Più di 10 mila firme per Ashour in Italia

Il giornalismo non sia un crimine, quando riguarda una reporter arrestata senza accuse dal regime iraniano a Teheran, come nel drammatico caso di Cecilia Sala, e non sia più un crimine in Palestina: nella Striscia di Gaza sono quasi 200 i giornalisti e gli operatori dell’informazione uccisi dall’8 ottobre 2023 a ieri. Spesso per loro l’accusa rivolta dall’esercito di Israele è quella di essere terroristi di Hamas e affini. Ovviamente non c’è processo, non c’è prova, non c’è garanzia, non c’è giubetto con la scritta “press” che tenga. In più nella Striscia di Gaza i giornalisti locali sono anche, come tutti i civili, intrappolati da quando il valico di Rafah è stato sigillato dall’Idf. Nessuna possibilità di andarsene. Aya Ashour, 23 anni, scrive ormai da un anno e mezzo le corrispondenze dalla Striscia per il Fatto Quotidiano: ha perso la sua casa, ridotta in macerie, è stata più volte sfollata, vive da mesi con la sua famiglia sotto le tende a Khan Younis in condizioni disperate. E continua a scrivere e raccontare. Il suo giornalismo non è un crimine. Eppure è intrappolata. Nonostante un invito dell’Università per stranieri di Siena non può lasciare la Striscia. Diritto all’informazione, diritto allo studio, tutto è calpestato. La petizione per Aya Ashour sul sito ioscelgo.org, rivolta al Ministero degli Esteri italiano perché faccia pressioni sulla comunità internazionale, ha superato quota 10 mila firme.

Ecco l’articolo che Aya Ashour ha scritto su Il Fatto Quotidiano il 30 dicembre 2024.

Stringo la mia sorellina: nella Striscia già cinque neonati morti di freddo

Immaginate di dover tenere in braccio il cadavere del vostro bambino che non poteva scaldarsi

Nel 450° giorno di guerra il freddo ha causato nella Striscia un’ennesima morte in culla, uccidendo un neonato, Juma al-Batran, di appena 20 giorni, e segnando così il quinto decesso del genere a Gaza in una settimana. A partire dalle prossime ore sono previste altre forti piogge, aggravando così la sofferenza di due milioni di persone confinate nella Striscia, molte delle quali sono prive di un riparo adeguato. Ahmed Alfarra, medico nel reparto maternità dell’ospedale Al Tahreer di Khan Younis afferma che ogni giorno deve registrare cinque o sei casi di ipotermia nei neonati.

Sento freddo nella mia tenda, batto i denti mentre devo scrivere che cinque bambini sono stati uccisi dal freddo in una settimana! In una settimana, cinque neonati hanno perso la vita, il loro cuore ha smesso di sentire il freddo mentre dormivano di notte nelle loro tende, e anche un infermiere che lavorava all’ospedale europeo ha perso la vita dopo che il suo cuore si è fermato di notte per il freddo, hanno trovato il cadavere con segni di emorragia nel naso.

La notizia non è così semplice per me da elaborare: immaginate che un neonato viva in una tenda senza elettricità, senza camino, senza coperte e che non riceva abbastanza cibo. Come farà a vivere? Immaginate vostro figlio, tenerne in braccio il cadavere, morto dopo aver sentito freddo e aver mostrato segni di sanguinamento dal naso! Non sembra facile da immaginare, vero?

Sono qui a scrivere vicino a mia sorella Rola, che ha appena tre anni, è molto raffreddata. Ho visto mia madre partorire mia sorella Rola, lo ha fatto davanti ai miei occhi, nella sala parto, l’ho presa in braccio e ho provato sensazioni della maternità nei suoi confronti nonostante la mia giovane età. L’ho vista crescere ogni giorno davanti ai miei occhi e stupirmi per tutto quello che fa. Quando è iniziata la guerra ho cominciato a sentirmi terrorizzata dall’idea di perderla. Non potevo immaginare di perderla in un bombardamento o per la poliomielite, per esempio, o per una pallottola, quindi come vuole il mondo che io accetti l’idea della sua morte perché sente freddo? Come si può elaborare e comprendere questo mio timore?

Qualche giorno fa ho chiesto a mia madre di far dormire Rola abbracciata a me invece che a lei, perché mia madre non ha abbastanza coperte per sentirsi al caldo. Immaginate che io non protegga dal freddo mia sorella Rola nonostante l’abbracci forte per assicurarmi che riceva abbastanza calore. Come posso proteggere la sua vita dal freddo in una tenda? Tuttavia, non mi sento nemmeno abbastanza al caldo per Rola, dato che io e l’altra mia sorella, Noor, condividiamo le coperte dallo scorso inverno per sentirci calde insieme e perché non abbiamo abbastanza coperte allo stesso tempo.

Scrivere di questo argomento forse dovrebbe essere una violazione della mia umanità, della mia dignità, ma io sento freddo al posto del mio senso di dignità!

Centinaia di migliaia di famiglie vivono in tende di tela, centinaia di migliaia non hanno abbastanza coperte e cospargono il terreno per dormire, mentre l’acqua penetra nelle loro tende e non hanno una stufa o legna per accendere il fuoco, mentre allo stesso tempo soffrono la fame e la mancanza di acqua potabile e di medicine! Tutto questo accade nell’era moderna, nel XXI secolo, mentre il mondo festeggerà un nuovo anno nelle prossime ore, noi qui nella Striscia moriamo di freddo e paghiamo il prezzo come civili da parte dei leader locali e internazionali che scommettono sul nostro sangue come se non fossimo esseri umani che vogliono vivere, sognare e realizzare i propri desideri.

Non mi sembra facile descrivere la sensazione di freddo a 23 anni, quindi come farà un bambino a spiegare al mondo come sente il freddo in una tenda! E i miei problemi di salute si stanno aggravando con questo freddo: ho un problema respiratorio a causa dell’inalazione di polvere da sparo, fosforo e fumi negli scorsi mesi; con questo clima e con la mancanza di cure, peggioro. Questo è l’inverno più doloroso fisicamente per me: soffro di dolore costante ai piedi e al bacino, ma non tutte le parole che ho scritto descrivono la sensazione di freddo che mangia le nostre ossa.

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