedale.
Anche nel sud del paese, i bombardamenti di Tel Aviv hanno ucciso civili. A Nabatie, un razzo israeliano lanciato contro una casa ha ucciso 4 persone e ferito altre 21. Contro la capitale Beirut sono state 12 le incursioni aeree nella giornata di ieri.
Questi attacchi avvengono mentre è in corso la finta mediazione statunitense con l’inviato della Casa Bianca Amos Hockestein, ex soldato israeliano. La sua missione è sbilenca: far ottenere a Netanyahu con le trattative quel che non riesce ad ottenere con le bombe. La stessa stampa israeliana sottolinea che la missione di Hockestein è la miglio occasione per il ritiro delle truppe dal sud Libano e ridurre così le perdite tra ufficiali e soldati. Il criminale ricercato però non vuole presentare un eventuale accordo come un fallimento e chiede di avere un lasso di tempo di due mesi per il ritiro e assicurazioni statunitensi per ritornare ad invadere il Libano in caso di necessità. Condizioni che il governo libanese ha rifiutato ed ha chiesto un ritiro immediato appena si firma l’accordo e nessun cedimento sulla sovranità del paese.
Il segretario di Hezbollah, Naim Qassem, in un discorso video ha affermato che “il cessate il fuoco deve garantire la piena sovranità libanese”. È un’apertura alla trattativa e disponibilità al ritiro dal sud Libano, consegandolo al controllo dell’esercito, ma senza cedimenti all’arroganza israeliana.
Cisgiordania
“Annetter la Cisgiordania è la riposta adeguata agli ordini di arresto della CPI”. È quanto ha affermato il ministro fascista Ben Gvir. “E bisogna tagliare ogni contatto con l’ANP, perché non permetteremo mai la nascita di uno stato palestinese a fianco di Israele”. Questa è la cornice nella quale opera il governo del criminale ricercato per l’annessione della Cisgiordania. Furto di terra, oppressione della popolazione per costringerla alla deportazione.
Siria
È il bombardamento israeliano più sanguinario sul territorio siriano. 82 persone sono state uccise a Tadmur (Palmira), in prevalenza miliziani governativi, alcuni di nazionalità irachena e libanese. I caccia israeliani hanno ottenuto assistenza dalla base USA illegale di Tanaf, istituita in territorio siriano al confine con la Giordania e l’Iraq. Le operazioni su Tadmur si è compiuta in tre ondate di lanci di missili aria-terra che hanno colpito le basi di addestramento. Le incursioni aeree israeliane sono oramai quotidiane in Siria, ma il regime di Damamsco non ha mai risposto al fuoco.
Egitto
Un cittadino italo-egiziano, Eliane Sharif, è stato arrestato al Cairo il 9 novembre, ma la notizia è stata divulgata soltanto ieri. Secondo il suo legale, il motivo dell’arresto sarebbe legato a presunti contenuti pubblicati su Facebook. Sharif è residente a Terni ed era partito per l’Egitto con la madre. “È stato fermato in aeroporto e trattenuto a lungo negli uffici. Poi l’ho visto uscire con le manette ai polsi”, ha affermato la donna. “Al suo arrivo gli è stato sequestrato il passaporto italiano e le procedure di arresto sono state effettuate utilizzando solo quello egiziano”, ha detto l’avvocato. “È stato trattenuto in condizioni inumane: senza potere dormire, poteva stendersi solo per mezz’ora. La madre l’ha visto una sola volta per pochi minuti”, ha aggiunto il legale. È stato attivato il consolato italiano, che seguirà l’iter giudiziario.
Espansionismo israeliano
Israele ha delle mire di annessione sul sud Libano. Insieme ai giovani soldati inviati ad invadere il territorio libanese, vi era anche un anziano archeologo vestito con le uniformi dell’esercito di Tel Aviv, ma non certo per combattere alla sua veneranda età di 71 anni. Zeev Erlich era in sud Libano alla ricerca di elementi per la conferma di appartenenza di quelle terre alla storia del popolo ebraico. Esattamente come aveva fatto nei suoi studi sulle città e villaggi palestinesi in Cisgiordania, per sostenere i coloni estremisti e le loro incursioni sui siti storici, come tombe o ruderi di castelli. Un colonialista, insomma. Erlich è andato a visionare una fortezza nel villaggio libanese di Shama’. Secondo i suoi parenti, è andato a verificare se quella fortezza è il luogo di sepoltura di Simone Zelota.
La sua vicenda è salita alle cronache perché mentre stava compiendo le sue “ricerche archeologiche” colonialiste è stato ucciso da un obice lanciato dalla resistenza libanese. Insieme a lui c’era anche il capo di una brigata dell’esercito, ferito gravemente. Il portavoce dell’esercito ha subito preso le distanze dal ruolo “scientifico” di Erlich e ha affermato che era lì come civile e senza autorizzazione dell’esercito. Falso. Un goffo tentativo di nascondere le mire espansionistiche. Il fratello con un post sui social ha smascherato le dichiarazioni dei militari, sostenendo che “lo scienziato” era in una missione ufficiale ed era lì come soldato e non civile senza permesso. Ed ha ricordato i suoi lavori e pubblicazioni per l’affermazione della “ebraicità” della Cisgiordania e Gaza. Un gruppo di coloni estremisti lo ha salutato con un commiato nel quale affermava il valore e l’impegno di Erlich per la costituzione di colonie illegali in quella che lui chiamava Giudea e Samaria, cioè la Cisgiordania. Tra le sue pubblicazioni vi è il libro intitolato: “Gaza da sempre: la storia degli ebrei di Gaza”.
La sua visita nel sud libano per ricerche archeologiche è avvenuta pochi giorni dopo la pubblicazione di un articolo sul Jerusalem Post scritto da un responsabile dell’ufficio del criminale ricercato Netanyahu, dal titolo: “Il sud Libano è attualmente il nord di Israele”. (Ecco il testo in inglese dell’articolo: column).
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, otto mesi e 28 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Un missile balistico ipersonico russo carico di una bomba convenzionale ha colpito in Ucraina, distruggendo una fabbrica di armi e droni. Il sistema vettore sarebbe capace di trasportare una testata atomica.
Abbattuti in territorio russo due “Storm Shadow” di fabbricazione britannica e 6 missili Himars di fabbricazione statunitense.
Putin ha fatto un discorso, affermando di ritenere i paesi fornitori responsabili degli attacchi ucraini in territorio russo. “Abbiamo il diritto di usare le nostre armi contro obiettivi militari di questi paesi”.
Alla Nato minimizzano, scherzando col fuoco.
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