Per ascoltare l’audio di oggi, 04 gennaio 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/n. 003 (1605)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
455 giorni di aggressione israeliana contro la popolazione palestinese. Neanche i nazisti tedeschi si sono accaniti contro ospedali e personale sanitario come stanno facendo i generali israeliani. Completata l’opera di distruzione dei tre ospedali del nord, adesso stanno spostando la loro criminale attenzione all’ospedale Al-Aouda. È stata ordinata la sua immediata evacuazione.
Secondo fonti giornalistiche, ieri fino alla mezzanotte, le forze di occupazione hanno ucciso 61 civili in diversi bombardamenti sui campi di sfollati.
Il rapporto del ministero della salute informa che fino a mezzogiorno di ieri venerdì il numero delle persone uccise è arrivato a a45.658 e 108.583 ferite. Sono numeri per difetto, perché conteggiano solo ii corpi arrivati negli ospedali. Le strutture sanitarie nel nord della striscia sono completamente fuori servizio e non ci sono contatti con gli operatori rimasti ancora in vita e non arrestati.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria a Gaza
Evacuazione forzata degli ospedali Indonesiano e Al-Aouda nel nord della Striscia. L’ordine militare israeliano al personale ed ai pazienti assediati dalle truppe è di lasciare le due strutture pena il bombardamento con loro dentro. Caccia e droni hanno iniziato a colpire le zone limitrofe con bombe incendiarie. È un piano già sperimentato con gli altri ospedali distrutti e svuotati, con il personale arrestato, con alla testa il dott. Abu Safia, deportato al campo di concentramento Sde Tieman, nel deserto del Negev. Obiettivo dichiarato del governo Netanyahu è quello di deportar tutta la popolazione del nord di Gaza, per annettere il territorio a nord del Wadi (già denominato con il nome israeliano, Netzarim, una vecchia colonia ebraica smantellata nel 2005) come zona cuscinetto e concentrare i due milioni di palestinesi ancora vivi in 80 km2 nel sud di Gaza, come profughi con nessuna prospettiva di sopravvivenza.
Appello
L’esercito israeliano, dopo una settimana di sparizione forzata del direttore dell’ospedale Kamal Adouan, ha ammesso di aver arrestato il dott. Hussam Abu Safia e che è sotto interrogatorio dai famigerati servizi di sicurezza Shabak, con l’accusa di “azioni terroristiche”. Una vergogna che li inseguirà per tutta la vita. Lo staranno torturando come hanno fatto con gli altri medici di Gaza uccisi sotto i maltrattamenti dei nuovi nazisti israeliani. Non sono valse a nulla tutti gli appelli per la liberazione del personale sanitario che è stato sottoposto a rastrellamenti di massa.
- Appello urgente per il Dott. Hussam Abu Safia, direttore dell’ospedale Kamal Adwan clicca.
Cisgiordania
A Jenin ancora sangue palestinese versato per mano palestinese. Un agente delle forze di sicurezza dell’Anp ed un civile sono stati uccisi ieri durante l’irruzione della polizia all’interno del campo profughi. In un mese di scontri sono stati uccisi 12 persone tra combattenti, poliziotti e civili, compresa una giornalista di 21 anni.
L’esercito israeliano ha attaccato il campo di Balata, vicino a Tulkarem. Un giovane di 18 anni è stato ucciso e altri 9 feriti tra i giovani palestinesi che contrastavano l’avanzata delle truppe con il lancio di pietre.
Altri rastrellamenti israeliani sono avvenuti a Salfit, Nablus, el-Khalil, Betlemme e Qalqilia, con decine di arresti in ciascuna città.
Libano
La radio pubblica israeliana ha riportato che il governo Netanyahu ha informato l’amministrazione USA la sua intenzione di mantenere la presenza militare in sud Libano oltre il periodo di 60 giorni indicato nell’accordo di tregua, che scade il 27 gennaio. Il falso pretesto è il ritardo del dispiegamento dell’esercito libanese nella zona a sud del fiume Litany. Ma è chiaro a tutti, che l’esercito libanese entrerà nella zona soltanto dopo il ritiro di Israele. Tel Aviv ha occupato militarmente un corridoio a ridosso del confine e intende stabilirvi a lungo. Infatti sono iniziate da subito le costruzioni di basi fisse in territorio libanese.
Siria
La visita dei ministri degli esteri di Germania e Francia a Damasco e il loro incontro con il nuovo uomo forte della Siria non è un riconoscimento diplomatico del nuovo regime. I due emissari europei sono andati a tastare il clima che si respira e tentare di sfruttare la caduta della dittatura per raccogliere il massimo di profitto. La ministra di Berlino aveva due obiettivi: i migranti siriani richiedenti asilo da rispedire indietro e le basi militari russe in Siria da espellere, per rafforzare la Nato. La Francia con lo spauracchio del jihadismo, invece, intende riproporre una sorta di tutela mandataria sulla Siria, come alla fine della II guerra mondiale. I due ministri europei sono andati a dettare legge per via diplomatica, usando il ricatto del controllo delle sanzioni nei confronti di Tahrir Sham, inscritta nell’elenco delle organizzazioni terroristiche, redatto dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La vocazione al colonialismo è dura a morire.
Il rappresentante russo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha dichiarato che le basi russe in Siria rimarranno e che sono in corso trattative costruttive con il nuovo governo siriano. “La nostra ambasciata a Damasco è operativa e i contatti proseguono sia a livello diplomatico, sia militare”. Mosca ha messo in guardia le potenze della Nato, GB e USA principalmente, dall’armare la mano dell’Isis per compiere attacchi terroristici contro le basi russe in Siria. La scorsa settimana i russi hanno denunciato un attacco con droni di fabbricazione ucraina sulla base russa di Hmaimim. Subito dopo, Tahrir Sham ha mandato da Idlib un gruppo di miliziani armati per il blocco di altre iniziative simili.
Rojava
Combattimenti durissimi nei pressi della diga Tichreen. 12 combattenti curdi e 50 miliziani siriani filo turchi sono stati uccisi. Malgrado l’appoggio turco con l’uso massiccio dell’artiglieria, le milizie islamiste non sono riuscite a guadagnare terreno.
Il ministro degli esteri francese ha telefonato da Damasco al comandante delle FDS, Abdi. Secondo fonti curde il tema della chiamata è la necessaria partecipazione dei curdi al processo politico per la creazione della nuova Siria. Non è chiaro in che cosa consiste la mediazione francese, perché i nuovi signori della Siria parlano della partecipazione di tutte le componenti etnico-religiose al processo pacifico di ricostruzione, ma non bloccano gli attacchi delle loro milizie filo turche a Manbij e Kobane. La dipendenza di Shara’ e “fratelli” dai piani di Ankara è palese e la battaglia politica dei curdi siriani per l’affermazione dei propri diritti non sarà né facile, né indolore.
Notizie dal mondo
Sono passati due anni, 10 mesi e 10 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La guerra del gas. L’Ucraina blocca il gas russo in transito verso l’Europa: un bel gesto di riconoscenza. La Slovenia per ritorsione blocca l’esportazione di elettricità a Kiev.
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APPROFONDIMENTI:
- – Il discorso di Susan Abulhawa al dibattito dell’Oxford Union: “La nostra resilienza fa infuriare i sionisti” clicca.
- – Appello urgente per il Dott. Hussam Abu Safia, direttore dell’ospedale Kamal Adwan clicca.
- – Il nuovo nazismo si svela all’ospedal Kamal Adouan nel nord di Gaza
- – Immaginate di dover tenere in braccio il cadavere del vostro bambino che non poteva scaldarsi clicca.
- – Per Peltier: dateci una mano, mancano 3 settimane all’ultimo giorno del mandato di Biden clicca.
- – Dossier su prigioniere politiche curde condannate a morte in Iran
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