Per ascoltare l’audio di oggi, 21 gennaio 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/n. 020 (1622)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Il numero dei corpi recuperati da sotto le macerie a Rafah nella giornata di ieri, la prima dopo il giorno del cessate il fuoco, è stato di 137 persone.
Ieri l’esercito israeliano ha rotto la tregua. I cecchini hanno ucciso due persone a Rafah, mentre lavoravano alla liberazione delle strade dalle macerie, per facilitare il passaggio dei mezzi degli aiuti internazionali.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Se questo è un uomo.
Scambio prigionieri
La prima operazione di scambio è andata secondo i piani predisposti dai mediatori nell’accordo di tregua. Ci sono stati dei ritardi da parte delle autorità carcerarie israeliane, per impedire i festeggiamenti di massa da parte dei palestinesi a Ramallah. Alle famiglie gerosolimitane è stato impedito di festeggiare o di organizzare momenti pubblici di accoglienza.
Tra le donne palestinesi rilasciate vi è l’attivista per i diritti umani ed ex deputata, esponente dell’Ufficio Politico di FPLP, Khalida Jarrar. Era stata arrestata più volte, in carcerazione amministrativa, senza accusa e processi, imprigionata in celle piccolissime, senza areazione e con la luce accesa 24 ore al giorno. Ecco un articolo di Paola Caridi che narra le sue sofferenze: clicca.
Il prossimo scambio di prigionieri avverrà sabato 25 gennaio, come previsto dall’accordo di cessate il fuoco. Dalla fabbrica di comunicati della macchina di propaganda israeliana era uscita la notizia secondo la quale Hamas avrebbe deciso il rinvio di un giorno la prossima operazione. Subito dopo l’ufficio di Netanyahu ha emesso un comunicato durissimo che considera simile eventualità come rottura della tregua. Dal Cairo, il portavoce di Hamas ha smentito la manovra diversiva del governo Netanyahu, confermando la data del 25 come stabilito.
Appello per il dott. Abu Safiya
La rivista egiziana “Saut Al-Azhar” (la Voce di Al-Azhar) ha decretato il dott. Hussam Abu Safiya uomo dell’anno. “È il simbolo della resistenza bianca”, ha intitolato sulla copertina. È stata pubblicata la famosa foto con il direttore dell’ospedale Kamal Adwan mentre trattava con i soldati israeliani in un carro armato, in mezzo ad una strada colma di macerie. Da quel giorno e per circa 10 giorni, il dott. Abu-Safiya è sparito nel nulla. Israele ha raccontato bugie sostenendo di non averlo arrestato. Soltanto dopo le testimonianze di detenuti palestinesi rilasciati, ha dovuto ammettere di averlo imprigionato, ma ha impedito al suo avvocato di incontrarlo. Il suo arresto amministrativo è stato prolungato al 13 febbraio. Domani dovrebbe essere l’ultimo giorno di divieto di incontrare il suo avvocato.
Appello urgente per il Dott. Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan clicca
Situazione umanitaria a Gaza
Ieri sono entrate nella striscia di Gaza, dai tre valichi, 903 camion. Soprattutto importanti sono i carichi di carburante per l’avvio degli ospedali. L’UNRWA ha dichiarato di aver preparato 4 mila camion carichi di cibo e acqua. L’organismo dell’Onu per i profughi palestinesi ha annunciato che opererà a Gaza, malgrado il divieto dell’esercito israeliano. L’altro pericolo per gli aiuti è la presenza di bande di ladri armati che prendono possesso dei camion sulla strada verso i centri di distribuzione. Il fenomeno è diminuito da quando i soldati israeliani si sono ritirati ed è stata impiegata la polizia palestinese.
In Sinai, sono stati messi in allerta gli ospedali per ricevere i casi difficili dei feriti di guerra, che negli ospedali di Gaza non sarebbe possibil curare. Secondo una stima del ministero della sanità palestinese, sono circa 25 mila i casi critici che avrebbero bisogno di evacuazione d’emergenza.
Cisgiordania
60 palestinesi arrestati in una sola retata delle nuove SS israeliane in Cisgiordania. Il governo israeliano per sanare le sue divisioni sull’accordo per Gaza, ha offerto al movimento colonialista, animatore dei partitini di estrema destra, di inasprire la repressione in Cisgiordania e di rafforzare ed estendere l’annessione territoriale. Ieri è stata registrata un’offensiva dell’esercito mirante all’isolamento di tutte le principali città, ostruendo le strade di accesso con blocchi di cemento ed istituendo posti di blocco militari.
Oltre all’oppressione dell’occupazione militare si aggiungono le aggressioni delle bande dei coloni che agiscono con atti terroristici per costringere la popolazione nativa alla fuga dai propri territori. Ieri sono stati registrati attacchi in 4 località, Salfit, Qalqilia, Ariha, el-Khalil. Ad incoraggiare le aggressioni dei colonialisti è arrivato il provvedimento del neo presidente USA Trump che ha cancellato l’ordine di Biden sulle sanzioni contro i coloni violenti.
ONU
La ministra degli esteri dell’Anp, Shahin, ha pronunciato un discorso davanti al Consiglio di Sicurezza, convocato per discutere la situazione in Palestina dopo l’accordo di cessate-il-fuoco a Gaza. La ministra ha affermato che l’ANP ha il diritto di guidare Gaza dopo il ritiro delle forze di occupazione e la disponibilità a collaborare con l’Onu e tutti i paesi amici per il successo della ricostruzione.
La diplomazia palestinese e l’intero governo di Ramallah battono da tempo su questo tasto, senza però affrontare la questione cruciale della concordia nazionale. Parlare di amministrare Gaza senza affrontare l’unità del movimento palestinese significa provocare uno scontro inter-palestinese, perché Hamas non è stata distrutta in 15 mesi di guerra israeliana e non può essere ignorata la sua esistenza. Un terreno minato che rischia di importare a Gaza su larga scala, però, le tensioni avvenute a Jenin. La chiave per la soluzione della vicenda – secondo molti sponenti politici palestinesi – è nell’applicazione degli accordi di Pechino.
Criminali di guerra scappano
La radio dell’esercito israeliano ha confermato che un soldato in vacanza in Spagna è oggetto di indagini per crimini di guerra, in seguito alla denuncia dell’organizzazione belga Fondazione Hind Rajab. Secondo fonti militari di Tel Aviv sono 50 le cause intentate ed almeno 30 inchieste giudiziarie in 10 paesi sono state aperte, anche se finora non ci sono stati arresti, per la fuga degli elementi interessati. I consolati israeliani sono stati mobilitati per dare assistenza ai presunti criminali oggetto di indagine, soprattutto nei paesi considerati “non amici”.
Siria/Rojava
Il ministro della guerra del nuovo governo siriano, Abu Qasra, ha detto che non è accettabile la proposta del capo delle Forze Democratiche siriane, Abdi, per il mantenimento dell’autonomia delle forze militari curde, nel quadro dell’esercito nazionale. Abdi aveva dichiarato in un’intervista che l’autonomia curda si batte per l’unità del paese contro ogni scissione. Una delegazione delle FDS si era incontrata con il capo di Tahrir Sham, Shara’, il 30 dicembre. Le comunicazioni delle due parti allora erano improntate all’ottimismo ed alla concordia, ma sembra che le pressioni dei padrini di Ankara hanno fatto cambiare idea ai nuovi loro vassalli.
Da Damasco non hanno mai fermato le milizie che stanno attaccando, insieme alle truppe turche, le città ed i villaggi curdi nella provincia di Aleppo e stanno tentando di occupare la diga di Tichreen. Ieri sono stati uccisi 8 combattenti curdi.
Marocco
La diffamazione a mezzo stampa è diventato un tema all’ordine del giorno in Marocco, soprattutto dopo che ha colpito il presidente dell’Associazione marocchina per i Diritti umani, Aziz Ghali, “reo” di aver parlato della questione del Sahara Occidentale, rilanciando la posizione ufficiale delle Nazioni Unite, certamente diversa da quella del Marocco, che è il Paese occupante. Una vasta campagna di diffamazione nei suoi confronti è stata accompagnata da una mobilitazione di “troll” online e siti vicini al potere, che l’hanno accusato di tradimento con minacce mirate al suo ruolo di difensore dei diritti umani e alla sua incolumità fisica. (Leggi tutto l’articolo di Mohammed Dihani su il manifesto: clicca)
Libertà per Leonard Peltier
Evviva! Leonard è libero. Il presidente Biden prima di lasciare il suo incarico ha decretato per il suo rilascio in libertà vigilata. L’incubo è finito.
Grazie alla campagna mondiale per la sua liberazione. In Italia, il lavoro militante di Andrea De Lotto, Daniela Bezzi, dr. Naila Clerici e molt3 altr3 ha dato i suoi frutti. Grazie! Leggete tutto!
Gli aggiornamenti sulla pagina FB: clicca.
Per approfondire la vicenda terribile dell’ingiusta incriminazione di Leonard Peltier e prendere contatti con il comitato: clicca qui.
Notizie dal mondo
Sono passati due anni, 10 mesi e 27 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. L’uragano Trump non è portatore di pace, ma di minacce per la distruzione della Russia. La sua prima dichiarazione del caso è emblematica. Putin si dichiara disponibile ad un incontro bilaterale.
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