Per ascoltare l’audio di oggi, 12 gennaio 2025:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/n. 011 (1613)

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Infatti i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 33. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 2.355,00 €

(+ 2.024,00 € rispetto al precedente mese di novembre). È un risultato straordinario, che ci mette di nuovo in carreggiata, per andare avanti con forza e tranquillità.

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Le indicazioni per farlo agevolmente indicate nel sito e nella newsletter.

Le notizie:

Genocidio a Gaza

Il rapporto del ministro della sanità palestinese riferisce che il numero delle vittime totali in 15 mesi di aggressione israeliana contro la popolazione di Gaza, è stato di 46.565 civili uccisi e 109.660 feriti.

I generali israeliani hanno ordinato oggi alla popolazione di Nuseirat, nel centro della Striscia, di evacuare verso la cosiddetta “zona umanitaria”, più volte bombardata con bombe incendiarie. Il piano è quello di svotare Gaza della sua popolazione. Prima è avvenuto a Jebalia e Beit Lahia, nel nord, quasi “ripulite” della loro gente e adesso l’operazione di pulizia etnica si sposta verso il centro della Striscia. Un’azione scientificamente criminale per la decimazione della popolazione, di fronte alla quale quella dei nazisti era dilettantismo.    

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Se questo è un uomo.

Libertà per Leonard Peltier

La campagna per la liberazione di Leonard, dopo 49 anni di reclusione, non cessa. Sono gli ultimi 10 giorni per un atto di clemenza da parte del presidente Biden.

A Milano, il Comitato organizzatore ha indetto per il giorno 15 gennaio alle 18,30 un sit-in di solidarietà davanti al consolato USA, per chiedere con forza: “Free Leonard Peltier. 49 anni bastano!”. Il consolato USA si trova in largo Donegani, Milano.

Per approfondire la vicenda terribile dell’ingiusta incriminazione di Leonard Peltier e prendere contatti con il comitato: clicca qui.

Situazione umanitaria a Gaza

4500 casi di amputazioni a Gaza. Tra di loro 800 bambini, che sono rimasti senza uno o più arti. 540 le donne. Queste cifre danno la misura della drammatica situazione che vive la popolazione civile di Gaza. L’aspetto ancora più diabolico nell’azione israeliana è che nella Striscia non ci sono più le capacità sanitarie per far fronte a queste menomazioni, perché i generali israeliani hanno preso di mira l’ospedale Hamad, unica istituzione sanitaria specializzata in ortopedia e applicazione degli arti artificiali. Anche il centro per la produzione degli arti artificiali è stato bombardato. La maggior parte delle persone menomate non hanno accesso all’applicazione di protesi. Secondo diversi medici di Gaza, il numero fornito dal ministero della sanità è per difetto, perché molti casi non sono stati registrati.   

Corte Penale Internazionale

Per celebrare l’80° anniversario della liberazione del campo di sterminio nazista tedesco, il governo polacco ha adottato una risoluzione per garantire la libera e sicura partecipazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu agli eventi che si svolgeranno in seguito nel paese.

In precedenza, era stata fatta filtrare dalla segreteria del premier israeliano, ricercato per crimini di guerra dal tribunale dell’Aja, che “non avrebbe partecipato alle cerimonie in programma in Polonia”, probabilmente per timore di essere arrestato.

Appello per il dott. Abu Safiya

 Si è svolta ieri a Washington una manifestazione per chiedere all’amministrazione Biden di far pressione sul governo israeliano in merito alla situazione sanitaria a Gaza. Tra le richieste più urgenti vi è la liberazione del personale medico arrestato durante la distruzione degli ospedali nel nord della Striscia.

  • Appello urgente per il Dott. Hussam Abu Safia, direttore dell’ospedale Kamal Adwan clicca.

Cisgiordania

La provincia di Ramallah è sotto il mirino dei coloni ebrei israeliani. Ieri si sono svolte 3 tentativi di occupazione di terreni in altrettante località agricole. Lo schema è sempre lo stesso: ingresso dei coloni nei terreni, taglio o sradicamento degli alberi e poi, quando la popolazione si organizza per cacciarli, intervengono i soldati con i mitra. In questo attacco sono rimasti feriti 4 giovani palestinesi. Nel 2024, in Cisgiordania i coloni hanno sradicato o bruciato 14.212 alberi in prevalenza olivi.

Libano

L’esercito libanese continua le operazioni di bonifica delle città del sud dai residui bellici lasciati dalle truppe di occupazione israeliane dopo il loro ritiro. L’agenzia stampa di Beirut riferisce di 5 violazioni della tregua da parte israeliana. Droni di Tel Aviv hanno mirato contro un’auto a Bint Jbeil, ma hanno sbagliato bersaglio. In altri due episodi, invece, i soldati israeliani prima del loro ritiro da Aita Shaab hanno fatto esplodere con la dinamite due abitazioni.

Siria

Per la prima volta da 15 anni, si è svolta ieri una visita del premier libanese Miqati a Damasco, dove si è incontrato con l’uomo forte del nuovo potere, Shara’. Le questioni sul tappeto sono tante: i confini insicuri, i rispettivi prigionieri e dispersi, le interferenze di Hezbollah in Siria in sostegno degli Assad, il milione e mezzo di profughi siriani in Libano ed il piano per il loro ritorno. In una conferenza stampa congiunta, Miqati e Shara’ hanno sottolineato che al primo posto sarà affrontata la lotta contro il contrabbando e il traffico di armi ai confini tra i due paesi. “Lavoriamo per nuove relazioni strategiche soprattutto in materia di integrazione economica”, ha dichiarato il premier libanese.

L’Isis a Damasco

La nuova polizia siriana ha annunciato di aver sventato un attacco jihadista nel quartiere sciita Saieda Zeinab, a sud di Damasco. Nella località c’è un mausoleo molto venerato dai fedeli. Quattro uomini sono stati arrestati con in possesso esplosivi, mitra, bomba a mano, una somma di denaro in dollari e euro, documenti falsi e soprattutto i piani per l’attacco suicida. Il ministero dell’interno ha pubblicato, sui social, le foto dell’operazione, dove si vedono 4 uomini in piedi, con gli occhi bendati e le mani legate dietro la schiena. Il piano prevedeva – a quanto è stato riferito dai servizi di sicurezza di Tahrir Sham – di infiltrarsi tra i fedeli nel momento di maggior affollamento e farsi esplodere. Questa sarebbe stata la prima operazione dell’Isis a Damasco dalla caduta del regime, lo scorso 8 dicembre. In passato il mausoleo è stato preso di mira diverse volte. In una c’è stata una vera e propria strage con oltre 200 vittime.

Il campo di concentramento di Guantanamo

Sono trascorsi 23 anni da quando, l’11 gennaio 2002, veniva aperto il campo di concentramentodi Guantánamo, dove da allora continuano a perpetrarsi gravi violazioni dei diritti umani. Il governo statunitense ha annunciato, il 7 gennaio, il trasferimento in Oman di 11 detenuti. Rimangono ancora nella struttura 15 detenuti, sei dei quali non sono mai stati accusati di alcun crimine. Il campo di concentramento di Guantánamo rappresenta una macchia evidente e duratura nel bilancio dei diritti umani degli Stati Uniti. Dal gennaio 2002 vi sono passate circa 780 persone, tutti uomini di religione musulmana – alcuni dei quali minorenni – arrestati per sospetto terrorismo in molti stati del mondo.

Amnesty International Usa ha chiesto al presidente uscente Biden di autorizzare il trasferimento di tutti i detenuti ancora presenti a Guantanamo, prima della fine del suo mandato. Nel 2021, Amnesty International ha pubblicato un rapporto che evidenziava le continue violazioni dei diritti umani nel campo.

Solidarietà internazionale

L’Anpi ha raccolto 155 mila euro in donazioni e li consegnerà a Emergency per costruire una clinica a Gaza, per la popolazione martoriata dalle violenze israeliane. L’iniziativa, partita a ottobre, si chiude oggi: c’è ancora tempo per contribuire, il link è sul sito insieme.emergency.it. “Il risultato è molto superiore alle aspettative” – ha detto il presidente di Anpi, Gianfranco Pagliarulo, in conferenza stampa – Una vera e propria gara di solidarietà, una pioggia ininterrotta di versamenti che ci conferma l’attenzione e la sensibilità popolare sulla tragedia di Gaza. Lanceremo presto una nuova campagna per il cessate il fuoco”. La presidente di Emergency, Rossella Miccio ha raccontato il contesto tremendo in cui lavora la Onlus: “I nostri operatori ci dicono che quanto vedono a Gaza è al di là dell’immaginazione sia in termini di distruzione che di condizioni di deprivazione per la popolazione: mancano quasi del tutto acqua, cibo, abitazioni, servizi sanitari, scuole e sicurezza. Torniamo a chiedere che il governo si impegni in direzione di un cessate il fuoco”.

Notizie dal mondo

Sono passati due anni, 10 mesi e 18 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Le truppe di Mosca avanzano nel Donbass. Zelensky ha annunciato la cattura di due soldati sud coreani.

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