Per ascoltare l’audio di oggi, 10 dicembre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 332 (1583)
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Le notizie:
Siria
Tahrir Sham ha incaricato l’ing. Mohammad Al-Bashir per la formazione del nuovo governo. Al-Bashir è stato il governatore di Idlib, la città siriana settentrionale roccaforte dei jihadisti filo turchi. Al-Bashir è originario di Idlib, nato nel 1983 laureato in ingegneria elettrotecnica dall’università di Aleppo nel 2006. Ha coperto dal 2022 l’incarico di capo del governo di salvezza nazionale che controlla Idlib.
Il primo atto del nuovo premier è stato l’amnistia per i soldati di leva. Joulani invece ha minacciato di una punizione esemplare gli ufficiali torturatori nelle carceri siriane e coloro che sono implicati in operazioni militari contro la popolazione civile.
I ministeri del petrolio e dei lavori pubblici continuano ad operare regolarmente sotto la direzione dei ministri precedenti.
I primi passi dei miliziani sembrano voler dare l’immagine di moderazione, per ottenere un riconoscimento delle potenze internazionali, visto anche che i loro sponsor regionali (Turchia e Qatar) sono legati all’alleanza atlantica; uno è membro della Nato e l’altro ospita la più grande base militare USA in Medio Oriente. Il primo paese a riconoscere il nuovo governo ed aprire un canale di contatti con Tahrir Sham è stato proprio il Qatar, come annunciato stamattina in un comunicato del ministero degli esteri di Doha.
A Washington stanno pensando già di cancellare la qaedista Tahrir Sham dalla lista delle organizzazioni terroristiche. Gli Stati Uniti hanno precisato che non intendono ritirare le loro truppe in Siria, “per non danneggiare gli sforzi di impedire la rinascita dell’ISIS”.
Il futuro della Siria non sarà deciso dai siriani, ma da un accordo tra i paesi dominanti, che hanno forze militari sul terreno: Russia, Turchia, USA, Francia, GB e Iran. Il terreno più neutro sarebbe dell’attuazione della risoluzione 2254 del consiglio di Sicurezza (dicembre 2015), riattivando i negoziati di Ginevra sotto l’egida dell’ONU.
Gli scenari possono essere diversi: da una deriva libica a quella afghana, ma la più probabile è la via irachena, dove un governo unitario che esclude l’ex partito Baath amministri un paese a sovranità limitata, con l’aggravante delle interferenze prepotenti del vicino israeliano.
Espansionismo israeliano
L’esercito israeliano ha allargato la zona di confine smilitarizzata nel Golan. I caschi blu hanno annunciato che non lasceranno la zona, malgrado l’occupazione israeliana. L’Onu da New York ha criticato l’azione di prevaricazione di Israele considerandola una violazione delle norme internazionali.
Netanyahu ha dichiarato che il Golan siriano occupato sarà territorio israeliano per l’eternità.
Israele ha comunicato di aver compiuto ieri oltre 100 raids sul territorio siriano in diverse province ed in particolare su Damasco. In un attacco su un aeroporto militare sono state distrutte a terra circa 30 elicotteri.
Mandato cattura Netanyahu
“Il genocidio continua a verificarsi e il sentimento spesso citato del ‘mai più’ è diventato ‘continuamente ripetuto'”. A sostenerlo è Adama Dieng, Consigliere speciale del Segretario generale dell’Onu per la prevenzione del genocidio. Intervenendo alla Conferenza internazionale sulla prevenzione del genocidio a Kigali, la capitale del Ruanda, Dieng ha affermato che il genocidio ruandese contro i tutsi nel 1994, in cui furono uccise circa un milione di persone, non è iniziato con i machete ma con la disumanizzazione del gruppo etnico tutsi. Ha osservato che i conflitti iniziano come una crisi politica, in cui l’incitamento all’odio a livello etnico è incoraggiato e istigato.
Genocidio a Gaza
La macelleria umana che Netanyahu ha messo in campo a Gaza ha causato altri lutti e sofferenze per la popolazione civile, in continuo sfollamento: 50 uccisi e 84 feriti nella giornata di ieri in seguito a tre bombardamenti devastanti.
Dall’alba di oggi sono stati compiuti altri criminali bombardamenti su Jebalia, Nuseirat e Khan Younis. I rapporti stampa parlano di 13 uccisi.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
Arrivano l’inverno e la pioggia. I campii di sfollati si trasformano in pozzanghere e il freddo causa sofferenze e malattie. Vecchi e bambini sono le persone più soggette agli effetti negativi. Si aggiunge poi la mancanza di cibo e acqua. L’Onu ha lanciato l’ennesimo allarme, che rimarrà sicuramente inascoltato dal governo di Tel Aviv e dai suoi generali: “un milione di palestinesi rischia la morte per fame e freddo”.
Libano
Stamattina, un missile israeliano ha colpito una casa di 6 piani nella regione di Akkar nel nord del paese al confine con la Siria. Per fortuna degli abitanti non è esploso e se la sono cavata con una decina di feriti. Sarebbe stata una strage. Nel palazzo abitano 24 famiglie e non c’è nessuna presenza di miliziani di Hezbollah.
L’esercito israeliano continua a violare la tregua anche in sud Libano. Ieri, un civile è stato ucciso e 4 soldati libanesi feriti in un bombardamento aereo israeliano contro un mezzo militare dell’esercito di Beirut.
4 soldati israeliani sono rimasti uccisi nell’esplosione di mine. Durante le perlustrazioni, l’unità militare degli occupanti è entrata in un campo minato nei pressi di Naqoura.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Due giovani assassinati a Toubas durante un rastrellamento israeliano.
Terreni di contadini palestinesi nella valle del Giordano sono stati prese in possesso dai coloni ebrei israeliani che hanno iniziato ad ararli, con la protezione delle truppe militari.
Israele
L’Apartheid che i benpensanti non vedono. La polizia israeliana ha demolito, ieri, per la 233a volta (dal 2010), il villaggio di Al-Araqeeb. Nel 2024 è la 12esima. Una volta al mese. Ma malgrado ciò la storia delle 22 famiglie di abitanti autoctoni palestinesi, cittadini di Israele, non fa notizia.
Dopo ogni demolizione, gli abitanti vanno a dormire nel cimitero, nella speranza che gli israeliani non devastino anche le dimore dei morti. Il governo israeliano intende deportare i palestinesi pastori beduini dalle loro terre per creare una colonia ebraica. Pulizia etnica e depportazione.
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Rojava
Gli Usa hanno scaricato i curdi di Manbij. Ufficiali turchi e statunitensi si sono accordati per l’uscita dei curdi dalla città assediata dai miliziani filo turchi.
L’Osservatorio siriano riferisce che le milizie filo turche hanno operato esecuzioni sommarie sulla base della carta d’identità. Nei posti di blocco, i passeggeri di etnia curda vengono fatti scendere dalle auto e uccisi. Irruzione nelle case delle famiglie curde, con devastazioni e deportazioni. Manbij è una città a maggioranza curda e le 30 mila famiglie sono praticamente in preda alla furia assassina delle milizie jihadiste finanziate e armate da Ankara.
L’UIKI (Ufficio di informazione del Kurdistan in Italia) ha scritto: “Il progetto di convivenza, democrazia diretta e autodeterminazione nato dalla Rivoluzione del Rojava corre un pericolo esistenziale a seguito dell’escalation innescata dall’offensiva congiunta di Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) e dell’Esercito Nazionale Siriano (SNA), supportati dalla Turchia”.
Migranti
Secondo i governi europei adesso la Siria è sicura. In diversi paesi sono state sospese le procedure per le richieste di asilo politico dei migranti proventi dal paese ancora in guerra. Si chiama accanimento contro gli ultimi ed ossessione politica. I curdi siriani che riusciranno a raggiungere i paesi della Ue saranno rimpatriati, secondo le decisioni prese e rimandati ai jihadisti filo turchi. Nella giornata di commemorazione della convenzione per i diritti umani è il massimo della disumanità.
Solidarietà int. con Gaza
A Gaza Emergency sta costruendo una nuova clinica di salute primaria, nella zona costiera di al-Mawasi – a circa un chilometro dal mare. Lì si concentra la maggior parte degli sfollati: circa 2 milioni di persone private di tutto, anche delle cure di base.
“In poco più di un mese abbiamo visitato oltre 3.000 persone. 1 su 3 è un bambino”. Per approfondire e guardare il video CLICCA.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, 9 mesi e 16 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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