Oggi si ricorda il giorno in cui Israele ha assassinato senza pietà Hind Rajab, sei membri della sua famiglia e, in seguito, due paramedici accorsi in suo soccorso. Un carro armato israeliano sparò 335 colpi contro l’auto in cui si trovavano Hind e la sua famiglia.
Un anno dal crimine nazista compiuto dai soldati israeliani che hanno ucciso la bambina Hind Rajab, di 6 anni, intrappolata in un’auto.
Non sappiamo se sui media scorta mediatica di Netanyahu ci sarà un suo ricordo. Degli ostaggi israeliani sappiamo tutto, anche le canzoni preferite o i piatti che sanno cucinare.
Facendo una ricerca, ad ora non ci è apparso nessun articolo sul suo assassinio da parte di Israele. Un crimine di guerra impunito e dimenticato. Noi non dimentichiamo.
La storia di Hind l’abbiamo raccontata su Anbamed:
Allora c’è stato anche del giornalismo patumiera:
Ma c’è stata anche della solidarietà:
Un’aula della Columbia University è stata ribattezzata con il suo nome e il cantante Macklemore. La canzone prende il nome dall’edificio della Columbia University recentemente occupato dagli studenti e ribattezzato con il nome di Hind Rajab, una bambina palestinese di sei anni uccisa a Gaza.
Il 30 aprile, nel campus della Columbia, dozzine di manifestanti hanno occupato la Hamilton Hall sbarrando gli ingressi e esponendo uno striscione Free Palestine a una finestra, nonostante gli avvertimenti di rischio espulsione da parte degli amministratori.
A nome di Hind Rajab, è nata in Belgio una Fondazione con il compito di documentare i crimini dell’esercito israeliano e soprattutto inseguire le storie che gli stessi soldati pubblicano sui loro account social, vantandosi di aver ucciso anziani, rubato beni e soldi, bruciato biblioteche, fatto esplodere con la dinamite le case sopra le teste dei civili che vi abitavano. Documentazione che è stata consegnata alla Corte Penaale Int. ed alla Corte di Giustizia Int. per rafforzare le accuse nei procedimenti che nelle due corti dell’Aja si sta dibattendo contri i cirmini di guerra e crimini contro l’umanità (Netanyahu e Gallant) e, rispettivamente, per genocidio (lo Stato di Israele).
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