Per ascoltare l’audio di oggi, 1° dicembre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 324 (1575)
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Le notizie:
Mandato cattura Netanyahu
Il mandato di arresto per Netanyahu è sparito dall’orizzonte della stampa scorta mediatica del genocidio in corso. È meglio nascondere la polvere sotto il tappeto. Uno dei giornali italiani filo governativi ha scritto che “l’impianto della Corte penale int. scricchiola”, soltanto perché la Francia ha fatto marcia indietro.
Infatti, negli ultimi giorni la possibilità di arrestare il criminale di gurra ricercato, Benjamin Netanyahu, per il quale la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, è diventata un tema di dibattito in diversi paesi. La questione per ora rimane teorica, perché per essere arrestato Netanyahu dovrebbe trovarsi nel territorio di uno dei paesi che hanno accettato la giurisdizione della Corte, e che quindi hanno firmato il trattato che l’ha fondata, cioè lo Statuto di Roma. Giorgia Meloni per esempio ha detto che l’Italia non ha ancora una posizione ufficiale al riguardo; altri stati, come Paesi Bassi e Spagna, hanno detto invece che l’arresterebbero.
Mercoledì la Francia è diventata invece il secondo paese europeo, dopo l’Ungheria di Viktor Orbán, a dire che non arresterebbe Netanyahu. La posizione del governo francese è stata molto discussa non solo per la decisione in sé, ma anche per gli argomenti usati per sostenerla. La Francia infatti ha fatto riferimento a un particolare articolo dello Statuto, l’articolo 98, che riguarda l’immunità. Stranamente la Francia di Macron non ha preso la stessa posizione nel caso di Putin.
Genocidio a Gaza
Il sabato nero di Gaza. 100 civili uccisi, di cui 40 in un solo bombardamento. Una palazzina di sei piani, a Jebalia, è stata colpita da un missile israeliano ad alto potenziale distruttivo ed è stata rasa al suolo seppellendo tutti gli sfollati che vi avevano trovato rifugio. Obiettivo dei generali israeliani è di cacciare la popolazione della zona a nordi Gaza città per dare spazio alla colonizzazione programmata per l’annessione ad Israele di un’importante fetta della Striscia.
Tra le vittime della violenza cieca israeliana vi sono state i funzionari dell’organizzazione USA di Cucina Mondiale (World Central Kitchen).
La loro auto è stata presa di mira da un drone israeliano sulla strada Salahuddine a nord Khan Younis, uccidendo 3 dello staff umanitario. L’agenzia stampa italiana Ansa ha riportato ieri la notizia senza citare la responsabilità dell’esercito israeliano. La WCK ha dichiarato di mettere fine al suo lavoro umanitario a Gaza a causa dei crimini compiuti da Israele contro gli operatori umanitari. Israele usa chiaramente la fame come strumento di guerra per uccidere e deportare i palestinesi.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
Migliaia di sfollati si accalcano davanti ai forni per ore e ore senza ottenerne un sacchetto di pane per sfamare la famiglia. Alla sofferenza dell’attesa si aggiungono le pallottole dei droni dell’esercito israeliano. Ieri due donne e un bambino sono rimasti uccisi dagli attacchi criminali israeliani.
A rendere infernale la vita degli sfollati di Gaza, cioè la totalità della popolazione, si aggiunge anche la mancanza di tende, che l’esercito di occupazione vieta il loro ingresso. Secondo il Comitato popolare per la protezione civile, le tende provvisorie di plastica leggera attualmente disponibili nei depositi delle agenzie ONU bastano per coprire il 7% del fabbisogno. La situazione è aggravata dalle piogge e dal vento invernali che si sono abbattuti su molti campi distruggendo le leggere strutture di riparo.
Libano
Israele viola la tregua. Ha bombardato le colonne di sfollati che stavano tornando nelle loro città e villaggi. Almeno due morti, secondo l’agenzia stampa libanese. L’esercito israeliano ha ordinato alla popolazione, in volantini lanciati dagli aerei, di non tornare alle loro case fino ad un nuovo ordine dello stesso esercito di occupazione. Netanyahu ha accettato il cessate-il-fuoco con Hezbollah anche a causa delle gravi perdite subite, ma non intende in realtà ritirarsi dal sud Libano. Anzi, in alcuni settori, come Khayyam, hanno avanzato con i loro carri armati.
Siria
L’opposizione armata ha occupato Aleppo. L’esercito si è ritirato dalla città e l’aeroporto è stato chiuso al traffico aereo. Il ritiro dei governativi dalla seconda città siriana è confermato da alcune ammissioni parziali dell’esercito e dal fatto che l’aeronautica russa ha bombardato alcune località di Aleppo. Secondo l’Osservatorio siriano, sono 327 le vittime, civili e militari, dell’offensiva delle milizie.
Le operazioni dell’opposizione vanno parallelamente agli attacchi israeliani sulla provincia attigua di Homs al confine con il Libano.
Unione Oxford
L’Unione studentesca di Oxford, il più antico consiglio universitario del Regno Unito ha votato ieri dopo un lungo e appassionato dibattito sulla natura dell’aggressione israeliana su Gaza. La mozione che sostiene che a Gaza si sta consumando un genocidio e una deportazione di massa è passata con 278 voti a favore mentre l’altra mozione contraria ha raccolto soltanto 59 voti. La costituzione dell’Unione di Oxford risale al 1883.
Solidarietà nel mondo con la Palestina e il Libano
In tutto il mondo sono state celebrate manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese in occasione della Giornata internazionale di solidarietà indetta dall’ONU. In Italia, sono state fortemente partecipate le iniziative unitarie di Roma e Milano, dove i cortei con migliaia di partecipanti hanno sfilato pacificamente e senza scontri, per l’assenza di divieti censori da parte delle autorità di polizia.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, 9 mesi e 6 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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