Rubrica a cura di Margaret Petrarca

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Il busto di Nefertiti: l’inestimabile reperto rubato che appartiene all’Egitto, non alla Germania

di Nadine Tag


Foto di Heiko da Pixabay

Da: The New Arab (Londra)

Data di pubblicazione: 27 settembre 2024

Link: https://www.newarab.com/features/inside-egypts-bid-return-nefertitis-bust-berlin-museum

Quando l’Egitto era sotto l’occupazione britannica, dal 1882 al 1956, escavatori da tutto il mondo hanno dissotterrato dal suolo egiziano tesori per i loro musei.

Rinvenuto nel 1912, il busto della regina Nefertiti, moglie del faraone Akhenaton al tempo della XVIII dinastia, si trova in Germania da quando è stato spedito dall’Egitto nel 1913. A più di 3.000 chilometri dalla sua terra d’origine, è attualmente esposto al Neues Museum di Berlino.

Zahi Hawass, l’ex ministro egiziano delle Antichità e del Turismo, il 7 settembre ha lanciato una petizione che domanda alla Germania la restituzione della scultura di Nefertiti.

“L’Egitto ha il diritto legale di chiedere il rimpatrio di Nefertiti, perché la statua è stata rubata” ha detto Hawass a The New Arab.

La petizione di Hawass chiede il coinvolgimento della cittadinanza egiziana e dei sostenitori del patrimonio culturale e una risposta da parte del ministro della Cultura tedesco, della Fondazione del patrimonio culturale prussiano e del Neues Museum.

Questo non è il suo primo tentativo di rimpatriare il busto.

Nel 2011, Hawass aveva domandato a nome del governo egiziano che la statua di Nefertiti fosse restituita all’Egitto, al che la Germania aveva risposto chiedendo una lettera firmata dallo stesso ministro delle antichità.

“Anche se il ministro all’epoca ero io, non abbiamo potuto continuare le trattative a causa dei disordini causati dalla rivoluzione egiziana del 25 gennaio” ha rivelato Hawass.

Hawass ha osservato che molti media internazionali hanno coperto la sua ultima petizione e che la maggior parte dei firmatari sono stranieri, non egiziani.

“Finora hanno firmato circa 7.000 persone [41.653 al momento della traduzione di questo articolo, N.d.T.] ma, per esercitare pressione sulla Germania affinché restituisca il busto, il nostro obiettivo sono un milione di firme” ha dichiarato a The New Arab.

Nonostante le varie richieste di rimpatrio nel corso degli anni da parte dell’Egitto, secondo cui il busto è stato portato via illegalmente, la Germania ha sempre rifiutato, facendo appello alla sua acquisizione legale stando alle leggi dell’epoca.

Una regina trovata a Tell al-Amarna

Il busto raffigura la regina Nefertiti con una corona blu con rifiniture d’oro e tagliata di netto in alto. Le sue caratteristiche, tra cui il collo sinuoso, la mascella definita, gli occhi a mandorla e le labbra carnose, sono spesso considerate l’apice dell’arte e dell’artigianato dell’antico Egitto.

“Il magnifico busto di Nefertiti, una delle statue più belle della storia dell’umanità, è stato portato via dall’Egitto con inganni, bugie, imbrogli e mezzi illegali” ha dichiarato a The New Arab Bassam El-Shammaa, storico ed egittologo egiziano.

Il busto fu rinvenuto nel 1912 a Tell al-Amarna, nel governatorato di Minya, dall’egittologo tedesco Ludwig Borchardt, i cui scavi furono finanziati da James Simon, un ricco filantropo tedesco, come si legge in un articolo di Monica Hanna, egittologa egiziana, pubblicato nel 2023 dalla Cambridge University Press.

Sotto l’occupazione britannica, l’Egitto non disponeva di risorse per l’esplorazione archeologica e consentiva a squadre straniere di condurre gli scavi.

La legge de iure sulle antichità che all’epoca regolava gli scavi archeologici in Egitto disciplinava l’esportazione dei reperti e assicurava che questi rimanessero proprietà dell’Egitto in modo da proteggere il patrimonio culturale del Paese, rivela il documento di Hanna.

Tuttavia, per coprire i costi di scavo, capitava che il governo assegnasse alcuni reperti agli escavatori, dividendoli in due lotti di pari valore, ma mantenesse il diritto di riacquistare qualsiasi reperto a un prezzo non superiore ai costi di scavo.

“Durante il processo di Partage, Borchardt ha celato il vero valore della scultura descrivendola in modo impreciso nel rapporto di spartizione dei reperti, ben consapevole delle norme della legge de iure” ha dichiarato Hanna a The New Arab, sostenendo la tesi di El-Shammaa sull’acquisizione illegale del busto.

Lo storico tedesco Sebastian Conrad ha dichiarato a Deutsche Welle che la scultura potrebbe essere stata sporca di terra per nasconderne il colore e la bellezza.

Allo stesso modo, El-Shammaa ha affermato che la posizione del ritrovamento del busto fa presupporre che questo sia caduto a terra e che sia stato lasciato sporco per nascondere il suo vero valore durante il processo di Partage.

“Sarebbe difficile affermare che tutto si sia svolto a norma di legge” ha detto Conrad.

Nel febbraio del 1913, il busto di Nefertiti fu spedito in Germania e, in seguito, Simon offrì l’intera collezione di Tell al-Amarna al Museo Egizio di Berlino, ha rivelato Hanna.

“Nel 1920, donò la statua di Nefertiti a condizione che, se l’Egitto avesse mai richiesto la restituzione, i musei nazionali tedeschi sarebbero stati legalmente obbligati a rimpatriarla.”

La delegazione reale egiziana convinse il governo prussiano, proprietario della statua dopo Simon, a rimpatriare il busto nel 1933. Tuttavia, Adolf Hitler, all’epoca cancelliere della Germania, rifiutò.

“Non rinuncerò mai alla testa della regina” disse Hitler. “È un capolavoro, un gioiello, un vero tesoro.”

Foto di corno.fulgur75 da Flickr

La bella è venuta

El-Shammaa, insieme a molti altri, ammira Nefertiti.

Ha affermato: “Per un secondo, credo di essermi innamorato di Nefertiti guardando troppo a lungo la sua foto mentre scrivevo di lei.”

Il suo nome, Nefert-Iti in geroglifico, si traduce in “la bella è venuta”, in quanto “Nefert” significa bella e “Iti” “è venuta”, ha spiegato, aggiungendo che il busto, realizzato dall’antico artista egiziano Thutmose intorno al 1340 a.C., presenta una creazione scultorea raffinata.

“Thutmose era un genio” ha osservato, dichiarando che le proporzioni della statua sono ineguagliabili e potrebbero aver fissato gli standard globali per la scultura.

“Chiunque voglia imparare a scolpire deve prima studiare il busto di Nefertiti.”

Hawass concorda con El-Shammaa, definendo il busto di Nefertiti una delle migliori sculture egiziane.

“Realizzato in pietra calcarea e dipinto con strati di stucco colorato, rappresenta l’età di al-Amarna, un’epoca importante in cui gli egiziani veneravano Aton, il dio Sole” ha spiegato.

“Nefertiti è stata sicuramente rubata”

Come Hawass, anche Hanna vuole che Nefertiti torni in Egitto.

È stata una delle voci di spicco tra gli organizzatori di una petizione che ha spinto Mostafa Madbouly, il primo ministro egiziano, a presentare una richiesta formale per il suo rimpatrio.

“La nostra è una campagna di sensibilizzazione sul busto di Nefertiti e sui reperti egiziani trafugati attraverso conferenze, manifesti e il coinvolgimento dei media” ha spiegato Hanna a The New Arab, sottolineando che, per reintrodurre i reperti monumentali, quello di cui l’Egitto ha bisogno è la volontà politica, che può essere incoraggiata solo attraverso una forte opinione pubblica.

Ha affermato che la recente petizione di Hawass non sarà efficace senza prima gettare le basi di un sostegno e una sensibilizzazione che unisca e riunisca masse informate.

El-Shammaa concorda sull’improbabilità del successo della petizione, ma per un altro motivo.

“Per quanto positiva come iniziativa, 200.000 o un milione di firme rappresentano una piccola frazione dei 116 milioni di abitanti dell’Egitto” ha dichiarato a The New Arab, affermando che questi numeri probabilmente non influenzerebbero la Germania o la comunità globale a sostenere l’Egitto.

Secondo lui, per avere un impatto significativo, una campagna dal basso come quella di Hawass dovrebbe raccogliere un numero molto maggiore di firme, circa 50 milioni.

Con 38 anni di esperienza nel campo dell’archeologia, El-Shammaa ritiene che l’unico modo per ottenere risultati sia che l’Egitto si faccia valere.

“Tutti gli approcci diplomatici, le strategie accomodanti e i percorsi concilianti hanno fallito” ha dichiarato El-Shammaa, spiegando che se anche questo metodo non dovesse raggiungere l’obiettivo, l’Egitto dovrebbe rivolgersi alla Corte internazionale di giustizia.

A sostegno di questa affermazione, Hanna ha dichiarato che l’Egitto può richiedere il rimpatrio di Nefertiti su basi etiche e legali, secondo la legge de iure sulle antichità del 1912 e il Codice etico ICOM per i musei, che vieta ai musei di detenere oggetti saccheggiati od ottenuti illegalmente.

“Il busto della regina Nefertiti è stato sicuramente rubato” ha affermato Hanna, sottolineando che Nefertiti appartiene all’Egitto.

Come Hanna e molti altri egiziani che vogliono che il loro patrimonio venga restituito alla terra d’origine, Hawass ha dichiarato a The New Arab: “Il busto di Nefertiti fa parte della nostra eredità, storia e civilizzazione; il suo posto legittimo è in Egitto, non in Germania.”

Per leggere il testo originale, clicca qui:

https://www.newarab.com/features/inside-egypts-bid-return-nefertitis-bust-berlin-museum

Traduzione dall’inglese di Margaret Petrarca

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