Per ascoltare l’audio di oggi, 06 dicembre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 328 (1579)

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Le notizie:

Mandato cattura Netanyahu

Amnesty Internazionale ha pubblicato un rapporto che accusa Israele di compiere un genocidio in Palestina. CLICCA (è un’ampia presentazione in Italiano).

Le ricerche effettuate da Amnesty International hanno rinvenuto sufficienti elementi per portarla alla conclusione che Israele ha commesso e sta continuando a commettere genocidio nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza occupata.

Nel rapporto intitolato “Ti senti come se fossi un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza”, Amnesty International documenta come, durante l’offensiva militare lanciata dopo gli attacchi mortali del 7 ottobre guidati nel sud di Israele da Hamas, Israele abbia scatenato inferno e distruzione contro la popolazione palestinese di Gaza senza freni, in modo continuativo e nella totale impunità. Il PDF in Italiano.

“Il rapporto di Amnesty International mostra che Israele ha compiuto atti proibiti dalla Convenzione sul genocidio, con l’intento specifico di distruggere la popolazione palestinese di Gaza. Questi atti comprendono uccisioni, gravi danni fisici e mentali e la deliberata inflizione di condizioni di vita calcolate per causare la loro distruzione fisica. Mese dopo mese, Israele ha trattato la popolazione palestinese di Gaza come un gruppo subumano non meritevole di diritti umani e dignità, dimostrando il suo intento di distruggerli fisicamente”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

Genocidio a Gaza

Non c’è pace per la gente di Gaza a causa del genocidio in corso. C’è chi contesta l’uso del termine genocidio e noi contestiamo il termine guerra. A Gaza l’esercito israeliano non dà battaglia ad un altro esercito, ma uccide i civili, in prevalenza bambini, bombardando zone residenziali e campi di sfollati.

Dalla mezzanotte, in tre bombardamenti sono stati assassinati 31 civili. A Beit Lahia è stato demolito con la dinamite un gruppo di case adiacente all’ospedale “Kamal Aduan”, per costringere la popolazione alla deportazione.

Il rapporto giornaliero del ministero della sanità riporta che la nuova shoah palestinese per mano del criminale di guerra ricercato Netanyahu è di 44,580 uccisi e di 105.739 feriti.    

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Siria

Debacle totale delle truppe governative di fronte all’offensiva delle milizie dell’opposizione sostenute dietro le quinte dalla Turchia, dalla Nato e dall’Ucraina. Anche la città di Hama è stata occupata dalle milizie. L’esercito ha ammesso di averla evacuata. Determinante in queste battaglie è stato l’uso dei droni forniti dalla Turchia e dall’Ucraina.

Navi russe hanno bombardato nella tarda serata di ieri le postazioni dei miliziani a Hama, per impedire o rallentare l’avanzata dei carri armati dei jihadisti verso Homs, ultima difesa della capitale Damasco. Caccia governativi hanno bombardato il ponte di Al-Rastan, sull’autostrada che collega le due città, per ostacolare l’avanzata dei jihadisti. Un atto distruttivo che mostra la disperazione del regime rimasto scoperto dal mancato supporto dei miliziani iraniani e libanesi.  

  • Libano

16 corpi estratti da sotto le macerie dopo un bombardamento criminale israeliano sulla testa dei civili. 9 vittime a Shama’, 6 a Bayyadha e una a Naqoura. L’artiglieria israeliana ha bombardato le squadre della protezione civile che stavano rimuovendo le macerie, ostacolandone il lavoro.

Nella giornata di ieri, l’esercito israeliano ha compiuto 12 violazioni della tregua, portando il totale a 129 violazioni in 9 giorni di cessate-il-fuoco.

Situazione umanitaria a Gaza

Sono oltre 2000 i palestinesi di Gaza tuttora imprigionati nei campi di concentramento in Israele. Uno di loro, Alaa Maruan Mahlaui, 42 anni, è deceduto ieri sotto le torture della nuova Gestapo. Mahlaui è stato arrestato nel dicembre 2023 a Gaza e da allora non si sono avute sue notizie, fino alla comunicazione della sua avvenuta morte. Lascia la moglie e 4 figli. Al momento dell’arresto godeva di buona salute.

Cisgiordania

Un giovane palestinese di 23 anni, Mustafà Masha, è stato assassinato dalle truppe di occupazioni israeliane nel campo profughi di Balata, a Nablus. Colpito alla testa, i soldati hanno impedito l’arrivo dei soccorsi per salvarlo e lo hanno lasciato per terra a perdere sangue fino alla morte. 

Nel campo profughi di Jalazon, a nord di Ramallah, i soldati israeliani hanno sparato contro i ragazzi delle pietre colpendo alla testa un bambino di 12 anni.

Rastrellamenti in tutte le province della Cisgiordania. In diverse operazioni sono stati arrestati ieri 31 militanti ed attivisti.

ONU

L’assemblea generale dell’Onu ha votato una risoluzione a favore dello Stato di Palestina, chiede il ritiro dai territori occupati e l’vacuazione dei coloni. Il testo, adottato con 157 voti a favore, otto contrari e sette astensioni, pone le basi per la celebrazione della “Conferenza internazionale di alto livello per la soluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione dei due Stati”, che si terrà dal 2 al 4 giugno 2025 a New York. 

Il documento invita Israele a “cessare immediatamente e completamente ogni forma di violenza, compresi gli attacchi militari, le distruzioni e gli atti di terrore” e le “nuove attività di insediamento” nei territori palestinesi occupati, ad evacuare tutti i coloni e a porre fine alle loro azioni illegali. 

Inoltre, ricorda che Israele, in quanto potenza occupante, deve rispettare gli obblighi descritti nel parere consultivo della Corte internazionale di giustizia. 

Trattative

Qatar torna al tavolo delle trattative, dopo la visita dell’inviato di Trump a Doha. Hamas – secondo fonti giornalistiche egiziane – ha risposto di sì alle nuove proposte del Cairo. La stampa israeliana pubblica alcuni particolari della proposta egiziana: un cessate-il-fuoco di 60 giorni, ritiro parziale dell’esercito israeliano, il valico di Rafah passa al controllo dell’ANP, il ritorno dei civili al nord di Gaza. Dopo una settimana si avvia lo scambio di prigionieri, punto su cui non ci sarebbero particolari. Tutto il piano dovrebbe completarsi entro il 20 gennaio, data di entrata di Trump alla Casa Bianca. Il governo israeliano nella riunione di ieri non ha preso la decisione in merito alla proposta sul tavolo e i suoi ministri continuano a dichiarare che Israele non accetta la fine della guerra e non si ritira dal corridoio di confine con l’Egitto. Una posizione che equivale ad un no.

Algeria/Francia

La sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha inaugurato una targa in memoria delle vittime della strage compiuta dall’esercito francese contro la popolazione algerina della città di Laghouat, a sud di Algeri. La strage, nota come la Shoa algerina per mano del colonialismo francese, è avvenuta nel 1852 e soltanto grazie alle pressioni algerine, la Francia ha cominciato a riportare alla luce i crimini negati per secoli. Nella strage di Laghouat sono stati decimati i due terzi della popolazione ed è stata usata per la prima volta la guerra chimica. Anche gli algerini che si erano rifugiati nelle grotte sono stati assassinati con il fuoco e il fumo.

È un atto simbolico di riconoscimento delle responsabilità della Francia per i crimini del colonialismo in Algeria, un dossier molto ricco di atrocità e prevaricazioni razziste, che Parigi ha sempre nascosto o addirittura negato. Soprattutto la Francia respinge di aprire un tavolo di trattative per il risarcimento. I dossier aperti sono tanti, compreso i danni per gli esperimenti nucleari che stanno mietendo tuttora vittime nel deserto algerino. La cerimonia di Parigi avviene nel momento in cui i rapporti diplomatici sono in crisi, per la virata di Macron sul riconoscimento della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale occupato.  

 Iran

Rilasciata per motivi di salute la premio Nobel Nergis Mohammady. Per sole tre settimane. Lo ha riferito il suo avvocato sul proprio account social. La commissione norvegese per il Nobel, invece, ha fatto appello alle autorità iraniane di liberarla definitivamente. Mohammady è in carcere dal 2021 ed è accusata per le sue azioni contro l’obbligo del velo  contro la condanna alla pena capitale.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, 9 mesi e 11 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il segretario della Nato dice che “è ora di fornire armi all’Ucraina, non parlare di pace”. Dalla Casa Bianca 750 milioni di dollari in armamenti.

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