Per ascoltare l’audio di oggi, 17 dicembre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 338 (1589)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Altre 4 stragi a Gaza con 69 vittime uccise nelle scuole che ospitano sfollati. La più grave è avvenuta all’alba di ieri a Nuseirat. Un’altra strage è avvenuta a Khan Younis, dove in una scuola dell’Onu erano ospitati miglia di sfollati. 20 persone sono state uccise e le ricerche sono ancora in corso ad oltre 24 ore dalla strage. Nel vicino ospedale Nasser sono arrivati oltre 80 feriti. I generali israeliani coprono i loro crimini negando che nella scuola ci fossero degli sfollati e parla di comando di armati. Falsità per coprire mediaticamente i loro crimini. Da sotto le macerie non è stato mai estratte delle armi vicino ai corpi delle vittime.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Giornalisti nel mirino
Sono stati svolti ieri a Deir Balah i funerali del cameraman di Al-Jazeera, Ahmad Loh. Era stato colpito durante il suo lavoro di riprese delle operazioni di soccorso della protezione civile a Nuseirat in seguito alla strage di civili sulla scuola di sfollati. Un drone ha lanciato il suo razzo contro la giubba di Loh con la scritta PRESS. L’emittente del Qatar accusa l’esercito israeliano di “mirare deliberatamente a colpire i giornalisti, per impedire la diffusione della verità sui suoi crimini”.
Siria
Sono state scoperte in diverse località l prime fossi comuni. A Daraa, nel sud, e nella zona rurale della capitale, sono stati trovati decine di corpi di persone non identificate e ammassati in terreni agricoli nei pressi di carceri. In Siria, le organizzazioni per i diritti umani avevano documentato le identità di 105 mila dispersi forzati, che della loro sorte non si è mai saputo nulla, alcuni di loro sono spariti dal 2011.
I curdi del Rojava hanno avanzato una proposta di tregua e di apertura di una fase nuova con trattative per arrivare ad un governo inclusivo.
Il capo di Tahrir Sham, Ahmad shara’, ha lanciato un appello per la fine delle sanzioni contro la Siria. “Non abbiano intenzione di fare del nostro territorio una base per attaccare Israele”, ha detto. Israele nel frattempo avanza in territorio siriano. Il premier Netanyahu ha dato ordini di avviare i lavori di colonizzazione del territorio siriano, occupato dopo la caduta del regime.
Dopo le dichiarazioni di Blinken, sui contatti con Tahrir Sham, nella fase precedente all’attacco dell’opposizione della fina di novembre concluso con la fuga del dittatore, adesso la GB ha annunciato una sua delegazione politica a Damasco.
Sono continuati anche i bombardamenti israeliani sul territorio siriano, con la scusa di colpire i depositi di armi. Un’aggressione che non trova contrasto da parte degli alleati Nato. Anzi, gli USA contribuiscono con i loro caccia, con il pretesto di attaccare l’SIS.
Russia/Siria
Mosca a pochi giorni dalla caduta del regime sta cambiando la sua politica sulla Siria. Dai bombardamenti su Idlib si è passati a cercare un nuovo rapporto con Tahrir Sham. L’ambasciata russa a Damasco ha preso contatti con il nuovo ministero degli esteri e non si esclude l’arrivo di una delegazione politica da Mosca. Obiettivo del Cremlino è di salvare l’esistenza delle due basi militari di Tartous e Hmaimim. Il vice ministro degliesteri moscovita, Sergei Ribakov, ha azzardato addirittura l’ipotesi di non ostacolare l’ingresso della Siria nel gruppo Brics, in risposta alle ipotesi avanzate dal siriano Alloush, capo delegazione dell’opposizione, adesso al potere, nelle trattative di Ginevra ed Astana.
Le unità navali russe che sono state ritirate dal porto di Tartous, secondo fonti militari libiche in anonimato, potrebbero essere ospitate a Tobruk, nell’est libico. Lo scorso giugno, nel porto libico erano stati ospitati l’incrociatore “Varyag” e il cacciatorpediniere “Maresciallo Shaposhnikov” e sono stati accolti con una calorosa festa dagli ufficiali della marina libica, con vistosa diffusione della notizia, con foto, nei media locali.
Gerusalemme
Le autorità di occupazione israeliane hanno demolito 17 case a Gerusalemme est, nelle località di Anata e Seluan. È un’azione di deportazione di fatto. 131 palestinesi residenti si sono trovati senzatetto. Tutte le famiglie hanno issato tende sui ruderi delle loro case, per non abbandonare il luogo. “Non forniscono a noi palestinesi nativi le licenze di costruzione e invece, per i coloni arrivati da ogni dove costruiscono migliaia di abitazioni. È Apartheid”, ha detto un anziano uomo seduto sulle macerie della sua casa.
Nel 2024, ci sono state 415 demolizioni. Sono giacenti oltre 7 mila ordini di demolizione nella sola Gerusalemme. È deportazione.
Cisgiordania
Irruzione di truppe militari in un villaggio a sud di Jenin. Anche a Betlemme e Om-Safa, vicino a Ramallah. Nel villaggio di Khadar, i soldati hanno attaccato i bambini delle scuole elementari alla fine della giornata scolastica, mentre stavano tornando a casa, perché portavano alzate bandiere palestinesi. Hanno tentato di arrestare un bambino di 11 anni, ma dopo hanno desistito per il fitto lancio di pietre.
A Jenin, la tensione inter-palestinese si aggrava. Domenica si è svolto uno sciopro generale in tutta la città per protesta contro le uccisioni e gli arresti compiuti contro militanti.
Sulla vicenda degli attacchi della polizia contro i resistenti, è intervenuto ieri il FPLP. “Mettiamo in guardia la polizia dell’ANP dal superare le linee rosse, mettendo in pericolo l’unità nazionale. La resistenza contro l’occupazione militare è un diritto legittimo, non azione di fuorilegge”.
Jihad Islamica ha lanciato un appello all’ANP per trovare una via d’uscita allo scontro nel campo di Jenin tra resistenti armati e la polizia di Ramallah.
Rojava
Kobane è sotto attacco turco. Conclusa la tregua a Manbij senza il raggiungimento di un accordo per l’evacuazione dei feriti e lo spostamento sicuro dei civili, le milizie filo turche hanno mobilitato molte forze con carri armati, artiglieria e droni, per sferrare un attacco contro la città simbolo della lotta contro l’ISIS. Le truppe turche stanno ammassando truppe e armamenti attorno a Kobane, sia dal versante siriano, sia da oltre confine dal territorio turco.
In una conferenza stampa tenuta ieri davanti alla sede dell’amministrazione autonoma nella città di Raqqa, è stata presentata l’iniziativa per la costruzione della “Nuova Siria”.
La conferenza stampa ha visto la lettura dell’iniziativa da parte dei copresidenti del Consiglio esecutivo dell’Amministrazione, Hussein Osman e Avin Sweid. Dopo la caduta del regime dittatoriale degli Assad, le milizie islamiste filo turche hanno sferrato attacchi contro le città a maggioranza curda. Per vitare lo spargimento di sangue, le forze curde lanciano una proposta in 10 punti, “per salvaguardare l’unità della Siria, garantire i diritti di tutti i gruppi e le componenti su basi democratiche. Ciò getterà le basi per l’avvio di un dialogo nazionale siriano inclusivo a cui tutti saranno invitati a partecipar”. Per leggere tutto: Clicca.
Difendere il Rojava – per una nuova Siria democratica – Presidio – Venerdì 20 Dicembre – Piazza dell’Indipendenza ore 17:00 – Roma
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, 9 mesi e 23 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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